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  1. #301
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Ok, vada per la breve

  2. #302
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    Wink Un paio di "buone" notizie per i nostri amichetti inglesi del forum

    Sterlina sempre più sotto pressione sui mercati valutari, in particolar modo nei confronti dell’Euro. Se Jim Rogers, co-fondatore del Quantum Fund insieme al finanziere magiaro George Soros, disse qualche mese fa che la Sterlina era finita e che sarebbe stata costretta a entrare nell’Unione monetaria europea qualche motivo alla base doveva pur esserci. La recessione iniziata nel 2008 con la crisi mondiale dei mutui ha intaccato pesantemente il settore immobiliare e finanziario con gravi ripercussioni sull’economia reale. Da allora solo timidi accenni di ripresa, spesso intervallati da dati macroeconomici poco confortanti. E’ di oggi il dato sulla produzione industriale risultata in calo dello 0,4% su base mensile, in calo rispetto alle stime del mercato ferme a un +0,2% dopo il +0,5% del mese di dicembre scorso). La produzione manifatturiera ha fatto registrare una flessione dello 0,9% a gennaio dal precedente +0,9% (le stime erano per un +0,3%). Domani è attesa anche la pubblicazione dell’indagine sulle aspettative di inflazione da parte della Bank of England (ore 10,30) che potrebbe creare nuova volatilità sui tassi di cambio legati al Pound. Se il Cable vive di alti e bassi nell’ultimo periodo, il tasso di cambio Euro/Sterlina sembra essere giunto a un passo dal breakout di area 0,9150. Un’eventuale rottura decisa di quest’area potrebbe creare i presupposti per allungi molto importanti prima in area 0,9350 e poi verso i massimi storici di area 0,98.
    http://www.forexinfo.it/Euro-Sterlina-verso-la-parita

    (ANSA)- NEW YORK, 12 mar -Londra perde il titolo esclusivo di capitale mondiale della finanza e per la prima volta e' costretta a condividere il trono con New York.I timori di una stretta delle regole e le nuove tasse penalizzano la capitale inglese che, nell'indice dei centri finanziari globali stilato da Z/Yen per la City of London Corporation, perde 14 punti e scende a quota 775, a pari merito con la Grande mela, seconda nel settembre 2009.Le citta' asiatiche riporta il Financial Times continuano la loro corsa.
    http://www.ansa.it/web/notizie/rubri...732932143.html

  3. #303
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    È stato chiesto a Gordon Brown di rilasciare, prima delle elezioni nazionali, un comunicato ufficiale a riguardo della sua decisione controversa di vendere le riserve auree della Gran Bretagna.
    La decisione di vendere oro inglese presa da Mr Brown mentre era cancelliere, è considerata una delle peggiori mosse finanziarie del Ministero del Tesoro ed è costata 7 miliardi di sterline ai contribuenti inglesi.
    Brown e il Tesoro hanno anche ripetutamente rifiutato di rivelare informazioni riguardo questa vendita, tra accuse di avere ignorato gli avvertimenti.
    Dopo una serie di richieste d’informazioni da parte del The Daily Telegraph negli ultimi quattro anni, il Commissario per le Informazioni ha ordinato che il Ministero del Tesoro rilasci una dichiarazione a riguardo, pubblicando le notizie richieste entro 35 giorni a partire dalla fine di Aprile.
    Ci si aspetta che questa vendita sia un ago della bilancia delle elezioni, gettando luce sulle decisioni di Brown mentre era al Tesoro.
    La scorsa notte, George Osborne, il cancelliere ombra, ha richiesto che l’informativa fosse pubblicata subito: “La decisione di Gordon Brown di vendere le riserve auree in un momento in cui il mercato è al minimo costa ai contribuenti britannici miliardi di Sterline; è stata una delle peggiori scelte fatte in economia da un cancelliere”.
    “Il pubblico britannico ha il diritto di sapere cosa sia successo e perché così tanti soldi dei contribuenti siano andati persi. I documenti dovrebbero essere pubblicati subito.”
    Tra il 1999 e il 2002 Mr.Brown ha ordinato la vendita di 400 tonnellate delle riserve auree quando il prezzo dell’oro era il più basso degli ultimi 20 anni. A partire da quel momento il prezzo si è più che quadruplicato, il che significa che quella decisione costa ai contribuenti un prezzo stimato attorno ai 7 miliardi di sterline, almeno secondo Mike Warburton contabile della Grant Thorton.
    È anche chiaro che Brown è andato avanti nella sua decisione di vendere malgrado i seri timori espressi dalla Bank of England. Non è nemmeno certo se siano stati consultati gli esperti bancari riguardo questa decisione, guidata da un piccolo gruppo di assistenti senior del Tesoro vicini alle posizioni di Brown.
    Il Tesoro è stato ufficialmente richiamato dall’Information Commissioner (il commissario per l’informazione) riguardo i suoi tentativi di bloccare la pubblicazione di ogni informazione riguardo questa vendita.
    Anche la decisione dell’Information Commissioner è essa stessa oggetto di critica. Il commissario incaricato si è preso quattro anni di tempo per arrivare alla conclusione di pubblicare quei documenti malgrado il forte interesse pubblico e politico riguardo la vendita. I funzionari incaricati hanno mancato una lunga serie di date di scadenza per la richiesta di pubblicazione che hanno impedito al parlamento di analizzare approfonditamente le informazioni sulla vendita.

    È emerso anche che il commissario avrebbe tenuto una serie di incontri privati con dei rappresentati del Ministero del Tesoro e che avrebbe fatto in modo di insabbiare molti dei documenti perché non fossero resi pubblici. Questo avrebbe reso possibile al Tesoro di rivedere le bozze della nota di vendita – permettendosi di apportarvi numerose modifiche.
    Nella nota ufficiale, l’Information Commisioner rende chiaro che l’ordine di pubblicazione riguarda un numero “limitato” di documenti.
    Ed Balls, ora Schools Secretary, Ed Miliband, ora Climate Change Secretay, e la Baronessa Vadera, un altro ex ministro, erano tutti assistenti del primo ministro durane quel periodo.
    Se la nota informativa non sarà resa pubblica entro Aprile, il Tesoro si ritroverà con un’accusa di oltraggio alla corte e dovrà affrontare una azione legale. Un portavoce ha dichiarato la scorsa notte che il Tesoro non ha intenzione di appellarsi alla decisione.

