Coppia segrega figlio per 20 giorni
Ravenna, genitori denunciati
Gli agenti della Squadra Mobile di Ravenna lo hanno trovato chiuso in una stanza senza finestre, con accesso ad un bagno cieco: erano le condizioni nelle quali è stato tenuto segregato per 20 giorni un ragazzino italiano di 14 anni. I genitori, di 37 e 38 anni, volevano punirlo per aver commesso qualche banale marachella: sono indagati a piede libero per sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia.
Il ragazzino è secondo di tre fratelli, tutti minorenni. Riceveva cibo due volte al giorno, per pranzo e cena, e se doveva cambiare la biancheria doveva bussare alla porta della camera e farsi aprire. Un metodo pedagogico singolare, già sperimentato dalla famiglia qualche anno fa, quando il 14enne, all'epoca di appena dieci anni, era stato allontanato da casa e sistemato in una struttura seguita dai servizi sociali per otto mesi.
A scuola, infatti, gli insegnanti avevano notato lividi sospetti, ed anche in quel caso era emersa una situazione di maltrattamenti nei suoi confronti. I genitori, che non hanno altri precedenti penali, non avrebbero invece mai applicato i loro particolari "metodi di correzione" agli altri figli.
Sms per la libertà
Suonare i campanelli dei citofoni era costata una punizione esemplare. Nella sua stanza-carcere, il ragazzino aveva avuto in dotazione un cellulare. Con il telefonino è riuscito ad avvisare un amico. Il tam tam è arrivato rapidamente fino alla Squadra Mobile ravennate, che è intervenuta.
La madre, alla vista degli agenti, ha tentato inutilmente di anticiparli cercando di togliere i lucchetti. I genitori, di 37 e 38 anni, sono stati indagati a piede libero per sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia, mentre il 14enne è stato affidato a un centro per minori.