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  1. #451

    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da Qoelet Visualizza Messaggio
    It's the capitalism, baby. Il fatto è che è FOLLE che la credibilità di uno Stato sovrano sia valutata da quattro pirati della finanza e possa essere tirata nella polvere per delle ragioni in buona parte avulse dalla realtà economica di quella nazione: non si può passare a considerare uno stato dell'Eurozona a rischio default da un giorno all'altro: questo è panico indotto. Quel che fa Soros dei suoi soldi sarebbe irrilevante, se non fosse che il mercato lo segue come un guru. E lo segue perché gran parte del flottante è in mano a gente che ci vuol fare su i soldi il più in fretta possibile, ergo estrarre valore dal sistema senza introdurre per MEZZA LIRA di lavoro utile.
    No, non è capitalismo, perchè il capitalismo ha fra i suoi capisaldi il fatto che guadagni producendo. E più sei bravo a produrre, più guadagni. E' un sistema che in linea teorica è meritocratico.
    Invece, come anche tu hai ammesso, il modello attuale ne è diventata un'aberrazione; un sistema dove si può creare un guadagno importante, non producendo niente. Ma il valore non si crea dal nulla e se lo prelevi, senza bilanciare con una produzione equivalente, qualcun altro subisce gli effetti delle tue azioni, nonostante abbia una produzione all'attivo (lavoro, ma finisco in bancarotta, per intenderci...)
    Ma anche no. Io non compro nulla a rate per prinicipio. Odio avere debiti. Mi girano invece le palle perché un sacco di persone invece vivono di debiti e poi, quando qualcuno fa crollare la baracca e scappa coi soldi, ci vado di mezzo anche io.
    Ma anche sì. Per ogni persona come te che non contrae debiti se non per cose indispensabili (leggi prima casa), ce ne sono a milionate in tutto il mondo che fanno il contrario.
    Ergo, tu (come me e come altri) sei statisticamente irrilevante.
    Ultima modifica di Shalby; 30-04-10 alle 17:07:01

  2. #452
    Qoelet
    ospite

    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    mi sa che siamo d'accordo
    Con la frase ad effetto (che per amor di chiarezza avrei fatto meglio ad omettere, a dire la verità ) intendevo dire che , date le premesse, quello che è accaduto era oggettivamente inevitabile. Ora è tardi.
    Col "ma anche no" intendevo schierarmi in quel "quasi".

    E'anche vero che di economia io non capisco granché, però.

  3. #453
    Lo Zio L'avatar di painofsalvation
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Derivati, Clinton: «Sbagliai a seguire i consigli di Rubin e Summers» - 19/04/2010

    L’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, alimenta il dibattito sulle responsabilità della crisi...

    L’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, alimenta il dibattito sulle responsabilità della crisi. Riferendosi direttamente ai suoi segretari al Tesoro, Robert Rubin e Lawrence Summers, ha spiegato che i loro consigli in tema di strumenti finanziari derivati erano evidentemente sbagliati. «Credo che sia stato un errore seguire la loro impostazione», ha spiegato in un’intervista rilasciata al programma “This Week” della televisione ABC.

    Secondo i due economisti i derivati, infatti, non avevano bisogno di particolari garanzie di trasparenza, anche perché, ripetevano «saranno acquistati solo da un ristretto gruppo di persone». La vicenda dei mutui subprime, invece, ha dimostrato come gli operatori della finanza siano stati in grado di agganciare a prodotto tradizionali anche questo tipo di strumenti ad alto rischio. «Anche se solamente l’1% degli investimenti coinvolge i derivati, la quantità di denaro che vi gira intorno è talmente alta da essere in grado di far pesare le sue crisi sull’intero sistema», ha osservato Clinton. Non a caso regole più stringenti proprio sugli investimenti più ad alto rischio sono da mesi allo studio dei tecnici dell’amministrazione guidata da Barack Obama, sebbene sul testo proposto dal presidente della commissione parlamentare bancaria, Christopher Dodd, non ci sia ancora un consenso bipartisan al Congresso americano.

