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Discussione: Ummagumma

  1. #1
    Ciumbo
    ospite

    Predefinito Ummagumma

    Come di consueto quando acquisto un nuovo album dei Floyd apro un topic.

    E come al solito vi chiedo opinioni, riflessioni e quanto più vogliate dire sull'album più ricercato dei Floyd!!!

    Il mio giudizio lo avrete nei prossimi giorni dopo un'accurato studio!

    Ciao

  2. #2
    Il Nonno L'avatar di Alessio
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Ah... la mia versione preferita di Saucerful...

  3. #3

    Predefinito Re: Ummagumma

    Come ogni disco dei primissimi pink floyd e' semplicemente un capolavoro.

    Preferisco di gran lunga la parte live rispetto a quella in sutdio... pur essendo sempre ad altissimi livelli ovviamente

  4. #4
    Lo Zio L'avatar di Playnotmaker
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    Predefinito Re: Ummagumma

    ascoltati Sysyphus d'estate a occhi chiusi in una stanza completamente buia...le droghe fanno meno effetto

    la parte live è davvero incredibile...oltre alla già detta versione di A saucerful of secrets fa la sua porca figura anche Astronomy domine e Set the controls for the heart of the sun

    nella parte in studio da segnalare è "Several species of small furry animals gathered together in a cave and grooving with a pict" (mazza che titolo vè? ) in cui il buon Waters tenta di imitare un dialetto scozzese e soprattutto riproduce con la sua bocca tutti i particolari versi che si sentono in sottofondo...

    ps. sapevate che nel linguaggio metropolitano di quel periodo il titolo di quest'album davvero unico e inimitabile, Ummagumma, significava "scopare"?

  5. #5
    Ciumbo
    ospite

    Predefinito Re: Ummagumma

    Playnotmaker ha scritto mer, 12 maggio 2004 alle 21:00
    ps. sapevate che nel linguaggio metropolitano di quel periodo il titolo di quest'album davvero unico e inimitabile, Ummagumma, significava "scopare"?
    Non lo sapevo!!!


    Cmq mi fa molto piacere vedere una risposta così pronta ai miei input...

    E' vero... dopo il primo ascolto di entrambi i CD preferisco la parte live... bellissimo cmq anche lo studio album.

    Ciao

  6. #6
    Il Nonno L'avatar di Alessio
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Hai comprato l'edizione remaster? Io ho il poster attaccato in camera!

  7. #7
    Ciumbo
    ospite

    Predefinito Re: Ummagumma

    Si proprio quella!
    Ho attaccato lo splendido poster sopra il mio letto

    Che bello......

  8. #8
    Lo Zio L'avatar di Valdôtein 100%
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Dove li trovate questi meravigliosi poster?


    Ps X Playnotmaker: mi puoi dare il link della versione wallpaper del della foto delle ragazze girate con dipinte sulla schiena le copertine dei floyd?

  9. #9
    Lo Zio L'avatar di Playnotmaker
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    Predefinito Re: Ummagumma

    non so se è quella originale...cmq è piuttosto grossa quindi credo di sì

    http://www.cs.tut.fi/~leopold/PinkFloyd/ PinkFloyd_BodyPaint.jpeg

  10. #10
    Il Nonno L'avatar di Alessio
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Valdôtein 100% ha scritto sab, 15 maggio 2004 14:00
    Dove li trovate questi meravigliosi poster?
    nella confezione remaster di Ummagumma...

  11. #11
    Ciumbo
    ospite

    Predefinito Re: Ummagumma

    Sto ascoltando in questo momento per la terza volta la parte STUDIO...
    E' certamente l'album più atipico e ricercato (in termini del suono, dei rumori) di tutti gli altri albums. Sicuramente il meno melodico di tutti... tuttavia mi piace un sacco.
    E' molto interessante osservare come sia un album che raggruppa lavori dei singoli membri senza che ogniuno di essi sia stato contaminato dagli altri; e le differenze si notano tantissimo.

