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  1. #1
    La Nebbia
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    Predefinito BASEBALL:italiano e stranier

    Ragazzi cosa ne pansate di questa I.B.L "la vecchia A1",secondo voi ci sono stati cambiamenti ho è solo marketing?Cosa ne pensate dei play off col girone all'italiana?E sul fatto che metà squadra deve essere ASI (atleti scuola italiana)?Dai su rompiamo un oò il ghiaccio e dice ciò che volete.

  2. #2
    La Nebbia
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    Predefinito Re: BASEBALL:italiano e stranier

    Questa è la classifica finale della I.B.L Regular Season





    Squadra
    1°ITALERI BOLOGNA
    2°DANESI CAFFE' NETTUNO
    3°MONTEPASCHI GROSSETO
    4°SAN MARINO
    5°CARIPARMA PARMA
    6°0TELEMARKET RIMINI
    7°ANGELIS RIMORCHI GODO
    8°POTOCCO RANGERS REDIPUGLIA

    LA TOP TEN DEI GIOCATORI PIU’ COMPLETI
    (dove si tiene conto della battuta, del gioco sulle basi e dell’espressione difensiva):

    1) RICHARD AUSTIN. Quando si presenta lui nel box di battuta, i lanciatori impallidiscono. O sono assaliti da improvviso batticuore. Un mancinone, l’americano nato trent’anni fa nello stato di New York, con un fisico che incute paura. Alto 1,90 per 95 chili, il “cleanup” della Fortitudo Bologna ha un imperioso swing. Che fa male, molto male, soprattutto quando ci sono compagni sulle basi. E’ un autentico “uomo delle pulizie”. Sparecchia le basi come ho visto fare da pochi altri. Il lanciatore che gli tira una dritta veloce, magari un po’ altina, si aspetti… il fuoricampo. Austin è stato il re degli homeruns(10), primo anche per “punti battuti a casa” (50), per slugging pct (652), per punti segnati (43) e per totale basi conquistate (105).Terzo in media-battuta (366) e quarto nella graduatoria della On base pct (475). Alla sua prima stagione italiana, Richard ha sfiorato la Tripla Corona. Il suo giro di mazza ricorda in un certo senso quello di John Skuddy, altro americano che giocava a Bologna e che vinse lo scudetto del 1984 con la Fortitudo targata Be.Ca. Austin, utilizzato prevalentemente esterno centro ma anche a destra, si è ben destreggiato pure in difesa facendo registrare in regular season una media di 972.

    2) GIUSEPPE MAZZANTI. Il bomber del Nettuno, immagine di potenza, passione, aggressività, ha vinto la classifica della media-battuta con uno straordinario 392 di average. L’anno scorso aveva vinto De Biase con 360. E’ un battitore totale, Mazzanti. Capace di battere duro in qualunque posizione del campo. Pur essendo giocatore di notevole stazza, sa essere dinamico e abbastanza agile. Molto cresciuto in difesa, a protezione dell’angolo caldo di terza base: in questi anni è migliorata la sua tecnica nelle prese sul lato destro. Molto coordinato anche in prima base. Ha chiuso la regular season con 973 di media-difesa. E’ indubbiamente l’uomo-chiave del Nettuno.

    3) CLAUDIO LIVERZIANI. Intelligente, esperto, completo. Soprattutto giocatore prezioso, sempre e comunque. Sa quel che deve fare, in ogni occasione. Grande controllo, della situazione e dei nervi. Batte 352, con uno slugging pct di 560 e una percentuale d’arrivi in base di 506. Perfettamente a suo agio nello spot numero 3 dell’ordine di battuta della Fortitudo, avendo bomber Austin alle sue spalle. Grande occhio, si guadagna basi su ball e non va quasi mai strikeout. Uno dei pochi mancini a battere bene e con regolarità contro i lanciatori mancini. In difesa è insuperabile. Spettacolare e perfetto all’esterno destro, dove copre una vasta zona e va ad artigliare palle quasi impossibili o “contiene” in singoli potenziali doppi, Claudio è sicurissimo anche quando viene utilizzato in prima base. I suoi numeri difensivi dicono: 139 potouts, 13 assistenze, nessun errore. L’ultima volta che ho visto Liverziani commettere un errore in difesa è stato due anni fa, anche più. Fisico armonioso, gambe che corrono ancora molto bene. Ho collocato nei primi due posti Austin e Beppe Mazzanti per premiare sia il re dei fuoricampo sia il vincitore della media-battuta, ma… in realtà il primo posto - per la completezza, per l’efficacia, per la sostanza, per l’utilità - lo avrebbe meritato proprio Claudio Liverziani. Da anni il miglior giocatore di scuola italiana.

    4) WUILLIAMS VASQUEZ. Il più importante acquisto realizzato dal San Marino sul mercato, l’inverno scorso. Ha confermato d’essere battitore efficacissimo e regolare: secondo in media-battuta dietro a Mazzanti con 380 di average, terzo per arrivi in base (485 di percentuale) e per numero di basi conquistate (8. Difensivamente valido, un jolly che può ricoprire le tre posizioni dell’esterno ed essere eventualmente utilizzato anche come interno.

