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A che serve protestare...
...quando basta avere qualche amico nella curia? :D
Citazione:
Scuole cattoliche, protesta Cei
E il governo riduce i tagli
I vescovi avevano minacciato: «Le federazioni degli istituti cattolici si mobiliteranno in tutto il Paese»
ROMA - La Chiesa cattolica si schiera contro il governo a causa della riduzione delle risorse per le scuole cattoliche.
I nuovi tagli agli istituti scolastici paritari, previsti dalla finanziaria del governo Berlusconi, aprono una «crisi» e presto «le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese» afferma monsignor Bruno Stenco, direttore dell'Ufficio nazionale della Cei (la Conferenza episcopale italiana) per l'educazione.
Ma la minaccia non ha bisogno di essere messa in pratica. Nel giro di qualche ora infatti il sottosegretario all’Economia, Giuseppe Vegas tranquillizza i vescovi: «Possono stare tranquilli, possono dormire su quattro cuscini. C’è un emendamento del relatore che ripristina il livello originario dei fondi per le scuole paritarie». Verranno quindi ripristinati i fondi per le scuole private. Con un emendamento del relatore al disegno di legge di bilancio vengono infatti stanziati 120 milioni di euro per il 2009 per porre rimedio, in parte, al taglio originario, che era di circa 130 milioni di euro.
SCUOLE A RISCHIO DEFAULT - Le critiche però della Cei all'operato del governo erano state severe. In questa situazione di tagli alla scuola paritaria - aveva spiegato monsignor Stenco - «non si tratta di restituzione: a questo punto si è aperta una crisi molto più profonda e le federazioni delle scuole cattoliche presto si mobiliteranno in tutto il Paese». Secondo monsignor Stenco «qui si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici». «Tra stato e mercato - si era chiesto l'alto prelato - perchè colpire proprio il privato sociale?». «Non è il taglio da 130 milioni di euro di adesso che fa scoppiare la scuola cattolica - aveva aggiunto monsignor Stenco -. Il punto è che sono dieci anni che il finanziamento si è inceppato. Può una scuola parrocchiale, ad esempio, permettersi ogni anno una passività di 20,25 mila euro? Dopo 10 anni che cosa è divenuta? 250 mila euro. E il contributo dello Stato - aveva concluso il direttore dell'ufficio Cei per l'educazione - serve a malapena a pagare gli stipendi».
TREMONTI - La Conferenza episcopale italiana rimproverava in particolare al ministro dell'Economia Giulio Tremonti di colpire di nuovo la scuola cattolica, come era gia avvenuto durante il suo incarico nel precedente governo Berlusconi. «Guarda caso nel 2008 ripete la stessa manovra del 2004: taglia per tre anni consecutivi 130 milioni di euro alla scuola cattolica. È un film già visto: si continua a colpire il sistema paritario», aveva affermato ancora monsignor Stenco. «Nel 2000 - aveva spiegato monsignor Stenco - la legge sulla parità scolastica ha previsto un contributo di 530 milioni di euro per tutto il sistema delle scuole paritarie, mentre la spesa per la scuola statale è di 50 miliardi. Il contributo, dello 0,1%, è quindi già irrisorio». «Nel 2004, - aveva proseguito il vescovo - per tre anni consecutivi Tremonti ha tagliato 154 milioni sui 530 di contributo totale, cioè il 33%. La scuola cattolica ha taciuto - aveva aggiunto monsignor Stenco - e li abbiamo recuperati anno per anno con emendamenti, con fatica e con ritardi. Ora, però, il ministro ripete la stessa manovra». «La Chiesa adesso - aveva concluso monsignor Stenco - deve tirare le sue conseguenze perchè senza contributi le scuole dell'infanzia non vanno avanti e di certo rischiano di chiudere».
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Re: A che serve protestare...
Incredibile.
UNA dichiarazione accolta a fronte di settimane di mobilitazione ignorate.
Servi.
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Re: A che serve protestare...
ma mr. b.non aveva già assicurato che si trattava di un errore? :look:
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Re: A che serve protestare...
