Arriva anche in Italia la class action, cioé la possibilità per i consumatori di partecipare a cause collettive contro società fornitrici di beni o servizi. La Finanziaria ha infatti approvato (158 voti a favore, contrari 49 e 116 astenuti) l'emendamento, proposto dai senatori Manzione e Bordon (Unione democratica), che introduce "disciplina dell'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori". Le nuove misure entreranno in vigore trasmessi sei mesi dall'approvazione della legge Finanziaria.
La nuova norma, che disciplina anche il procedimento da seguire, prevede l'attivazione della class action per ottenere rimborsi legati a contratti con clausole prestampate, a pratiche commerciali illecite o a comportamenti anticoncorrenziali da parte di società fornitrici di beni o servizi. Dai farmaci pericolosi ai viaggi truffa, dagli illeciti finanziari ai danneggiamenti ambientali: sono molte le fattispecie che, riguardando una pluralità di cittadini, potranno rientrare nella fattispecie della "class action". Misure specifiche sono poi previste per i contratti stipulati tramite telefono, oppure on-line via internet: se il contratto é collegato ad un messaggio pubblicitario ingannevole rende nulli i contratti nei confronti di tutti i consumatori o utenti durante il periodo di diffusione del messaggio. Viene così anticipato quanto previsto in un apposito disegno di legge proposto nell'ambito delle misure di liberalizzazione, che aveva tra l'altro trovato il netto dissenso delle imprese e la preoccupazione delle assicurazioni. Il dibattito si è scaldato anche oggi a Palazzo Madama. "Una norma di questo tipo - ha affermato Maurizio Sacconi di Forza Italia - potrebbe determinare lo spiazzamento del nostro mercato, allontanando le imprese estere". Più duro il senatore di An Nicola Buccico che ha parlato di una "gravissima infezione che un aborto di disegno di legge porterà nel nostro sistema giuridico: inseriamo cosìil 28/mo rito civile del nostro ordinamento". Il suo gruppo ha però annunciato successivamente l'astensione (che al Senato vale come un voto contrario), così come Forza Italia e Udc. La Lega ha invece lasciato libera la scelta ai propri senatori. La Cdl ha però protestato perché la normativa - hanno detto i capigruppo di Fi, An e Lega - "non ha nulla a che fare con la Finanziaria". Il senatore Roberto Manzione, che ha presentato la norma, ha invece difeso la proposta. "Stiamo parlando di questa norma da tre legislature senza riuscire a vararla", ha detto citando l'ex commissario europeo Mario Monti che recentemente ha chiesto "una scadenza vicina per concludere al fine di evitare una forte caduta della credibilità del sistema". Al suo fianco anche l'Italia dei Valori che ha sottolineato come la Finanziaria non sia lo strumento migliore ma si riesce così a centrare un obiettivo importante. Manzione, durante il dibattito parlamentare, aveva anche accolto alcune richieste dell'opposizione, per allungare i tempi di introduzione della norma a 300 giorni e per un maggior coinvolgimento parlamentare: ma poi la richiesta della Cdl di sub-emendare le novità lo ha fatto desistere da queste modifiche per evitare l'allugamento dei tempi. La Class Action potrà essere attuata dalle associazioni dei consumatori presenti nel Consiglio nazionale consumatori e utenti ma anche da parte di associazioni di "consumatori, investitori e altri soggetti portatori di interessi collettivi legittimati". Su questo punto è previsto un passaggio parlamentare nelle commissioni parlamentari competenti. La platea dei soggetti legittimati a ricorrere sarà così più ampia, per consentire, ad esempio, cause collettive anche per eventuali danneggiamenti ambientali. L'avvio della causa collettiva ha subito effetti: interrompe le prescrizioni delle altre cause avviate dai consumatori, magari singolarmente. Sono quindi previsti vari passaggi. Il primo è la decisione del giudice, che dovrà solo stabilire se l'impresa va condannata. Fisserà però anche le modalità per stabilire gli importi dovuti e la procedura per attribuire il rimborso ad ogni singolo cittadino. Dalla causa collettiva si passa quindi a stabilire rimborsi individuali: questo passaggio sarà gestito da una Camera di Conciliazione che dovrà essere costituita presso il tribunale che si occupa della causa. In questa fase parteciperanno in modo paritario i difensori di coloro che hanno proposto l'azione di gruppo e la società chiamata a rispondere del proprio comportamento. Durante questa procedura i cittadini possono anche ricorrere singolarmente e, nel caso si ritengano non soddisfatti dall'accordo raggiunto, possono anche decidere di proseguire l'azione giudiziaria. Sono infine previste modalità per pubblicizzare la sentenza di condanna e l'accordo raggiunto nella successiva transazione. Un'ultima misura serve ad evitare che i costi ricadano sui consumatori. La parcella degli avvocati dei ricorrenti sarà pagata dalla società condannata, anche se solo parzialmente. L'importo dovuto non dovrà però superare il 10% del valore collettivo del risarcimento.