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  1. #1
    delfino furioso
    ospite

    Predefinito [Regionali 2010] volevo capire da vitor...

    se da campano freme nell'attesa di sapere chi la spunterà in casa azzurra tra:

    1) http://www.giornalettismo.com/archiv...-dare-del-lei/

    2) http://www.giornalettismo.com/archiv...-dei-casalesi/















    scusate mod ma questa discussione non volevo confinarla al titanic, anche perchè da veneto sto iniziando ad entrare in clima pre elettorale: forse è troppo presto lo so, ma capire le beghe (es. qua: Galan vs $Leghista) interne alle coalizioni sarebbe interessante
    Ultima modifica di delfino furioso; 12-10-09 alle 11:13:47

  2. #2
    abaper
    ospite

    Predefinito Riferimento: [Regionali 2010] volevo capire da vitor...

    io spero tanto che la lega si cucchi la lombardia. castelli mi andrebbe benissimo

  3. #3
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: [Regionali 2010] volevo capire da vitor...

    grazie delfino, ne avevo parlato un po' nel topic "campano" ma alla fine mi sembra giusto avere uno spazio per ste elezioni visto che anche al nord stanno un po' discutendo sulle candidature (mica faranno ancora Formigoni? pietà...)

    Ecco come la vedo io.
    Dunque la situazione qua è ancora molto nebulosa, e nel corso di questo mese sapremo di più.
    Per il centrosinistra si è parlato di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno abbastanza "focoso". Diciamo che è un buon amministratore, Salerno è sicuramente la città in migliori condizioni della regione, non è stata praticamente toccata dalla crisi monnezza. Sarebbe un buon candidato e personalmente lo voterei, in virtù anche del fatto che non si ama con Bassolino e quindi rappresenterebbe una discreta inversione di tendenza. Il problema è che ha un carattere parecchio complicato e di conseguenza non è molto amato dal centrosinistra campano. In occasione delle ultime comunali si è candidato con una lista sua e una civica, contro il candidato della Margherita e parte dei Ds. Ha vinto al primo turno e i sondaggi dicono che ha un gradimento clamoroso.
    Il problema è che Bassolino conta ancora tantissimo, e non amando De Luca, potrebbe fare ostruzione. Si è anche parlato di un Bassolino-ter che credo sarebbe un disastro di proporzioni epiche. E non pensate che prenderebbe pochi voti, col sistema clientelare che è stato in grado di costruirsi in questi anni.

    Per il centrodestra abbiamo due candidati principali più un terzo incomodo le cui quotazioni si sono impennate nell'ultima settimana. Il testa a testa principale è quello tra Nicola Cosentino e Mara Carfagna. Cosentino "non mi far fare domande sull'economia che non ci capisco niente" è sottosegretario all'Economia e coordinatore del Pdl in Campania. Visto che alla provincia hanno candidato "Giggino" Cesaro, coordinatore provinciale, lui si aspetta di essere il candidato. E' stato molto bravo a far rinascere un po' di interesse attorno al partito, sin dai tempi di Forza Italia, dopo i disastri dei Martusciello, che hanno consegnato tutto a Bassolino senza fare un minimo di opposizione. Il problema è che è di Casal di Principe, e come tale il suo nome è spuntato fuori in più occasioni. Bacino elettorale di voti altissimo, occhio che ne riparliamo.
    Mara Carfagna la conosciamo tutti, anche se non biblicamente perché quella è prerogativa di qualcun altro. L'idea di faccia sarebbe quella di metter su una faccia nuova, donna, giovane. E malleabile aggiungerei. Il problema è che proprio per queste ragioni la Carfagna non è ben vista dal partito, visto che viene considerata come una che - non si sa come :mmh? - in pochissimo tempo ha bruciato tutti e s'è presa un ministero. Avere persino la presidenza di una Regione sarebbe troppo. La sua candidatura è però spinta (in tutti i sensi ) da Berlusconi, ma la paura di eventuali ritorsioni politiche di Cosentino potrebbe dare vita a una terza opzione, di cui parlerò tra poco. Ossia, la questione è che Cosentino potrebbe non prendere benissimo la candidatura a governant... ehm, governatrice di Mara, dicendo magari ai "suoi" di dimenticarsi di andare a votare o non impegnandosi più di tanto in campagna elettorale. La soluzione potrebbe essere quella di promettere qualcos'altro al coordinatore del Pdl, ma è già sottosegretario e come ministro mi sembra francamente improponibile
    Se però candidano la Carfagna e vedete risultati sotto le aspettative nel casertano, sapete con chi prendervela.
    Il terzo incomodo, dicevamo. Il nome che sta venendo fuori in questi giorni è quello di Stefano Caldoro, uno dei tanti ex socialisti che hanno creato partiti ridicoli. Caldoro però potrebbe essere un modo per accontentare tutti e, cosa più importante, piacerebbe all'Udc, che in Campania i voti li ha, dando quindi la possibilità di stringere un'alleanza.