Già è di per se scandaloso che lo stato finanzi le scuole private, comunque è da 2 mesi che si fanno manifestazioni, occupazioni, lezioni in strada, e tante iniziative per far capire al governo e ai cittadini italiani che con questi tagli all'istruzione e all'università si salveranno banchieri, finanzieri e Alitalia, ma la scuola e l'università andranno in crisi profonda, in condizioni peggiori di quelle attuali.
L'unica cosa che il governo ha fatto è stata offenderci e denigrarci e ora basta un gruppo di preti a fare una romanzina e il governo ripristina subito i fondi per le scuole private con tanto di bacio alle tonache
Il governo tiene più in considerazione l'opinione del vaticano che dei cittadini italiani, allora perché non facciamo pagare le tasse al vaticano?
Vergognoso, ma effettivamente coerente con ciò che mi aspetto da questo governo x(
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
abaper
ma mr. b.non aveva già assicurato che si trattava di un errore? :look:
cioè i tagli ci saranno?
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
Gnappo_gheyz
Incredibile.
UNA dichiarazione accolta a fronte di settimane di mobilitazione ignorate.
Servi.
Al 42esimo del secondo tempo, Fantozzi realizzò:
Ma porca putt......:asd:
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
sandroanac
cioè i tagli ci saranno?
No, penso che a suo tempo, quando è stata fatta la finaziaria, Berlusconi avesse già detto che i tagli alla scuola privata erano una svista e che sarebbero stati tolti presto
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Al 42esimo del secondo tempo, Fantozzi realizzò:
Ma porca putt......:asd:
effammi sfogare :asd:
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
sandroanac
cioè i tagli ci saranno?
il contrario. i tagli non ci saranno. Avevano fatto male i conti
edit: 8 minuti per far digerire sto post dal vbullcoso
meno male che non ho scritto tanto
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
Gnappo_gheyz
Incredibile.
UNA dichiarazione accolta a fronte di settimane di mobilitazione ignorate.
Servi.
nenche un tentativo di contrattazione... niente!
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Re: A che serve protestare...
fantastico, ci hanno messo un'ora :asd:
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Re: A che serve protestare...
Ricorda tanto il parlamentare di F.I. in lacrime perchè sbaglio a votare la legge per le class action :asd:
"scusate, non volevo dare un diritto ai cittadini, scusate! scusate tanto buuhu huu.."
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Re: A che serve protestare...
Marònn, devo riprendere ad andare in chiesa... e ciulare la questua. Da qualche parte mi devo rifare sulla chiesozza :asd:
(disclaimer: messaggio non serio)
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Re: A che serve protestare...
Nessun pro-Silvio parte alla controffensiva questa volta?? :o
Su su, usate la fantasia...
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
Caesar86
Nessun pro-Silvio parte alla controffensiva questa volta?? :o
Su su, usate la fantasia...
il fatto è che stavolta ce ne vorrebbe davvero tanta...:asd:
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Re: A che serve protestare...
M'ha rotto la fava 'sta prostrazione verso la scuola dei preti.
O meglio, dovrebbe essere regolamentata su base esclusivamente regionale.
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Re: A che serve protestare...
meno male che da quest'anno sono diventato evasore totale.
non sapete quanta soddisfazione mi da vedere come spendono male i soldi degli altri :asd:
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Re: A che serve protestare...
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Re: A che serve protestare...
Ma c'era o no la minaccia di scomunica :asd: ?
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
Chiwaz
M'ha rotto la fava 'sta prostrazione verso la scuola dei preti.
Chiwaz che critica un potere forte. :o
Che è successo, c'è qualche meteorite strano di passaggio per la nostra atmosfera??
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Re: A che serve protestare...
Ma sentiamo gli esponenti del PD...sicuramente faranno presente questa disparità di trattamento tra scuole parificate e scuole pubbliche... :snob:
Citazione:
Dal Pd, Maria Pia Garavaglia chiede chiarimenti al governo: "l'annuncio del ripristino dei fondi per le paritarie rappresenta soltanto un segnale, ma, come il governo sa benissimo, la cifra intera e' ancora lontana dall'essere ripristinata e mancano all'appello ancora molti dei milioni che il precedente governo aveva assegnato alle scuole paritarie''. ''Il punto centrale della questione - e' la conclusione della Garavaglia - dovrebbe essere quello di garantire pari diritti agli studenti e alle famiglie. Invece il governo conferma di guardare all'istruzione nient'altro che come a un costo da contenere''.
