Va allo spettacolo dei bambini
Va allo spettacolo dei bambini
Magari, sono confinato nella mia stanza a fare tesi ( e a cazzeggiare ogni tanto da queste parti ), tralasciando che la provincia in cui sono adesso è PV
O ancor meglio in temporanea (circa due ore) cecità accoppiata ad una pressochè totale sordità (le musiche paiono essere punto forte di questo film), insomma, un terminale spento di nome Nevade seduto in un buio cinema, tutto solo.
:bwahahahahahaha:
Dopo questo a temine visione vi spoilererò, quando meno ve lo aspettate, il finale del film, cosi ho parlato
l'ho visto e mi ha fatto schifo
peccato, perchè cominciava bene...
daniel d-lewis è un grande però, complimenti
a lui e basta però
A me ha annoiato a morte. Anderson il suo lavoro l'ha fatto, al solito delle sue capacità, ma secondo me è la sceneggiatura a non funzionare.
Mi garberebbe sentire i pareri di quelli che il cinema lo masticano un po' più del normale (Wolf? Karat? Doom? Posta ancora sta gente? ). Anche Olengard, se scrive qualcosa di più di "è un capolavoro"...
Post doppio, scusate
Ultima modifica di Olengard; 21-02-08 alle 16:57:27
A dire il vero ho scritto "magnifico".A me ha annoiato a morte. Anderson il suo lavoro l'ha fatto, al solito delle sue capacità, ma secondo me è la sceneggiatura a non funzionare.
Mi garberebbe sentire i pareri di quelli che il cinema lo masticano un po' più del normale (Wolf? Karat? Doom? Posta ancora sta gente? ). Anche Olengard, se scrive qualcosa di più di "è un capolavoro"...
Ma il fatto è che lo vorrei rivedere prima di scriverci, che la visione di ieri è stata veramente stuprata da un pubblico ignobile. Comunque vedo di partorire qualche riga tra oggi e domani
Anyway, non fatico a capire la noia. E' di grande respiro ma lavora spesso per sottrazione, mi pare voler creare dei simboli più che una narrazione vera. Se non ci si entra dentro, rischia di non appassionare.
(no, 'sta gente non posta quasi più, purtroppo)
Ultima modifica di Olengard; 21-02-08 alle 17:03:07
Non è brutto, solo che non mi ha convinto pienamente. Forse me lo aspettavo diverso. Tecnicamente è ottimo, bella regia, bella fotografia, belle, curiose e interessanti le musiche, bravissimo day-lewis. Però la storia non mi ha convinto del tutto.
In ogni caso è un buon film
Se è davvero così, allora c'erano da togliere pagine e pagine di dialoghi inutili...
Personalmente nel cinema non cerco solo la visionarietà, a me piacciono le storie. Questo film è pieno zeppo di scene non utili allo sviluppo della trama e dialoghi che lasciano il tempo che trovano.
Avesse mozzato un po' più in montaggio mi sarebbe piaciuto parecchio, dato anche che adoro il periodo storico in questione.
Uffa.
noioso, storia noiosa, piena di parti inutili, molti più vuoti che pieni
mi aspettavo, a livello di trama che giocassero molto di più su complotti, affari, vendette, eliminazione fisica di persone
cioè, è molto più fedele il titolo italiano che quello inglese
Eh ti capisco, il distributore si è dimenticato di scrivere sulla locandina che non è un film d'azione pieno di complotti, vendette ed eliminazioni fisiche.
Accusarlo di noia è un eresia, due e ore mezza pienissime ma che non pesano affatto, e si, il film gioca molto a costruire dei simboli, solo che se nella prima parte l'equilibrio è perfetto nella seconda ci sono un pò troppe cose fanno traballare un pò il tutto, sinceramente verso i tre quarti da un pò l'impressione di non sapere bene dove vuole andare a parare, soprattutto nel voler descrivere il protagonista, fino a richiudere simbolicamente l'ellissi finale ricreando una linea narrativa che sembrava essersi un pò persa.A dire il vero ho scritto "magnifico".
Ma il fatto è che lo vorrei rivedere prima di scriverci, che la visione di ieri è stata veramente stuprata da un pubblico ignobile. Comunque vedo di partorire qualche riga tra oggi e domani
Anyway, non fatico a capire la noia. E' di grande respiro ma lavora spesso per sottrazione, mi pare voler creare dei simboli più che una narrazione vera. Se non ci si entra dentro, rischia di non appassionare.
(no, 'sta gente non posta quasi più, purtroppo)
Per il resto il film è visivamente, e sonoramente, davvero Magnifico, e il pezzo centrale del pozzo vale da solo il prezzo del biglietto, solo mi è parso, in alcuni punti e per alcune scelte, sicuramente a caldo è difficile esprimere un giudizi, presumo ci siano metafore narrative a malapena accennate che si incastrano nel quadro generale, ma apparte qualche tentennamento è assolutamente notevole.