    5) JAIRO RAMOS. Smaliziato, concreto, opportunista. Talvolta dà la sensazione di gigioneggiare un po’. Ma quando serve, Jairo c’è. Quando c’è da ribaltare una partita con un fuoricampo, magari agli extrainning, Jairo c’è. Numeri: 342 di average, 555 di slugging pct, 40 punti battuti a casa,7 fuoricampo, 86 il totale basi. Appartiene a quella categoria di giocatori esperti e scaltri che sanno stare in campo e che lasciano il segno, come i suoi compagni di squadra Kelli Ramos, Marval, Mikkelsen. Prima base del Grosseto campione d’Italia, Jairo Ramos ha chiuso la regular season con 980 di media-difesa.

    6) JOHNNY CARVAJAL. Il vecchio drago venezuelano ha firmato un grande campionato. Poteva diventare frustrante per uno come lui giocare nel Redipuglia e non vincere mai (o quasi), invece non si è tirato indietro. Anzi, partita dopo partita, ha giocato con sempre più entusiasmo ed energia. Risultando un esempio importante per i Rangers. Ha tallonato Austin nella graduatoria dei fuoricampo (Carvajal ne ha fabbricati 9) e si è collocato in seconda posizione (ancora alle spalle di Austin) nel totale basi (92) Ha difeso abbastanza bene l’angolo caldo, destreggiandosi anche come interbase. Un giocatore, chiaramente, da squadra superiore.

    7) ORLANDO MUNOZ. Ecco un altro veterano. Passano gli anni, ma Orlando è sempre protagonista. Perché “vede” il gioco, ha tecnica limpida, cura molto bene il suo fisico, gira ancor molto efficacemente la mazza (357). Terza base del Cariparma, appena 4 errori in 42 partite. Media difesa 978.

    RAUL MARVAL. Colonna della difesa del Montepaschi Grosseto. Per manager Mazzotti un interbase così è una garanzia: 33 po, 90 assistenze, 5 errori. E un buon 337 di media-battuta. E’giocatore di sostanza, di quelli che danno equilibrio ad un gruppo. Costretto a saltare 13 partite per infortunio, e senza di lui la difesa dei maremmani campioni d’Italia non aveva la stessa solidità. Ha un grande pregio, Raul Marval: in attacco non va mai strikeout. Soltanto 4 le volte che è stato eliminato al piatto in 101 turni alla battuta.

    9) IGOR SCHIAVETTI. E’ il capitano del Nettuno e sa stare in campo da vero capitano. Un leader. Temperamento, orgoglio, coraggio, carattere. Problemi fisici lo hanno condizionato, infatti ultimamente era stato impiegato da “battitore designato”, ma Igor rimane in assoluto il miglior interbase di scuola italiana del campionato. Se la cava benone anche in terza. Che bel diamante potrebbe avere il Nettuno, con Giuseppe Mazzanti in prima base, Renato Imperiali in seconda, Schiavetti in terza e Ugueto shortstop! Notevole il salto di qualità che il trentaduenne interno nettunese ha prodotto in attacco rispetto alla stagione scorsa: un anno fa Schiavetti batteva 244, quest’anno ha chiuso la regular season con 339 di average, 22 punti battuti a casa, 52 totale basi e soltanto 8 strikeout subìti.

    10) a pari merito: il poderoso e cresciutissimo LEONARDO ZILERI (Cariparma) 329 di average e 960 di md all’esterno centro, e il concreto MIKE LOCKWOOD (Godo) 7 fuoricampo e 537 di slugging.


    ROOKIE DELL’ANNO

    Renato IMPERIALI, 19 anni, prodigio nettunese. Compie un doppio salto, dalla serie B (promosso in A2) alla IBL. Non fa in tempo ad affacciarsi alla prima squadra del mitico Nettuno che già… si trova gettato in mischia. Al centro del diamante. Nel ruolo difensivo più difficile e impegnativo, quello di interbase. Stupisce tutti: per l’aggressività e il rendimento nel box di battuta, e per la sicurezza in difesa. Poi torna Schiavetti a riprendersi il suo vecchio ruolo (e successivamente Ugueto, il sostituto di Menechino), cosicché Renatino viene spostato in seconda base. Che è la stessa posizione di suo fratello maggiore Francesco nel San Marino. Titolare inamovibile, Renato Imperiali: 304 di media-battuta, 20 punti battuti a casa, 3 fuoricampo, 464 di slugging, 974 di media-difesa (61 po, 90 assist, 23 doppi giochi, solo 4 errori): ma dove lo trovate un altro debuttante così, che veniva dalla B (il Nettuno2) ed aveva appena diciannove anni? Bravo Renato. Ma molto bravo anche il suo allenatore Ruggero Bagialemani, che questi giovani talenti di scuola italiana (o meglio, di scuola nettunese) li scopre e li lancia. Un buon manager si vede anche da queste cose.