  4. #4
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: [Regionali 2010] volevo capire da vitor...

    Articolo de L'Espresso che conferma quanto ho scritto su, mi devo preoccupare?

    In questa storia Mara Carfagna incarna, per ovvie ragioni, la Bella. Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia, recita, volente o nolente, la parte della Bestia. Peccato che nella brutale realtà della Campania del romanticismo struggente della favola francese di Madame de Beaumont non resti nulla: tra i due leader locali del Pdl l’amore non è mai scoppiato, e il duello per il predominio si è trasformato in uno scontro all’ultimo sangue. La posta in palio è altissima: la poltrona da governatore che Antonio Bassolino lascerà tra pochi mesi e il controllo di una delle regioni politicamente più pesanti d’Italia. La sfida tra la Bella e la Bestia conta anche a livello nazionale: entrambi pidiellini di tendenza forzista, potrebbero aprire la strada alla Polverini, di An, come sfidante di Marrazzo nel Lazio.
    FOTO Tutti pazzi per Mara
    Nicola O’ mericano, come lo chiamano da sempre nella sua Casal di Principe, sta combattendo la battaglia della vita. Nell’ultimo anno, dopo la pubblicazione su ‘L’espresso’ dei verbali di pentiti che lo accusano di essere vicino al clan dei casalesi, ha mostrato di avere spirito animale, riuscendo a sopravvivere a mazzate che avrebbero potuto affondare chiunque. Negli ultimi giorni ha sferrato l’attacco definitivo per conquistare palazzo Santa Lucia, e sta facendo di tutto per convincere Silvio Berlusconi, l’unico che alla fine deciderà davvero il suo destino. “La Regione mi spetta di diritto, e nessuno me la scipperà”, ripete ai suoi da mesi. Nonostante non abbia la bella presenza della Carfagna o l’aplomb inglese di Mario Lettieri, il candidato che piace agli imprenditori, Cosentino ha fatto vedere di che pasta è fatto. Radicato sul territorio casertano, da coordinatore ha riportato Forza Italia prima e il Pdl dopo alla vittoria dopo gli anni horribili di Antonio Martusciello. Nelle ultime amministrative ha fatto incetta di sindaci, mentre l’amico Luigi Cesaro diventava presidente della Provincia stracciando il democrat Gigi Nicolais. Sabato scorso a Napoli ha mostrato tutta la sua forza chiamando a raccolta la sua gente, per presentare il suo programma incentrato su lavoro, tagli agli sprechi, etica e legalità. Urla e delirio, bandiere e standing ovation: la base del partito fa il tifo per lui, compresi maggiorenti influenti Mario Landolfi (compagno di sventure giudiziarie) e il sottosegretario Pasquale Viespoli.