    L’ex presidente Usa ha poi puntato il dito anche contro il governo di George W. Bush, reo di aver applicato una deregulation irrazionale e pericolosa: «Se presidente della Sec fosse rimasto Arthur Levitt, quando lasciai la Casa Bianca, sono convinto che avremmo potuto evitare buona parte di ciò a cui abbiamo assistito: la vigilanza è fondamentale».

    http://www.valori.it/italian/news.php?idnews=2255
    troppe scuse dovrebbe chiedere di tutte le minchiate che ha combinato...


    si, bellissima l'idea di andare in default tutti i piigs insimeeee!!!!

    http://www.wolfstep.cc/2010/05/infan...nanziaria.html
    Ultima modifica di painofsalvation; 02-05-10 alle 23:04:13

  4. #454
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?


  5. #455
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di caesarx
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    Cioé?
    Se non pagano il debito anche i creditori vanno a gambe all'aria?

  6. #456
    La Borga L'avatar di Il Nero
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da caesarx Visualizza Messaggio


    Cioé?
    Se non pagano il debito anche i creditori vanno a gambe all'aria?
    Beh, il punto sarebbe proprio quello in effetti.

  7. #457
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di caesarx
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Ma il fatto é che i debiti sono stati fatti in moneta virtuale, la quantitá di denaro dovuta giá non esiste...


    Significa che siamo giá fottuti?

  8. #458
    Il Nonno L'avatar di Edward Green
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Per la serie "giocando con il fuoco globale", ecco due articoli interessanti:

    one

    Spoiler:

    UN IMPERO QUASI INSOLVENTE
    DI VLADIMIRO GIACCHE’


    Il 5 maggio l’amministrazione comunale di un’importante città dell’Occidente resterà senza più soldi in cassa. Non si tratta di Atene, ma di Los Angeles. A Colorado Springs, già da qualche tempo donazioni private sono indispensabili per tenere aperti i parchi. Nel Maryland molti lavoratori pubblici saranno a breve messi in congedo per il secondo anno consecutivo. Sono tre esempi di un unico problema: l’insostenibilità del debito pubblico Usa.

    Il debito del governo degli Stati Uniti è attualmente di circa 13.000 miliardi di dollari. Ancora più grave il fatto che il deficit di bilancio annuale del 2009 è stato di 1.400 miliardi di dollari (pari all’11,2% del prodotto interno lordo), superiore anche a quello che si ebbe nel 1942, in piena seconda guerra mondiale. È in rosso sia il bilancio federale, che quello degli Stati dell’Unione (180 miliardi il loro deficit di bilancio 2010) e di moltissime municipalità. Vanno poi aggiunti i debiti delle agenzie pubbliche di mutui immobiliari Fannie Mae e Freddie Mac (5.000 miliardi) e soprattutto la necessità di finanziare nei prossimi anni prestazioni pensionistiche e sanitarie per qualcosa come 41.000 miliardi di dollari.

    In ambito pensionistico, la crisi ha creato una vera e propria voragine. Basti pensare che i soli 3 fondi pensione dei dipendenti pubblici della California (che riguardano 2 milioni e mezzo di persone in tutto) hanno riportato tra il giugno 2008 e il giugno 2009 perdite per poco meno di 110 miliardi di dollari. Secondo una ricerca appena pubblicata dalla Stanford University lo squilibrio tra il patrimonio di questi 3 fondi e le prestazioni da erogare ammonta a 500 miliardi di dollari. I buoni del Tesoro emessi dagli Usa (i T-Bond) sono passati da 3.410 miliardi di dollari del 2000 a 7.545 miliardi nel 2009. Quest’anno sono previsti almeno altri 2.000 miliardi di nuove emissioni. A queste cifre vanno aggiunte le emissioni statali e municipali. Le sole obbligazioni municipali in essere lo scorso anno ammontavano a 2.800 miliardi di dollari. E va notato che queste obbligazioni rappresentano un ulteriore aggravio per il bilancio federale, che finanzia un terzo degli interessi pagati dalle municipalità agli obbligazionisti. A questi ritmi, entro dieci anni il governo federale degli Stati Uniti dovrà emettere 750 miliardi di obbligazioni all’anno soltanto per ripagare gli interessi sui titoli di Stato già in circolazione.

