Domanda semplice semplice?
riguarda sia il single player che il multiplayer...
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Domanda semplice semplice?
riguarda sia il single player che il multiplayer...
Peché non si è in grado di reggere la sfida.
Esatto.Citazione:
Emack ha scritto lun, 26 gennaio 2004 alle 13:35
Peché non si è in grado di reggere la sfida.
Personalmente, da giocatore pippone quale sono e resto (sono riuscito a morire in Zelda TWW), mi sono trovato a barare per non cedere alla frustrazione.
In single player io baro quando il gioco in sé mi stufa ma sono curioso di vedere cosa c'è dopo. Va detto che alcune mappe aggiuntive di doom non sono mai riuscito a completarle senza cheat, erano da professionisti (e io preferisco mantenermi "amatore", uno che gioca per svago).
Non ho mai giocato in multiplayer. Non credo che barerei, anzi non mi piace nemmeno l'idea di "macrare" (anche ove consentito); infatti suppongo che sarei uno di quei giocatori frustrati che vengono sistematicamente uccisi dopo 15 ore di gioco. Insomma in multiplayer cercherei di comportarmi onestamente come faccio nella vita reale - perciò, forse, non mi attira più di tanto.
Beh, il multiplayer mi attira (AvP2 rulez http://forumtgmonline.futuregamer.it...cons/metal.gif)ma non ho mai barato.
Online si bara perchè si gode nel vedere la rabbia e la frustrazione altrui.
Nel single semplicemente perchè non si è capaci di giocare.
che gusto c'è nel vedere gli altri arrabbiarsi per le proprie scorrettezze? non è che si bara quando si è incapaci e si vuole semplicemente sopraffare l'avversario?Citazione:
*Vazkor* ha scritto mer, 28 gennaio 2004 alle 18:58
Online si bara perchè si gode nel vedere la rabbia e la frustrazione altrui.
Nel single semplicemente perchè non si è capaci di giocare.
a morte i camper.
Il baro videoludico online, a mio avviso, presenta molti punti di contatto con frodi sportive come il doping.
una volta usavo le cheat in age of empires 2 http://forumtgmonline.futuregamer.it...on_biggrin.gif
più che altro mi interessava vedere come continuava una campagna oppure uscire da una situazione di stallo
poi facendo pratica ho imparato ha giocare e i trucchi non mi servono più http://forumtgmonline.futuregamer.it...on_biggrin.gif
riguardo il multiplayer,secondo me chi usa cheat prova piacere nel vincere e nel veder perdere l'avversario attraverso questi loschi mezzi.
e in effette il paragone con il doping regge e come.
Citazione:
Ph@ntom[/email] ha scritto gio, 29 gennaio 2004 alle 00:06]Il baro videoludico online, a mio avviso, presenta molti punti di contatto con frodi sportive come il doping.
Avevo pensato proprio alla stessa analogia.
Io gioco per vincere, non ci riesco e uso "aiuti esterni".
Poi si salta direttamente la fase "provo a vincere con le mie forze" per andar diritti al "vi umilio tutti barando e vinco".
L'unico dubbio che mi era rimasto è se veramente lo si fa per vincere o semplicemente per prendersi gioco degli altri, frustrare il loro tentativo di giocare e vincere correttamente. La vittoria sarebbe quindi secondaria per chi imbroglia.
Quindi il paragone potrebbe essere, più che con il doping sportivo, con il trollaggio sul forum (scusate l'idiozia, è la prima cosa che mi è venuta).
Gli altri cercano di fare discorsi seri e io gli rovino i piani generando un pò di flame, divertendomi nel vederli arrabbiati e frustrati nel tentativo di esprimere le loro idee.
Lo scopo non è la vittoria ma creare scompiglio, rovinare il gioco agli altri.
Quindi si bara per vincere o per irridere/umiliare i players corretti?
Non essendo un grande fruitore di MP (sono un pò all'antica, gioco, ormai sempre più di rado, solo in single) non conosco la psicologia di questi bari del videoludo, e il dubbio sulle loro motivazioni mi è sempre rimasto.
In multiplayer sono piuttosto mediocre. V'è molta frustrazione, quando ci si confronta con gente di gran lunga più abile.
Da qui, il desiderio di imbrogliare per "pareggiare" il conto.
Teniamo separati i due ambiti, mi raccomando: il barare in single è un fenomeno, farlo in multi tutto un altro.
Io in singolo ho barato un sacco, ma posso mettere la mano sul fuoco che in multi, per quanto scarso, sarei sempre leale.
