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perfiducia
Ermanno Olmi, Gabriele Salvatores e Paolo Sorrentino in collaborazione con il gruppo Intesa San Paolo raccontano ciascuno in 10 minuti la speranza nel progetto perFiducia.
Olmi: esperto.
Salvatores: ingegnoso.
Sorrentino: autocelebrativo ma di sostanza.
Tre brevi dimostrazioni che non aggiungono nulla a quanto si sa, il cinema in Italia è vivo e vegeto e ha dalla sua alfieri a cui portare rispetto.
Ho superato a fatica la tua sign, ma dovevo rispondere.
Ho visto solo quello di Sorrentino finora, e l'ho trovato troppo "cortometraggio" - che non si capisce perchè non si riesca a fare videoarte in maniera più chiara. Ha dei momenti splendidi (l'inizio, così anni sessanta; la scena al supermercato; le solite geometrie di Sorrentino), però boh, l'ho trovato un po' inconcludente. E l'ho visto due volte perchè io a Sorrentino ci voglio un gran bene e volevo capire cosa mi volesse dire :(
Credo fosse "Porca***** quanto sono figo e bravo, tu piccolo essere tondo e peloso non concluderai mai un ***** in vita tua e non sarà mai awesome come me", o forse no, me lo rivedo :pippotto:Citazione:
Originariamente Scritto da Morandar
:pippotto: che diavolo, mi sono perso qualcosa?
Volendo dare i voti:
Olmi: 4. Sembra il cortometraggio di fine accademia di uno studentello che ha tanti soldi ma non sa come usarli. Povero di idee, vecchio, ritmo stanco, attori che seppure di strada, classico dello stile olmi, non si è minimamente preoccupato di controllare la recitazione, legami musicali scontati e inquadrature rattoppate con casualità. Volutamente retorico per contratto, terribilmente retorico per regia. Olmi, quand'è che ti ritirerai? Non dovevi dedicarti solamente ai documentari? Pessimo.
Salvatores: 7. Due divisioni nette della storia attraverso l'uso della macchina a spalla prima e di lenti movimenti di macchina poi. Ottimo gioco del montaggio, soprattutto nella seconda parte dove si taglia, si spezza, si riavvolge il discorso, ci si porta avanti con estrema disinvoltura. Dettagli minimi ma essenziali e di effetto. Ottima scelta dei visi degli attori, ma anche qui gli è un pò scappata la recitazione. In generale però, un più che discreto film, dove la retorica c'è, ma viene un minimo soffocata da un paio di battute ben assestate. Bravo salvatores.
Sorrentino: 8 e mezzo. Stile inconfondibile. Geometrie perfette incastonate in un biancoenero di grande effetto. Tempo delle inquadrature volutamente dilatato, volutamente fastidioso. Un corto che da solo racchiude tutto Sorrentino. In particolare i personaggi. Per Sorrentino vengono prima i personaggi e la loro aggregazione o disgregazione nei luoghi in cui vivono e poi la storia. Sorrentino crea mostri dalla società e nonluoghi dagli spazi. Una grande prova di come si possa eliminare il problema di una sceneggiatura estremamente retorica sottraendo l'inutile e lasciando solo l'indispensabile; a partire dai dialoghi. Eliminati completamente per lasciare spazio ai gesti (la donna che alza il braccio nel finale e rileva la fede nuziale, lo sguardo del marito e del figlio tra loro due). Un'asetticità quasi terrorizzante. Si, forse manicheo nella regia, forse un corto non adatto ad un pubblico di massa come dovrebbe essere il target dei tre lavori, ma magnifico nella sua interezza.
Per chi non ha capito la scena del supermercato:
Spoiler:
Forse perchè non è videoarte ma semplicemente cortometraggio? E chi se ne frega della videoarte, non è di certo questo lo scopo dei film di Sorrentino e mai ne ha voluta fare. Sono film Sorrentiniani. Fine.Citazione:
Originariamente Scritto da Morandar
www.perfiducia.itCitazione:
Originariamente Scritto da Mr Gumby
consordo su tutto Harry_Lime.
Olmi ha deluso anche me.
ho visto quello di Olmi e a malincuore (per l'affetto che ho per il vecchio, per i suoi primi in particolare) devo ammettere che Lime ha ragione. Soprattutto sul commento musicale, ingenuo e privo di mordente al punto da non crederci. Attori pure, niente (in particolare l'irritantissimo ragazzo), è vero, non merita.
