Un nuovo studio dei ricercatori di Cambridge ha messo in evidenza il legame tra prestazioni videoludiche e la strutture di una parte di quel meraviglioso e ancora misterioso organo che portiamo all'interno della nostra testolina, il cervello, stabilendo che la "bravura" nei videogame può essere predetta misurando il volume del Corpo Striato, un insieme di strutture cerebrali infilate all'interno della corteccia. Lo studio evidenzia come il Corpo Striato sia in grado di influenzare la capacità di una persona di raffinare le proprie abilità motorie, apprendere nuove procedure, sviluppare strategie e adattarsi a situazioni che cambiano rapidamente. Tutti eventi che possono essere scatenati facilmente da un videogame.
Lo studio è importante a fini scientifici proprio perché riesce a collegare la dimensione di un'area ben precisa del cervello a risultati che possono essere ottenuti con azioni "reali", come appunto il giocare. Tutto è partito analizzando studi precedenti in cui videogiocatori esperti erano più bravi rispetto ai "pivelli", anche se questi ultimi si esercitavano sullo stesso gioco per diverse ore. I ricercatori sono quindi stati indotti a pensare se per caso non potessero entrare in gioco differenze pre-esistenti nella struttura cerebrale dei soggetti, domanda che ha avuto esito positivo dopo questo studio, il cui principale risultato è capire molto di più il funzionamento del cervello quando cerca di apprendere un compito complesso.
So cosa vi state domandando: quale gioco è stato utilizzato per condurre questo studio? Niente Gears of War, niente Halo, niente roba troppo complicata, ma un certo Space Fortress, sviluppato dalla Università dell'Illinois, in cui il giocatore deve distruggere una fortezza aliena senza perdere la propria astronave, minacciata da diversi pericoli. Un po' deludente, lo ammetto. Speravo in qualcosa di più moderno.
A latere, aggiungo che notizie come queste, ancorché importanti in ambito accademico, mi mettono sempre un po' di tristezza. Perché ci mettono di fronte a prove misurabili delle nostre potenzialità ma soprattutto dei nostri limiti. Volendo rimanere in ambito strettamente ludico, significa scoprire che - per quanto ti impegni - non potrai mai diventare abbastanza bravo o più bravo di qualcun altro "solo" perché una porzione del tuo cervello è più piccola della sua. O al contrario, rendersi conto che te la cavi così bene a giocare non solo perché ti sei impegnato a fondo, ma perché eri più predisposto di altri. Più in piccolo, è come scoprire che i viaggi nel tempo non sono possibili. Uno vorrebbe continuare a sperare che si possano fare, ma dentro di te sai che qualcuno ha dimostrato che no, Ritorno al Futuro e Terminator sono solo dei film.