Si può quantificare il divertimento offerto da un gioco? Si può provare a capire quali sono i titoli che "valgono" di più, ossia che offrono il massimo dello spasso ludico per la minor cifra? O quelli che hanno il miglior rapporto prezzo/divertimento? La domanda è strana, ma considerato il non indifferente esborso economico che un videogame oggigiorno richiede, sono sicuro che molti di voi in qualche modo ci hanno già pensato, magari senza arrivare a formule esatte o particolarmente dettagliate, se non altro per capire come investire al meglio il proprio - solitamente poco - denaro.
Le variabili in gioco (ehm) sono almeno due: il prezzo, naturalmente, e la durata - ossia per quanto tempo ci tiene impegnati e ci diverte. Questi due fattori contribuiscono a stabilire il fantomatico rapporto di cui sopra: viene facile citare Peggle, 19.95 € - a prezzo pieno - per un titolo che, mezz'ora qua e mezz'ora là, mi avrà rubato almeno un centinaio di ore abbondanti. Il che equivale a poco più di cinque ore per ogni euro speso. Un ottimo affare, giusto? Però, come sostiene Josh su ramblingsofagamer.com, non è tutto qui - tempo e denaro da soli non bastano a scrivere l'equazione definitiva che misura la quantità di divertimento offerta da un gioco. Altrimenti sarebbe troppo facile.
Prendiamo un titolo come Portal, che lui stesso cita come ottimo videogame: è molto corto, ma nelle poche ore in cui si gioca la soddisfazione, il "fun factor" è alle stelle. Quindi probabilmente il rapporto rispetto a prima si inverte e si spendono quattro o cinque euro per ogni ora di gioco, ma non si può certo dire di non essersele godute alla grande. E nel caso dei MMORPG, per esempio, in cui il tempo di gioco è infinito? Il multiplayer in generale? Il contenuto aggiuntivo? La ripetitività di alcuni livelli o di situazioni di gioco? Come entrano in causa in tutto questo?
La conclusione a cui giunge l'autore dell'articolo è che non può esistere una formula che valga per tutti i giochi in tutte le situazioni. Abbastanza ovvio: basta ricordare che una cosa può risultare divertente per qualcuno e meno per altri, e si aggiunge immediatamente all'equazione una variabile che per sua natura non può essere definita in maniera univoca. Ci sono cose che è impossibile misurare con il righello, e che di conseguenza rendono vano tentare di ingabbiare all'interno di una formula matematica che invece esige numeri.
Lungi dal farsi scoraggiare dalla cosa, Josh fa comunque un piccolo esperimento: prendiamo il voto del gioco in una scala da uno a dieci (Peggle su Metacritic sta a 85) e dividiamolo per dieci (in questo caso otteniamo 0,85): prendiamo questo valore decimale e moltiplichiamolo per le ore di gioco. Nel mio caso otteniamo 85. Dividiamolo per il prezzo pagato, ottenendo un simpatico 4.26. Per Portal (voto nove, quattro ore, venti euro) otteniamo invece un drammatico 0.18. Per ottenere punteggi alti, insomma, un gioco dovrebbe essere molto economico ed esageratamente lungo. Il che non sempre è vero, e Portal ne è un perfetto esempio.
Il sistema proposto, insomma, ha qualche difetto. Però è un buon punto di partenza per ragionarci su. Per esempio, cercando di capire come "pesare" adeguatamente il costo orario di un videogame (perché quando si gioca non si sta facendo altro, di solito) e la "quantità di divertimento" che offre in ogni istante - o almeno per ogni ora. In questo modo Portal potrebbe ottenere un punteggio più alto e che rende giustizia al suo valore.
Troppo cervellottico? Andando avanti su questa strada si rischia di perdere troppo tempo che sarebbe meglio passare giocando? Forse avete ragione...