    Con questa montagna di debito pubblico, è dubbio che gli Stati Uniti possano beneficiare ancora a lungo del rating elevato attuale (tripla A). Lo ha dichiarato la stessa agenzia di rating Moody’s, ipotizzando che in un prossimo futuro gli Usa (al pari della Gran Bretagna) potrebbero subire un abbassamento del loro merito di credito. Qualche sinistro scricchiolio sul fronte degli acquirenti del debito Usa (per la metà collocato all’estero) si comincia già ad avvertire: a gennaio, per il terzo mese consecutivo, i cinesi hanno ridotto le loro posizioni in titoli di Stato Usa, e a marzo i gestori di Pimco, il più grande fondo obbligazionario del mondo, hanno escluso i T-Bonds dai loro nuovi acquisti. Gli analisti di Morgan Stanley non escludono che quest’anno la domanda di titoli di Stato americani possa risultare inferiore all’offerta per 600 miliardi di dollari, con un conseguente forte rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato americani (ossia degli interessi che gli Usa devono pagare a chi acquista questi titoli).

    Sulla sostenibilità del debito pubblico incidono anche le prospettive dell’economia: che allo stato sono tutt’altro che brillanti, a dispetto di quanto si sente ripetere. La moderata crescita del pil degli ultimi trimestri è attribuibile per due terzi a programmi di stimolo governativi (in particolare agli incentivi per la rottamazione delle auto e ai sussidi per l’acquisto della prima casa): cioè è stata pagata con l’aumento del debito pubblico. Lo stesso vale per la crescita dell’occupazione a marzo, che ha beneficiato di 48.000 posti di lavoro pubblici part-time creati per il censimento. In un contesto del genere la stessa crisi greca, che sinora ha indubbiamente avvantaggiato gli Stati Uniti (rafforzando il dollaro a scapito dell’euro), potrebbe rivelarsi micidiale in quanto potrebbe innescare una crisi più generale del debito sovrano. Un effetto-domino che colpisse il debito pubblico degli stati avrebbe conseguenze drammatiche ed imprevedibili, perché colpirebbe i prestatori di ultima istanza che hanno salvato il sistema finanziario internazionale dal collasso. Ma è uno scenario che non si può escludere: in fondo, come ha affermato recentemente l’analista Dylan Grice di Societé Générale, “i governi degli Stati più sviluppati sono insolventi secondo ogni ragionevole definizione”.

    I numeri visti sopra ci dicono che in questo scenario gli Stati Uniti sarebbero un bersaglio più che plausibile. Per dirla con lo storico Niall Ferguson, oggi “il debito Usa è un riparo sicuro allo stesso modo in cui era considerato un porto sicuro Pearl Harbour nel 1941”.


    two
    Spoiler:

    FRONT RUNNING COMPUTERIZZATO E TRUFFA FINANZIARIA

    Economia DI ELLEN BROWN


    Come un programma destinato a salvare il libero mercato si è trasformato in un mostro


    Mentre la SEC è impegnata ad indagare su Goldman Sachs, potrebbe anche prendere in esame un’altra truffa guidata da Goldman: il front running computerizzato utilizzando programmi di trading ad alta frequenza.

    I commentatori dei mercati amano parlare di “capitalismo del libero mercato” ma secondo l’opinionista di Wall Street Max Keiser, questo non esiste più. Si è infatti trasformato in quello che la sua collega televisiva Stacy Herbert definisce “capitalismo del mercato manipolato”: oggi tutti i mercati sono soggetti a manipolazione per un profitto privato.

    Keiser non sta solamente facendo speculazione. Egli sostiene di aver inventato uno dei programmi più utilizzati per compiere le manipolazioni ma non è quello che intendeva veramente creare. Il suo programma brevettato era progettato per eliminare le manipolazioni dai mercati, e questo sarebbe stato fatto facendo corrispondere automaticamante gli acquirenti con i venditori, eliminando il “front running” – gli intermediari che acquistano o vendono in anticipo su grandi ordini in arrivo dai loro clienti. Il programma era volto ad eliminare il conflitto di interessi che esiste quando gli intermediari che fanno corrispondere gli acquirenti con i venditori vendono anche per proprio conto. Ma il programma è caduto nelle mani sbagliate ed è diventato il prototipo per programmi di trading automatizzato che in realtà agevolano il front running.

