Uno tsunami si sta per abbattere sull’Amministrazione americana. I nuovi scoop annunciati da Wikileaks rischiano di essere più devastanti dei «file» rivelati finora. Sono i dossier inviati dalle ambasciate Usa, compresa quella di Roma, al Dipartimento di Stato.
I nuovi scoop annunciati da Wikileaks rischiano di essere più devastanti dei file rivelati finora. Questa volta, nel mirino del sito di intelligence, non ci sono i segreti del Pentagono ma nientemeno che il dietro le quinte della politica estera di Washington. Notizie riservate e report dalle principali ambasciate statunitensi nel mondo. Violate anche le comunicazioni partite da Villa Margherita, sede in via Veneto a Roma della delegazione Usa, a Washington.
Il sito Wikileaks, nella pagina in Rete, sostiene di essere in possesso di un'enorme quantità di messaggi riservati del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti la pubblicazione dei quali potrebbe fornire uno scenario della diplomazia americana nel mondo. Nel messaggio su Twitter, il sito internet ha fatto inoltre sapere di essere sotto «intensa pressione». L'annuncio apparso su Twitter recita: «La prossima pubblicazione sarà sette volte maggiore di quella sull'Iraq», e si chiedono aiuti e donazioni per consentire a Wikileaks di proseguire con il suo lavoro. «Subiamo molte pressioni da mesi. Restiamo forti», conclude il messaggio. Un'allusione, secondo molti, ai problemi legali del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, contro il quale la Svezia ha spiccato un mandato di arresto per sospetta violenza sessuale. I file sarebbero già in possesso di alcuni giornali, Guardian, New York Times e Der Spiegel, pronti a pubblicarli nel prossimo fine settimana.
Una conferma arriva dal Pentagono che ha avvisato le commissioni Difesa di Camera e Senato che Wikileaks «intende pubblicare diverse centinaia di migliaia» di documenti segretati. L'appunto inviato per posta elettronica al Congresso dall'assistente segretario alla Difesa per gli Affari legislativi, Elizabeth King, spiega che i documenti «toccano un'enorme quantità di questioni di politica estera molto delicate». Nella e-mail della King si esprime quindi una certa preoccupazione per le conseguenze della pubblicazione dei rapporti inviati dalle sedi diplomatiche a Foggy Bottom annunciata dal sito fondato da Assange. Dalle indiscrizioni i files diretti al Dipartimento di Stato sarebbero in possesso di Wikileaks da tempo. Prima di quelli relativi alle guerre in Iraq e Afghanistan.
La divulgazione sarebbe la risposta al mandato di arresto internazionale per stupro che costringe Julian Assange alla macchia. I documenti in possesso di Wikileaks sono report, appunti e commenti sottoscritti dai funzionari delle diverse sedi diplomatiche americane nel mondo. Sicuramente da quelle europee con Londra, Roma e Berlino in primo piano. Ci sarebbero anche files da Ankara, Tel Aviv, Kabul e Islamabad. Ma anche tra le ambasciate Usa a Mosca nelle capitali delle ex repubbliche sovietiche e Washington. Rivelazioni che rischiano di incrinare la credibilità dei rapporti così brillantemente consolidati da Obama nel recente vertice della Nato a Lisbona. Tra le centinaia di file ci sarebbero anche i cablogrammi degli agenti Cia.
Nei report delle ambasciate ci sono colloqui con i funzionari del governo ospite, con privati cittadini oltre naturalmente ad analisi della situazione politica ed economica interna del Paese ospitante. Contengono un registro delle attività quotidiane del personale diplomatico. Rivelazioni che, in alcuni Paesi, possono mettere a rischio anche la sicurezza dei funzionari. I documenti in questione dovrebbero essere atti del Dipartimento di Stato ma potrebbero contenere informazioni su tattiche militari o rivelare l'identità di alcune fonti. Cercando di giocare d'anticipo, le missioni diplomatiche statunitensi hanno cominciato a informare gli altri governi. Certamente le relazioni diplomatiche tra Washington e gli altri Paesi subiranno uno scossone. «Speriamo che non pubblichino i documenti ma ci prepariamo per tale evenienza», ha spiegato il portavoce del Dipartimento di Stato P.J. Crowley.
Appena tre giorni fa Wikileaks aveva annunciato la pubblicazione di quasi 3 milioni di documenti segreti, senza specificare il tema dei nuovi file né quando saranno messi in rete. Wilikileaks aveva anche annunciato recentemente di essere in possesso di materiale scottante su oligarchi russi e sul governo cinese.
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