    Cmq sia non è un album per tutti, e non può essere sicuramente consigliato come primo approccio ai Floyds!
    Solo chi li ama allo stremo come noi ( ) può apprezzare, amare e capire il senso profondo di un tipo di lavoro come questo. (ho detto troppe cavolate??? ditemelo...
    )

    Detto questo vi saluto...

  12. #12
    Il Nonno L'avatar di Alessio
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    Predefinito Re: Ummagumma

    No no hai ragione. Io i Floyd li amo, ma ammetto che lo Studio Album sia inaccessibile quantomeno. Gli stessi autori (ricordiamo che lo studio album contiene una composizione a testa per ognuno dei componenti) hanno sempre ammesso di essersi voluti semplicemente sfogare, e direi che le personalità singole sono venute fuori mooolto bene...


  13. #13
    Ciumbo
    ospite

    Predefinito Re: Ummagumma

    Ragazzi leggetivi questa recensione assolutamente fantastica presa dal sito PIANETA ROSA....

    25 Ottobre: anniversario dell'apparizione sul mercato di "Ummagumma", l'opera che molti critici musicali degli anni '70 consideravano il capolavoro dei Pink Floyd, anche dopo l'uscita di "Dark side of the moon". E che sicuramente moltissimi della mia generazione hanno visto come tale.

    Una inchiesta-referendum lanciata da "Ciao 2001" mi pare nel 1973 poco dopo l'uscita di "The dark side...", relativa a quali dischi fossero considerati dai lettori i migliori nella storia del rock (e generi derivati), metteva saldamente al primo posto assoluto proprio "Ummagumma", seguito da "In the Court of Crimson King": è ovvio che i gusti di allora fossero assai spiccatamente orientati verso quello che più tardi si sarebbe genericamente definito "musica progressiva". In seguito i critici degli anni '80 diedero spesso una lettura assai diversa sia della "progressive music" in generale che di "Ummagumma" in particolare.

    La chiamarono frequentemente "musica pretenziosa", qualcuno scomodò l'abusata definizione di "masturbazioni mentali". Come dire, se nascete dall'humus del pop, allora dovete fare canzoni, non opere musicali... come infatti poi è successo a partire dalla seconda metà degli anni '70. Ma come direbbe Camille Flammarion, a me di simili corbellerie interessa poco. Se voglio sentire canzoni vi sono anche degli ottimi autori italiani, di cui comprendo bene anche il testo, oltretutto. Tali "esimi critici" degli anni '80 si formarono in un ambiente musicale e culturale ormai distaccato da quel periodo di enorme creatività e sperimentazione che fu quello che grosso modo potrei indicare come gli anni dal 1966 al 1972, e secondo me si dimostrarono incapaci di cogliere il significato culturale e artistico delle esperienze dei musicisti che si cimentavano in quella che veniva spesso definita genericamente "musica d'avanguardia", altro termine ambiguo e attribuito a opere diversissime tra loro.

    Ma ritorniamo al mio festeggiato, Ummagumma. Di esso una volta un celebre cantautore italiano disse: "è musica commerciale per sballati". Non mi ricordo bene chi fosse tale cantautore, mi pare forse Vecchioni oppure De Gregori. Ma invece, proprio Ummagumma è il tipico esempio di opera veramente rivolta alla sperimentazione sonora e all'allargamento indefinito e indefinibile dei confini della musica "pop". Esso apparve solamente 3 o 4 mesi dopo "More", album dei PF che costituisce la colonna sonora di un film. Ummagumma fu concepito come "album doppio": si trattava di due dischi di vinile a 33 giri (LP), di cui il primo era un disco "live", e conteneva registrazioni tratte da due concerti eseguiti dai Pink Floyd a luglio del 1969 (il periodo del primo sbarco lunare, per pura cronaca), a Birmingham e a Manchester.

