Non l'avrei mai dettoÈ VERO che in Italia nel 2009 si sono venduti meno libri (-4,2%) rispetto al 2008 ma la lettura, fortunatamente tiene, anzi è cresciuta, dal 44 al 45,1%. Si spende meno per un libro ma l’attenzione verso la pagina scritta è migliorata. La vera sorpresa delle sorprese, per noi, Paese di “menti” in fuga all’estero, sono invece i dati che riguardano quanto e come vengono letti all’estero i nostri libri. Quanto cioè gli autori di casa nostra possono dirsi rappresentativi di una cultura italiana tout court oltre confine. E il successo balza straordinariamente agli occhi, le cifre sono quasi iperboliche, i risultati strapositivi. I dati parlano chiaro, come illustra anche l’ultima indagine sull’ “Import-export dei diritti d’autore in Italia” realizzata dalla Doxa per conto dell’Ice con la collaborazione dell’Associazione Italiana Editori: dal 2001 fino a circa un anno fa il numero dei libri italiani venduto all’estero è aumentato del 93,9 per cento, vale a dire 3.490 titoli e la vendita di diritti di narratori di casa nostra (602 titoli) cresce del 157% così come è aumentato l’import, anche se in misura più ridotta ma ugualmente apprezzabile con un 43% in più.
Tanto per fare un esempio tra le più recenti pubblicazioni, The father-il padrino dei padrini edito da Newton Compton in libreria da pochi giorni è già stato acquistato da Spagna, Francia, Olanda e Serbia; la Germania è in trattative e sono in lista d’attesa, tra gli altri, Brasile, Grecia, Romania, Israele mentre i diritti cinematografici se li è aggiudicati il regista Alessandro D’Alatri.
Tornando alle cifre generali del fenomeno “export”, è cresciuto del 75% il numero di case editrici che hanno venduto diritti di libri e autori italiani. E lo sviluppo riguarda ultimamente anche le cosiddette “piccole” che da oggi si danno appuntamento a Palazzo dei Congressi a Roma, per la Fiera “Più libri più liberi”. La letteratura per bambini segna addirittura un più 106%, la saggistica naviga a gonfie vele e nell’arte e nei libri illustrati l’export batte l’import.
Se il terreno degli scambi è soprattutto l’Europa che rappresenta il 77% dell’intera torta, oggi la nuova frontiera è rappresentata dal mercato asiatico, passato dal 5,8% all’11,5% dunque più che raddoppiato (Gomorra di Saviano, per fare un esempio, ora lo si può leggere in vietnamita, thailandese, cinese).
Cresce l’interesse per i nostri titoli da parte dei Paesi dell’Est: due anni fa, nella sola Ungheria sono stati venduti i diritti di 150 titoli, il 4% dell’intero export. In netta avanzata le richieste da parte della Polonia, new entry nella domanda di prodotti italiani.
Per quanto riguarda l’import, invece, non si registrano mutamenti nell’assetto geolibrario: il 60% degli acquisti avviene nel Regno Unito e negli Usa, proprio quei Paesi che, paradossalmente, risultano i meno interessati ai titoli di casa nostra.
Gli autori? I soliti noti, ovviamente, da Umberto Eco a Tiziano Terzani ad Andrea Camilleri. Resistono, e questo è un altro dato curioso, anche i grandi classici della nostra letteratura, da Guareschi a Giuseppe Tomasi di Lampedusa col Gattopardo; entra naturalmente a valanga Roberto Saviano che ha spopolato col suo Gomorra, si registra il forte successo, tutto italiano, dei libri illustrati delle Winx forti anche del supporto mediatico di cinema e tv.
Ma su tutti, indiscusso fenomeno export da dieci anni, c’è lui, il topo detective Geronimo Stilton edito da Piemme (17,4 milioni di libri venduti in Italia, 35,6 nel mondo, tradotto in 37 lingue e venduto in 135 Paesi) con le sue fantastiche avventure creato dalla penna di Elisabetta Daimo oltre ad una schiera di giovani autori che si sono fatti conoscere ed apprezzare tramite le “windows” di diversi social network, su tutti Facebook.