    COME L’ASTA ARRIVA A COSTARE SETTE MILIONI DI STERLINE AI CONTRIBUENTI:

    Il prezzo dell’oro è quadruplicato dal momento in cui Gordon Brown ha venduto più della metà delle riserve auree britanniche.

    Il Tesoro aveva oltretutto preannunciato la sua decisione di vendere 395 delle 715 tonnellate di oro della Bank of England, causando la caduta dei prezzi. I lingotti sono stati venduti in 17 aste tra il 1999 e il 2002, facendo pagare l’oro tra i 256 e i 296 dollari l’oncia. Dopodiché il prezzo dell’oro ha cominciato a salire velocemente, assestandosi ai 1100 dollari l’oncia.
    I contribuenti hanno subito una perdita stimata attorno ai sette miliardi di sterline, due volte l’ammontare delle perdite per aver lasciato l’Exchange Rate Mechanism nel 1992.
    I ricavati delle vendite erano in dollari, euro e yen. Negli ultimi anni molti altri paesi hanno ricominciato a comprare oro in grandi quantità.
    Titolo originale: "Explain why you sold Britain's gold, Gordon Brown told "
    http://www.telegraph.co.uk/finance/p...rown-told.html

    Cristo, un genio
    HATSU!!!!!

  4. #304
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di MrVermont
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Che fail spaventoso

  5. #305
    Lo Zio L'avatar di stuckmojo
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Si dice che Gordon abbia venduto l'oro per permettere a Goldman e JP Morgan di salvarsi. A quel tempo, entrambe avevano enormi "short" sull'oro, e la svendita di Gordon tenne i prezzi bassi abbastanza per dare tempo a queste di chiudere le posizioni.

    Domanda: chi e' da anni maxi-consulente di JP Morgan?

    Risposta: Tony Fucking Blair.

    Cosa? JP e Goldman manipolano i mercati dei metalli? Giammai.

    edito: Beccateve l'articolo:

    Spoiler:

    Did Gordon Brown Sell UK's Gold To Keep AIG And Rothschild Solvent; More Disclosures On How The NY Fed Manipulates Gold Prices
    Submitted by Tyler Durden on 03/24/2010 16:09 -0500

    AIG Alan Greenspan American International Group Bank of England Bank of New York Central Banks Citigroup Corporate America Counterparties Deutsche Bank Enron Federal Reserve Federal Reserve Bank Federal Reserve Bank of New York Gold Bugs Goldman Sachs Gross Domestic Product House Financial Services Committee International Monetary Fund Monetary Policy Precious Metals Reuters Ron Paul Securities and Exchange Commission Testimony Transparency United Kingdom White House


    In the neverending saga of new disclosure of gold price manipulation, here is the most recent pearl, courtesy of Jesse's Cafe Americain:"In front of 3 witnesses, Bank of England Governor Eddie George spoke to Nicholas J. Morrell (CEO of Lonmin Plc) after the Washington Agreement gold price explosion in Sept/Oct 1999. Mr. George said "We looked into the abyss if the gold price rose further. A further rise would have taken down one or several trading houses, which might have taken down all the rest in their wake. Therefore at any price, at any cost, the central banks had to quell the gold price, manage it. It was very difficult to get the gold price under control but we have now succeeded. The US Fed was very active in getting the gold price down. So was the U.K." Makes one wonder just how much the gold price was pushed down today alone to make Gordon Brown's most recent budget reception a little more palatable. It also confirms yet again, that there is no such thing as an unmanipulated gold market. Lastly, it demands the question: on how many other occasions has the UK's massively unpopular prime minister sacrificed his people's interest merely to make criminal organizations such as AIG whole?

    Jesse also speculates that Gordon Brown sold UK's gold at the lowest price in the past 20 years, a thorny topic touched upon earlier by the Telegraph, simply to bail out mega banking empire Rothschild and, surprise, AIG, as well as who knows how many other members of the LBMA:

    There is also a credible speculation that the sale was designed to benefit a few of the London based bullion banks which were heavily short the precious metals, and were looking for a push down in price and a boost in supply to cover their positions and avoid a default. The unlikely names mentioned were AIG, which was trading heavily in precious metals, and the House of Rothschild. The terms of the bailout was that once their positions were covered, they were to leave the LBMA, the largest physical bullion market in the world.

    "LONDON, June 1, 2004 (Reuters) -- AIG International Ltd., part of American International Group Inc., will no longer be a London Bullion Market Association (LBMA) market maker in gold and silver, the LBMA said on Tuesday."
    LONDON, April 14, 2004 (Reuters) — NM Rothschild & Sons Ltd., the London-based unit of investment bank Rothschild, will withdraw from trading commodities, including gold, in London as it reviews its operations, it said on Wednesday.
    The manner in which the sale was conducted, and the speed at which it was undertaken, without consultation of the Bank of England, made many of the City of London's financiers a bit uneasy.

    While this had been reported previously on many times, most notably by Ron Paul back in 2002, it does beg the question under what circumstances will the Federal Reserve finally acknowledge that it is constantly manipulating gold prices lower to benefit JPM and other members of the LBMA whose short positions will likely blow them if the fair price of gold is attained, but also when will "gold bugs" finally stop being ridiculed for their assertions that the gold market is manipulated in light of glaring evidence on a day to day basis. Lastly, when will the people of the UK demand some justice from their Prime Minister, whose borderline act of treason merely to bailout a few financial institutions, set the precedent which Paulson and Geithner, not to mention the Fed, but they have always been there, have so well immitated.

    As for Brown, the Telegraph says it all:

    The decision to sell the gold – taken by Mr Brown when he was Chancellor – is regarded as one of the Treasury's worst financial mistakes and has cost taxpayers almost £7 billion.

    Mr Brown and the Treasury have repeatedly refused to disclose information about the gold sale amid allegations that warnings were ignored.

    Following a series of freedom of information requests from The Daily Telegraph over the past four years, the Information Commissioner has ordered the Treasury to release some details. The Treasury must publish the information demanded within 35 calendar days – by the end of April.

    The sale is expected to be become a major election issue, casting light on Mr Brown's decisions while at the Treasury.

