Avevo già provato questo gioco quando era nuovo, e si era guadagnato anche una pagina del Talent Scout su TGM, ma l’interesse si è ridestato quando, all’indomani della loro comparsata al Gamecon 2007 a Napoli, gli autori hanno rilasciato una nuova versione de I Misteri di Maggia, anche se l’unica differenza notevole che ho riscontrato è una nuova funzione, comunque abbastanza utile (se ne parla proseguendo). Certo è che, oggi come allora, resta un prodotto molto difficile da giudicare.

Maggia è un paese del Canton Ticino, nella regione di lingua italiana della Svizzera, non lontano da Locarno. Il protagonista si è appena trasferito nella casa ereditata dal classico lontano parente recentemente scomparso, e trova alla porta una foto che lo invita ad andare a controllare una vecchia casa abbandonata nelle vicinanze. Lì riceve i primi indizi di quella che si trasforma presto in una caccia al tesoro, i cui indizi sono sparsi per l’intera Maggia. Curiosamente, qualche leggenda relativa a una presenza dei Templari a Maggia sembra che esista, ma ovviamente qui la fantasia viene portata al massimo per esigenze ludiche (wow, la tomba di Goffredo di Buglione in un piccolo cimitero del paese!). Si tratta di un’avventura in stile Myst, per cui si osserva tutto dagli occhi del personaggio e ci si sposta per schermate fisse, con un cursore “intelligente” che cambia a seconda della possibilità di movimento o interazione possibili in una data schermata. L’inventario appare trascinando il cursore del mouse in alto; oltre a questo ci sono i classici comandi per salvare, caricare e uscire, e poco altro. Il primo elemento che salta agli occhi è che le schermate sono tutte fotografie: a partire dalla casa del protagonista, una quantità tendente a infinito di scatti copre ogni angolo di Maggia e dintorni. Il solo pensiero dell’impegno che deve essere stato speso nel fare così tante foto e selezionarle è da mal di testa.

Dopo questo primo impatto, però, iniziano a rendersi evidenti grossi problemi, alcuni tipici del sottogenere di avventura di cui IMdM fa parte, altri semplicemente del gioco stesso.
Prima di tutto, è facilissimo perdere l’orientamento. Nonostante le tante foto, spesso non è chiaro se l’ultimo comando ha causato una rotazione dello “sguardo” di 90 gradi o di 180, portando alla possibilità di muoversi in direzioni del tutto sbagliate, di girare in tondo, o di non trovare il passaggio che porta in qualche locazione importante. Col tempo si fa l’abitudine, trovando anche alcuni punti di riferimento, un po’ come quando ci si trova ad andare a vivere in un posto del tutto nuovo nella realtà, ma resta un grosso problema, considerata anche la scelta infelice di alcune angolazioni – c’è un passaggio dove ho imprecato per quanto fosse poco visibile una cappelletta da cercare, oltretutto rispetto alla vecchia foto della stessa che si può vedere ad un certo punto del gioco, davanti ci sono cresciuti dei piccoli cipressi! Non sorprende quindi che la mappa da comprare al Comune presenti, in questa versione più recente, la possibilità di “teleportarsi” direttamente in un luogo importante – attenzione però, bisogna averlo raggiunto una prima volta perché sia aggiunto alla cartina.
La concezione degli enigmi è una delle cose mi piace meno: nel più dei casi si tratta di puzzle nel senso più stretto della parola. Ci sta anche che, dovendo esserci un tesoro ben nascosto e che nessuno in diversi secoli è riuscito a ottenere, non sia facile decifrare gli indizi, alcuni sono anche piacevoli per spremere le meningi, e la loro concatenazione nel fluire della vicenda è ben studiata; ma spesso ci si trova a che fare con successioni di enigmi davvero astrusi, tanto che l’inclusione di una guida completa nel download fa pensare che gli autori stessi si siano resi conto di avere creato puzzle dove era facile bloccarsi. Non va meglio quella manciata di enigmi “normali”, che spesso coinvolge oggetti random piazzati nei luoghi più improbabili, e orrendamente sovraimpressi alle foto. Come esempio topico, citerò

Spoiler:
una bombola di ossigeno dimenticata… nel cavo di un tronco d’albero nel bosco.


Per non parlare di un’altra situazione assurda, all’inizio, dove

Spoiler:
il numero di carta di credito da inserire… si trova osservando uno dei graffiti nel sottopassaggio. La logica di tutto questo?


A questi buchi di logica si affianca una sceneggiatura che, oltre a una distribuzione molto discontinua – un capitolo è lunghissimo, il successivo si tratta di risolvere un enigma, uscire di casa, ed è già finito – nelle ultime fasi di gioco prende una svolta piuttosto sciocca, persino nei dialoghi. Si risolleva, però, in un finale davvero sorprendente (e aspettate anche dopo i titoli di coda).
Non si può non notare, poi, l’incredibile pesantezza del gioco. Va bene le tantissime foto, ma non è che siano di altissima qualità, si nota in particolare dentro una delle chiese. Ci sono poi alcune sequenze in Flash, alcune musiche midi tra l’altro ripetitive, alcuni filmati di bassissima qualità fatti probabilmente con la stessa macchina fotografica digitale, e pochissimi dialoghi parlati di cui, vista la qualità della recitazione, non si sentiva la mancanza… Eppure il download è di circa 400 mega. E, per quanto vecchio possa essere il laptop su cui lo ho giocato, notare un evidente lag del cursore negli unici casi di animazione nel gioco, ovvero quando è utilizzato uno scadente effetto di movimento dell’acqua, fa sorgere seri dubbi sulla qualità del programma Adventure Maker utilizzato per crearlo.

Eppure, il gioco trasmette uno strano fascino che mi ha portato avanti, forse dovuto alla sua ambientazione reale. Per poter scattare foto in determinati luoghi, erano necessarie delle autorizzazioni; l’impegno ha permesso agli autori di entrare in uno dei campanili, e li ha portati addirittura a trovare degli sponsor, creando il gioco ufficiale di Maggia – originariamente, il suo sito si trovava sotto quello del Comune. In alcuni luoghi si possono trovare guide e depliant interamente scannerizzati e leggibili nella loro interezza, oltre a fornire indizi sono letture interessanti di per loro. Tutto IMdM è, di fatto, un incrocio fra Myst e un tour virtuale, solo che il primo aspetto è molto inferiore rispetto al secondo. Davvero difficile da consigliare: anche con la soluzione alla mano, i problemi di orientamento lo rendono adatto solo ai più pazienti, ma resta un esperimento lodevole, anche se è riuscito solo a metà. Da notare la più recente versione, per IPhone e Ipod Touch, anche se finora sono stati rilasciati solo i primi capitoli.


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Da tempo è in progetto un gioco ambientato non solo a Maggia, ma anche nei paesi circostanti. Nulla per cui trattenere il fiato visto che, stando al grafico pur aggiornato a metà 2008, storia ed enigmi sono già decisi ma il resto è ancora tutto da produrre.