Secondo il senatore del Pd Antonio Rusconi, mancano all'appello ancora 14 milioni di euro per le paritarie. "Tutto questo finirà inevitabilmente per penalizzare non solo le scuole cattoliche ma anche i cittadini e le famiglie delle scuole dell'infanzia che si vedono in difficoltà e sono costretti a ricorrere al portafogli per l'inevitabile aumento delle rette. Come sempre, tante rassicurazioni, tante promesse e scarsi risultati".
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
sandroanac
Ma sentiamo gli esponenti del PD...sicuramente faranno presente questa disparità di trattamento tra scuole parificate e scuole pubbliche... :snob:
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ma va là!
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Re: A che serve protestare...
Miseria, forse i sindacati dovrebbero andare a lezione dei preti, in mesi/anni di alitalia non si è concluso niente, qua invece in 2 secondi siamo a posto :rotfl:
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Re: A che serve protestare...
Prevevo ulteriori scioperi e manifestazioni studentesche alla luce di questa mega inculata :asd: spero vadano a intonare cori anche al vaticano :asd:
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Re: A che serve protestare...
adesso sono diventati paladini delle scuole paritarie ma che si fuma sta gente ?
Passano da paladini dei Gay pride a paladini della curia romana in 13 secondi netti.
Poi si chiedono perchè perdono voti.
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Re: A che serve protestare...
Il potere degli Antichi funziona.
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Re: A che serve protestare...
ancora...
Citazione:
"La parita' scolastica e il diritto delle famiglie di scegliere il progetto educativo che ritengono piu' opportuno per i loro figli e' stato e continua ad essere un caposaldo del programma di governo del centrodestra". Lo afferma il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sen. Carlo Giovanardi. "Il ripristino dei fondi alle scuole paritarie e' pertanto un primario impegno politico e un aiuto concreto alla scuola pubblica, per il fondamentale ruolo di supplenza che la scuola non statale senza scopo di lucro svolge nel nostro paese, facendo risparmiare enormi somme al bilancio dello Stato"
lascio a voi i commenti, io non ne ho più.
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Re: A che serve protestare...
Io li ho ma Ratzinger ne morirebbe di infarto fulminante se li postassi
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
PinHead81
Io li ho ma Ratzinger ne morirebbe di infarto fulminante se li postassi
posta posta...
:asd::asd:
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Re: A che serve protestare...
Si, poi posto dal tuo account dato che il mio lo bannano senza passare dal via :asd:
Scherzi a parte, la piega che ha preso la cosa è un pò paradossale...non ho però ben capito una cosa: I tagli non erano previsti fin dall'inizio oppure erano previsti e sono stati, già molto tempo fa, annullati poichè si è visto che non era necessario farli? In entrambi i casi sono ovviamente molto bestemmiante eh :asd: Perchè cacchio dobbiamo sovvenzionarla noi non si capisce...il mio odio per il clero ormai ha raggiunto livelli indicibili
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Re: A che serve protestare...
Per alitalia bisognava far protestare ai preti, "vogliamo che fallisca",secondo me sarebbe fallita :asd:
la chiesa non ha potere sullo stato (cit.)
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
sandroanac
ancora...
lascio a voi i commenti, io non ne ho più.
un commento solo
quindi a loro basta che facciano risparmiare lo stato chissene se molte sono dei diplomifici di livello infimo? Forse serve mantenerle per creare un nuova generazione di politici?
Siamo l'unico stato del primo mondo in cui scuola e ricerca sono considerati un costo e non un investimento...
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
Firestorm
quindi a loro basta che facciano risparmiare lo stato chissene se molte sono dei diplomifici di livello infimo? Forse serve mantenerle per creare un nuova generazione di politici?
Visto che comunque lo Stato li finanzia non vedo tutto questo risparmio. Avrebbero potuto destinare quei soldi alle scuole pubbliche (cosa valida anche per il precedente governo).