    Hopefully once Brown has been dethroned, the American people follow suit and get rid of all those in charge of the Fed, the Treasury, the Congress, the Senate, and White House, and the one who runs it all - our very own Wall Street.

    And just because it bears bringing back to the fore, now that it is without a trace of doubt, that the NY Fed will manipulate any and every market it can get its hands on, here is Ron Paul's seminal 2002 Valentine's Day speech:

    Congressman Ron Paul
    U.S. House of Representatives
    February 14, 2002


    Mr. Speaker, I rise to introduce the Monetary Freedom and Accountability Act. This simple bill takes a step toward restoring Congress' constitutional authority over U.S. monetary policy by requiring congressional approval before the President or the Treasury secretary buys or sells gold.

    Federal dealings in the gold market have the potential to seriously disrupt the free market by either artificially inflating or deflating the price of gold. Given gold's importance to America's (and the world's) monetary system, any federal interference in the gold market will have ripple effects through the entire economy. For example, if the government were to intervene to artificially lower the price of gold, the result would be to hide the true effects of an inflationary policy until the damage was too severe to remain out of the public eye.

    By artificially deflating the price of gold, federal intervention in the gold market can reduce the values of private gold holdings, adversely affecting millions of investors. These investors rely on their gold holdings to protect them from the effects of our misguided fiat currency system. Federal dealings in gold can also adversely affect those countries with large gold mines, many of which are currently ravished by extreme poverty. Mr. Speaker, restoring a vibrant gold market could do more than any foreign aid program to restore economic growth to those areas.

    While the Treasury denies it is dealing in gold, the Gold Anti-Trust Action Committee (GATA) has uncovered evidence suggesting that the Federal Reserve and the Treasury, operating through the Exchange-Stabilization Fund and in cooperation with major banks and the International Monetary Fund, have been interfering in the gold market with the goal of lowering the price of gold. The purpose of this policy has been to disguise the true effects of the monetary bubble responsible for the artificial prosperity of the 1990s, and to protect the politically-powerful banks that are heavy invested in gold derivatives. GATA believes federal actions to drive down the price of gold help protect the profits of these banks at the expense of investors, consumers, and taxpayers around the world.

    GATA has also produced evidence that American officials are involved in gold transactions. Alan Greenspan himself referred to the federal government's power to manipulate the price of gold at hearings before the House Banking Committee and the Senate Agricultural Committee in July, 1998: "Nor can private counterparts restrict supplies of gold, another commodity whose derivatives are often traded over-the-counter, where central banks stand ready to lease gold in increasing quantities should the price rise." [Emphasis added].

    Mr. Speaker, in order to allow my colleagues to learn more about this issue, I am enclosing "All that Glitters is Not Gold" by Kelly Patricia O'Meara, an investigative reporter from Insight magazine. This article explains in detail GATA's allegations of federal involvement in the gold market.

    Mr. Speaker, while I certainly share GATA's concerns over the effects of federal dealings in the gold market, my bill in no way interferes with the ability of the federal government to buy or sell gold. It simply requires that before the executive branch engages in such transactions, Congress has the chance to review it, debate it, and approve it.

    Given the tremendous effects on the American economy from federal dealings in the gold market, it certainly is reasonable that the people's representatives have a role in approving these transactions, especially since Congress has a neglected but vital constitutional role in overseeing monetary policy. Therefore, I urge all my colleagues to stand up for sound economics, open government, and Congress' constitutional role in monetary policy by cosponsoring the Monetary Freedom and Accountability Act.


    All That Glitters Is Not Gold
    By Kelly Patricia O'Meara
    Insight Magazine
    March 4, 2002, edition

    Even though Enron employees and the company's accounting firm, Arthur Andersen, have destroyed mountains of documents, enough information remains in the ruins of the nation's largest corporate bankruptcy to provide a clear picture of what happened to wreck what once was the seventh-largest U.S. corporation.

    Obfuscation, secrecy, and accounting tricks appear to have catapulted the Houston-based trader of oil and gas to the top of the Fortune 100, only to be brought down by the same corporate chicanery. Meanwhile, Wall Street analysts and the federal government's top bean counters struggle to convince the nation that the Enron crash is an isolated case, not in the least reflective of how business is done in corporate America.

    But there are many in the world of high finance who aren't buying the official line and warn that Enron is just the first to fall from a shaky house of cards.

    Many analysts believe that this problem is nowhere more evident than at the nation's bullion banks, and particularly at the House of Morgan (J.P. Morgan Chase). One of the world's leading banking institutions and a major international bullion bank, Morgan Chase has received heavy media attention in recent weeks both for its financial relationships with bankrupts Enron and Global Crossing Ltd. as well as the financial collapse of Argentina.

    It is no secret that Morgan Chase was one of Enron's biggest lenders, reportedly losing at least $600 million and, perhaps, billions. The banking giant's stock has gone south, and management has been called before its shareholders to explain substantial investments in highly speculative derivatives C hidden speculation of the sort that overheated and blew up on Enron.

    In recent years Morgan Chase has invested much of its capital in derivatives, including gold and interest-rate derivatives, about which very little information is provided to shareholders. Among the information that has been made available, however, is that as of June 2000, J.P. Morgan reported nearly $30 billion of gold derivatives and Chase Manhattan Corp., although merged with J.P. Morgan, still reported separately in 2000 that it had $35 billion in gold derivatives. Analysts agree that the derivatives have exploded at this bank and that both positions are enormous relative to the capital of the bank and the size of the gold market.

    It gets worse. J.P. Morgan's total derivatives position reportedly now stands at nearly $29 trillion, or three times the U.S. annual gross domestic product. Wall Street insiders speculate that if the gold market were to rise, Morgan Chase could be in serious financial difficulty because of its "short positions" in gold. In other words, if the price of

    gold were to increase substantially, Morgan Chase and other bullion banks that are highly leveraged in gold would have trouble covering their liabilities. One financial analyst, who asked not to be identified, explained the situation this way: "Gold is borrowed by Morgan Chase from the Bank of England at 1 percent interest and then Morgan Chase sells the gold on the open market, then reinvests the proceeds into interest-bearing vehicles at maybe 6 percent.

    At some point, though, Morgan Chase must return the borrowed gold to the Bank of England, and if the price of gold were significantly to increase during any point in this process, it would make it prohibitive and potentially ruinous to repay the gold."

