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La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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In un calmo weekend autunnale in cui il massimo del dibattito politico è la non-notizia del futuro avvicendamento al Quirinale, il leader della Lega incassa il massimo risultato con il minimo sforzo: la foto del vetro della sua macchina sfondato campeggia in homepage ovunque. L’aggressore si è trasformato in vittima in un’oretta scarsa.
La sua provocazione è talmente infantile, rudimentale e meschina che non viene nemmeno da commentarla. Sono mesi che ha capito che il consenso che può lucrare sull’odio anti-rom è persino più cospicuo di quello anti-immigrati. Probabilmente ha già programmato un tour per le prossime domeniche.
Quello che occorre commentare è invece la reazione dei politici, in un coro bipartisan a stigmatizzare sì la becera propaganda salviniana, ma anche a condannare la reazione stizzita di quattro ragazzi venuti a contestare il pogrom simbolico di Salvini.
Delrio: “Quella di Salvini è un’iniziativa a fini elettorali e io prendo sempre le distanze da iniziative propagandistiche fatte sulla vita delle persone. Detto questo la violenza è inaccettabile perché Salvini ha diritto a manifestare dove vuole”.
Questa dichiarazione segna il bonus nel risultato ottenuto dalla Lega: visibilità e riconoscimento. Il campo del discorso l’ha disegnato Salvini: e dunque la questione non è più il razzismo insostenibile nei confronti dei rom, l’aberrante segregazione dei campi nomadi (in Italia, quarantamila persone), il fatto che a più riprese l’Italia sia stata redarguita da tutte le organizzazioni internazionali per quanto poco fa. No, quello che va difeso è il diritto di Salvini a manifestare dove vuole, ciò che va ribadito è che la violenza sia comunque da condannare.
Così, mettiamo che io domani con tre miei amici vestiti da laziali andiamo a un club romanista e comincio a urlare “Roma merda!” e “Dovete morire tutti al rogo!” (il tono del discorso pubblico della Lega nei confronti dei rom), non è forse prevedibile – foss’anche la maggior parte capisca che non c’è da cadere nella provocazione – che qualcuno reagisca cercando la rissa?
E allora? E allora semplicemente Delrio o qualcuno del governo poteva liquidare il gesto demente di Salvini spostando l’attenzione sulla questione delle politiche a favore dei rom invece che sul parabrezza rotto. O è troppo controproducente in termini di consenso politico?
Un bel libro di Daniele Giglioli di un paio di anni fa uscito per Nottetempo, Critica della vittima, faceva il punto su un dibattito che ha almeno un ventennio: il protagonismo assoluto delle vittime nella scena politica.
Salvini l’ha capito e sta trasformando l’immagine celodurista della Lega in quella più spendibile dei padani vittime dell’illegalità, dell’invasione immigrata, addirittura dei rom e dei centri sociali. Dove Borghezio si presentava davanti agli asili degli immigrati e organizzava ronde, Salvini aspetta che sia lui a essere aggredito. La sua felpetta da gita fuori porta, l’abbandono dell’immaginario folkloristico del dio Po, la telecamera sempre a portata di mano, dicono molto su quanta strategia ci sia nel suo atteggiamento finto dimesso.
Domenica prossima sarebbe bello ci fosse una presenza istituzionale (Alfano? Renzi? Napolitano?) in un campo rom. A dimostrare che non è questione di propaganda elettorale ma di semplice rispetto per le persone. Forse troncherebbe quella che altrimenti sarà un’escalation.
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
per leggere oltre il primo capoverso ho bisogno di un mediatore culturale.
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
Meglio il comitato di rappresentanza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
ah cesarì, devi da fà li riassunti.
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
:rotfl: :rotfl:
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
che due coglioni
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
no, ho aperto gughel immagini, ho scritto MATTEO e ho messo una foto a caso :smug:
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
devi scegliere con maggior oculatezza :teach:
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
Manuè non ti smentisci mai!!!!
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
Citazione:
Originariamente Scritto da
Mila il Bello
:rotfl:
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
«Accompagnata un’amica in partenza – scrive – scendiamo giù per prendere la metro per tornare a casa. Imbocchiamo le scale mobili dal lato di via Marsala e scendendo il mio compagno dice di aver dimenticato la tessera a casa facendo cambio portafoglio prima di uscire. Poco male, ci avviciniamo alla macchinetta e lì veniamo letteralmente accerchiati da tre ragazzini e due adulti, ovviamente rom. Una delle ragazzine insiste: “Dammi moneta di resto, dammi moneta di resto”. Il mio compagno, alquanto urtato dice: “Dammi lo dici a casa tua, io non ti devo dare niente. Ora lasciami in pace e vai via”. Bè, che dire, nel giro di sue secondi siamo stati accerchiati dai due adulti che con aria stizzita ci dicono: ” Perché tu trattare male bambina, tu bambina non parli così… Dai i soldi a bambina”».
Ma la storia non finisce qui. Perché di fronte al rifiuto di sottostare alla richiesta e alla minaccia di rivolgersi ai carabinieri, la reazione dei rom esplode in tutta la sua virulenza.
«La tizia – scrive ancora Laura – si avvicina e tra i denti sibila: “Tu chiami carabinieri? io seguire ora te, io vedere dove stai! Io venire a casa tua!”. E nel sottofondo si sente la bambina che dice “tanto non mi potete fare niente, tanto non mi potete fare niente!”».
E la storia non è finita qui, perché da quello che narra la ragazza emergono altri fatti alquanto inquietanti. Il controllore dell’Atac di fronte alle rimostranze dei due allarga le braccia in segno di impotenza e lo stesso fanno alla Polfer.
«La guardia – scrive ancora Laura – si limita a fare un cenno di assenso e dire “noi non possiamo fare nulla, potete provare con la polizia al piano di sopra”. Mentre ci giriamo per tornare su, una delle tizie ci fa il classico gesto mimando un coltello che taglia la gola. A quel punto a me tremano le gambe e non riesco più a parlare, cercavo di convincere il mio compagno ad andare via e lui invece continua a salire. Alla Polfer, raccontiamo tutto e si limitano a fare spallucce dicendo che hanno le mani legate e non possono fare nulla.
Ci dicono che ne hanno arrestati una decina quel pomeriggio e che più di un collega è stato denunciato perché li ha mandati via in malo modo. Dicono che molti poliziotti hanno richiesto il trasferimento perché a quanto pare, la tecnica della minaccia è diventata abbastanza comune, con risultati ottimi. Hanno perfino paura di andare lì e cacciarli fuori dalla stazione perché dicono che vengono minacciati. Io, cittadina romana, non mi sento più a casa mia. Siamo avviliti e delusi».
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza
"Come si fa, secondo te, per restituire un ruolo di guida all’industria culturale?" "[...] Bisogna investire, con aiuti di Stato, nell’editoria di qualità". http://www.nazioneindiana.com/2014/11/05/49421/
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Re: La questione è la violenza contro i rom, non il parabrezza