    Chiamato anche “Trading ad Alta Frequenza” (HFT) o “black box trading”, il programma di contrattazioni automatizzate utilizza computer ad alta velocità guidati da complessi algoritmi (istruzioni impartite al computer) per analizzare i dati e sbrigare gli ordini in quantità enormi a velocità elevatissime. Come il giocatore di poker che sbircia le carte dell’avversario da uno specchio, l’HFT consente all’operatore di sbirciare i principali ordini in arrivo e posizionarsi in cima per sottrarre una parte dei profitti. Badate che questi importanti ordini istituzionali sono i nostri soldi – fondi pensione, fondi comuni, 401K.

    Quando la “creazione del mercato” (facendo corrispondere gli acquirenti con i venditori) era fatta strettamente da intermediari umani nella sala della Borsa Valori, le manipolazioni e il front running erano considerati un prezzo da pagare accettabile (anche se moralmente discutibile) per avere mercati continuamente “liquidi”. Ma il front running dei computer, utilizzando programmi di contrattazioni complessi, è un genere di truffa completamente diverso. Una piccola falla del sistema si è tramutata in un mostro. Keiser sostiene che il front running computerizzato con l’HFT è diventato l’attività principale di Wall Street e la forza trainante principale della maggior parte del volume degli scambi, contribuendo non solo a buona parte dei profitti provenienti dalle contrattazioni ma anche alla manipolazione dei mercati per scopi economici e politici.

    Lo “specialista virtuale”: il prototipo delle contrattazioni ad alta frequenza

    Fino a poco tempo fa la maggior parte del mercato veniva realizzata da intermediari chiamati “specialisti”, vale a dire quelle persone che si vedono nella sala della Borsa di New York e che contrattano il prezzo delle azioni. Il lavoro dello specialista ebbe origine più di un secolo fa, quando era stata riconosciuta la necessità di un sistema di contrattazioni continue. Ciò significava contrattare anche quando non c’era alcun acquirente o venditore “reale” che attendesse a prendere parte alla contrattazione.

    Lo specialista è un intermediario che tratta un’azione ben specifica e che rimane in un punto preciso della sala tenendone un inventario. Egli pubblica i prezzi “bid” (miglior prezzo di acquisto) e “ask” (miglior prezzo di vendita), gestisce gli ordini “limite”, esegue le contrattazioni ed è responsabile delle gestione del flusso ininterrotto di ordini. Se c’è un forte spostamento della domanda dalla parte della “vendita” o dalla parte dell’”acquisto”, lo specialista interviene e vende o acquista prelevando dal proprio inventario per soddisfare la domanda, finché il divario si è ridotto.

    Questo dà la possibilità allo specialista di contrattare per sé, utilizzando la sue informazioni confidenziali per registrare dei profitti. Questa pratica è disapprovata dalla Securities Exchange Commission (SEC) ma non è mai stata seriamente regolamentata perché è stata considerata necessaria per mantenere i mercati “liquidi”.

    La“Virtual Specialist Technology” (VST) di Keiser fu sviluppata per Hollywood Stock Exchange (HSX), una simulazione multigiocatore basata sul web nella quale i giocatori utilizzano denaro virtuale per acquistare e vendere “azioni” di attori, registi, film in uscita e altre opzioni relative all’industria cinematografica. Il programma determina in automatico il vero prezzo di mercato, confrontando i “bid” con gli “ask” e valutando la quota di ciascuno. Keiser e il co-fondatore di HSX, Michael Burns, fecero domanda di brevetto nel 1996 per un “sistema di contrattazioni di titoli implementato al computer con una funzione specialistica virtuale” e fu assegnato loro il brevetto degli Stati Uniti n. 5960176 nel 1999.

    Purtroppo le cose andarono male dopo il crollo delle dot.com quando la società di Keiser, la HSX Holdings, vendette, nonostante la sua opposizione, il brevetto della VST alla società di investimenti Cantor Fitzgerald. Cantor Fitzgerald congelò poi la parte del programma che avrebbe eliminato il front running, come le aziende farmaceutiche che acquistano brevetti in concorrenza per toglierli dal mercato. Invece di impedire il front running, il programma fu alterato in modo che potesse in realtà accrescere quella pratica disonesta. Keiser (che ora vive in Europa) fa notare che questo genere di abuso di brevetto è illegale ai sensi della legge europea sulla proprietà intellettuale.