    Bill Murphy, chairman of the Gold Anti-Trust Action Committee, a nonprofit organization that researches and studies what he calls the "gold cartel" (J.P. Morgan Chase, Deutsche Bank, Citigroup, Goldman Sachs, Bank for International Settlements (BIS), the U.S. Treasury, and the Federal Reserve), and owner of www.LeMetropoleCafe.com, tells Insight that "Morgan Chase and other bullion banks are another Enron waiting to happen." Murphy says, "Enron occurred because the nature of their business was obscured, there was no oversight and someone was cooking the books. Enron was deceiving everyone about their business operations C and the same thing is happening with the gold and bullion banks."

    According to Murphy, "The price of gold always has been a barometer used by many to determine the financial health of the United States. A steady gold price usually is associated by the public and economic analysts as an indication or a reflection of the stability of the financial system. Steady gold; steady dollar. Enron structured a financial system that put the company at risk and eventually took it down. The same structure now exists at Morgan Chase with their own interest-rate/gold-derivatives position. There is very little information available about its position in the gold market and, as with the case of Enron, it could easily bring them down."

    In December 2000, attorney Reginald H. Howe, a private investor and proprietor of the Website www.goldensextant.com, which reports on gold, filed a lawsuit in the U.S. District Court in Boston. Named as defendants were J.P. Morgan & Co., Chase Manhattan Corp., Citigroup Inc., Goldman Sachs Group Inc., Deutsche Bank, Lawrence Summers (former secretary of the Treasury), William McDonough (president of the Federal Reserve Bank of New York), Alan Greenspan (chairman of the Board of Governors of the Federal Reserve System), and the BIS.

    Howe's claim contends that the price of gold has been manipulated since 1994 "by conspiracy of public officials and major bullion banks, with three objectives: 1) to prevent rising gold prices from sounding a warning on U.S. inflation; 2) to prevent rising gold prices from signaling weakness in the international value of the dollar; and 3) to prevent banks and others who have funded themselves through borrowing gold at low interest rates and are thus short physical gold from suffering huge losses as a consequence of rising gold prices."

    While all the defendants flatly deny participation in such a scheme, Howe's case is being heard. Howe tells Insight he has provided the court with very compelling evidence to support his claim, including sworn testimony by Greenspan before the House Banking Committee in July 1998. Greenspan assured the committee, "Nor can private counterparties restrict supply of gold, another commodity whose derivatives are often traded over the counter, where central banks stand ready to lease gold in increasing quantities should the price rise." Howe and other "gold bugs" cite this as a virtual public announcement "that the price of gold had been and would continue to be controlled if necessary."

    According to Howe, "There is a great deal of evidence, but this is a very complicated issue. The key, though, is the short position of the banks and their gold derivatives. The central banks have 'leased' gold for low returns to the bullion banks for the purpose of keeping the price of gold low. Greenspan's remarks in 1998 explain how the price of gold has been suppressed at times when it looked like the price of gold was increasing."

    Furthermore, Howe's complaint also cites remarks made privately by Edward George, governor of the Bank of England and a director of the BIS, to Nicholas J. Morrell, chief executive of Lonmin Plc: "We looked into the abyss if the gold price rose further. A further rise would have taken down one or several trading houses, which might have

    taken down all the rest in their wake. Therefore, at any price, at any cost, the central banks had to quell the gold price, manage it. It was very difficult to get the gold price under control, but we have now succeeded. The U.S. Fed was very active in getting the gold price down. So was the U.K. [United Kingdom]."

    Whether the Fed and others in the alleged "gold cartel" have conspired to suppress the price of gold may, in the end, be secondary to the growing need for financial transparency. Wall Street insiders agree that as long as regulators, analysts, accountants, and politicians can be lobbied and "corrupted" to permit special privileges, there will be more Enron-size failures.

    Securities and Exchange Commission Chairman Harvey L. Pitt, well aware of the seriousness of these problems, recently testified before the House Financial Services Committee that "it is my hope there are not other Enrons out there, but I'm not willing to rely on hope."

    Robert Maltbie, chief executive officer of www.stockjock.com and an independent analyst, long has followed Morgan Chase. He tells Insight that "there are a lot of things going on in these companies, but we don't know for sure because much of what they're doing is off the balance sheet. The market is scared and crying out to see what's under the hood. Like Enron, much of what the banks are doing is off the balance sheet, and it's a time bomb ticking as we speak."

    Just what would happen if a bank the size of Morgan Chase were unable to meet its financial obligations? "It's tough to go there," Maltbie says, "because it could shake the financial markets to the core."

    Ultima modifica di stuckmojo; 01-04-10 alle 08:31:09

  6. #306
    Il Nonno L'avatar di Edward Green
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    LA GRANDE BATTAGLIA: L’ASTA DEI TITOLI SOVRANI
    di Leon Zingales* e Carmen Vitanza**

    Leon Zingales* e Carmen Vitanza**, collaboratori di Wall Street Italia, sono PhD in Fisica, Dipartimento di Matematica, Università di Messina e Professore Ordinario di Analisi Matematica, Dipartimento di Matematica, Università di Messina.

    (WSI) – La fase di apparente normalizzazione dei mercati finanziari è semplicemente l’occhio del ciclone; una nuova crisi nel giro di non molto tempo ci avvolgerà con conseguenze economiche e geopolitiche imprevedibili: la crisi dei debiti sovrani.

    E’ partita una guerra all’accaparramento dell’ultimo risparmio e gli stati stanno utilizzando tutte le armi a disposizioni, convenzionali e non, per procurarsi l’ossigeno necessario per continuare a respirare.

    Il salvataggio del sistema finanziario boccheggiante ha necessitato di uno sforzo immane: la nave dei debiti sovrani è stata colmata all’inverosimile, ben oltre la capacità della stiva, ed è in procinto di essere inghiottita dal mare in tempesta. E’ una lotta all’ultimo sangue: come prigionieri in un relitto i singoli contendenti si stanno contendendo il poco cibo e la poca acqua a disposizione in una guerra che non ammette prigionieri. Chi vi scrive ha più volte espresso le proprie critiche su come è stato concepita la moneta unica attaccandone la rigidità dogmatica e la mortale staticità. Ma il repentino precipitarsi della crisi del sistema Euro deve essere vista come conseguenza di questa battaglia finale per la sopravvivenza.