    I brani contenuti sono tra quelli "storici": "Astronomy Domine", "Careful With That Axe, Eugene, "Set The Controls For The Heart Of The Sun", e soprattutto il fondamentale "A Saucerful Of Secrets". L'intento iniziale era quello di registrare questi quattro brani, suonati nei concerti in quel periodo, prima di abbandonarli, ma in realtà verranno poi ripresi più tardi: ancora nel 1972, durante le riprese del film musicale "Pink Floyd at Pompei", essi suonarono "A Saucerful..." e "Set the Controls...". Erano i pezzi che avevano dato ai Pink Floyd diversi tipi di fama: quella di gruppo "psichedelico estremo" (vedi soprattutto "Careful With That Axe, Eugene"), quella di gruppo di musica "spaziale" (vedi "Set The Controls For...", ma anche "Astronomy Domine" e il brano più lungo fatto con Syd Barrett: "Interstellar Overdrive", non presente nel contenuto di Ummagumma), e quello di gruppo fra i più sperimentali ed avanzati in assoluto del periodo: e qui s'impone "A Saucerful Of Secrets".

    Aggiungo io a trent'anni esatti di distanza: oggi possiamo dire che forse i Pink Floyd siano stati il gruppo più avanzato mai esistito in tutta la storia del pop. Infatti, già nel disco "live", ma ancor di più nel secondo disco, fatto in studio, i contatti tra i PF di allora e la musica contemporanea "seria" risultano assai palesi. Ummagumma non suonava quasi per niente come un album "rock", tanto che un giornale ("Paper") scriveva allora: "I Pink Floyd hanno abbandonato la commercialità e sono ora quattro compositori raggruppati sotto uno stesso nome". In seguito, come sappiamo, i PF imboccarono un'altra strada, più vicina alla musica "leggera". Proprio Ummagumma ha costituito la punta più avanzata delle loro ricerche musicali e sonore. Questo risulta certamente ancora più evidente nel secondo disco, quello in studio.

    Entriamo un po' dentro ad Ummagumma... Certamente le registrazioni di allora oggi appaiono assai lacunose, soprattutto quelle fatte dal vivo. Sia Gilmour che Waters già pochi mesi dopo l'uscita del disco dichiararono che avrebbero voluto rifare tali registrazioni, ma soprattutto erano scontenti di quelle in studio. Non dilunghiamoci nell'analisi di tutti i pezzi "live", anche perché erano già apparsi in precedenti registrazioni. Però "Careful with..." era prima apparso solo su di un 45 giri, e rappresenta il culmine del genere psichedelico. E considero "A Saucerful..." troppo importante per non parlarne. Quindi vediamo brevemente questi due pezzi.

    "Careful With That Axe, Eugene" inizia con un'atmosfera sognante innestata su di un ritmo lento e poco marcato, si sviluppa come un brano dalle sonorità ipnotiche che però man mano accentua gradualmente il ritmo e viene pervaso da un'inquietudine che diventa sinistra tensione nelle parole di Waters, quelle che danno il titolo al pezzo, e poi "esplode" con gli urli di Waters stesso e con l'innesto della chitarra "impazzita" di Gilmour che esegue un ricamo allucinato e duetta con la drammatica voce di Waters, che qui come anche altrove usa come fosse essa stessa uno strumento, ben più espressivo delle nude parole. Poi, gradualmente la tensione presente si scarica, il brano ritorna quieto e sempre più lento, sino quasi a dare l'effetto di dissolversi nuovamente in un eterno sogno.

    Da molti "Careful..." è considerato il capolavoro del genere psichedelico, taluni preferiscono un'altra versione dello stesso brano rinominata dai PF: "Come in Number 51, Your Time is Up", facente parte della colonna sonora del film "Zabriskie Point", di Michelangelo Antonioni.

