Interpreti: Antonio Albanese, Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Paolo Villaggi, Francesca Inaudi, Chiara Noschese
Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart. Due che insieme proprio non te li immagini, in due ruoli che, almeno per me, sono qualcosa di nuovo rispetto alla norma. Il primo é uno sceneggiatore free-lance sociopatico e decisamente ******o, il secondo é un proprietario di un’officina/servizio limousine sboccato e di buon animo. Questioni di cuore, l’ultimo film di Francesca Archibugi, mette insieme due dei migliori talenti del cinema italiano e ci costruisce attorno una storia commovente e delicata. Conosciutisi in un pronto soccorso dove sono stati ricoverati entrambi per un infarto, i due attori gettano le basi di un’amicizia a tratti scanzonata e irriverente, ma solida e destinata a durare. Questa, però, é solamente la prima parte del film. Nella seconda parte infatti l’amicizia diviene qualcos’altro, un qualcosa che lentamente emerge fino alla conclusione della pellicola, prevedibile ma non per questo meno apprezzabile. Personalmente, non ho dubbi su a chi vada la palma del miglior attore: Kim Rossi Stuart dimostra di essere più di una spanna al di sopra di Albanese, che pure é bravissimo, ma é il primo che porta avanti il film descrivendoci il nascere di un “accordo” di cui non si parla mai ma che traspare nelle espressioni di Stuart. Narrare e descrivere un’idea, un progetto attraverso un’espressione non credo sia una cosa da poco e denota il talento dell’attore. E’ per questo che Kim Rossi Stuart risulta migliore nella recitazione di Albanese, riuscendo a far progredire la trama senza parlare. Verò é che il suo ruolo tende a renderlo più simpatico di Albanese agli occhi dello spettatore, e del resto le mie sono solo opinioni dettate dal gusto personale. Ma raccontare senza voce é qualcosa di estremamente difficile, solo espressioni, niente parole, e Stuart ci riesce perfettamente.
Non male gli altri attori, da segnalare un inutile (e personalmente, anche un po’ irritante) cameo di Carlo Verdone nei panni di se stesso (ma ce n’era veramente bisogno?) che sta lì quasi a ricordarci che un conto é campare di rendita senza rinnovarsi, anzi, peggiorandosi quando si prova a farlo, ed un conto é recitare. Altro cameo di Paolo Villaggio nei panni di un avvocato/iena, sicuramente più gradevole di quello di Verdone. Molto brava Micaela Ramazzotti che riesce in alcuni casi a rubare la scena ad Albanese, bellissima ma non altrettanto espressiva Francesca Inaudi.
Un film in cui si ride di gusto e ci si commuove, da vedere anche per notare ancora una volta quanta strada abbia fatto Kim Rossi Stuart da quando se ne andava in giro con il kimono d’oro, espressivo quanto una lastra di tek. Bravo, bravo, bravo.
Questione di cuore, di Francesca Archibugi
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