L'interazione con altri individui impone delle regole morali.
Mi sta un po' stretta questa concezione dell'etica come qualcosa che esiste nella misura in cui c'è l'altro.Citazione:
Ph@ntom ha scritto gio, 29 gennaio 2004 alle 22:02
L'interazione con altri individui impone delle regole morali.
A me fa specie di non saper essere leale con me stesso.
Una frase da romantico. Un illuminista ti direbbe, che se non c'è il prossimo, la regola non sussiste, perchè le regole sono imposte dall'esterno e dal convivere, ed il tuo sarebbe un "inbigottimento" indotto.Citazione:
the_lamb ha scritto gio, 29 gennaio 2004 alle 22:27
A me fa specie di non saper essere leale con me stesso.
ops...post doppio
Infatti sostengo da diverso tempo che illuminismo e materialismo (per non dire il kantismo) concepiscono l'etica in modo abietto: come coercizione anziché come stato dell'essere.
Ma siamo OT.
L'essere è uno stato di coercizione, quindi il problema non sussiste.
Non incominciare.Citazione:
gangio ha scritto sab, 31 gennaio 2004 alle 17:09
L'essere è uno stato di coercizione, quindi il problema non sussiste.
Grazie.
Vedi, la questione morale è più in topic che mai, discutendo sul perché si bara nei videogiochi.
Era inevitabile che venisse fuori.
Allora io dico che si bara perché esistono delle regole e dei limiti (imposti, coercitivi).
Le regole le riferisco maggiormente al gameplay (corrispettivo delle regole sociali), mentre i limiti all'ambiente, alla sua fisicità.
Rispettare il gameplay equivale quindi ad attribuire valore ad una morale imposta, a cui non abbiamo dato alcun contributo, ma che consideriamo meritevole d'attenzione e utile al divertimento.
Nella società il rispetto delle regole porta al bene comune, quindi il discorso si allarga, ma è sempre dal benessere del singolo che si dirama la sovrastuttura sociale.
Violare il gameplay significa prendere scorciatoie che ci evitano noia e fastidio, sostanzialmente.
A livello sociale questo si traduce in sopraffazione e menefreghismo.
Barare in un videogioco ha sicuramente un peso diverso, ma in multiplayer già il discorso cambia, tanto che sono portato a pensare che i cheater (?) siano anche dei pessimi cittadini (statistica tutta da verificare e dettata solo dalla logica).
I limiti, invece, sono propri dell'essere, dell'esistere.
La differenza tra regole e limiti è piuttosto sottile, in quanto entrambi possono derivare sia dall'ambiente che dal soggetto, ma, mentre le regole sono potenzialmente mutevoli, vi sono limiti sui quali non abbiamo giurisprudenza.
Limiti spazio-temporali, gravitazionali, mentali e materiali in senso stretto, non sono aggirabili tramite cheat.
Un videogioco, dal punto di vista del limite, è agli antipodi, pur rimanendo soggiogato da limiti e regole.
Posso agire su tutta la fisica dei livelli tramite un editor, ma a quel punto non si tratta semplicemente di barare, bensì di creare da zero dei limiti, pur sempre dipendenti dagli strumenti che utilizzo, sempre imposti e coercitivi.
Corretto.
Il fatto è che io baro quando gioco in singolo perché educato alla concezione di morale che hai descritto, che è coercizione, che è regola - che è, secondo me, abiezione.
Io credo alle parole di un tale Zen che raccomanda di comportarsi da soli come davanti ai propri ospiti. Se preferisci un esempio più vicino, Aristotele: l'uomo retto è lieto nella sua retitudine, e agisce con piacere in modo retto.
La morale senza sforzo, come condizione della mente.
edit: comunque, spostare il discorso in questa direzione è indubitabilmente OT.
Anche se l'OT in genere personalmente m'interessa poco, me ne tiro fuori.
Coercitivo non è l'epiteto esatto.
I videogiochi non ci vengono in alcun modo imposti.
Nella vita di tutti i giorni un discorso del genere sarebbe corretto, ma in un videogioco proprio no.
Rimaniamo entro il sistema di riferimento...Citazione:
Emack ha scritto dom, 01 febbraio 2004 alle 13:41
Coercitivo non è l'epiteto esatto.
I videogiochi non ci vengono in alcun modo imposti.
Nella vita di tutti i giorni un discorso del genere sarebbe corretto, ma in un videogioco proprio no.
Appunto.