    "A Saucerful of Secrets": più volte ho letto che precedentemente a questa creazione dei PF esisteva già un'opera alquanto simile, fatta da un compositore di musica "seria" nel 1959, e che io francamente non ho mai ascoltato. Di sicuro però si trattava di una cosa del tutto nuova e decisamente eterodossa nell'ambito dell'ambiente musicale pop. Artefici del pezzo tutti i quattro, ma con una certa prevalenza di Waters, come accade anche per "Careful with...". Fu questo il punto di riferimento di quella corrente musicale tedesca sorta giusto nel 1969, e detta della "musica cosmica", i cui rappresentanti più noti furono e sono tuttora i Tangerine Dream: il loro primo LP "Electronic Meditation" si rifà assai esplicitamente proprio ad "A Saucerful Of Secrets", a volte ne pare quasi una imitazione "allungata". Ma "A Saucerful of Secrets" in realtà scruta più negli abissi della mente (come direbbe Egdar Froese, leader dei Tangerine Dream) che verso gli spazi interplanetari.

    Esso si configura come una minisuite composta da tre movimenti. Nel primo, l'organo di Wright fa da filo conduttore di un lento crescendo, dove Gilmour si esercita in glissati e Mason guida accentuando via via i colpi di "crash", sullo sfondo ritmico più pacato del basso di Waters. Si passa poi al secondo, in cui Mason costruisce una caratteristica struttura a rullata breve ricorrente, come background c'è il piano "effettato" di Wright, che usa le tecniche di puntine etc. tipiche della musica contemporanea, e anche quello che suona ha stile decisamente non-armonico e contemporaneo. Su di questa base s'innestano ad ondate successive gli effetti costruiti da Gilmour tramite la chitarra collegata alla camera - echo, dalle sonorità pare già il mitico Echorec Binson, dispositivo di ritardo che utilizzava non un nastro magnetico (come gli altri del periodo), bensì un disco unico rotante con varie testine magnetiche disposte sulla circonferenza, e tra l'altro è un'invenzione italiana. Waters si dedica ai gong, e proprio questa immagine è una delle sue più celebri. La terza parte è invece assai più pacata, molto distesa e solenne, sorretta da un giro armonico tra i più belli fatti da Waters, suonato da Wright all'organo. Su di esso si erge a contrappunto ma in primo piano la voce di Gilmour, usata anche qui come strumento, senza parole.
    Certo, a pensarci oggi appare chiaro che i PF con i mezzi tecnologici degli anni '90 avrebbero potuto fare ben altra esecuzione dal vivo di tale opera... ma da molti anni gli interessi sia loro che di Waters erano ormai diretti altrove.

    IL DISCO IN STUDIO
    Qui invece ogni musicista ha un suo spazio compositivo: infatti si tratta di 5 singole composizioni, delle quali due sono di Waters. Ogni pezzo è composto esclusivamente da uno dei PF, e anche per l'esecuzione l'apporto degli altri si riduce al minimo necessario. E' stato molto significativo per mostrare gli orientamenti e le abilità individuali dei quattro musicisti. Si è anche detto che uno dei motivi di questa scelta possa essere stato il voler dimostrare la propria raggiunta indipendenza creativa rispetto al mitico Syd Barrett.
    Il disco si apre con il pezzo di Richard Wright: "Sysyphus", suddiviso in quattro parti. Sono evidenti le influenze classiche, anche contemporanee, e quelle jazzistiche d'avanguardia, e le tecniche utilizzate sono palesemente ispirate alla musica "seria": pianoforti arrangiati con attrezzi vari, nastri preregistrati e rielaborati. Oltre al piano Wright usa anche il mellotron e l'organo, e si fa dare una mano ai timpani e altre percussioni da Mason.

