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Discussione: True Grit - J&E Coen

  1. #1
    Ken Shabby
    ospite

    Predefinito True Grit - J&E Coen

    http://www.youtube.com/watch?v=uco41pOKeJg
    Trailer di True Grit, di Joel e Ethan Coen.
    Come l'omonimo del 1969 con John Wayne, il nuovo film dei Coen è tratto dal romanzo (1968 ), altresì omonimo, di Charles Portis.
    Storia di vendetta, manco a dirlo, sangue, west, Coen.
    Come dire di no?

  2. #2
    Il Nonno L'avatar di Seblon
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    Grandissimo dude! Ma sono di parte; dai Coen voglio avere un figlio. Trailer al solito magnifico.

  3. #3
    Il Nonno L'avatar di TheAgentZero
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    come al solito,quando si parla di un film dei Coen,non vedo l'ora che esca!Intanto il 9 dicembre mi faccio un aperitivo vedendo al cinema il grande lebowski

  4. #4
    La Borga L'avatar di oas
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    Non vedo l'ora

  5. #5
    Ken Shabby
    ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Seblon Visualizza Messaggio
    dai Coen voglio avere un figlio
    Che immagine celestiale, il momento del concepimento

  6. #6

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    Waagh ma esce a fine febbraio.... io lo volevo come film di natale

  7. #7
    Sparring Pippomassonico L'avatar di Ceccazzo
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    ehhh figurarsi

  8. #8
    La Borga L'avatar di bado
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    Lo attendo con ansia.

  9. #9
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di shen_long
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    C'è anche il theatrical trailer comunque

    http://www.youtube.com/watch?v=5GkAH7IUWOE

    Ma entrambi i trailer rendono meglio in hd. Stramegasbav

  10. #10
    Vitor
    ospite

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    come si fa fino a febbraio

  11. #11

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    Ormai lo piazzano un po' ovunque Jeff Bridges.

    Prima mi lamentavo che non lo facessero lavorare abbastanza, adesso ha quasi rotto il cazzo.

  12. #12

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  13. #13
    L'Onesto L'avatar di AVDF
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    speriamo bene... Seriuos Man non l'ho sopportato

  14. #14
    Il Nonno L'avatar di Seblon
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    Dal trailer diventa ovvio il disinteresse nella ricostruzione dell'ovest amerengo in quel del fine ottocento/primi novecento (tanto è già stato detto tutto, tanto vale attingere dai migliori). Ovvio invece, dal trailer e dalla conoscenza registica, l'importanza dei rapporti umani insita fra agonisti e antagonisti. Ogni film dei Coen è fatto da almeno un buono e solitamente da più cattivi uno più cattivo dell'altro. L'utilizzo degli stereotipi western rappresenta un tabula rasa a cui già si sono spesso avvicinati. Dipende a voi distinguere la comunità chiusa dentro se stessa dalla microdimensione sociale.

  15. #15
    Davidian
    ospite

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    Che bella fotografia....

  16. #16
    Il Nonno L'avatar di Seblon
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    Citazione Originariamente Scritto da Davidian Visualizza Messaggio
    Che bella fotografia....
    Concordo; bella fotografia. Lo abbiamo già detto. Sopra. Come se uno si accontentasse di essere accontentato.. Questione d'urgenze.

  17. #17
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di shen_long
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    Predefinito Riferimento: True Grit - J&E Coen

    Il titolo italiano: Il Grinta
    Va bene che è un remake ma almeno stavolta potevano lasciare il titolo originale

  18. #18
    Lo Zio L'avatar di hicks
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    Predefinito Riferimento: True Grit - J&E Coen

    Che dire..Lo aspetto,anche se avrei preferito qualcosa di piu originale visti i soggetti coinvolti...ma vedere nuovamente bridges e i coen lavorare insieme mi fa scendere una lacrimuccia..

  19. #19
    Vitor
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    Predefinito Riferimento: True Grit - J&E Coen

    riusciranno nell'impresa di rendermi meno insopportabile Damon?

  20. #20
    Il Nonno L'avatar di Coma White
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    Predefinito Riferimento: True Grit - J&E Coen

    Mah, mi sembra che i Coen si siano buttati su un territorio già spianato (per non chiamarlo clichè)...

    Preferisco un film che non mi piace ma che almeno propone qualcosa di nuovo (A Serious Man).

    Cmq vedremo..

  21. #21
    alberace
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    Predefinito Riferimento: True Grit - J&E Coen


  22. #22
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: True Grit - J&E Coen

    Ascoltare Joel e Ethan Coen che parlano della realizzazione del loro nuovo film, True Grit (NdT In italiano Il Grinta), uscito il 22 dicembre negli Stati Uniti, è un esercizio di assoluta passività. I fratelli Coen hanno letto il romanzo di Charles Portis su una giovane, intrepida donna decisa a vendicare la morte del padre, gli è piaciuto e lo hanno adattato per lo schermo. O, per dirla con le parole di Ethan in occasione di una recente conferenza stampa al Four Seasons di Los Angeles, «il film l’abbiamo tirato fuori dal libro».