Molto bello, da giovanetto quale sono non ho una gran cultura di Anderson, ma mi sa che devo rimediare al più presto...
Non è certo un film commerciale (ho letto che ha fatto solo 5 milioni di $ di guadagni) ma è veramente molto bello. A me hanno colpito un sacco i primi minuti, e poi il finale, dove la recitazione di Lewis è straordinaria.
Ma infatti a metà il film diventa Daniel Plainview. Nella sua misantropia, nella sua cupio dissolvi, accentra in sé tutto e lo fagocita. Annulla sempre più i rapporti umani, diventa una figura titanica ma, appunto, ancora più un simbolo.Accusarlo di noia è un eresia, due e ore mezza pienissime ma che non pesano affatto, e si, il film gioca molto a costruire dei simboli, solo che se nella prima parte l'equilibrio è perfetto nella seconda ci sono un pò troppe cose fanno traballare un pò il tutto, sinceramente verso i tre quarti da un pò l'impressione di non sapere bene dove vuole andare a parare, soprattutto nel voler descrivere il protagonista, fino a richiudere simbolicamente l'ellissi finale ricreando una linea narrativa che sembrava essersi un pò persa.
Per il resto il film è visivamente, e sonoramente, davvero Magnifico, e il pezzo centrale del pozzo vale da solo il prezzo del biglietto, solo mi è parso, in alcuni punti e per alcune scelte, sicuramente a caldo è difficile esprimere un giudizi, presumo ci siano metafore narrative a malapena accennate che si incastrano nel quadro generale, ma apparte qualche tentennamento è assolutamente notevole.
Non sono d'accordo con Dam sul titolo. Tra l'altro in un film privo di titoli di testa There will be blood non è nient'altro che una dichiarazione d'intenti.
E diventa a sua volta programmaticamente sia una profezia che un commento. Un commento anche politico - d'altra parte un film in cui si scontrano capitalismo e chiesa nel West è necessariamente un film sull'America, forse prima ancora che un film su Plainview.
Nel titolo italiano tutto questo va perduto.
I due personaggi principali sono il rovescio della stessa medaglia, diversi ma in realtà assolutamente identici, cosa evidentissima soprattutto nel parallelismo nelle due scene principali sul disfacimento familiare - da un lato Eli, il viso coperto di petrolio, che aggredisce il padre, dall'altra Plainview che ignora il figlio per guardare il pozzo in fiamme e la promessa della ricchezza, anche lui con il viso coperto di petrolio (la scena del pozzo in sé poi è gigantesca, ma su quello direi che siamo d'accordo tutti).
Mi è piaciuto poi il coraggio di Anderson nell'alternare afflato epico a scene grottesche, estremamente grottesche, fino al finale - finale che a me sembra chiudere bene il tutto, e *CHI NON HA VISTO IL FILM NON LEGGA QUESTO SPOILER, AMMAZZA IL FINALE*Spoiler:portare a compimento la dichiarazione del titolo. E poi perbacco, un film che finisce con un prete ammazzato a birillate è da antologia...
Altra nota volante sui riferimenti e collegamenti al cinema. Al di là del riferimento facile a Quarto Potere, a me è subito venuta in mente la frase con Cheyenne esce di scena dal West di Leone. "Io ho finito", stessa frase con cui esce di scena Plainview.
Poi vabbè, queste sono banalità buttate lì, magari post-seconda visione se ne riparla...
Ma ecco, anche se deve ancora sedimentare, mi pare che in questo film PT Anderson dia una svolta importante al suo cinema. Più controllato e meno barocco (anche se forse davvero troppo *innamorato* del suo personaggio), consapevole del cinema passato e capace di piegare la sua immensa capacità tecnica e visionarietà a un'idea forte: qui non c'è un istante di barocchismo, è tutto teso come una freccia verso il punto finale. E' il punto d'incontro tra il respiro di Magnolia e l'intimità di Punch Drunk Love, il punto d'incontro tra l'immensità del West e il magma che si agita nell'animo di Plainview, negli occhi di Daniel Day Lewis.
E la dedica finale al maestro Altman, nel suo film meno altmaniano, mi sembra tanto più significativa - d'ora in avanti non ci sono più maestri, lo si sta diventando.
(questa è una chiusaccia ad effetto orrenda, lo so, ma sono stanco ed è uscita così )
Noioso?
Magari a un certo punto prende un ritmo particolare,non oso dire lento,ma particolare poi è anche molto lungo,ma dire noioso direi proprio di no.