    Prosegue Waters, con "Grantchester Meadows", un pezzo essenzialmente fatto con chitarra e voce, con lo sfondo degli uccelli del parco di Grantchester. La parte iniziale fa venire in mente Leonard Cohen, per il modo di usare il canto e il controcanto. Poi spuntano altri versi di animali, e l'atmosfera da quieta e quasi sonnolenta si fa più inquietante, sinché sfocia nel secondo brano di Waters, quel "Several Species Of Small Furry Animals Gathered Together In A Cave And Grooving With A Pict" (!), cioè "Diverse specie di piccoli animali pelosi radunati assieme in una caverna scavano con un piccone", e dei versi di tali animali si compone quasi completamente il brano, più vari effetti ottenuti da nastri rimaneggiati. I versi degli animali tessono la struttura ritmica, e verso la fine emerge una voce umana che scaccia gli altri versi con un discorso palesemente espresso in forma "nazista": a posteriori si scorge la connessione con la tematica "dittatoriale" di The Wall, che Waters 10 anni più tardi avrebbe compiutamente sviluppato. Un pezzo comunque che suonò "shockante" all'epoca!

    David Gilmour scrisse "The Narrow Way", a mio avviso forse il pezzo meno interessante del disco sotto il profilo puramente compositivo. Ma qui soprattutto esibisce le sue già notevoli qualità tecniche, utilizzando chitarra elettrica, acustica e slide guitar ognuna in modo consono alle sue caratteristiche, aggiungendo vari effetti in prevalenza creati con la chitarra stessa. Il pezzo si divide in tre parti, una onirica, la seconda cupa e angosciata, la terza cantata.

    Mason ha forse creato il pezzo più "colto": "The Grand Vizier's Garden Party", in tre parti. Inizia con un suono di flauto dolce ed una melodia richiamante il Settecento, poi si sviluppa inequivocabilmente secondo schemi richiamanti Edgar Varese (il compositore preferito da Frank Zappa) e altri maestri di musica seria contemporanea, ed è basato su percussioni, rumori ed effetti vari, con un finale costituito da un assolo "crescente" sulla batteria di Mason, che precede il motivo iniziale nuovamente eseguito. Molti lo considerano un pezzo di musica concreta, e taluni lo giudicano il più interessante tra quelli del secondo disco di Ummagumma. A mio avviso comunque qui la ricerca sonora diventa molto esplicita e dominante.

    Questo era il disco, e i giudizi dei critici "pretenziosissimi" di allora furono spesso assai entusiaste. Così come è rimasto impresso in modo indelebile in chi abbia conosciuto il suono dei Pink Floyd IN QUEL PERIODO, compreso chi scrive.
    E tuttavia, quasi subito Gilmour rivelò di non essere entusiasta di quell'opera, e sempre tutti i PF dissero che si trattava di un esperimento non del tutto riuscito. Dissero in seguito cose abbastanza simili anche per il successivo "Atom Heart Mother", sconcertando quanti reputavano grandi capolavori tali opere.

    Si diedero a volte spiegazioni di tipo più o meno complicato sul perché i PF abbiano espresso giudizi così lontani da quelli dei loro fans dell'epoca su opere ritenute fondamentali (soprattutto Ummagumma). A posteriori, mi appare chiaro che la domanda sia stato impostata su presupposti sbagliati. Si è cioè sempre pensato che i PF avessero con "A Saucerful of Secrets" e ancor di più con "Ummagumma" imboccato una strada che portava verso la continua sperimentazione e la ricerca di territori musicali comunque lontani dal pop. In realtà la risposta reale i PF l'hanno sempre data: si trattava di sperimentazioni, quello che forse non hanno aggiunto esplicitamente è che forse sin dall'inizio nessuno di loro aveva pensato di continuarle all'infinito! Che non consideravano nemmeno nel 1969 il suono di Ummagumma come la meta finale della loro espressione musicale.