    //
    Ma a Roma O’ mericano di amici ne ha pochini. Tutta colpa del “chiacchiericcio e dei giornali”, dice, che ne avrebbero minato la credibilità. Se il potente Denis Verdini punta su di lui nonostante le accuse di cinque boss, l’appoggio dichiarato di Tremonti nasconde, sostengono i maligni, la volontà di liberarsi di un fardello pesante al ministero. Anche pezzi da novanta come Quagliariello e Gasparri hanno mostrato più di una perplessità, ma il nemico numero uno resta Italo Bocchino, il capo dei congiurati che sta tentando di stoppare in ogni modo l’ascesa del “dream team” vagheggiato dal casalese. Per difendersi Cosentino non si è sforzato con le metafore: “Ci sono dei frocetti a Roma che pensano di poter determinare i destini della Campania”, è sbottato davanti ai fedelissimi che lo ascoltavano al Crowne Plaza di Caserta. I suoi giurano che gli è scappata, che voleva dire “fighetti”. Ma è assai probabile che la battuta fosse diretta proprio all’avversario di una vita. Originari di due paesi vicini (Frignano, dove risiede Bocchino, è a nemmeno due chilometri da Casale) hanno scelto modi di far carriera opposti: uno prende voti bussando porta a porta (Nicola ci tiene a ricordare che da quando ha diciotto anni riceve i suoi elettori nel bar della piazza principale), l’altro ha puntato le fiches su importanti entrature romane. Le ultime scintille risalgono a dieci giorni fa, quando a un convegno sulla questione meridionale Bocchino ha messo in coda l’intervento di Nicola. Che ha risposto mandando un peone a parlare al posto suo.
    Insieme a Bocchino, grande amico di Mara e suo massimo sponsor, gli altri oppositori di peso sono i fratelli Martusciello, l’europarlamentare Erminia Mazzoni, il quarto pretendente in pectore, l’ex socialista Stefano Caldoro. Niet anche da parte di ‘mister centomila voti’ Alfredo Vito, che ogni volta che può sottolinea i rischi giudiziari della candidatura. Senza dimenticare ‘O ministro della prima Repubblica Paolo Cirino Pomicino: quasi tutti big della vecchia Dc, compreso Ciriaco De Mita che lo ha invitato a cena nel suo attico romano, non sopportano di essere stati scavalcati da un ex consigliere comunale del Psdi. “È legato ai clan, è incandidabile”, ripetono. Nicola è furioso, ma fa spallucce e tira dritto. “Finora non mi è stata contestata nemmeno una multa”, ha spiegato in un’intervista al ‘Corriere del Mezzogiorno’, rilanciando la sfida: “Se sarò candidato, lascerò il Parlamento e gli altri incarichi, rinunciando di conseguenza all’immunità”.
    Contro la Bestia, la Bella sembrerebbe avere pochissime chance. Ma la Carfagna, ex conduttrice di ‘Piazza Grande’ e oggi ministro per le Pari opportunità, ha dimostrato di essere pure lei più tosta del previsto. La prediletta del premier, raccontano dalla natia Salerno, è cocciuta come un mulo. E bruciare Cosentino sembra diventato per lei non solo un puntiglio di donna, ma un imperativo categorico. “Quello che vuole l’ha sempre ottenuto e se davvero volesse candidarsi, Berlusconi non avrebbe né la forza né la voglia di dirle di no”. Anche il fidanzato Marco Mezzaroma non vorrebbe che lei si trasferisse sotto il Vesuvio. “Lei nicchia, perché non può accettare che Nicola diventi davvero governatore. Diciamo che è l’ultimo vero ostacolo politico che separa Cosentino da Palazzo Santa Lucia”, spiega uno dei fedeli della Giovanna D’Arco di Forza Italia.
    Anche se la Carfagna non ha ancora sciolto le riserve, sa bene che l’occasione è storica. Alla convention del casalese non si è fatta vedere. Sa che i sondaggi riservati la danno vincente contro qualsiasi sfidante di centrosinistra, compreso il sindaco-sceriffo Vincenzo De Luca, l’unico che sembra avere qualche chance di tenuta tra i leader del Pd. “Se Cosentino ha nella procura la sua spada di Damocle, il gossip sui motivi della sua irresistibile ascesa potrebbe penalizzare Mara durante la campagna”, ripetono i suoi nemici. Ma non tanto da impedirle di diventare la prima governatrice donna della Campania, poltrona che la proietterebbe nell’empireo del partito, trasformandola da valletta di Silvio in una leader legittimata dal voto popolare. Un miracolo politico per una che fino a pochi anni fa faceva la soubrette di Davide Mengacci.
    Bocchino, ovviamente, sarebbe al suo fianco nella partita. Insieme agli altri congiurati e a Fulvio Martusciello, che lo scorso giugno ha prestato i suoi uffici politici per lanciare le ‘Mara’s Angels’, le ragazze napoletane che hanno fondato il primo fan club d’Italia, con sito Internet (diamoledeltu.it) annesso. Appoggio totale anche da parte dei forzisti di Salerno, mentre con l’alleato Edmondo Cirielli, neopresidente della provincia della sua città, i rapporti sono freddi: lui non ha chiamato in giunta un vecchio amico del fratello (oggi suo consulente al ministero) e lei se l’è legata al dito. Anche il ministro Rotondi sembra essere della cordata: “La Carfagna è bravissima, l’ho proposta io per primo”, ha chiosato. Del tutto immune al suo fascino, invece, De Mita, che l’ha definita una “scatola vuota”, e il senatore Sergio De Gregorio, che dopo vari tentennamenti ha scelto di appoggiare Cosentino. Se il partito le chiederà di rimanere a Roma, Mara ha comunque pronto un piano B: fare di Caldoro il ’suo’ candidato. “Anche se un po’ scialbo”, dice un dirigente Pdl, “in Campania può vincere chiunque: tra gli schieramenti ci sono 20 punti di margine”. Sabato 10 si capirà qualcosa di più: Silvio Berlusconi sarà a Pietrelcina alla Festa del Pdl, ed è possibile che la tenzone tra la Bella e la Bestia sia decisa dall’imperatore proprio nella città di Padre Pio. Una cosa è sicura: alla fine della storia non saranno tutti felici e contenti.