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Re: A che serve protestare...
beh le finanzia ma una buona dose le pagano le famiglie che ce li mandano.
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Re: A che serve protestare...
Eh beh quelli delle scuole private si che studiano
Noialtri del pubblico se protestiamo ci pigliam pure gli insulti del "fannullonismo"
Ah, gg a chi ha votato sti tizi eh, pagassero loro le tasse...
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
Originariamente Scritto da
Gabi.2437
Eh beh quelli delle scuole private si che studiano
Noialtri del pubblico se protestiamo ci pigliam pure gli insulti del "fannullonismo"
Ah, gg a chi ha votato sti tizi eh, pagassero loro le tasse...
Ma cosa stai dicendo?
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Re: A che serve protestare...
Dopo l'intesa governo-sindacati il ministro parla di piccola correzione di rotta
ma di fatto sul maestro unico a decidere saranno genitori e scuole
Gelmini: "Nessuna retromarcia"
Ma i documenti la smentiscono
di SALVO INTRAVAIA
Ventiquattro ore dopo l'inattesa marcia indietro del governo sulla scuola restano diversi dubbi. Insegnanti e dirigenti scolastici si chiedono: ma il maestro unico c'è oppure no? Secondo il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, quella di ieri pomeriggio è stata soltanto una piccola correzione di rotta sul piano e "non c'è nessuna retromarcia".
"E' tutto confermato", dichiara il giorno dopo la responsabile del dicastero di viale Trastevere che aggiunge: "Un unico maestro sarà il punto di riferimento educativo del bambino e viene abolito il modello a più maestri degli anni 90". Per la Gelmini, quindi, per il cosiddetto "modulo" di tre insegnanti su due classi è tempo di andare in soffitta. "Chiunque affermi in queste ore che è cambiato qualcosa sta semplicemente dicendo una falsità - incalza - e cerca in maniera strumentale di mettere in discussione la linea del governo che non è mai cambiata e che non cambia".
Ma come stanno le cose? Per stabilirlo basta rileggere le carte. La versione del Piano-Gelmini passata dalle commissioni di Camera e Senato (atto numero 36) in proposito dice che "nella scuola primaria va privilegiata l'attivazione di classi affidate ad un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali". Per il governo "tale modello didattico e organizzativo, infatti, appare più funzionale all'innalzamento degli obiettivi di apprendimento, (...) favorisce l'unitarietà dell'insegnamento soprattutto nelle classi iniziali, rappresenta un elemento di rinforzo del rapporto educativo tra docente e alunno, semplifica e valorizza la relazione tra scuola e famiglia".
Ma, chiamata a esprimere un parere, la commissione Cultura della Camera ha condizionato l'approvazione del Piano precisando che (punto d) "in relazione alla scuola primaria sia previsto che l'attivazione di classi affidate ad unico docente, funzionanti per un orario di 24 ore settimanali, sia effettuata sulla base di specifiche richieste delle famiglie e siano garantiti gli insegnamenti specialistici di religione e di inglese". E che (punto e) "sia stabilito il tempo scuola in funzione non soltanto delle esigenze di riorganizzazione didattica, ma soprattutto in ragione della domanda delle famiglie e pertanto siano garantiti differenti articolazioni dell'orario scolastico a 24, 27, 30 e 40 ore, mantenendo la figura dell'insegnante prevalente" secondo quanto previsto dal decreto Moratti.
E il testo dell'accordo tra governo e sindacati firmato ieri sembra proprio pendere verso questa strada. "In particolare, per l'orario a 24 (solo prime classi per l'anno scolastico 2009/2010) e 27 ore, si terrà conto delle specifiche richiesta delle famiglie", specifica il punto b del verbale. Non sembrano esserci dubbi. Saranno le famiglie e le scuole nell'ambito della loro autonomia, e non più il ministero attraverso la leva degli organici, a determinare quanti insegnanti entreranno in classe. A questo punto occorrerà aspettare le scelte delle famiglie. Quanti saranno i genitori disposti ad accompagnare i bambini alle 8 e riprenderli alle 12.30?