    Il Debito sovrano USA raggiunge i 12700 Miliardi di Dollari (quasi il 90% del PIL) ed, aggiungendo i debiti delle agenzie nazionalizzate (Fannie Mae e Freddie Mac) si perviene a 18800 Miliardi (il 130% del PIL). Nel contempo le entrate fiscali crollano e 48 dei 50 degli stati USA sono in deficit (la California ha un budget gap del 56%, l’Arizona del 51% e l’Illinois del 41%); il sistema USA divora il proprio futuro in maniera sempre più vorace: un report della Pension Modernization Task Force, commentando il buco pensionistico dell’Illinois di 90 Miliardi di Dollari, ha evidenziato come il sistema pensionistico sia ormai usato come carta di credito per mantenere i servizi essenziali in uno stato in cui si spendono 3$ per ogni 2$ effettivamente incassati.

    Il mercato immobiliare continua ad essere in profonda sofferenza (considerando anche che le banche USA hanno messo in vendita solo il 30% delle case pignorate onde evitare di segnare subito le perdite nei rispettivi bilanci) e la nuova ondata di svalutazioni ARMS è in prossimo arrivo. Con questi fondamentali si comprende come l’affidabilità finanziaria degli USA sia sempre più minata e, pur di assicurarsi l’ossigeno (gli USA hanno tra l’altro il respiro corto perché la duration media del proprio debito è 4.5 anni, due anni in meno della media europea) fornito dalla vendita dei TBills, qualsiasi arma diviene lecita.

    L’enfasi delle strutturali debolezze del Sistema Euro è attualmente lo strumento più utile per consentire un rafforzamento del Dollaro. Convincere dell’ineluttabilità del fallimento della moneta unica (tra l’altro non mentendo del tutto) è l’unico modo per continuare ad essere attrattivi nei confronti dei risparmi stranieri.

    Ma, malgrado tutto, l’ultima asta settennale da 32 Miliardi di Dollari dei titoli USA ha evidenziato tempo nuvoloso e nel contempo il titolo decennale ha raggiunto il massimo rendimento dall’Ottobre 2008 (epoca preistorica nell’attuale evoluzione della crisi sistemica), ossia il 3.89%. Aspettiamoci dunque ulteriori scombussolamenti e tremende sollecitazioni al rigido sistema Euro: gli USA non possono permettersi di perdere la guerra dei titoli sovrani.
    doh

  7. #307
    Il Nonno L'avatar di Hatsu
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da Default Visualizza Messaggio
    Si ma si sapeva Stuckmojo già ha spiegato una buona teoria. L'alternativa è che Brown abbia fatto una brownata. Sono ambedue credibili.

  8. #308
    Lo Zio L'avatar di stuckmojo
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    Citazione Originariamente Scritto da Hatsu Visualizza Messaggio
    Si ma si sapeva Stuckmojo già ha spiegato una buona teoria. L'alternativa è che Brown abbia fatto una brownata. Sono ambedue credibili.
    a dirla tutta credo che la verita' stia nel mezzo. Brown e' troppo stupido e avra' creduto a qualche advisor della GS o AIG

  9. #309
    Il Nonno L'avatar di Edward Green
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    http://elsa.berkeley.edu/~saez/saez-...comes-2007.pdf

    Spoiler:
    LA VITA È FANTASTICA … MA SOLO SE SIETE GIÀ SUPER RICCHI
    Economia DAL GEORGE WASHINGTON’S BLOG

    Come ho sottolineato a novembre:

    In una relazione dell’Università della California, il professore di economia a Berkeley Emmanuel Saez conclude che la disuguaglianza dei redditi negli Stati Uniti è ai massimi storici, superando addirittura i livelli visti durante la Grande Depressione.

    La relazione mostra che:

    - La disuguaglianza dei redditi è la peggiore che ci sia mai stata dal 1917

    - “I redditi dell’1 per cento più ricco hanno attirato metà della crescita economica complessiva nel periodo dal 1993 al 2007”.

    -“Nell’espansione economica del periodo 2002-2007, i redditi dell’1 per cento più ricco hanno attirato i due terzi della crescita dei redditi.”

    Come altri hanno evidenziato, il salario medio degli Americani, regolato secondo l’inflazione, è più basso rispetto agli anni 70. Il salario minimo, sempre adattato ai livelli d’inflazione, è più basso rispetto ai salari degli anni 50. (vedete qui).
    Dall’altro lato, i miliardari non hanno mai avuto di meglio (e leggete qui).
    Ora, l’agenzia d’ informazione statale russa RIA Novosti nota che il numero di miliardari è salito alle stelle durante la crisi economica:
    L’attuale crisi economica finanziaria mondiale ancora una volta conferma il fatto che durante gli scompigli economici il ricco diventa più ricco e il povero diventa ancora più bisognoso. Giovedì, la rivista Forbes ha riportato una lista aggiornata delle persone più benestanti del mondo.
    A partire dalla fine del 2009 il numero di miliardari è cresciuto da 793 a 1011 e le loro fortune complessive da 2.4 trilioni di dollari (migliaia di miliardi) a 3.6 trilioni. Il numero dei miliardari russi si è quasi raddoppiato, da 32 a 62.

    ***
    Nonostante la crisi, la lista dei miliardari è cresciuta di 200 persone e il loro capitale totale si è ingrandito del 50%. Tutto questo può sembrare paradossale ma solo a un primo sguardo. Questo risultato era prevedibile se ricordiamo come i governi in tutto il mondo si sono occupati della crisi economica.
    Le misure anticrisi hanno sostanzialmente significato un enorme afflusso di denaro nell’economia. Solo gli Stati Uniti hanno speso più di 10 trilioni di dollari. Sullo sfondo di una recessione globale, si può fare buon uso degli investimenti per i mercati di azioni e materie prime, portando alla creazione di nuove bolle finanziarie.

    ***

    Il volume di ripartizioni federali inserito dal governo russo nell’economia era molto più alto che in Europa e negli Stati Uniti. Forbes, con discrezione, si è riferito a questo come a una cooperazione del governo con le grandi attività, in primo luogo le società di materie prime.
    Comunque, anche gli alti ufficiali russi si sono ripetutamente lamentati delle ripartizioni anti-crisi, usate per operazioni nel mercato azionario ma anche depositate in conti bancari esteri.

