Originariamente Scritto da
Calon
Sono d'accordo con metà di quello che dici. Cioè con ciò che dici riguardo a mangiare carne=essere favorevoli alla caccia. Vorrei invece che si capisse che uccidere un animale e maltrattarlo sono due cose che vanno valutate su un piano diverso, almeno per me.
Amante degli animali: se ami qualcosa, la ami per quello che è. Se tu credi che gli animali in qualche modo siano finalizzati alla tua nutrizione, perchè sono buoni da mangiare, perchè fanno bene, o per altri motivi, puoi comunque amarli e cacciarli. Cioè se tu ami gli animali, li ami per quello che sono, e se quello che sono è "parte della catena alimentare", li amerai comunque pur mangiandoli. Certo, l'animale vuole vivere, e se si sente minacciato dalla morte cerca di evitarla, ma, come ha detto Ergo, gli animali sono inconsapevoli che mangiare animali è un omicidio, ed è per questo che esistono predatori: rigirando la frittata si potrebbe dire che sono inconsapevoli di dover essere mangiati a loro volta, ed è per questo che se li vuoi uccidere, cercano di scappare o difendersi. Come facciamo a sapere che ucciderli è un male? Da qui la domanda che rivolgevo a Ergo: il problema è che sono esseri senzienti, quindi un problema di sostanza, o il modo con cui vengono uccisi, quindi un problema di accidente?
Per il maltratamento invece: qui è chiaro che il maltrattamento sia moralmente sbagliato, perchè l'animale soffre e l'uomo non ne ricava giovamento direttamente: cioè mettere galline col becco mozzato in gabbie grosse la metà di loro è errato perchè l'uomo non ne ricava niente, e in più l'animale soffre, quindi sia che la si metta sul lato utilitaristico che su quello ontologico il maltrattamento è immorale.
Forse non mi sono spiegato, forse penserete che questo ragionamento è solo una masturbazione mentale per stare a posto con me stesso perchè non ho la forza morale e psicologica di rinunciare alle bistecche. Vorrei convincervi che non è così, dopo tutto il ragionamento non è assurdo.