"Riteniamo più che positivo il ruolo attivo dato alle famiglie e ai genitori nel settore scuola grazie alla possibilità di scelta tra diversi modelli di orario e di conseguenza tra diversi modelli formativi", dichiara il movimento dei genitori (Moige) attraverso il suo responsabile. "Questo nuovo elemento lascia un margine decisionale importante ai genitori - continua Bruno Iadaresta - che potranno, quindi, decidere insieme alle autorità scolastiche il metodo educativo migliore per i propri figli".
Le altre novità, marcia indietro o no, riguardano le lezioni pomeridiane nel primo ciclo (scuola dell'infanzia, scuola primaria e media) che continueranno ad essere garantite. La scuola materna ed elementare a 40 ore, che continueranno a funzionare con due insegnanti per classe. La scuola media che, anziché 29 ore di orario obbligatorio, ne avrà 30. Il congelamento "in connessione con l'attivazione dei piani di riqualificazione dell'edilizia scolastica" dell'innalzamento del numero massimo di alunni per classe. Sarà, inoltre, "tutelato il rapporto di un docente ogni due alunni disabili" mentre la riforma della scuola superiore partirà dal 2010/2011.
Il governo si è anche impegnato "a costituire un tavolo permanente di confronto per ricercare le possibili soluzioni a tutela del personale precario attualmente con nomina annuale o fino al termine delle attività didattiche, per favorire continuità delle attività di insegnamento e di funzionamento" e "a prevedere, qualora le risorse di bilancio lo consentano, l'estensione degli sgravi fiscali previsti in materia di salario accessorio" anche per il personale della scuola.
La riforma del secondo ciclo (licei, istituti tecnici e istituti professionali), inizialmente prevista per il primi settembre 2009, partirà dal 2010/2011. L'informazione per famiglie e ragazzi sul "nuovo corso" inizierà dal primo gennaio 2009.
Dal 2009 partiranno i regolamenti riguardanti il Dimensionamento della rete scolastica, quello relativo all'intero primo ciclo e il regolamento sull'utilizzo delle risorse della scuola (del personale). I tagli, insomma, sono confermati ma con le modifiche apportate oggi potrebbero non raggiungere le 132 mila unità in tre anni previste dal Piano.
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Re: A che serve protestare...
A parte che Prodi aveva in mente una manovra identica, che non so se è poi andata in fondo senza che nessuno si stracciasse le vesti
http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsid=64742
Si volevano tagliare i fondi da destinare alla scuola privata, perché di certo non li si poteva obbligare al maestro unico. Il problema è a monte, o lo Stato garantisce un contributo alla scuola Privata per calmierare le rette, oppure si fa il federalismo fiscale e ogni cittadino decide se i suoi soldi vanno ai Preti oppure no. Io sono per la seconda soluzione. Di sicuro non potevano mandare in fallimento gli istituti dei Preti, come non mandano in fallimento le università private che sono comunque sovvenzionate dal ministero.
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Re: A che serve protestare...
e decidere che non servono tutti gli insegnati di religione che ci sono o far pagare l'ICI a tutti gli ostelli ristoranti o case date in affitto a giornata a persona (di solito in nero) di proprietà della chiesa che ci sono in giro per l'italia?
l'8 per mille (che dovrebbe essere usato per ben altro tipo interventi di solidarietà cui sarei ben contento di contribuire) che va pagare gli stipendi dei parroci...se non hai i soldi diminuisci gli addetti non te li fai finanziare da altri oppure se una comunità vuole il suo prete se lo paga se no si fa un prete in una o 2 o 3 parrocchie che sono abbastanza vicine da essere gestite...
Molte parrocchie cattoliche in altri stati il prete lo mantengono dopotutto non è che sia quel grande impegno finanziario.
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Re: A che serve protestare...
Citazione:
o lo Stato garantisce un contributo alla scuola Privata per calmierare le rette, oppure si fa il federalismo fiscale e ogni cittadino decide se i suoi soldi vanno ai Preti oppure no
Questa non l'ho capita... che c'entra il federalismo fiscale con la scelta di finanziare o meno le scuole private?
Comunque credo proprio che i vari diplomifici sopravviverebbero tranquillamente anche senza contributi statali.