    Nel frattempo, il progetto del programma VST rimaneva in bella mostra all’Ufficio brevetti, dando suggerimenti ad altri inventori. Per ottenere un brevetto, i richiedenti devono elencare uno “stato dell’arte” e quindi dimostrare che il loro brevetto ne è in qualche modo un miglioramento. L’elenco per il brevetto di Keiser mostra che è stato richiamato da altri 132 riguardanti programmi di contrattazione automatica o HFT.

    L’HFT è giunto rapidamente a dominare gli scambi. Le società di contrattazioni ad alta frequenza oggi contano per il 73% di tutte le contrattazioni degli equity americani, malgrado queste rappresentino solamente il 2% delle circa 20.000 società operanti.

    Nel 1998, la SEC consentì che le reti di comunicazione elettronica online, ovvero i sistemi alternativi di contrattazione, diventassero scambi azionari a tutti gli effetti. I sistemi alternativi di contrattazione (ATS) sono sistemi di corrispondenza ordini automatizzati a computer che offrono opportunità simili a quelle di scambio a costi inferiori ma che sono spesso soggetti a requisiti di divulgazione inferiori e regole di contrattazione diverse. I sistemi informatici fanno corrispondere in automatico ordini di acquisto e di vendita che erano stati a loro volta inviati tramite computer. La creazione del mercato che una volta veniva effettuata con un “registro dello specialista” – un qualcosa che poteva essere esaminato e verificato – viene ora effettuata da una “scatola nera” invisibile, senza controllo.

    Per oltre un secolo il mercato azionario è stato un vero mercato, con operatori in carne e ossa che rilanciavano offerte su offerte nella sala della Borsa Valori. In un solo decennio le contrattazioni in sala sono state del tutto eliminate tranne che per gli scambi più importanti, come la Borsa Valori di New York (NYSE). E anche in quei mercati, le contrattazioni in sala convivono con le contrattazioni elettroniche.

    I sistemi alternativi di contrattazione permettono praticamente a qualunque operatore abbastanza grande di fare ordini direttamente nel mercato, invece che inoltrarli agli operatori al NYSE. I sistemi alternativi di contrattazione consentono anche a qualunque operatore abbastanza grande dotato di un sofisticato programma HFT di effettuare contrattazioni di front running.

    Il Flash Trade: come viene manipolato il gioco

    Una componente essenziale del front running computerizzato è una pratica discutibile chiamata “flash trade”. Gli ordini flash sono permessi grazie ad una scappatoia nel regolamento che consente, al pagamento di una quota, di mostrare in anticipo gli ordini ad alcuni operatori. Un tempo il NYSE consentiva agli specialisti di dare un’occhiata in anticipo agli ordini in arrivo, ma ora questa pratica è stata sostituita da una politica “di parità” che dà a tutti gli investitori uguale accesso a tutte le quotazioni dei prezzi. Tuttavia, alcuni ATS in forte concorrenza con gli scambi consolidati per le attività commerciali hanno adottato l’uso del flash trade per separare le attività di contrattazione dagli scambi. Un ordine in arrivo viene mostrato per una frazione di secondo ad un operatore prima di essere inviato al sistema del mercato nazionale. Se l’operatore riesce a far corrispondere la miglior offerta nel sistema otterrà quell’ordine prima ancora che il resto del mercato possa vederlo.

    La rapida occhiata rivela la contrattazione in arrivo ma non il prezzo limite – il prezzo massimo al quale l’acquirente o il venditore è disposto a contrattare. Questo è ciò che calcola il programma HFT ed è ciò che dà all’operatore ad alta frequenza lo stesso genere di informazioni confidenziali disponibili all’operatore tradizionale: l’operatore ad alta frequenza ora riesce a sbirciare le carte dell’avversario. Questo significa che gli operatori ad alta frequenza possono fare molto di più che sottrarre grossi profitti agli altri investitori: possono davvero manipolare i mercati.

    Le modalità con le quali viene fatto sono state spiegate da Karl Denninger in un lucido post pubblicato nel luglio 2009 su Seeking Alpha:

    “Diciamo che c’è un acquirente disposto a comprare 100.000 azioni di BRCM ad un prezzo limite di 26,40 dollari. Vale a dire che l’acquirente accetterà qualsiasi prezzo fino a 26,40 dollari. Ma il mercato, in questo momento particolare, è a 26,10 dollari, trenta centesimi in meno.

