Originariamente Scritto da
Ronin
lincentivazione delle lampadine è stata per fortuna impostata in modo tale che vengono incentivati solo prodotti privi di alcuni componenti drammaticamente inquinanti (così di fatto si incentiva a non mettersi in casa robaccia cinese che ti fa sì risparmiare co2 per l'atmosfera, ma quando poi fra cinque anni la butti inquina con metalli pesanti e altre gioie della vita).
poi hai certamente ragione sul fatto che conviene comunque; il problema è che se uno ancora non l'ha fatto, c'è una sola ragione: perchè non sa che si può fare, o perchè ha paura di provare (tipo chiwaz che non avendole mai provate non voleva saperne).
allora incentivare i distributori di energia a regalarle (la prima, quelle dopo te le compri) è una strategia di marketing: ti faccio conoscere il prodotto e provarlo (tanto è gratis), poi quando l'hai provato e vedi l'effetto, te le compri da solo (vedi chiwaz, appunto).
in questo quadro l'incentivo (che riguarda solo una minima parte delle lampadine vendute) assume un significato che negli altri casi non c'è.
sulle detrazioni per risparmio energetico (55%), gli interventi sono abbastanza differenziati: gli infissi come detto non rientrano mai, la caldaia rientrerebbe in 7-8 anni senza detrazione, il cappotto in 10-12 a seconda dei climi. l'investimento è comunque conveniente, nel quadro di valutare 15 anni di vita dell'impianto e 5 dell'abitazione prima di un restauro totale.
d'altro canto l'incentivo è TROPPO ben congegnato: rappresenta una spinta fortissima per l'utente (dimezzamento dei tempi di rientro), in cambio di un costo per l'erario estremamente basso, se consideriamo che concedendo 61/66 distribuito in 5 anni, si ottiene indietro 27+10/20+4=41/51 in un anno solo (gulp!), per cui per l'erario il costo è solo tra il 10% e il 20%.
sulla cogenerazione hai probabilmente altrettanto ragione, ma devi tenere conto che un'industria ragiona in modo diverso da un utente privato o una pubblica amministrazione: se il tempo di rientro è 5 anni, fra 5 anni quell'industria potrebbe anche non esserci più (perchè è fallita, visti anche i tempi che corrono, perchè ha delocalizzato in kirghizistan, oppure perchè ha cambiato prodotti o processo produttivo). attualmente le direzioni di impresa finanziano solo progetti con tempi di rientro di 2-3 anni, altrimenti il rischio di non centrare più le esigenze aziendali è eccessivo; in queste condizioni l'incentivo-obbligo diventa utile per aiutare il distributore stesso a proporre l'intervento ai suoi clienti.
il certificato bianco infatti è sì un incentivo (100 euro alla TEP), ma di fatto è anche un obbligo posto in capo ai distributori di elettricità e gas di operare per ridurre i consumi (e cioè i loro fatturati), con obiettivi annuali che se non centrati portano a pesantissime penali: il sistema è così ben congegnato e così poco costoso che ha creato un intero mercato, e oggi i partner europei ce lo copiano (francia e spagna lo hanno appena introdotto, in germania ne sta discutendo il parlamento).
tieni conto che per le industrie si tratta di molto poco comunque (3-8% circa, a seconda del prezzo di mercato del certificato bianco), dove l'incentivo c'è veramente è per il civile: se un edificio civile riesce a cogenerare ottiene l'accisa industriale, e quelli sono davvero soldi: ciò è necessario per convincere le utenze civili, che ovviamente non possono contare su un fabbisogno di calore certo e costante durante l'anno.