    Taluni critici posteriori agli anni '70 hanno spesso definito come "narcisisti" i tentativi fatti in quegli anni. Qualcosa di vero ci potrebbe essere, nel senso che in Ummagumma i PF andavano alla scoperta delle proprie capacità creative ed espressive individuali e collettive, avventurandosi in territori musicali "molto arditi" per artisti sorti negli ambienti pop. In modo più blando avrebbero fatto un'altra esperienza autoconoscitiva ma più estetizzante col successivo "Atom Heart Mother" e anche con "Meddle", poi nel 1972 la loro intenzione anche dichiarata era ormai quella di "finalizzare" le esperienze acquisite: come sappiamo, questo per i Pink Floyd si compì con la creazione e l'uscita (nel marzo 1973) di "Dark Side Of The Moon".

    Ma Ummagumma merita un tributo per i suoi trent'anni. Perché comunque, esso non fu l'unica opera di musicisti provenienti dal rock ad avventurarsi nella musica colta. Ma che io sappia fu l'unica ad essere così credibile culturalmente e allo stesso tempo così ricca di espressioni emozionali, non solo di dotte esercitazioni sonore e sapienti riferimenti. Ummagumma è innegabilmente figlio della musica europea anche colta, e una traccia di questa sua radice europea (e non americana) si è sempre conservata nei successivi lavori del Pink Floyd, compresi quelli solisti di Waters.

    Valerio Scarpa



  14. #14
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Playnotmaker ha scritto sab, 15 maggio 2004 alle 14:38
    non so se è quella originale...cmq è piuttosto grossa quindi credo di sì

    http://www.cs.tut.fi/~leopold/PinkFloyd/ PinkFloyd_BodyPaint.jpeg
    Forse mi sbaglio, ma credevo fosse più grande, poco importa. Grassie ugualmente!

  15. #15
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Alessio ha scritto dom, 16 maggio 2004 alle 15:08
    Valdôtein 100% ha scritto sab, 15 maggio 2004 14:00
    Dove li trovate questi meravigliosi poster?
    nella confezione remaster di Ummagumma...

    Un motivo in più per farla mia!

  16. #16
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    Predefinito Re: Ummagumma

    mi sa che anche io dovrò procurarmelo visto che la copia masterizzata da un download di un mio amico comincia a fare cilecca...

    che vergogna...

  17. #17
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Piratone!!!

  18. #18
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    Predefinito Re: Ummagumma

    vergogna

  19. #19
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Oggi ho riparato i danni comprando l'edizione Remastered di Ummagumma...l'ho pure pagata poco


    e adesso appena si entra in camera mia Gigì pizza ti dà il benvenuto

  20. #20
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    Predefinito Re: Ummagumma

    io non ho nessun cd con syd
    ma come sono? non e' vero che sono meno psichedelici?

  21. #21
    Lo Zio L'avatar di liber666
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    Predefinito Re: Ummagumma

    sono PIU' psichedelici secondo me

  22. #22
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Di album con Barrett ce n'è uno solo ed è The Piper...
    A Saucerful o secrets contiene una canzone scritta da Barrett che è Jugband Blues, ma di fatto resta il primo album fatto senza il diamante pazzo.
    In seguito le strade si sono divise e Barrett ha intrapreso una cortissima carriera solista, che però ha fruttato un album stupendo qual è The Madcap Laughs

  23. #23
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Ho capito... devo avere assolutamente quell'album...

  24. #24
    Lo Zio L'avatar di Valdôtein 100%
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Alessio ha scritto gio, 13 maggio 2004 alle 09:15
    Hai comprato l'edizione remaster? Io ho il poster attaccato in camera!

    Per caso la copertina dell'edizione remaster è quella quasi tutta verde?

  25. #25
    Lo Zio L'avatar di Playnotmaker
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    Predefinito Re: Ummagumma

    Valdôtein 100% ha scritto dom, 31 ottobre 2004 alle 18:35
    Alessio ha scritto gio, 13 maggio 2004 alle 09:15
    Hai comprato l'edizione remaster? Io ho il poster attaccato in camera!

    Per caso la copertina dell'edizione remaster è quella quasi tutta verde?
    proprio quella, con la finestrina sul retro

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