    LANCIATORE RIVELAZIONE

    TIAGO DA SILVA. Come vivere dentro una favola. E’ la storia di un ragazzo, ora ventitreenne, che arrivò giovanissimo in Italia. Dal Brasile. Con una valigia piena di sogni. E tanto talento per il baseball. Era la primavera del 2005. In Venezia Giulia scoprì Redipuglia, la sua prima squadra italiana. E scoprì anche l’amore. Tiago e la sua Katia si sposarono presto. Poi lei, Katia Boscarol, ebbe un’offerta importante dalle San Marino Hornets. Lui l’ha seguita: si sono trasferiti in Romagna dove Tiago ha trovato un ingaggio in A2, a Marina di Ravenna. Con la casacca dei Marina Waves ha giocato molto bene da interbase la stagione scorsa ed è stato micidiale come battitore: 384 di average, con 21 punti battuti a casa. Non lanciava, non poteva salire sul monte in A2 (era straniero), e non mi risulta che avesse lanciato nei due campionati di A2 con Redipuglia. Dunque, ha del clamoroso il rendimento che Tiago (da quest’anno tesserato come oriundo) ha prodotto nel suo primissimo campionato di massima serie. Di colpo, sale in A1, sale sul Titano, sale sulla collinetta e da debuttante confeziona una stagione da 1.92 di media-pgl, con 69 strikeout e appena 12 basi su ball in 65.2 inning. Mette in difficoltà i battitori con quel suo strano caricamento (lancia di tre quarti, con una sorta di “hesitation”), tecnica imparata da ragazzetto in Giappone. Magistrale il “cambio di velocità” di Tiago, l’esordiente che concede ai battitori appena 173 di average. Indiscutibilmente è lui la rivelazione dell’anno sul monte di lancio.

    LA TOP TEN DEI LANCIATORI


    1) GUSTAVO MARTINEZ. Rimini ha scoperto in ritardo di avere un fenomeno. Decisamente il miglior pitcher della IBL 2008. La palla più veloce del campionato (anche per via del lungo stop di Figueroa). Ha concluso la sua prima avventura italiana con 1.17 di media PGL, e 88 strikeout in 76.2 riprese lanciate. Concedendo ai battitori avversari una media di 184.

    2) CODY CILLO. Bologna ha davvero investito bene sull’ex del Godo. Nove partite vinte e soltanto 1 persa con la casacca della Fortitudo, e 1.34 di media pgl. Cillo è lanciatore di controllo, fastidioso per i battitori per quel suo tipo di lancio da tre quarti. Discreta velocità, ha uno slider che manda fuori tempo i battitori.Cody fa buon uso anche di una sinker che crea problemi ai battitori destri.

    3) CARLOS RICHETTI. Da “italianizzato” fa la differenza per il Nettuno nelle partite dei lanciatori italiani. Ha vinto la classifica degli strikeout: 96 in 93.1 rl. Tira a 90 miglia e anche oltre, quest’anno ha migliorato decisamente il suo controllo, quand’è in giornata diventa difficile per chiunque batterlo. Anche Richetti ha un record di 9-1. Come Cillo.

    4) JESUS MATOS. Il dominicano di San Pedro de Macoris è alla sua quinta stagione bolognese. Non è più il pitcher dominante dei primi anni, ma resta affidabilissimo. Qualche strikeout in meno rispetto al passato, però la solita sicurezza e forse un maggiore senso tattico. 7 partite vinte, 2 perse, 2 salvezze.

    5) KYLE COLLINA. Il Godo ha avuto il merito di portare in Italia questo lanciatore molto interessante, che ha chiuso la sua stagione con una strepitosa “no hit”. Impressionante inoltre quel solo 149 di media-battuta concessa agli avversari. Se diventa oriundo, sarà l’uomo-mercato del prossimo autunno-inverno.

    6) LINCOLN MIKKELSEN. Il “professore”. Tanto mestiere, tanta intelligenza. Mescolando abilmente i lanci in suo possesso. Leader e punto di riferimento importante per il Grosseto. La sua sapienza tattica e il suo orgoglio potrebbero avere un notevole peso nei playoff, dove i “duri” emergono.

    7) GIOVANNI CARRARA. Per l’ex-major leaguer, stella del Nettuno, vale lo stesso discorso fatto per Mikkelsen. Carrara, che nei suoi anni ruggenti ha lanciato anche per i Los Angeles Dodgers, ha anche più classe di Mikkelsen (ma minore autonomia).

    CHRIS COOPER. Questo oriundo, che a Grosseto ha vinto 6 partite esattamente come Mikkelsen, è stato l’uomo della provvidenza per Mauro Mazzotti: gli ha risolto diversi problemi nel lungo periodo dell’emergenza del mound grossetano.

    9) BRIAN LOONEY. Il mancino del Connecticut è uomo di vastissima esperienza e di notevole classe. Rilievo e closer di grande concretezza. Lanci di qualità.

    10) a pari merito: EMILIANO GINANNESCHI (Grosseto) e FABIO BETTO (Bologna): due veterani che sanno dove piazzare la pallina e come mettere a disagio i battitori avversari. Dove non arrivano più con la velocità, arrivano con l’intelligenza e con l’orgoglio.
    ARTICOLO DI di Maurizio Roveri baseballitalia.it
    Ultima modifica di Babbo; 06-08-08 alle 13:58:32 Motivo: errore

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