Salvatores..boh, neanche questo mi ha convinto. Capisco tutte le esigenze del caso, dal tema alla brevità, ma come storia si poteva anche trovare qualcosa di meglio. Tecnicamente è curato ma non mi ha colpito. Credo che l'attrice che fa Stella da grande sia stata scelta in gran parte per la somiglianza con Cate Blanchett, che si nota anche nel modo di recitare, mentre la giovane del colloquio per me sbrodola un po'..
Sorrentino sì invece, come sempre una fotografia bellissima, completamente consona al mio gusto, e una scelta registica sempre tendente al meglio. Si, un cinema come quello di Sorrentino si serve delle immagini straordinarie di cui è fatto, non ne fa l'unico oggetto di valore. E' una dote straordinaria, speriamo che non la perda col tempo e coi successi. Ha di nuovo ragione Harry quando dice che in questi dieci minuti c'è la summa del cinema suo, sono dieci minuti estremamente concentrati. Posso capire perchè qualcuno (non qua) si lamenta e dice che queto corto è troppo costruito, troppo "finto", ma il parlare per mezzo di immagini, senza passare per dialoghi, ammiccamenti e prosaicità, qua è un'arte, non un errore di poca finezza, non è una "mano pesante".
Bello.
Da inesperto del settore vorrei dare il mio umile parere. Quello che m'è piaciuto di più è Salvatores però la versione ridotta da 3 minuti, sicuramente più a effetto.
Olmi pessimo avete già detto tutto voi.
Sorrentino... boh... mica l'ho capito :look: che significa?
We we tranquillo Harry. Ho parlato di videoarte in maniera sicuramente un po' impropria, ma trovo che la maggior parte dei corti si proponga obiettivi artistici altissimi, una sorta di discorso per immagini sui massimi sistemi, arrivando a perdere molto in efficacia e chiarezza.
Come già detto, apprezzo e conosco molto Sorrentino, e proprio per questo il corto mi ha lasciato un po' deluso: c'è tutto il suo stile, manca l'efficacia. Parere mio.
Non sono assolutamente d'accordo. Innanzitutto, mi sembra che di corti hai un'esperienza limitata a pochi o forse ai più rinomati. In italia sono circa 1200 i cortometraggi realizzati ogni anno; di questi, soltanto 1/3 ha almeno una selezione in uno dei 120 festival italiani e soltanto un centinaio ricevono almeno un premio in questi 120 festival. I cortometraggi che arrivano alla fase finale sono prima di tutto narrativi e si propongono come esperienza artistica soltanto nel fondo della struttura. Tutti però, hanno una regola di fondo: utilizzare immagini iconiche per trasformarle in messaggi simbolici; è l'unico modo per riuscire a concentrare in pochi minuti la significazione di 120 minuti. Sorrentino rientra a pieni termini nella più classica descrizione del cortometraggio narrativo. Al contrario, nella video arte, spesso, anzi troppo spesso, la scelta formale nasce da un messaggio simbolico chiaro, ma arriva alla conclusione trasformando il simbolo in icona. La video arte tende per natura a iconizzare le immagini ed è anche per questo che i concorsi di video arte sono spesso e fortunataemente completamente staccati dalla sezione cortometraggi.Citazione:
Originariamente Scritto da Morandar
Non credo che manchi l'efficacia nel film di Sorrentino, anzi, piuttosto,manca la volontà e forse, purtroppo, la cultura dello spettatore verso uno STILE di messaggio breve che presuppone un'attenzione in ogni singola immagine a cui non si è più abituati. La perdita di un fotogramma nei film di sorrentino (in questo ancora di più, proprio perchè corto), significa perdere inevitabilmente tasselli di puzzle che non possono più essere recuperati durante la narrazione a seguire. E' lo spettatore il problema. Catotizzato dalla televisione che non applica messaggi istantanei, ma lunghe pause per permettere alla casalinga di stirare e cucinare o al marito di leggere il giornale e seguire con il solo senso dell'udito, il risultato è che l'unico film veramente cinematografico tra i tre, l'unico che acquista la forma originale di cinema come non si faceva da anni, viene bollato di video arte. e incomprensibile.Citazione:
Come già detto, apprezzo e conosco molto Sorrentino, e proprio per questo il corto mi ha lasciato un po' deluso: c'è tutto il suo stile, manca l'efficacia. Parere mio.
Forse è il caso di rifletterci o forse non la si vuole nemmeno accettare l'idea che il problema siamo noi.
Sapevo che avresti detto che ho poca esperienza di cortometraggi. Frequento il master in colonne sonore al Centro Sperimentale di Cinematografia, e non dico di aver visto i 1200 corti annuali, ma qualcuno per potermi fare un'idea di cosa il giovane regista medio intende come cortometraggio sì - visto che musichiamo la roba fatta lì e ne vediamo un paio al giorno.