    Quanto alla precedente versione cinematografica del libro – uscita nel 1969 e diventata famosa per l’unico Oscar assegnato a John Wayne in carriera – non si sono nemmeno presi la briga di riguardarla dopo averla vista quando erano ragazzi. «È strano», dice Joel durante una intervista concessa in una delle suite dell’albergo, con il corpo smilzo e dinoccolato allungato su un divano e una delle sue interminabili gambe su un tavolinetto.

    Con gli occhiali dalla montatura pesante, la barba grigia e poco curata e i capelli spettinati, ha l’aria di un professore durante la pausa per il caffè. «Durante la produzione ricordo che un paio di volte ho detto ‘si’, dovrei noleggiare il dvd e guardarmelo’. Ma poi non l’ho fatto. È veramente buffo. Sembra incredibile, ma alla fine non abbiamo trovato il tempo e la voglia di guardare il primo film tratto dal l i bro».

    «Già», annuisce Ethan, il più silenzioso dei due, che, con i capelli ricci e corti e un paio di occhiali meno vistosi, somiglia più ad un laureando. «Evidentemente non ci interessava abbastanza». Ma prendere i Coen alla lettera significa farsi coinvolgere dalla loro eccentrica, cerebrale follia. Dopo tutto, sono i maestri dell’ironia cinematografica e dell’umorismo minimalista, appena accennato, i cui film e personaggi – Margaret Gunderson in Fargo (1999), Larry Gopnick in A Serious Man (2009) – si muovono sempre lungo il confine che separa l’assoluta serietà dall’isteria.

    C’è sempre una beffa, per quanto dissimulata, che chiarisce il significato nascosto delle cose. O, come accade ora, ne evidenzia la mancanza di significato. Anche se, ne convengo, di persona è difficile individuare la beffa. I fratelli, che sono cresciuti in una famiglia di professori nel Minnesota e hanno entrambi prestigiose lauree (Ethan ha studiato filosofia a Princeton e Joel ha studiato cine- ma alla New York University) appaiono molto seri, persino onesti quando dicono che non guardano mai i loro film per «mancanza di interesse» e che la storia della loro collaborazione professionale è «noiosa».

    Tra i due risponde sempre quello che ritiene la domanda più vicina alle sue corde. Naturalmente al- la domanda se nella loro filmografia c’è stata una evoluzione, consapevole o meno, hanno risposto che non lo sanno. E non sembra importargliene più di tanto. Ma è difficile non avvedersi che con Il Grinta hanno imboccato una strada nuova, forse conseguenza di una maturazione.

    Insomma per questi due sceneggiatori-registi che masticano e producono cinema dalla metà degli anni ’80, True Grit è quanto di più vicino ad un film serio, non ironico. State pur certi, comunque, che nel film c’è molto dello stile dei Coen, del loro piacere per l’assurdo, per lo più nei dialoghi che sono un qualcosa a metà strada tra la Bibbia e il gergo dei cowboy (particolarmente divertente è Matt Damon nei panni del Ranger), ma molti sono i punti in cui il film sembra in tutto e per tutto un western.

    Per lo più la violenza non è divertente. E l’eroina del film – interpretata dall’esordiente Hailee Steinfeld – è un personaggio molto più carnale e sanguigno di quanto non fosse la stravagante caricatura di Jeff «Il Drugo» Lebowski. A proposito di Jeff Bridges che ha reso immortale l’hippie filosofo in Il grande Lebowski (199, compare anche in Il Grinta nel ruolo di Rooster Cogburn, uno scontroso sceriffo che domina lo schermo con la sua fisicità da orso e una voce che sembra il rumore di una manovella non oleata o non utilizzata da decenni.

    «Era perfetto per questa parte», dice Joel e già corre voce di una candidatura all’Oscar. La spiegazione di Ethan è più alla Coen: «Sapevamo benissimo che avremmo ancora lavorato insieme. Nei film di questi ultimi anni non c’era mai una parte adatta a Jeff. Questa volta c’era». Ma Bridges ha fatto attenzione al fatto che stava per infilarsi negli stivali di John Wayne che nel cinema sono una icona?

    «Veramente no», dice Joel. «Sareste sorpresi nel sapere che nessuno di noi pensava mai al vecchio film». Alla conferenza stampa Jeff Bridges, che somiglia ancora molto a Bad Blake, il personaggio di Crazy Heart che gli è valso l’Oscar nel 2010, con la chioma fino alle spalle e una gran barba in- colta, ha detto chiaramente che i Coen avevano detto esplicitamente che volevano rifare non il film, ma il romanzo di Portis. «Ho letto il libro e ho capito cosa intendevano dire», ha detto Jeff Bridges con la sua voce profonda, quasi cavernosa.