  5. #5
    Il Nonno L'avatar di dualismo_2000
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    certo dopo che ha dato quel bell'aiuto con la munnezza, non candidare cosentino sarebbe pura ingratitudine.

  6. #6
    Lo Zio L'avatar di royp
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    Citazione Originariamente Scritto da dualismo_2000 Visualizza Messaggio
    certo dopo che ha dato quel bell'aiuto con la munnezza, non candidare cosentino sarebbe pura ingratitudine.
    a proposito, ma in 2 parole, qualcuno mi sa dire che fine ha fatto tutta quella spazzatura? che in rete girano solo teorie complottiste...

  7. #7
    Il Nonno L'avatar di dualismo_2000
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    A quanto ne so, un po' in germania, un po' nelle discariche aperte per l'occasione in modo indifferenziato (quindi non smaltibili nel termovalizzatore).
    sinceramente non so se Acerra sia finalmente entrato in funzione o se stiano ancora facendo test e collaudi.
    sicuramente vitor lo sa meglio di me.

  8. #8
    Vitor
    ospite

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    l'ultimo aggiornamento è questo

    (1 ottobre) Al via l'ottimizzazione del termovalorizzatore di Acerra. È quanto previsto da un'ordinanza del Presidente del Consiglio pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale per consentire di realizzare un sistema di estrazione e spegnimento scorie "maggiormente adeguato alle tipologie di rifiuti conferibili presso lo stesso" e cioè tra le altre cose anche le cosiddette ecoballe di cui si autorizzò lo smaltimento nell'impianto grazie a un decreto firmato dall'allora premier Romano Prodi. "Considerato l'avvenuto sostanziale conseguimento degli obiettivi di corretta taratura e messa a punto dell'impianto" si legge ancora nell'ordinanza e "in vista della prossima fase di esercizio a regime dello stesso" si valuta "urgente ed indifferibile la realizzazione del sistema di estrazione e spegnimento scorie" come segnalato dal direttore dei lavori e dal responsabile del procedimento per il termovalorizzatore di Acerra.

  9. #9
    abaper
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    insomma, per vedere santoro in mutande ci tocca aspettare ancora un po'

  10. #10
    Il Nonno L'avatar di dualismo_2000
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    aaaaaah, già, l'articolo di vitor mi ha fatto venire in mente una cosa che mi avevano raccontato, e che a quanto pare è proprio vera.

    in pratica, dietro ai giri di parole del comunicato stampa lì sopra si cela il fatto che ci hanno impegato talmente tanto a fare il termovalorizzatore (mica avrete pensato che l'ha tirato su berlusconi in 6 mesi, vero? ), che non è più rispondente alle normative europee in materia di smaltimento rifiuti.

  11. #11
    Vitor
    ospite

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    ultimi aggiornamenti danno Cosentino in netto vantaggio, Carfagna out, possibile inserimento dell'ex sottosegretario Viespoli (in quota AN), che potrebbe avere chances se il Lazio va ad un ex Forza Italia.