    La vita è bella … ma solo se siete già super ricchi.

    Anche Alan Greenspan, recentemente, ha definito la ripresa “estremamente sbilanciata”, provocata in gran parte dai grandi vantaggi di coloro che guadagnano sul recupero dei mercati azionari e delle grandi società.

    Nelle vesti di professore di economia ed ex ministro del lavoro, Robert Reich scrive oggi in un eccezionale articolo:

    Ci stiamo, dunque, noi riprendendo? Ma chi sono i “noi”, amici miei? Le grandi società mondiali, Wall Street e gli Americani dagli alti redditi che tengono i loro risparmi negli strumenti finanziari stanno chiaramente andando meglio. Per quel che riguarda noialtri, piccole imprese lungo Main Street [la via principale, il “Corso”, termine tipico negli USA per indicare il luogo dove risiede l'economia reale dei negozi e delle piccole imprese. N.d.r], americani dai redditi medio-bassi, meglio non pensarci.

    I cheerleader della finanza stanno, naturalmente, accentuando i lati positivi. Credono che l’economia viaggi sull’onda dell’ottimismo e che se il consumatore medio pensa che l’economia sta andando bene svuoterà il suo portafogli più volentieri e improvvisamente, presto!, l’economia migliora. Ma i cheerleader non hanno capito che a prescindere da come la gente si sente, se non hanno i soldi non spenderanno.

    L’economia statunitense è cresciuta alla velocità del 5.9% annuale nel quarto trimestre del 2009. Sembra una buona cosa fino al momento in cui ci si rende conto che i dati del PIL sono gravemente distorti dai cambiamenti strutturali nell’economia. Per esempio, parte della crescita è dovuta all’aumento dei costi nell’assistenza sanitaria. Quando WellPoint aumenta i premi, il PIL cresce. Ma dovete essere proprio fuori di testa se considerate questo come un segno di ripresa.

    Parte della crescita percepita del PIL è dovuta all’aumento delle spese del governo. Ma questo è tutto fumo negli occhi. Lo stimolo sta raggiungendo il suo massimo grado e nei mesi a venire comincerà a diminuire. E alla fine si deve ripagare un debito federale più grande.

    Così quando sentite gli economisti dire che la ripresa attuale sta seguendo il suo naturale corso non credete a una parola. Lo stesso corso è usato per costruire i dati del PIl.

    Guardate più attentamente e vedrete che gli unici che si stanno riprendendo sono le persone e le istituzioni del settore privato già al massimo sviluppo… Le società nell’indice Standard&Poor 500 hanno fatturato 2.18 trilioni di dollari nell’ultimo trimestre, rispetto ai 2.02 trilioni dello scorso anno, e i loro guadagni sono triplicati. Perché? Principalmente perché sono globali e vendono nei mercati a crescita veloce in luoghi quali India, Cina e Brasile.

    Le più grandi aziende americane stanno inoltre mostrando grossi profitti e aumenti della produttività perché continuano a tagliare gli stipendi e le spese…

    Le aziende nell’ S&P 500 … possono fare prestiti di denaro a buon mercato. La vendita di obbligazioni societarie sono redditizie. Finora nel 2010, le grandi società statunitensi hanno smerciato 195.2 miliardi di dollari di debito, escluse le obbligazioni garantite dal governo. Questo può spiegare la ripresa? Dipende da cosa faranno le grandi aziende con tutti questi soldi. Infatti, stanno facendo due cose che non aiutano per niente.

    Primo: stanno comprando altre società ... Queste acquisizioni non creano nuovi posti di lavoro. Una delle prime cose che le aziende fanno quando comprano altre società è licenziare molte persone considerate “superflue”. Dopotutto è da qui che arrivano le cosiddette efficienze e sinergie della fusione. [Commento personale: come ho evidenziato un anno fa: “Il Dipartimento del Tesoro ha incoraggiato le banche a usare i fondi di aiuto per comprare i loro concorrenti e ha fatto approvare un emendamento alle leggi fiscali che ricompensa le fusioni nell’industria bancaria (che ha portato molte società a fare il passo più lungo della gamba)]”

    La seconda cosa che le grandi aziende stanno facendo con tutti i loro capitali è ricomprare le loro stesse azioni, di modo da gonfiare il valore azionario. A febbraio ce ne sono stati ben 62 di questi riscatti delle azioni, valutati a 40.1 miliardi di dollari. Siamo testimoni della più grande baldoria di riscatti dal settembre 2008. I principali beneficiari sono gli attuali azionisti, inclusi gli alti esecutivi, la cui paga era legata ai prezzi delle azioni. I riscatti non hanno portato a niente per la maggior parte degli Americani.

    ***

    Il quadro su Main Street è quasi tutto il contrario. Le piccole imprese non stanno vendendo molto perché devono contare su consumatori americani, più che stranieri, e gli Americani non stanno ancora comprando molto.

    Le piccole imprese stanno, inoltre, incontrando alcune difficoltà a ottenere crediti. In un’ispezione condotta dalla Federazione nazionale delle piccole imprese (National Federation of Independent Businesses- NFIB), solo il 34% delle piccole imprese ha riportato accessi ai crediti nella norma e adeguati. Non a caso, “l’indice di ottimismo delle piccole imprese” della NFIB è caduto di 1.3 punti lo scorso mese rispetto a dove al livello in cui è stato all’incirca fino ad aprile.

    Questo è un problema che riguarda la maggior parte degli Americani. Le piccole imprese sono dove c’è lavoro. Infatti le piccole imprese sono responsabili di quasi tutta la complessiva crescita occupazionale in una tipica ripresa. Così, se le piccole imprese vengono colpite non vedremo molta crescita nell’occupazione in tempi brevi.

    Giovedì, la Federal Reserve ha riportato che i consumatori americani si stanno liberando dei loro debiti come matti. I debiti familiari totali negli Stati Uniti, inclusi mutui e saldi carte di credito, sono scesi dell’1.7% lo scorso anno (il primo calo da quando il governo ha cominciato a registrare i debiti dei consumatori nel 1945). Parte dei debiti, che dal liberarsene si arriva alla morosità, i consumatori semplicemente non li stanno pagando, scappando dalle proprie case e dal caro prezzi.

