L'inizio è devastante: la presentazione della famiglia, gli scherzi tra gli adolescenti, il pranzo, i rimproveri sugli studi e subito dopo il suono del campanello esplode letteralmente l'inferno.
Lucie è un demone, il suo ingresso ricorda un pò Alta Tensione, ma se lì la violenza dell'assassino è volutamente ricercata ed estremizzata (v. la decapitazione sulle scale con la cassettiera) qui è tutto tremendamente reale. Il fucile spara ed ogni colpo distrugge sempre di più il quadretto creato fino a pochi secondi prima. Le vittime si ritrovano inermi di fronte alla furia e non è tanto lo sparo al ragazzino a sconvolgere quanto la fine della povera sorella: poteva morire al primo colpo, invece la vediamo strisciare impotente fuori dal letto nella disperazione più totale, e noi come lei cominciamo a chiederci "PERCHE'?!".
Poi tutto si capovolge: è cosa "normale" inquadrare il carnefice nel ruolo del cattivo, proviamo quasi odio per lui, specie in una situazione come questa dove tutto appare tremendamente insensato e folle, ma dopo pochi minuti ci ritroviamo nei suoi panni, cominciamo a vivere il dramma interiore di Lucie e scopriamo il movente del suo gesto.
Quasi riusciamo a giustificarla, ma Anna ci riporta nel ragionevole dubbio, viene fatta luce sulla pazzia dell'amica (che già fa capolino agli inizi del film) e il testimone viene passato a lei.
La martirizzazione di Anna è lenta, fredda e metodica fino alla totale rassegnazione. Qui crollano tutti i paragoni con altri torture-porn (Hostel ecc.), quando si sente il rumore del carrellino metallico che si avvicina non significa l'arrivo di nuovi fantasiosi stratagemmi di tortura, ma il susseguirsi di una violenza fisica e psicologica che non punta a disgustare lo spettatore ma che attacca direttamente l'animo.
Oramai non esiste più umanità, anche noi arriviamo ad accettare il dolore di Anna e ci chiediamo soltanto come tutto questo può finire.
Il suicidio della folle leader della "setta" chiude il film in maniera scioccante come la lama di una ghigliottina. Qualsiasi tentativo ulteriore di "rappresentare" o descrivere la visione sarebbe stato eccessivo e fuorviante perchè è proprio l'enigmaticità il fine, non c'è una risposta.