  12. #12
    Moderatore BI BI DA L'avatar di Jaqen
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    Parliamo anche di Galan qui?

    verso le regionali

    Gobbo non teme Galan
    «Avanti con o senza di lui»

    L'esponente del carroccio su un'eventuale scissione nel centrodestra: «Non abbiamo paura»

    VENEZIA - «Siamo pronti sia a correre da soli che in alleanza con il Pdl. Galan può fare quello che vuole, ma non credo che il presidente, visti la serietà, l’importanza e tutto il lavoro che ha svolto per il Veneto e per il Pdl abbia queste mire. Comunque siamo pronti». Lo ha detto Gian Paolo Gobbo, segretario veneto della Lega e tra gli uomini più fidati di Umberto Bossi, il quale, riguardo all’ipotesi che Giancarlo Galan possa corre con una propria lista alle regionali del 2010 ha osservato che «in politica è tutto possibile, ma io - ha aggiunto - non vedo questo pericolo assolutamente». Per Gobbo se il Carroccio corre da solo «soprattutto alle regionali, prende più voti. È un dato di fatto e lo abbiamo sempre visto».
    L’esponente leghista ha ricordato tuttavia che non c’è ancora nulla di ufficiale per il prossimo candidato del centrodestra in Veneto. «Quello che so io, e che abbiamo sempre detto - ha spiegato -, è che ci dovrebbe essere come candidato alla presidenza uno della Lega. Questo per noi è un atto fondamentale per l’alleanza». Gobbo spiega che nel Carroccio non «c’è il nome di un candidato, ma di più candidati. Non abbiamo mai detto di un candidato specifico; stiamo ancora discutendo». Ai giornalisti che chiedevano se il Carroccio ha paura di una lista Galan, Gobbo ha replicato che «dire alla Lega se ha paura di qualcosa o di qualcuno è un eufemismo un pò semplicistico: non abbiamo avuto paura dei giudici, nè dello Stato centrale, delle televisioni e dei giornali e tantomeno abbiamo paura di un episodio che possa portare a quello che ha fatto Tondo in Friuli. I momenti, gli anni e soprattutto i voti - ha spiegato - sono molto differenti. Credo che noi abbiamo rappresentato e stiamo rappresentando il vero cambiamento».
    politica uomini e partiti

    Veneto alla Lega, accordo Berlusconi-Bossi

    Vertice a Roma, manca solo l’ok di Fini. Candidati, spunta anche Bricolo. E Galan medita sorprese