Secondo me è stato un film veramente bello e mi ha colpito un casino il discorso finale che fa lui col prete....non so ma in quel discorso ci vedo riassunta la mentalità americana,quella dei pionieri,quelli che si facevano il **** quelli che coglievano l'opportunità e riescono ad avere successo,quelli che han progetti concreti e anche a costo di qualche sdentata o sacrificio cercano di portarli a termine...poi vabbè il protagonista è un personaggio particolare,perennemente immerso nella rabbia e nella competizione,unica attività che gli permetta di interagire con altre persone
Mha ildualismo col prete mi ha veramente colpito per tutto il film,2 mentalità opposte,stesso fine magari ma con mezzi decisamente diversi....
Io proprio in sto film ci ho visto l'America,la mentalità che sta alla base nelle sue sfaccettature,le cose che l'han resa una grande nazione coi soi pregi e difetti e ovviamente la storia di un uomo,interpretata da un attore veramente ma veramente bravo..il problema è che mi veniva troppo spesso in mente Gangs of New York hanno copiato e incollato il trucco
cmq devo ancora digerirlo,l'ho appena visto.
Anche a sto giro cmq il titolo è stato tradotto molto bene devo dire
Io sinceramente, apparte alcune scene caratteristiche e il superbo uso della colonna sonora, ci ho visto poco di "quell' Anderson" e ci ho visto molta registica atta a lasciare spazio all'attore, film quasi Coppoliano però mè pars meno "personale" rispetto almeno all'attuale opera del regista ammerecano.Ma infatti a metà il film diventa Daniel Plainview. Nella sua misantropia, nella sua cupio dissolvi, accentra in sé tutto e lo fagocita. Annulla sempre più i rapporti umani, diventa una figura titanica ma, appunto, ancora più un simbolo.
Non sono d'accordo con Dam sul titolo. Tra l'altro in un film privo di titoli di testa There will be blood non è nient'altro che una dichiarazione d'intenti.
E diventa a sua volta programmaticamente sia una profezia che un commento. Un commento anche politico - d'altra parte un film in cui si scontrano capitalismo e chiesa nel West è necessariamente un film sull'America, forse prima ancora che un film su Plainview.
Nel titolo italiano tutto questo va perduto.
I due personaggi principali sono il rovescio della stessa medaglia, diversi ma in realtà assolutamente identici, cosa evidentissima soprattutto nel parallelismo nelle due scene principali sul disfacimento familiare - da un lato Eli, il viso coperto di petrolio, che aggredisce il padre, dall'altra Plainview che ignora il figlio per guardare il pozzo in fiamme e la promessa della ricchezza, anche lui con il viso coperto di petrolio (la scena del pozzo in sé poi è gigantesca, ma su quello direi che siamo d'accordo tutti).
Mi è piaciuto poi il coraggio di Anderson nell'alternare afflato epico a scene grottesche, estremamente grottesche, fino al finale - finale che a me sembra chiudere bene il tutto, e *CHI NON HA VISTO IL FILM NON LEGGA QUESTO SPOILER, AMMAZZA IL FINALE*Spoiler:portare a compimento la dichiarazione del titolo. E poi perbacco, un film che finisce con un prete ammazzato a birillate è da antologia...
Altra nota volante sui riferimenti e collegamenti al cinema. Al di là del riferimento facile a Quarto Potere, a me è subito venuta in mente la frase con Cheyenne esce di scena dal West di Leone. "Io ho finito", stessa frase con cui esce di scena Plainview.
Poi vabbè, queste sono banalità buttate lì, magari post-seconda visione se ne riparla...
Ma ecco, anche se deve ancora sedimentare, mi pare che in questo film PT Anderson dia una svolta importante al suo cinema. Più controllato e meno barocco (anche se forse davvero troppo *innamorato* del suo personaggio), consapevole del cinema passato e capace di piegare la sua immensa capacità tecnica e visionarietà a un'idea forte: qui non c'è un istante di barocchismo, è tutto teso come una freccia verso il punto finale. E' il punto d'incontro tra il respiro di Magnolia e l'intimità di Punch Drunk Love, il punto d'incontro tra l'immensità del West e il magma che si agita nell'animo di Plainview, negli occhi di Daniel Day Lewis.
E la dedica finale al maestro Altman, nel suo film meno altmaniano, mi sembra tanto più significativa - d'ora in avanti non ci sono più maestri, lo si sta diventando.
(questa è una chiusaccia ad effetto orrenda, lo so, ma sono stanco ed è uscita così )
Mah, Olengard, capisco e comprendo il tuo punto di vista, ma a parte le cose oggettive (citazioni e tecnica), non lo condivido.
Probabilmente mi sarebbe bastato che avesse fatto scrivere la sceneggiatura a qualcuno più esperto, per uscire dal cinema non deluso.