Sono stati liberati all'alba, con un blitz dei commandos di Isaf, la Forza della Nato in Afghanistan, i due militari italiani rapiti sabato sera nella provincia di Herat, vicino a Shindand. Sono rimasti entrambi feriti, uno gravemente, anche se non sarebbe in pericolo di vita e secondo una fonte dell'ambasciata italiana a Kabul «sono ricoverati in un ospedale militare nella regione occidentale».
Il Blitz è stato tecnicamente pianificato dal comando della missione Nato a Kabul e da quello della Regione Ovest (dove è avvenuto il sequestro), alla guida del generale italiano Fausto Macor. L'operazione è stata decisa nel momento in cui si è avuta la certezza assoluta del luogo dove si trovavano gli ostaggi. Fondamentali, a questo riguardo, le informazioni di intelligence, in particolare quelle raccolte dai servizi segreti italiani. I commandos sono quindi giunti sul posto, nella provincia di Farah, nel sud afgano più turbolento, dove gli ostaggi erano stati condotti. L'irruzione sarebbe stata materialmente condotta, prima ancora dell'alba, dai commandos britannici del Sas, anche se il blitz è stato compiuto in cooperazione con le forze speciali italiane: gli incursori del Col Moschin e i Comsubin della Marina.
L'azione è stata cruenta: 5 o 6 i morti tra i sequestratori, feriti i due ostaggi, a quanto pare dal fuoco di chi li teneva prigionieri. Illesi gli altri soldati di Isaf. Secondo l'agenzia indipendente afgana Pajhwok, le vittime sarebbero cinque, mentre altre nove persone - definite militanti taleban - sono state catturate. Tra queste - ha detto all'agenzia il generale Abdur Rehman Sarjang, capo della polizia di Farah - anche il comandante del gruppo, mullah Khuda-i-Dad, ritenuto responsabile del sequestro. Al blitz, che secondo un'altra fonte della polizia sarebbe stato condotto nelle montagne vicino al distretto di Anardara, nella provincia di Farah, avrebbero partecipato solo militari Isaf, e non anche quelli afgani.
Sulla natura del gruppo di sequestratori, le notizie sono però confuse: c'è anche chi sostiene che si sia trattato di un gruppo di criminali comuni - o «autonomo», come ha detto lo stesso Ministro Parisi - che si sarebbe apprestato a cedere gli ostaggi ad una formazione talebana. E questo avrebbe accelerato i tempi del blitz. Un'indicazione che giunge anche dal senatore Sergio De Gregorio, presidente della Commissione Difasa. «La cosa terribile - ha detto - è che sembra che i due militari italiani erano tenuti in catene, e che appena i criminali si sono accorti del blitz in atto, non hanno esitato a sparare a freddo contro gli ostaggi. Sembra - ha aggiunto - che i due soldati sarebbero stati consegnati a breve al comandante talebano dell'area. Quando dei criminali mettono le mani su un obiettivo così strategico come dei soldati appartenenti alle forze di pace, gli ostaggi vengono passati a chi comanda davvero. Il rapimento si sarebbe quindi trasformato in trattativa politica».
Il Ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha accolto «con soddisfazione» la notizia della liberazione dei due militari italiani, con «apprezzamento per chi si è impegnato in queste ore» per ottenere il risultato, ma anche con «trepidazione» per le sorti dei due feriti. Il Ministro ha confermato che i due, definiti degli «italiani speciali», «mandati là dalla Repubblica», sono attualmente ricoverati e che uno «è ferito in forma lieve, l'altro non lieve». Sul blitz Parisi non ha fornito molti particolari, limitandosi a dire che «è stata un'operazione che si è svolta sotto responsabilità di Isaf e che ha visto il contingente italiano in prima linea sia nella direzione che nella predisposizione» del blitz, «insieme ai militari inglesi, con cui abbiamo portato a compimento l'operazione». Si è trattato comunque di un intervento «molto impegnativo, che ha messo alla prova la capacità professionale dei nostri militari e la solidarietà dell'Alleanza». «La preoccupazione che ci guidava - ha aggiunto il ministro - era la liberazione degli ostaggi, nel perseguimento della missione».
Dal Pdci arriva la richiesta di portare via le nostre truppe dall'Afghanistan. Lo ribadisce Oliviero Diliberto, esprimendo «grande soddisfazione» per la liberazione degli ostaggi. Replica Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi: «Come può stare al governo il Partito dei Comunisti Italiani che non intende far partecipare l'Italia ad uno sforzo comune per la pace?»
Fonte: il Sole 24 Ore online,
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...&area=apertura