Metafisica dei tubi
Amèlie Nothomb


"Metafisica dei Tubi" è l'ultimo romanzo della Nothomb che mi era rimasto da leggere per completarne la bibliografia ( mi pare di sentire qualcuno che esulta? ). Appartiene al genere autobiografico, se cosi' si puo' dire, dell'autrice belga, insieme a "Biografia della fame", "Stupore e tremori" e "Sabotaggio d' amore". Piccoli racconti romanzati di diversi momenti della sua vita avventurosa. ( Credo quindi sia necessario un minimo punto della situazione ) Se in "Sabotaggio d'amore" ci racconta della sua vita in Cina ( ricordo che il papà di Amèlie è console ) e della guerra fra bande nazionalistiche tra i 4 e i 7 anni, se in "Biografia della fame" ci racconta il suo rapporto col cibo dai 3 ai 12 anni e le relative permanenze in Giappone, Cina, America e Bangladesh, se in "Stupore e tremori" ci vengono narrate le prime esperienze lavorative in Giappone ( 18 anni circa ), in questa opera chiude il ciclo...con l'inizio! Ci viene raccontata la vita divina di un "tubo" di 2 anni!! Sottolineo che in nessuna delle 4 opere si ripete in argomenti già trattati lasciando il lettore libero di sceglierne anche l'ordine; modula il punto di vista o il rapporto di base e riscrive momenti della sua vita colorandoli di mille sfumature sempre diverse anche parlando degli stessi periodi di vita in romanzi differenti.

Già, perchè cosa altro siamo a quell'eta' se non divini, ma soprattutto tubi?
La narrazione è ai massimi livelli. Scrittura leggera ma anche poetica, semplice come l'infanzia, potente come la divinità. Apprendiamo della nascita di questo novello Dio alle prese con la vita dal suo particolare punto di vista. Un ingurgitare di cibo, aria e acqua, ma anche un osservare le cose e saperle già, avendole già comprese, ritornandoci con la morale di un pupo che a quell'età con le sue osservazioni ci fa sorridere. La precocità ovviamente la fa da padrona e la lettura è affascinante, divertente e vorace, a tratti direi anche dissacrante. Si arriva alla fine in men che non si dica ( vabbè, le solite 120 pag standard ) ed il finale è in puro stile nothombiano: cupo come la morte! Bellissimo!

Mi è piaciuto davvero tanto questo romanzo. Mi aspettavo, dopo "Biografia della fame" che continuo a non consigliare, un altro simil-papocchio di roba biografica poco compiuta, invece mi sono trovato a leggere del Giappone degli anni '70, della visione da "bambini", di storie divertenti di avvenimenti familiari, e il tutto narrato in un contesto di fondo a se stante davvero notevole. Esistono i protagonisti, i comprimari e le nemesi una storia di sottofondo che arriva al culmine e chiude in maniera imprevista! Bello!

Un'altra minima considerazione la devo fare sull'autrice stessa: avendone letto la biografia ( in qualche modo ) comincio anche ad apprezzarne meglio le opere perchè fortemente inspirate alle sue vicissitudini personali e si riesce quasi ad intendere come queste abbiano potuto influire sulla sua maturazione di donna e autrice. Ho anche pero' paura ( che strano a dirsi di una persona che non si conosce ) che tutto il "male" che la circonda ed il suo atteggiamento verso lo stesso la spinga a gesti inconsulti... come troppo spesso viene a galla ( ed è proprio il caso di dirlo ) dai suoi scritti. La sensibilità di questa autrice unita alla sua carica di cinismo spietato la rende unica nel genere ed ASSOLUTAMENTE da leggere!!

Come da mia prima ( e ultima ) visita alla Voland, la casa editrice principale in Italia della Nothomb, il prossimo romanzo non è previsto prima di Febbraio..... sarà una lunga attesa.