    Queste non sono proprio buone notizie. Ma ecco che il Wall Sreet Journal la riprende: “la morosità sta lasciando molte persone con molti più soldi da spendere e da risparmiare, dando impulso alla riabilitazione finanziaria dell’economia”.

    Sciocchezze. Dalla fine del 2009, il debito ha raggiunto una media di 43.874 dollari per Americano, circa il 122% dell’entrata disponibile annuale. La maggior parte degli analisti economici pensano che un carico di debito sostenibile si aggiri intorno al 100% dell’entrata disponibile, vedendolo con un livello normale di occupazione e un normale accesso al credito. Ma la disoccupazione è ancora esorbitante e sta diventando più difficile per moltissime persone ottenere nuovi mutui e carte di credito. E con i prezzi delle case ancora in crisi, non possono rifinanziare le loro case o contrarre un nuovo prestito.

    Alcuni cheerleaders della finanza dicono che l’aumento dei prezzi delle azioni fa sì che i consumatori si sentano più ricchi e quindi più propensi a spendere. Ma fino al punto in cui la maggioranza degli Americani non ha alcun vantaggio, il loro valore netto sta principalmente nelle case, e quelle case valgono ancora meno che nel 2007. “L’effetto ricchezza” è importante soprattutto per il più ricco 10% degli Americani. La maggior parte dei loro valori netti si trova in azioni e obbligazioni. Il 10% più ricco costituisce circa la metà del reddito nazionale del 2007. Ma era solo il 40% circa delle spese totali e una ripresa sostenibile non può essere basata su quel 10% top.

    Aggiungete a tutto questo la disoccupazione, o alla paura che continui a perseguitare quella grande fetta di popolazione americana. Aggiungeteci il trauma per ciò che la maggior parte di noi ha dovuto passare in quest’ultimo anno e mezzo. Considerate anche l’estremo bisogno di risparmiare per quelle decine di milioni di figli del boom che vedono la pensione all’orizzonte.

    Morale della favola: i consumatori parsimoniosi stanno facendo la cosa giusta e sensata nel frenarsi nei centri commerciali. Nell’ultimo trimestre del 2009 hanno risparmiato poco più del 4% dell’entrate disponibili. Nei prossimi mesi o anni potrebbero risparmiare ancora di più.

    Giusto e sensato per ciascuna famiglia ma un disastro per l’economia totale. I consumatori americani costituivano il 70% della domanda totale di beni e servizi nell’economia americana prima della Grande Recessione, e un grosso pezzo della domanda mondiale.

    Così cosa succede quando lo stimolo è finito e la Fed comincia a stringere di nuovo? Da dove arriverà la domanda per far tornare Main Street, creare posti di lavoro, aumentare il salario della classe media? Non dalle grandi imprese. Certamente non da Wall Street. Non dalle esportazioni. Non dal governo.

    Allora, da dove? La domanda è il grande mistero che aleggia sull’economia statunitense. Fino a quando non ci sarà una risposta, una ripresa economica che non sia solo per le grandi aziende, Wall Street e i ricchi è solo un miraggio.


    Titolo originale: "Life is Great ... But Only If You Are Already Mega-Wealthy "

    Fonte: http://www.georgewashington2.blogspot.com


    Houston, we have a problem....

  10. #310
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    L’impressione generale di chi scrive è che ci sono ancora poche settimane e mesi per sciogliere la prognosi sulla fine della crisi. O tutto riparte e allora gli scossoni che prima o poi arriveranno su prezzi e tassi di interesse saranno assorbibili, oppure l’inflazione che verrà sarà solo il modo migliore per annacquare i debiti degli Stati. In questo secondo caso bisogna resistere ancora non per qualche mese ma per qualche anno.

    CARO BENZINA/ Per l’aumento ringraziamo il dollaro, ma la situazione può peggiorare
    eh, potrebbe andar peggio potrebbe piovere...



    ci mancavano pure i metereologi:

    I nuovi segnali di crisi arrivano dalle previsioni meteo


    Ultima modifica di painofsalvation; 09-04-10 alle 11:25:05

  11. #311
    Shogun Assoluto L'avatar di NoNickName
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    Citazione Originariamente Scritto da painofsalvation Visualizza Messaggio
    pure il succo d'arancia e la pancetta, mancano solo Rundolph e Mortimer

  12. #312
    Il Nonno L'avatar di Hatsu
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    Leggiamo qualcosa di qualitativamente un po' migliore va:

    Greek Curve Goes Apeshit: Bloomberg Reports 3 Month Bid At 21.3%


    Submitted by Tyler Durden on 04/09/2010 07:47 -0500

    If this information is correct, it is all over. Bloomberg calculates the yield on the Greek 3 Month as determined by the bid, or where investors are willing to buy it, based on BVAL sources at 21.3%. In all honesty the bid/offer market in the 3 Month are all over the place. HDAT gives it as 99.650x99.840, BVAL is at 99.470x99.773. The HDAT bid implies a yield of 14.049%, which is still game over for Greece.




    Another way to see the carnage is the Greek CDS curve: 3M-5Y is at -185 bps!



    Why is all of this relevant? Because as Market News confirms as we initially noted, Greece plans to sell €600 million in 6 Month and €600 million in 12 Month Bills on April 13. Sorry, if the 3M is anywhere close to 14% bid (let alone 21%), this is not happening.


    In addition, the country faces E8.22 billion in bond redemptions on Apr 20, E1.585 billion in T-bill redemptions on Apr 23, a E2.278 billion coupon payment on May 10 and E8.086 billion in bond redemption on May 19. The PDMA debt chief Petros Christodoulou has already hinted that April’s funding needs are taken care of, but that the country needs to raise E11.6 billion by May.

    Also, apparently the American syndication is not going too hot. Greece has now moved on to the bubble of last resort: Asia.

    Christodoulou added that Greece will soon do a roadshow in Asia and the U.S. Soon after that, at the end of April or the very beginning of May, “we could be in the market with a global bond deal in dollars,” he said.
    http://www.zerohedge.com/article/gre...-month-bid-213

  13. #313
    Chiwaz
    ospite

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    Hatsu io ti voglio tanto bene ma non ho capito un minchia.

    Riassunto?