    «È un libro meraviglioso e adattissimo a loro, ho pensato. Santo Dio, che personaggio straordinario! La maggior parte degli eroi dei western sono tipi taciturni e forti e invece questo è un chiacchierone rozzo e quindi divertente proprio per questo».

    A 26 anni dal loro debutto cinematografico – Blood Simple – «si dà per scontato che ci sarà un film dei Coen tra i candidati all’Oscar. Hanno vinto l’Oscar come migliore film e come migliore regia (Non è un paese per vecchi, 2007), i loro attori hanno trionfato più volte (Frances McDormand, moglie di Joel nella vita reale, con Fargo, Javier Bardem per Non è un paese per vecchi) e hanno ricevuto la nomination nelle principali categorie (Fratello dove sei?, 2000 e A serious Man, 2009).

    Sono i tipici intellettuali newyorkesi che Hollywood adora amare – più dello stesso Woody Allen ora che il suo cinema è diventato più freddo (ed è emigrato all’estero). Tenendo presente tutto questo, c’è da stupirsi che solo con Fargo, Oscar per la sceneggiatura originale nel 1996, l’insolito umorismo e la originale sensibilità dei fratelli Coen siano state accolte tra le mura vetuste dell’Academy Award.

    Fino ad allora erano stati outsider di talento, continuamente snobbati dai membri dell’Accademy malgrado alcune opere notevoli quali Arizona Junior (1987), Blood Simple (1984), Barton Fink (1991) e Crocevia della morte (1990). Il parere di Ethan su questo repentino mutamento di atteggiamento? «Sì,è molto strano». Joel: «Già, Chi ci avrebbe mai pensato!». Ethan: «Sì, e proprio strano. Una volta che sei entrato nell’Olimpo, fai un filmetto che parla di un tizio che fuma le canne con la signora Samsky (un personaggio di A Serious Man), fantastica di portarsela a letto e ti arriva subito la nomination per l’Oscar!».

    Ormai sono talmente legati alla cerimonia dell’assegnazione degli Oscar che la Paramount ha chiesto ai fratelli Coen se potevano accelerare la realizzazione di Il Grinta per farlo uscire in occasione delle vacanze e per candidarlo all’ennesimo Oscar. In sostanza la produzione è finita poche settimane prima dell’uscita nelle sale e i papaveri della Paramount non lo hanno nemmeno visto in anteprima.

    Il ritardo delle anteprime ha alimentato le voci secondo cui la Paramount teneva il film nel cassetto per altre ragioni e che se la faceva sotto vista l’attesa che c’era per il film da parte dei critici e di quelli che si dilettano in previsioni su chi vincerà l’Oscar. «Lo hanno deciso prima che iniziassimo le riprese dicendoci che volevano farlo uscire per Natale», dice Joel.

    «Abbiamo risposto che si poteva fare. I tempi erano stretti ma potevamo farcela. Poi abbiamo fatto le corse. Ma è una cosa interessante. La stampa diceva che ritardavamo l’uscita per accrescere l’attesa. E noi rispondevamo che il film non esisteva ancora». E ora che esiste? «Una volta che li abbiamo finiti non pensiamo mai ai nostri film», dice Ethan. «Pensiamo ai film in modo molto particolare mentre li stiamo girando, in sostanza pensiamo a come dobbiamo farli. Una volta fatti, sono fatti. Certamente non ci guardiamo indietro».

    Joel fa un cenno di assenso con il capo. «Quanto a Il Grinta non avremo nemmeno l’occasione di riguardarlo». Fa una pausa. «Dico sul serio».

  23. #23
    Il Nonno L'avatar di TheAgentZero
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    Predefinito Riferimento: True Grit - J&E Coen

    intanto il film vola negli USA,nella prima settimana di programmazione ha incassato 37 milioni di dollari,credo che nemmeno ai tempi di non è un paese per vecchi abbiano guadagnato tanto nella prima settimana.

  24. #24
    Harry_Lime
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    Già vedo la fila delle Major a voler rilanciare il genere western in grande stile per il biennio 2012/2013 se questo film ha il successo inaspettato che pare dimostrare. L'idea mi logora parecchio. Complice il poco appeal del genere, e la paura di sbagliare non solo al botteghino, ma anche nella critica, negli ultimi anni sono usciti pochissimi lavori, ma tutti qualitativamente validi. Se torna di moda, già mi intravvedo schiere di cloni di ombre rosse o remake di sergio leone in bullet time di dubbia qualità.

  25. #25
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    Non dimentichiamoci di Cowboys vs Aliens però!

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