DURTY DIARIES è un'antologia di 13 corti pornofemministi di un collettivo svedese !!!
"Dirty Diaries"[1] è un'antologia di 13 corti pornofemministi realizzato da un collettivo di attiviste Svedesi. Prodotto da Mia Edberg, finanziato in buona parte con soldi pubblici, il film propone di cambiare un mercato, quello pornografico, in cui, citando la stessa Engberg, "[...]lo sguardo è sempre stato quello dell'uomo e la sessualità femminile è stata limitata a poche identità indicate dal sistema patriarcale (e dall’ego maschile artistico): puttana, moglie, madre, musa" [2][3].
Il film è stato distribuito con buon riscontro di pubblico e critica in diverse parti del mondo ad eccezione dell'Italia (in cui idee analoghe, vedi "Le Ragazze del Porno"[4], vengono censurate, ostacolate e costrette all'autofinanziamento).
Di seguito viene riportato il manifesto, la "chiamata alle armi" germinale della Engberg che più di molte parole chiarisce quali furono e sono gli intenti di un simile progetto. La risposta a quella chiamata è "Dirty Diaries":
MANIFESTO
1. Belle come siamo
All’inferno le idealizzazioni malate della bellezza! L’odio per se stesse succhia le energie e la creatività di molte donne. L’energia che potrebbe essere indirizzata a esplorare la nostra sessualità e il nostro potere viene deviata su diete e cosmetici. Non permettiamo alle potenze commerciali di controllare i nostri bisogni e i nostri desideri.
2. Lottiamo per il diritto a essere vogliose
La sessualità maschile è vista come una forza della natura che deve essere soddisfatta a tutti i costi, mentre la sessualità femminile è accettata solo nel momento in cui si adatta ai bisogni maschili. Dobbiamo essere vogliose come ci pare e piace.
3. Una brava ragazza è una cattiva ragazza
Ne abbiamo abbastanza dei clichè culturali secondo cui le donne sessualmente attive e indipendenti sarebbero pazze oppure lesbiche e di conseguenza pazze. Vogliamo vedere e produrre film in cui Betty Blue, Ophelia e Thelma & Louise non debbano morire alla fine.
4. Abbasso il capitalismo e il patriarcato
L’industria del porno è sessista perché viviamo in una società patriarcale e capitalista, che estrae profitti dai bisogni sessuali ed erotici della gente. Le donne sono sfruttate in tale processo. Per lottare contro la pornografia sessista bisogna lottare contro il capitalismo e il patriarcato.
5. Sozze quanto ci pare
Godiamocela, prendiamo l’iniziativa o lasciamo fare. Diciamo NO quando vogliamo, per poter dire SÌ quando NOI vogliamo.
6. L’aborto legale e gratuito è un diritto umano!
Ognuno ha il diritto al controllo del proprio corpo. Milioni di donne soffrono a causa di gravidanze involontarie e muoiono ogni anno per aborti illegali. Affanculo il diritto morale di predicare contro il controllo delle nascite e l’educazione sessuale.
7. Combattiamo contro il vero nemico!
La censura non può liberare la sessualità. È impossibile cambiare l’immagine della sessualità femminile trasformando le immagini sessuali stesse in un tabù. Non attacchiamo le donne che mostrano atti sessuali. Attacchiamo il sessismo che tenta di dominare la nostra sessualità.
8. Stay Queer
Molta opposizione all’erotica è omofobica e ancora di più transfobica. Non crediamo nella lotta tra sessi ma nella lotta contro i sessi. Identifichiamoci con il genere che vogliamo, qualunque esso sia. La sessualità è fatta di diversità.
9. Usiamo le precauzioni
“Non sto dicendo che dovete uscire di casa e scopare, ma se lo fate… impacchettarlo prima di sbatterlo” (Missy Elliot).
10. Do It Yourself
L’erotica è una cosa buona e ne abbiamo bisogno. Crediamo che sia realmente possibile creare un’alternativa all’industria porno mainstream facendo filmati sessuali che ci piacciano.
Re: DURTY DIARIES è un'antologia di 13 corti pornofemministi di un collettivo svedese
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Re: DURTY DIARIES è un'antologia di 13 corti pornofemministi di un collettivo svedese
pregasi richiamare quando sarà, intero o a spezzoni, sul pr0notubo
