Londra, quando la raccomandazione paga
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Londra, quando la raccomandazione paga
Chi raccomanda un amico per un posto di lavoro trova un tesoro. È questo l’ultimo strumento degli esperti di risorse umane inglesi per scovare talenti. Mentre in Italia il termine raccomandazione ha un connotato negativo, in Inghilterra l’impiegato che segnalerà un amico, riceverà buoni spesa e viaggi premio
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Pagare chi raccomanda un amico per un posto di lavoro nella propria azienda. È questo l’ultimo strumento scovato dagli esperti di risorse umane inglesi per scovare i talenti in cerca di opportunità professionali.
Mentre in Italia il termine raccomandazione ha un connotato negativo spesso associato alle “dinastie familiari” radicate in ambito accademico o nel settore pubblico, in Inghilterra e negli Stati Uniti l’analogo employee referral è ormai considerato uno strumento chiave nel processo di selezione del personale.
Cash, buoni spesa, viaggi premio. Chi raccomanda un amico trova un tesoro. Sono questi infatti gli incentivi con cui le aziende allettano gli impiegati a suggerire amici e conoscenti per i ruoli da coprire.
Il metodo è semplice ed efficace in quanto si basa su un meccanismo che raramente fallisce: un doppio incentivo. Quello dell’impiegato, che farà il nome solo di persone con un curriculum perfettamente in linea con quanto richiesto dal ruolo, e quello del candidato, che per ottenere il contratto farà leva sulle conoscenze delle dinamiche aziendali e delle specificità del ruolo “imbeccate” da chi ha firmato la raccomandazione.
Senza considerare il basso costo di questo metodo di selezione, contenuto a confronto dei metodi tradizionali che richiedono un elevato investimento da parte dei dipartimenti di risorse umane soprattuto in termini di tempo. Sempre più diffusi, gli strumenti di “referral” sono ormai comuni nelle aziende che si occupano di selezione, ma anche nell’industria finanziaria e nel settore della comunicazione.
Ecco qualche nome. Incisive Media, azienda editoriale con sede a Londra, New York e Hong Kong offre ai dipendenti un bonus di 1000 sterline per ogni raccomandazione di successo. La somma viene pagata al dipendente quando il nuovo assunto passa il periodo di prova di tre mesi previsto in ogni contratto a tempo indeterminato, e non sono ci sono limiti nel numero di candidature che un dipendente può sponsorizzare.
Il gruppo assicurativo Axa spiega sul proprio sito che chi raccomanda un amico può ricevere un bonus correlato al tipo di ruolo in oggetto. La procedura è talmente standardizzata che basta che il dipendente che presenta la domanda di lavoro sul sito inserisca il nominativo del contatto interno per fare scattare il meccanismo. Hays, società specializzata nella selezione del personale offre invece bonus spesa e regali a seconda del settore in cui viene inserita la risorsa, una volta firmato il contratto.
La lista consultabile sul sito è varia come vario è il numero di settori nei quali viene applicato questo meccanismo. Si va da voucher di 25 sterline per chi fornisce un contatto in un’agenzia interinale a quello da 500 per chi invece raccomanda in ambito legale. La storia è simile per il recruiter Robert Walters, 51 uffici in 23 paesi.
Chi raccomanda un amico avrà diritto a buoni spesa, gadget vari tra cui iPod e viaggi pagati. Intanto, anche gli headhunter, i “cacciatori di teste” specializzati nella selezione di risorse umane per conto delle aziende, hanno scoperto il valore del referral. Tanto che sempre più frenquentemente offrono bonus monetari a chi fornisce il contatto di colleghi o conoscenti, pagato anche senza necessità di piazzamento.
Ma, suggerisce Rusty Rueff, esperto di risorse umane e collaboratore del sito Glassdoor.com, un possibile viaggio premio non è l’unico motivo per raccomandare un amico sul posto di lavoro. «Prendendo parte al processo di selezione, un dipendente può influenzare l’inserimento nei ruoli chiave, oltre a ridurre il budget a chi si occupa della selezione», spiega Rueff. Una volta firmato il contratto inoltre, lavorare con un amico può risultare piacevole, creando una migliore atmosfera di lavoro. Il raccomandato, infine, apprezzerà l’aiuto ricevuto per trovare lavoro e ricambierà il favore quando ne avrà l’occasione.
a me chi mi raccomanda???? :cattivo:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
allora, mi raccomandate?? :cattivo:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
cesarino conosco un agricoltore che cerca uno spalatore di letame da inserire nella stalla,se ti interessa posso mettere una buona parola per raccomandarti
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
solo se il nome è in inglese :snob:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
si chiama Ser John Bullshit :sisi:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
chi è che ha scritto l'articolo? c'entra un cazzo con la raccomandazione all'Italiana, che consiste nel prendiamo i figli di anche se sono inetti e non produttivi per quel posto di lavoro.
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
Veramente in Italia alcune aziende fanno questa cosa e consiste nell'essere premiati per aver fatto conoscere all'azienda una persona di merito.
Ovviamente le "raccomandazioni" in senso negativo sono un'altra cosa: concorsi pubblici fasulli, persone che hanno posti privilegiati per entrare nei corsi a numero chiuso delle università, forze dell'ordine che lavorano grazie alla spintarella, figli di **** che ereditano il posto pubblico e così via.
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
Lettoniente, raccomando stocazzo. :sisi:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
Vabbè, le raccomandazioni buone le hanno sempre fatte nel mondo anglosassone, anche per andare in certe università devi procurarti una lettera di raccomandazione da un paio di tuoi insegnanti :sisi:
Un mio amico anche solo per entrare in Australia per studio della lingua a livello extra-scolastico ha dovuto farsi scrivere una lettera da un paio di suoi professori dell'università. :asd:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
Golem magari se ci metti una parolina buona tu :timido:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
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Originariamente Scritto da
Kordian
Vabbè, le raccomandazioni buone le hanno sempre fatte nel mondo anglosassone, anche per andare in certe università devi procurarti una lettera di raccomandazione da un paio di tuoi insegnanti :sisi:
Un mio amico anche solo per entrare in Australia per studio della lingua a livello extra-scolastico ha dovuto farsi scrivere una lettera da un paio di suoi professori dell'università. :asd:
in tutte le università del sistema anglosassone serve una o più lettera di raccomandazione ed è un requisito necessario, anche la più puzzosa delle università te le chiede. :asd:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
A una amica hanno chiesto una lettera di raccomandazione per affittare casa a Londra.
Fatta io :asd:
Re: Londra, quando la raccomandazione paga
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Originariamente Scritto da
Cesarì18bagnato
solo se il nome è in inglese :snob:
Allora chiedi ad Howard per qualche posto da travone :snob: