La mattina di domenica
25 luglio, dopo essersi recato regolarmente nel suo studio di
Palazzo Venezia per occuparsi degli affari correnti, Mussolini chiede al sovrano di poter anticipare l'abituale colloquio del lunedì, e accetta di presentarsi da questi, giungendo alle ore 17 a Villa Savoia (oggi
Villa Ada). Vittorio Emanuele III comunica a Mussolini la sua sostituzione con
Pietro Badoglio, garantendogli l'incolumità. Mussolini non era però al corrente delle reali intenzioni del monarca, che aveva posto sotto scorta il Capo del Governo e aveva fatto circondare l'edificio da duecento
carabinieri.
Il tenente colonnello
Giovanni Frignani,
[98] che coordinava l'operazione, espone telefonicamente ai capitani
Paolo Vigneri e
Raffaele Aversa gli ordini del re. I carabinieri fanno salire Mussolini in un'autoambulanza della
Croce Rossa, senza specificargli la destinazione ma rassicurandolo sulla necessità di tutelare la sua incolumità (pomeriggio del
25 luglio). In realtà,
Vittorio Emanuele III aveva ordinato di arrestare Mussolini.
[99]
L'
armistizio fra l'Italia e gli Alleati firmato il
3 settembre e reso noto la sera dell'8
senza delle precise istruzioni per le truppe italiane, lascia nella confusione più totale un Paese già allo sbando. L'Italia si spacca, in quella che è stata poi definita una
guerra civile, tra coloro che si schierano con gli Alleati (che controllano parte del Meridione e la Sicilia), e coloro che invece accettano di proseguire il conflitto a fianco dei tedeschi (che hanno intanto occupato gran parte della penisola).
Frattanto il re, con parte della famiglia, Badoglio ed i suoi principali collaboratori,
fugge in Puglia, ponendosi sotto la protezione degli ex nemici: lì costituisce un governo sotto supervisione alleata, che dichiarerà guerra alla Germania il
13 ottobre.
Mussolini subito dopo il suo arresto è dapprima trattenuto in una caserma dei carabinieri a Roma, in seguito viene trasferito nell'isola di
Ponza (dal
27 luglio). Ma i tedeschi sono sulle sue tracce. Per depistarli, viene portato sull'isola della
Maddalena (7 agosto - 27 agosto 1943) ed infine a
Campo Imperatore sul
Gran Sasso, in un luogo ritenuto inattaccabile dall'esterno.
Ma il 12 settembre venne liberato da un commando di paracadutisti tedeschi (Fallschirmjäger-Lehrbataillon) guidati dal capitano delle SS Otto Skorzeny.