    “Allora i computer, avendo rilevato attraverso i loro ordini flash (che dovrebbero essere illegali) che c’è un desiderio di azioni Broadcom, iniziano ad emettere piccoli ordini (in genere in pacchetti azionari da 100) di tipo IOC – “Immediate or Cancel” – per vendere a 26,20 dollari. Se quell’ordine viene “mangiato” allora il computer emette un ordine a 26,25 dollari, poi a 26,30, poi a 26,35, poi a 26,40. Quando tenta a 26,45 dollari non ottiene alcun “morso” e l’ordine viene immediatamente cancellato.

    “L’afflusso di offerta arriva, ma guarda che coincidenza, a 26,39 dollari e si sostiene che il mercato è diventato ‘più efficiente’.

    “E’ assurdo, perché non c’era alcun “vero venditore” a nessun di quei prezzi! Questo schema di offerta era inteso per fare una sola cosa – manipolare il mercato individuando quelle che si pensava fossero informazioni nascoste – il prezzo limite dell’altra parte!

    “Con le normali code di ordini e i normali flussi la persona con il limite di ordine vedrebbe l’offerta a 26,20 dollari e potrebbe abbassare il proprio limite. Ma i computer sono così veloci che a meno che non ne abbiate uno altrettanto rapido non c’è alcuna possibilità: il vostro ordine viene immediatamente “violentato” al prezzo limite pieno! Venite fregati di 29 centesimi per azione il che vi è stato letteralmente sottratto dalle società HFT che hanno visto le vostre carte prima che voi potevate rilevare l’attività, hanno determinato il vostro prezzo massimo e quindi vi hanno venduto ad una cifra la più vicina possibile al vostro prezzo massimo”.

    La presunta giustificazione per i programmi ad alta frequenza è che essi “migliorano la liquidità” ma Denninger dice: “Sono fesserie. Hanno trasformato il mercato in un gioco truccato dove gli ordini istituzionali (cioè voi, il signor Rossi e la signora Rossi quando acquistate o vendete dei fondi comuni!) venite regolarmente fregati a vantaggio di alcune grandi banche internazionali”.

    A dire la verità gli operatori ad alta frequenza stanno togliendo liquidità dal mercato. Così sostiene John Daly sul britannico Globe and Mail, citando Thomas Caldwell, amministratore delegato di Caldwell Securities Ltd.: “I grandi investitori istituzionali sanno che se iniziano a far passare un grosso pacchetto di azioni ad un certo prezzo – anche se questo pacchetto è suddiviso in tante piccole contrattazioni su diversi ATS e mercati – possono dare inizio ad un’inondazione di ordini ad alta frequenza che spostano immediatamente i prezzi di mercato a svantaggio dell’istituto… è questa la ragione per cui gli istituti si sono riuniti nei cosiddetti gruppi oscuri gestiti da ATS come Instinet, e da operatori individuali come Goldman Sachs. I gruppi consentono agli operatori di offrire i prezzi senza rivelare pubblicamente le loro identità e scoprire le proprie carte”.

    Poiché questi grandi gruppi oscuri sono poco visibili agli altri investitori e ai regolatori, essi bloccano la libera ed equa contrattazione il cui funzionamento dipende da mercati per aste aperti e trasparenti.

    Il famigerato manipolatore dei mercati: Goldman Sachs

    Tyler Durden, scrivendo su Zero Hedge, fa notare che il gioco HFT è dominato da Goldman Sachs, che egli definisce “un hedge fund in tutto e per tutto tranne che per l’appoggio della FDIC”. Goldman era una banca di investimenti fino al crollo del 2008 quando è diventata una banca commerciale da un giorno all’altro per capitalizzare sui sussidi del salvataggio federale, tra cui denaro esente da interessi proveniente dalla Fed che può utilizzare per speculare sugli scambi ATS poco trasparenti dove i mercati sono manipolati e controllati.

