Da un pò di tempo mi sono convinto che, nel valutare un gioco di ruolo, uno dei fattori più decisivi sia la voglia di rigiocarlo una volta finito.
La mia riflessione è scaturita in gran parte dall'acquisto di Oblivion nella versione GOTY.
Avevo già acquistato e spolpato Oblivion al momento del lancio nella versione X360. Memore della positiva esperienza di gioco e complice un pc più potente appena acquistato, mi sono quindi avventurato nuovamente tra le varie quest del titolo targato Bethseda, invogliato per lo più dall'espansione e mezza contenuta nella "confezione nera".
Con mio sommo stupore, pur avendo intrapreso nella scelta del personaggio una sana svolta dark, rispetto a quello costruito nella versione X360 (da imperiale ad elfo oscuro), ho notato che non vi sono differenze sostanziali nell'approccio della partita. Ho le stesse armi, le stesse magie. Certo, ho delle skill di partenza un pò diverse. Niente che con il passare del tempo però non si possa cambiare. Insomma.. per farla breve dopo nemmeno due orette mi sono ritrovato privo di stimoli ed annoiato di brutto.
Diversamente era andata con NWN2. Dopo l'uscita dell'espansione ho provato a giocarlo di nuovo e mi sono divertito.
Diversamente era andata con Diablo, con Sacred e con Titan Quest, che comunque hanno un taglio decisamente hack'n slash.
In conclusione, credo che un gioco di ruolo per essere considerato bello ha bisogno, ovviamente, di una trama solida ed appassionante, di tutti quegli annessi e connessi che tanto ci piacciono ma che debba essere anche rigiocabile e reinterpretabile.
Altrimenti diventa una avventura grafica in terza persona con elementi di azione.