    VENEZIA - È sempre più ver­de il colore del Veneto. Verde Lega, per essere espliciti. I ven­ti di ritorno che soffiano dalla Capitale, dopo l’incontro di mercoledì sera a palazzo Gra­zioli fra il padrone di casa Sil­vio Berlusconi e l’ospite Um­berto Bossi (ciascuno con il ri­spettivo stato maggiore), por­tano a Venezia notizie poco fa­vorevoli per il futuro di Gian­carlo Galan, che pure era stato ricevuto poco prima dal capo del governo e del Pdl. «È stata una riunione impor­tante », si la­scia sfuggire uno dei pre­senti, Aldo Brancher, sot­tosegretario per il Federali­smo nonché ufficiale di collegamento tra i due cam­pi alleati. Se non proprio ultimativa, decisamente importante. Per­ché sono avvenuti alcuni pas­saggi che indirizzano la deci­sione finale su un binario ben delineato.
    Anzitutto, riferiscono le cro­nache romane che, durante la sua permanenza a palazzo Gra­zioli, il governatore Galan sa­rebbe stato oggetto di un di­screto sondaggio d’intenzio­ne, rispetto alla sua disponibili­tà a un passo indietro nella cor­sa per la ricandidatura. Va da sè che, su questo punto, Galan non è arretrato di un millime­tro. Più tardi, però, sono entrati in scena Bossi, Calderoli, Tre­monti, Ghedini, Brancher e il plenipotenziario governativo Gianni Letta. E la discussione ha preso una piega molto deci­sa. Il premier ha messo sul ta­volo la sua volontà di procede­re spedito con la madre di tut­te le riforme, la giustizia, chie­dendo all’alleato leghista il massimo sostegno per supera­re gli inevitabili ostacoli che si frapporranno lungo il cammi­no parlamentare. In cambio, Berlusconi sarebbe pronto a concedere il suo benestare a una candidato presidente le­ghista per il Veneto.
    L’intesa tra i due leader del centrode­stra sarebbe solidamente incar­dinata sulle basi di questo do ut des. Però una formalizzazio­ne dell’accordo è stata giudica­ta prematura, per rispetto ver­so il terzo attore protagonista sulla scena politica di maggio­ranza: Gianfranco Fini, che al­la cena di palazzo Grazioli non era presente. Prima di ufficia­lizzare qualsiasi decisione, Ber­lusconi e Bossi dovranno parla­re con lui (il premier lo ha già fatto ieri, siglando un trattato di pace con l’ex leader di An), nel corso di un incontro a tre che si terrà probabilmente la prossima settimana. Il destino del soldato Galan, insomma, sarebbe appeso alla volontà di Fini di ergersi o meno a baluar­do anti-leghista dentro il Pdl. Però c’è da ricordare che il pre­sidente della Camera, nel cor­so di un faccia a faccia con Um­berto Bossi avvenuto la scorsa settimana, aveva riconosciuto la legittimità delle pretese del­la Lega a esprimere un proprio candidato governatore in una grande regione del Nord.
    Alcune notizie di agenzia(Apcom) si spingono ad affer­mare che se il candidato presi­dente della Lega dovesse esse­re Luca Zaia, attuale ministro dell’Agricoltura, Giancarlo Ga­lan potrebbe prendere il suo posto nel governo. Di questa soluzione si sarebbe parlato anche nel faccia a faccia tra il premier e il governatore in ca­rica, a palazzo Grazioli, un’ora prima della cena tra Berlusco­ni e i leghisti. Durante la quale, comunque, si è discusso an­che dei potenziali candidati le­ghisti alla poltrona nobile di palazzo Balbi. Se il già citato Za­ia rimane un nome forte sul ta­volo, con quello del sindaco di Verona Flavio Tosi, tra i colon­nelli di Lega e Pdl circola an­che un identikit diverso: quel­lo di una figura meno esposta, più addentro alle cose di parti­to e che gode della totale fidu­cia di Bossi.
    Sembra il ritratto di Gian Paolo Gobbo, condot­tiero del Carroccio veneto, ma da Milano rimbalza con forza un altro nome: Federico Brico­lo, veronese, capo dei senatori leghisti. E Galan, in tutto questo, co­me si pone? «Dico sul serio, di tutto ciò - fa sapere il governa­tore - non ho saputo niente. Ma nel momento in cui doves­si ricevere una notizia del gene­re, sono diverse le opzioni che si potrebbero aprire». Torna, velatamente, la minaccia di un strappo dal Pdl? Antonio De Poli, leader dell’Udc veneta, se lo augura: «In bocca al lupo al candidato leghista. Noi siamo pronti a costruire un’area mo­derata che si contrapponga a questo disegno di Berlusconi e Bossi per il Veneto».
    Veneto Il governatore cerca il sostegno anche tra i parlamentari e i sindaci. Già raccolte 350 firme

    Galan sfida tutti: «Io mi candiderò comunque»

    I sondaggi però danno la Lega al 37% di gradimento contro il 29% del Pd e il 20% del Pdl

    Alle elezioni regionali ci sarò. Comunque». Il Governador del Veneto Giancarlo Galan non ha proprio intenzione di lasciare la sua poltrona a Palazzo Balbi, tantomeno se ad averci posato gli occhi sopra sono i vertici della Lega. «Dov'è il motivo per cambiare conducente? Abbiamo forse governato male?», continua il Governatore nella sua un'intervista rilasciata al quoridiano del Nord Est Il Gazzettino. Ora quindi l'ultimatum è lanciato. Non si capisce bene chi ne sia il destinatario, ma una cosa è certa, questa provocazione rischia di diventare un ulteriore motivo di preoccupazione per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. A questo punto infatti potrebbe vedere aprirsi un altro fronte all'interno della coalizione di centrodestra. Non bastava la lettera con le firme di tutti i parlamentari ex An che chiedono al leader del Pdl maggior colleggialità all'interno del partito, ora ci si mette anche il fedelissimo Galan che ha già pronta la sua linea difensiva. Intanto si è creato un suo partito, il Pvdl (Partito Veneto della Libertà), ha creato un proprio sito internet e, visto che va tanto di moda in questi giorni, ha raccolto più di 350 firme di parlamentari, eurodeputati e sindaci tutti chiamati in primis a sostenere la campagna Galan for president e poi per fare barriera alla Lega, principale ostacolo alla quarta ricandidatura del Governatore. E se da un lato qualcuno traballa, dall'altro c'è già chi si frega le mani. In casa del Carroccio ormai tutti danno per scontato che il prossimo governatore sarà leghista. E qualche parlamentare nordista mostra anche un sondaggio realizzato un paio di mesi fa dove un campione di duemila elettori hanno espresso le loro intenzioni di voto alle prossime Regionali. Le preferenze vanno per il 29 per cento al Pd, per il 20 per cento al Pdl e per il 37 per cento proprio alla Lega. Analizzando poi l'indice di gradimento per i tre più probabili esponenti del centrodestra candidabili alla carica di presidente, la medaglia d'oro se la conquista il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia con il 49 per cento delle preferenze seguito dal collega sindaco di Verona, Luca Tosi e solo dopo dal presidente uscente Giancarlo Galan. A questo punto non resta che vedere come il premier riuscirà a districare anche questa matassa. Ale. Ber.
    Per me l'andare separati alle regionali è da "this is madness"