  14. #314
    Moderatore BI BI DA L'avatar di Jaqen
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    Mi associo al Chiwaz , troppi termini specifici

    Da quello che ho potuto capire la rendita che i titoli di stato della grecia dovrebbero avere per essere appetibili per il mercato in quantità sufficienti a saldare il debito dovrebbe essere ridicolmente alta.
    Inoltre stanno per scadere un fracasso di obbligazioni greche che in teoria dovrebbero ripagare, e non riescono a trovare investitori nemmeno in America, quindi si stanno rivolgendo all'Asia.
    Giusto?


    Hatsu, a proposito del nulla, sul corriere di oggi c'era "l'articolone dossier" centrale su un sistema di parametri più affidabili dei semplici pil e deficit per misurare la stabilità economica di un paese. Ci volevo aprire un thread apposta ma non sono riuscito a trovarlo in versione online, e non ho voglia di copiarmi 1 pagina di roba . L'hai per caso letto/visto? (Ah Vitor, se mi leggi, hai consigli dove trovarlo?)

  15. #315
    Il Nonno L'avatar di Hatsu
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    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Hatsu io ti voglio tanto bene ma non ho capito un minchia.

    Riassunto?
    Perdona, in effetti forse era un po' troppo tecnico

    L'articolo spiega (e mostra) come i tassi d'interesse richiesti dal mercato per prestare alla Grecia si stiano impennando.
    Questo significa che il mercato ritiene che il rischio di default della grecia sia aumentato, non diminuito.

    Inoltre c'è la concreta possibilità che la Grecia semplicemente non possa permettersi di prestare a quei tassi.

    Aggiungo che (cosa non citata nell'articolo) la BCE abbia affermato ieri che la Grecia non andrà in default. Probabile però che, a meno che non riesca a ricacciare in basso i tassi, debba ricorrere a prestiti da entità come la BCE stessa e l'IMF.

    La situazione attuale è molto interessante da un punto di vista speculativo.
    Oltre che tramite CDS, mi giunge voce (non posso documentare ma trattasi di fonte certa al 100%) che diverse banche piuttosto grosse stiano comprando bond greci a manetta. La cosa è un po' reminiscente dei subprime, bello no?

    Edit per rispondere a Jaqen. Non è che non trovano, come detto se vai a vedere chi sta comprando bond greci troverai un boato di banche americane ed inglesi. E' che purtroppo si tratta di cifre talmente alte che nemmeno le banche bastano e i governi occidentali sono un po restiii al momento.
    E no, non ho visto il dossierone, ma sarebbe una buona scusa per discuterne ed aprire un topic nuovo (questo è morto ormai) quindi potresti scannerizzare magari?
    Ultima modifica di Hatsu; 09-04-10 alle 16:26:43

  16. #316
    Moderatore BI BI DA L'avatar di Jaqen
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    E' vero potrei scannerizzarlo non ci avevo pensato.

    Dopo apro un nuovo topic misto rischio grecia e altre robe e sposto qualcosa

  17. #317
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    Bella, un topic unico per discutere della crisi.
    Comunque per me il default greco sta per arrivare, è sempre più vicino.

  18. #318
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    Ma se l'Unione Europea lascia andare in default la Grecia, stato membro, immagino dovrà fare lo stesso quando nei guai ci sarà un altro stato membro qualunque (Portogallo, Spagna, Italia...). A parte poi la magra figuretta in termini di credibilità...

    Hatsu, perchè le banche grosse stanno comprando bond della Grecia?

  19. #319
    Il Nonno L'avatar di Hatsu
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    Citazione Originariamente Scritto da Odysseus Visualizza Messaggio
    Ma se l'Unione Europea lascia andare in default la Grecia, stato membro, immagino dovrà fare lo stesso quando nei guai ci sarà un altro stato membro qualunque (Portogallo, Spagna, Italia...). A parte poi la magra figuretta in termini di credibilità...

    Hatsu, perchè le banche grosse stanno comprando bond della Grecia?
    Perchè non credono che possa andare in default, e probabilmente hanno ragione (ma se hanno torto sono cazzi ).

  20. #320
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di caesarx
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    E se la Grecia va in default che succede?

  21. #321
    Il Nonno L'avatar di Hatsu
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    Citazione Originariamente Scritto da caesarx Visualizza Messaggio
    E se la Grecia va in default che succede?
    Che chi ha comprato bond greci perde l'intera somma.

  22. #322
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di caesarx
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    Si, ok, a quello ci arrivo.


    Ma intendevo, rivoluzioni, casini, svalutazione dell'euro, morte&distruzione? Ci compriamo tutti un'isoletta?

  23. #323
    Il Nonno L'avatar di Hatsu
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    Citazione Originariamente Scritto da caesarx Visualizza Messaggio
    Si, ok, a quello ci arrivo.


    Ma intendevo, rivoluzioni, casini, svalutazione dell'euro, morte&distruzione? Ci compriamo tutti un'isoletta?
    Beh svalutazione dell'euro sicuramente, almeno temporanea. Crollo dei mercati europei e probabilmente mondiali, oro/argento alle stelle, tassi d'interesse per PIIGS e UK alle stelle.
    Insomma un ecatombe.

    Il bello è che personalmente ritengo che un default della Grecia, nel lungo termine, sarebbe la scelta migliore per l'eurozona, nonostante la pesantezza delle conseguenze a breve/medio termine.

  24. #324
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di caesarx
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    Perché?


    Intendo dire, gli stati europei hanno investito tanti soldi in Grecia cosí da provocare un'ecatombe se questa non restituisse il debito..

  25. #325
    Il Nonno L'avatar di Hatsu
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    Perché?


    Intendo dire, gli stati europei hanno investito tanti soldi in Grecia cosí da provocare un'ecatombe se questa non restituisse il debito..
    No, effetto domino. L'Europa può, economicamente, permettersi un default della Grecia, ma darebbe segno di debolezza nel breve termine. I tassi sui bond europei schizzerebbero alle stelle e questo si sarebbe un costo pesante. L'euro crollerebbe con tutte le conseguenze del caso.

    Se la Grecia dovesse defaultare sarà con il beneplacito della BCE, questo è indiscutibile. Quindi essenzialmente la questione greca è una questione europea, e forse anche americana (ci sono stati americani che sono messi peggio della Grecia).

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