Proprio perchè sono il tipo di persona che perde tempo a cercare di capire qualcosa ho avanzato le critiche di cui sopra - il che mi rende automaticamente d'accordo con quanto dici nella seconda parte del tuo post: spesso ci si impegna troppo poco a cercare di abbracciare qualche messaggio. Cmq bom.
Se ne hai visti parecchi del cnc non puoi di certo dire che "il torneo" sia semplicemente narrativo o che viceversa ha dei vezzi di video-arte troppo elevati. Volendo parlare di lavori alaloghi a quelli di Sorrentino, perchè non parliamo di "sotto il mio Giardino" o di "giganti". Sono lavori eccellenti, che utilizzano messaggi iconici per arrivare al messaggio simbolico con la stessa disinvoltura del corto di Sorrentino.Citazione:
Originariamente Scritto da Morandar
Il mio discorso era molto più semplice: è inadeguato al committente, e un po' troppo concettosamente vuoto per essere un lavoro di qualcuno che ci ha abituati diversamente.
In più lasciatemi criticare il nome dell'iniziativa: perFiducia non mi ispira niente di buono :D
Va beh, mi sembra la polemica di chi deve per forza criticare qualcuno o qualcosa di veramente differente solo perchè non lo si capisce.Citazione:
Originariamente Scritto da Morandar
Nessuno vuole fare polemica, avanzavo solo il parere di qualcuno cui piacciono le opere complesse e difficili da leggere, ma non quelle che non funzionano bene - è un mio parere, ed ho già spiegato i miei motivi e la stima che ho per Sorrentino. Ma comunque vabeh, se abbiam deciso che sono ignorante e chiuso amen, il corto è una ficata e non so come abbiamo fatto a farne a meno finora.
Un parere da peone :asd:
Se quello di Olmi è il cortometraggio del treno, non è piaciuto nemmeno a me.
Troppi luoghi comuni, troppo piacione, tutto tradisce che è stato fatto da una persona anziana (come infilarci per forza il ragazzo un po' sbracato nell'aspetto ma tanto BBravo).
Mi è piaciuto un sacco invece quello della pasticceria, è quello di Sorrentino?
Quello di Salvatores non l'ho mica visto.
Va beh Civ autodefinirsi Peoni, ma almeno leggere i titoli di testa? :rotfl:Citazione:
Originariamente Scritto da Chiwaz
Quello della pasticceria è di Salvatores. Quello della partita di Rugby è di Sorrentino.
Abbi pazienza, guardo la tv talmente poco e di sfuggita che l'ho visto a pezzi :asd:
Allora è quello di Sorrentino che mi manca... peccato perché sembra il più bello da quel che scrivete :uhm:
Ah, si vedono dal sito, stasera guardo meglio.
Ecco la dimostrazione pratica dello spettatore Tipo che ho descritto sopra. :asd:Citazione:
Originariamente Scritto da Chiwaz
E soprattutto si vedono integrali di 10 minuti e non stagliuzzati a 3 minuti come delle seppie in umido.Citazione:
Allora è quello di Sorrentino che mi manca... peccato perché sembra il più bello da quel che scrivete :uhm:
Ah, si vedono dal sito, stasera guardo meglio.
Mamma mia, quello di Olmi è terribile.
Si, è raccapricciante.Citazione:
Originariamente Scritto da Mikk
E' la visione di giovani "bene" da parte di un vecchio a cui i giovani reali stanno sui maròni.
Sono d'accordo con te! Il corto di Sorrentino ha una forza espressiva molto forte infatti! Le sue riprese fanno di ogni singola immagine, ogni inquadratura, un messaggio simbolico legato alla visione di una realtà abietta e, allo stesso tempo, di una grande forza d'animo. Secondo me la scelta del rugby è metafora chiara del gioco di squadra, della solidarietà, dell'impegno. Voi cosa ne pensate? Immagini e suoni, in soli 10 minuti posson rivelarsi una vera e propria opera d'arte cinematografica!Citazione:
I cortometraggi che arrivano alla fase finale sono prima di tutto narrativi e si propongono come esperienza artistica soltanto nel fondo della struttura. Tutti però, hanno una regola di fondo: utilizzare immagini iconiche per trasformarle in messaggi simbolici; è l'unico modo per riuscire a concentrare in pochi minuti la significazione di 120 minuti. Sorrentino rientra a pieni termini nella più classica descrizione del cortometraggio narrativo.