  13. #13
    Shogun Assoluto L'avatar di Necronomicon
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    Predefinito Riferimento: [Regionali 2010] volevo capire da vitor...

    Se Galan non arretra succederà questo.
    Il candidato principlae è Zaia, sicuramente. Con altri sarebbe troppo pericoloso per la Lega presentarsi da sola alle regionali.
    Comunque non si presenterà da sola, il Pdl dovrà arrendersi alle pressioni.

  14. #14

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    Citazione Originariamente Scritto da Vitor Visualizza Messaggio
    Bocchino, grande amico di Mara e suo massimo sponsor



  15. #15
    delfino furioso
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    Citazione Originariamente Scritto da Jaqen Visualizza Messaggio
    Parliamo anche di Galan qui?
    l'ho aperto apposta il topico... fin'ora campania e veneto sono le uniche di cui ho notizie un pelo più approfondite in merito alle regionali, grazie proprio ai battibecchi all'interno del centro destra... delle altre che andranno al voto ancora si parla poco


    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Se Galan non arretra succederà questo.
    Il candidato principlae è Zaia, sicuramente. Con altri sarebbe troppo pericoloso per la Lega presentarsi da sola alle regionali.
    Comunque non si presenterà da sola, il Pdl dovrà arrendersi alle pressioni.
    parlavano di un incarico governativo per accontentare galan, un po' come per formigoni

    sono curioso di vedere il rimpastino di governo la prossima estate, a questo punto

  16. #16
    Moderatore BI BI DA L'avatar di Jaqen
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    Da noi so che il CSX vuole suicidarsi non ricandidando Errani (che è talmente competente e popolare che probabilmente lo voteremmo tutti in famiglia, e nessuno vota csx da noi ).

    E il centrodestra vuole candidare un illustro sconosciuto leghista.

  17. #17
    abaper
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    ma, io aspetto e spero....
    certo un candidato leghista in lombardia ora come ora è una probabilità remota, però... se mr. b. ci tiene così tanto a riformare la costituzione.... un ricattino non lo vedrei così improbabile

  18. #18
    alberace
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    la lega vincerebbe comunque.

  19. #19
    Shogun Assoluto L'avatar di Necronomicon
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    Citazione Originariamente Scritto da abaper Visualizza Messaggio
    ma, io aspetto e spero....
    certo un candidato leghista in lombardia ora come ora è una probabilità remota, però... se mr. b. ci tiene così tanto a riformare la costituzione.... un ricattino non lo vedrei così improbabile
    Danno solo il veneto, io credo.

  20. #20
    abaper
    ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Danno solo il veneto, io credo.
    rumors lombardi non escludono del tutto la lombardia. Se proprio gli va male, la lega chiederebbe piemonte e veneto (si escluderebbe la liguria perchè non è sicura).

  21. #21
    Shogun Assoluto L'avatar di н¢ε
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    ho sentito da qualche parte che in Piemonte candidano Cota...

  22. #22
    La Nebbia
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    Alla Lega anche il Piemonte

    Intesa Bossi-Berlusconi: dopo il Veneto anche il Nord-Ovest

    Non è ancora ufficiale, i vertici del Pdl non possono ancora annunciarlo per evitare subito il finimondo, Berlusconi deve ancora convincere Giancarlo Galan a mollare la poltrona di governatore, ma l’accordo tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi sembra cosa fatta: Veneto e Piemonte andranno alla Lega.

