É di qualche ora fa la notizia che una delle community di maggiore importanza legate a Tabula Rasa, il MMORPG concepito da Richard Garriott e pubblicato lo scorso Natale, ha chiuso baracca e burattini e ha abbandonato la collaborazione con lo staff di Flying Lab. Gruppi come l’Alpha Wolf Pack sono in genere considerati molto importanti dagli sviluppatori perché, in titoli con una lunga fase di postvendita quali sono i MMO, la passione che contraddistingue queste persone li porta ad occuparsi attivamente del gioco molto prima che arrivi sugli scaffali dei negozi. Partecipano alla beta ed entrano in stretto contatto con gli sviluppatori per aiutarli a risolvere i problemi che affliggono il gioco cercando di produrre nuovi contenuti in grado mantenere la (in questo caso esigua) base giocante. Segnalazioni su bachi, sbilanciamenti di classe e consigli sugli strumenti utili a fare la felicità della community è il loro pane quotidiano che nella stragrande maggioranza dei casi permette di risollevare le sorti di un prodotto. Quando questo nocciolo duro di utenti getta la spugna a causa delle orecchie da mercante dei programmatori, il gioco, nella quasi totalità dei casi, è condannato a un rapido oblio, tanto più veloce quanto più il suo sviluppo è basato sulla sottoscrizione mensile da parte della community stessa. Anche se non mi sono mai occupato di un MMO come betatester mi è venuto da riflettere su quali possano essere le sensazioni di chi ha dedicato così tante ore (gratuitamente) per il bene di un prodotto che, alla fine, chiude la sua vita commerciale nell’arco di pochi mesi.
E voi: pensate mai al fatto che un bel giorno, per un motivo o per l’altro, qualcuno potrebbe staccare la spina del server su cui avete sudato lacrime e sangue?