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Quentin Tarantino arringa dal palcoscenico dell'Arclight, il cinema- club di Hollywood più bello: «Vedrete in Hostel, diretto da Eli Roth e da me "presentato" nei titoli di testa e come produttore esecutivo, una violenza estrema: il sangue schizzerà sui vostri corpi, le torture sui protagonisti vi ricorderanno che a Los Angeles — e sapete a cosa alludo — queste cose accadono». Grida: «Sì, Hostel è un film che affronta i soprusi le "cose" e pulsioni peggiori della natura umana, la nostra. Contro l'horror che ci circonda e ci disgusta, solo un'estrema e reale cine-violenza può rappresentare per tutti un antidoto, un monito. Forse anche una preghiera».
Il regista di Kill Bill sta, dunque, per combinarne un'altra. Le molte avvisaglie hanno già acceso la miccia del dibattito, lo stesso che fece scagliare persino Bill Clinton contro la Hollywood che tanto lo amava: «Fate film troppo violenti, mettete i giovani a rischio con le violenze ispirate dal cinema». Aveva pianto di rabbia nel 1995 anche il senatore repubblicano Robert Dole: «Sono impotente contro la violenza dei film con musica rap, stupri e sparatorie».
Basta leggere le lettere inviate al «Los Angeles Times», pubblicate anche da «L.A. Weekly», la rivista settimanale gratuita. Secondo i più, il film sarà sequestrato, ma "Fangoria", la rivista-Bibbia degli amanti dei generi più truculenti, lo ha definito sulla copertina di dicembre «l'horror più brillante, il più disgustoso, violento, malato, eccessivo, hard-gore », cioè ai limiti di porno- violenza estrema.
La storia? Due studenti americani in vacanza in un Paese dell'Europa Orientale finiscono in un ostello, fanno sesso con ragazze senza freni come loro, vengono sequestrati da un club di esseri umani bestiali. Dicono Tarantino e il suo regista pupillo: «Così purtroppo la nostra società sta dimostrando che siamo». Del film già circolano spezzoni in digitale di amplessi di gruppo, di omicidi con seghe elettriche, torture che generano piacere estremo nei carnefici travestiti spesso da nazisti, ma fuori dalle loro tane sventola anche la bandiera a stelle e strisce. Immagini che si vedranno in sala (marchio Sony Pictures) dal 5 gennaio e alla fine del prossimo mese anche da noi. Doveva uscire nel periodo natalizio, poi è stato rinviato perché giudicato non opportuno nel clima delle feste. A settembre era stata fatta di Hostel un'unica proiezione nella sezione Midnight Madness al Festival di Toronto, pubblico e critica esclusi. L'anteprima a Los Angeles per stampa e invitati ha scatenato isteria.
Quentin è arrivato con una camicia lorda di sangue. Sul palcoscenico, su una carrozzella, con lui c'era un attore martoriato. Tarantino, urlando: «Non sapete che in Thailandia, come in tanti cantine di Los Angeles e del mondo, in prigioni legali o illegali, le torture sono realtà e procurano piacere se vengono consumate sino alla morte? E' quello che stiamo vivendo e che dallo schermo può rappresentare una lezione, una preghiera esorcistica».
Giovanna Grassi