    L’accordo segreto è stato chiuso martedì della scorsa settimana a Roma in un incontro tra il Cavaliere e il Senatur. Finora l’indiscrezione più accreditata assegnava il Veneto a un candidato-presidente leghista e il Piemonte in quota Pdl, lasciando fuori dalla corsa Roberto Cota. Si è detto che in questo modo il Carroccio veniva accontentato alla grande e che Bossi non poteva pretendere altro, tranne la difficile sfida in Emilia Romagna oppure, in alternativa, in Liguria.

    Sarebbe stato troppo dare al Carroccio due Regioni del Nord che insieme fanno quasi un terzo del Pil nazionale: questo il ragionamento che facevano nel Pdl a livello nazionale e locale. E invece l’intesa Berlusconi-Bossi ribalta ogni previsione. Tra l’altro le candidature Pdl non convincevano il premier. Nè quella del sottosegretario Guido Crosetto nè quella del deputato e vicepresidente vicario dell’Anci Osvaldo Napoli, nonostante quest’ultimo avesse il sostegno dei sindaci. Così, anche di fronte ai contrasti interni al suo partito, il Cavaliere ha deciso di accontentare Bossi.

    E’ un colpaccio politico per la Lega che non avrà grandi difficoltà a conquistare con Luca Zaia il feudo veneto e che ha buone chance di farcela in Piemonte con un candidato competitivo come Roberto Cota. Non sfugge a nessuno il significato politico di questa operazione che configura il modello bavarese di alleanza che vede una forza politica nazionale e una regionale che governano insieme, come accade in Germania con Cdu-Csu. Ma c’è un altro fattore, quello più importante, che ha portato il premier a cedere a Bossi: la necessità di avere la Lega che marcia al suo fianco nei prossimi mesi.

    Il presidente del Consiglio, spiegano nel Pdl, ha rotto gli indugi, deciso più che mai a percorrere la strada delle riforme costituzionali sulla giustizia e sul presidenzialismo. E’ convinto che il Pd, anche se il tandem Bersani-D’Alema dovesse vincere il congresso, non avrà la forza di affrancarsi dal dipietrismo e di stringere accordi con la maggioranza. Allora la prospettiva è fare affidamento solo sui voti del centrodestra, con l’inevitabile sbocco nella battaglia referendaria.

    In questo percorso, appunto, ha bisogno di avere accanto un alleato forte e contento come sarà la Lega dominus del Nord in Veneto e in Piemonte. Nel quartier generale del Pdl è stata notata una dichiarazione fatta ieri da Calderoli: la riforma della giustizia va fatta «vedendo se c’è la possibilità di arrivare a un testo condiviso. Diversamente, va fatta comunque».

    Insomma, il Carroccio è pronto a mettersi l’elmetto per difendere Berlusconi in questo momento di difficoltà ed è pronto a votare in Parlamento le proposte che sulla giustizia stanno preparando Alfano e Ghedini. C’è però l’incognita Fini: è disposto a rafforzare la golden share che, a suo stesso avviso, Bossi già esercita sul governo? L’altra incognita è Galan. Il governatore minaccia di ricandidarsi alla testa di liste civiche: «Mi devono spiegare perché chi ha governato bene deve passare la mano».

    Oggi a Venezia glielo spiegherà Berlusconi: è pronto per Galan il ministero dell’Agricoltura che verrà lasciato da Zaia, oppure quello della Pubblica amministrazione, se Brunetta correrà per sindaco di Venezia. Poi ci sono motivi di ordine superiore: tenere salda la maggioranza nazionale in un passaggio difficile per il governo e il Cavaliere. In casa Pdl sono convinti che fine Galan accetterà l’offerta e non si metterà a capo di una ribellione veneta, intruppandosi in «una pericolosa alleanza con il Pd e l’Udc».

  23. #23
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    No, alla Lega andrebbero Piemonte (quasi sicuro), Emilia Romagna (probabile, così fanno il 3° e tanto son contenti. lo dicevo prima ) e appunto il Veneto.

  24. #24
    delfino furioso
    ospite

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    non so se rientra in topic, ma stamattina ho sentito della sezione del PD di Castellammare

  25. #25
    Il Nonno L'avatar di Bigclouds
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    in piemonte Cota vince facile, anche perchè sembra che il csx ricandidi la Bresso

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