    A differenza del NYSE, che è aperto tutti i giorni solamente dalle 10 del mattino alle 4 del pomeriggio, le contrattazioni ATS durano ventiquattr’ore al giorno e sono particolarmente intense quando il NYSE è chiuso, cioè quando ci sono poche contrattazioni azionarie da poter essere facilmente manipolate. Tyler Durden scrive:

    “Poiché i mercati continuano a salire giorno dopo giorno, indipendentemente dal peggioramento delle condizioni economiche, sono solamente questi HFT che determinano la direzione complessiva del mercato, generalmente senza fondamentali o motivi tecnici. E basandosi su poche righe di codice, gli investitori al dettaglio si ritrovano truffati in un mercato in salita che non ha nulla a che vedere con i primi segnali di ripresa o con una qualche società cinese che acquista qualche altro centinaio di server Intel: gli HFT stanno semplicemente portando avanti lo stesso mito del mercato Ponzi che avevamo visto nel caso Madoff, ma su una scala enormemente più vasta”.

    La manipolazione dell’HFT ci aiuta a capire in che modo Goldman Sachs abbia guadagnato lo scorso anno 100 milioni di dollari al giorno dal suo reparto contrattazioni, giorno dopo giorno, su 116 giorni di contrattazioni su 194 dalla fine di settembre 2009. Quando si conoscono le carte dell’avversario è come rubare le caramelle a un bambino.

    Ridare vita al libero mercato

    Quindi, che cosa si può fare per ristabilire dei mercati liberi ed equi? Un passo nella giusta direzione sarebbe quello di proibire i flash trade. La SEC sta proponendo delle norme in tal senso ma non sono ancora state rese effettive.

    Un altro controllo proposto sull’HFT è una Tobin tax – una piccola imposta su ogni contrattazione finanziaria. Le proposte vanno dallo 0,005% all’1%, soglia abbastanza bassa da essere difficilmente avvertita dai legittimi investitori “buy and hold”, ma abbastanza alta per affossare l’HFT, che sottrae piccolissimi profitti da un numero enorme di contrattazioni.

    Questo è quanto sostengono i proponenti ma una piccola imposta potrebbe non essere in realtà sufficiente per affossare l’HFT. Considerate l’esempio di Denninger, in cui l’operatore ad alta frequenza non guadagnava solo pochi centesimi ma 29 centesimi pieni a contrattazione e aveva la possibilità di racimolare questa cifra su 99.500 azioni (100.000 azioni meno 5 contrattazioni in pacchetti da 100 a somme inferiori). E’ un guadagno di 28.855 dollari su una contrattazione da 2,63 milioni di dollari, non male per pochi millesimi di secondo di lavoro. Imponendo uno 0,1% di Tobin tax su questi 2,63 milioni il profitto su ridurrebbe a 26.225 dollari ma è ancora un bel guadagno per una contrattazione che dura meno di un battito di ciglia.

    La soluzione ideale sarebbe quella di risolvere il problema alla radice – il meccanismo di regolazione dei prezzi. Keiser sostiene che questo potrebbe essere fatto vietando l’HFT e installando in tutti gli scambi il suo programma VST nella sua concezione originale. Il vero prezzo di mercato sarebbe allora stabilito automaticamente, escludendo sia la manipolazione umana che quella elettronica. Keiser fa notare che gli azionisti della sua ex azienda hanno avanzato la richiesta per annullare la vendita a Cantor Fitzgerald e recuperare il programma perché l’accordo non è mai stato perfezionato e gli investitori di HSX Holdings non hanno mai ricevuto un centesimo dalla vendita.

    C’è solo un problema con la loro richiesta: le scartoffie che dimostrano che era stato inviato agli uffici di Cantor Fitzgerald al World Trade Center diversi mesi prima del settembre 2001. Come il capitalismo del libero mercato, sembra che le prove siano andate in fumo.

    Ellen Brown


    Che ne pensate?

  9. #459
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    Che come diceva un tempo, l'Avvocato, "La festa è finita"

  10. #460
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    Penso che ormai si è all'interno di un circolo vizioso dal quale non si può più uscire.
    Il debito pubblico di tutte le nazioni sviluppate ha raggiunto livelli abnormi e la causa non è di certo imputabile agli sprechi. Il problema è che il welfare state per funzionare deve avere moltissimi soldi a disposizione. Se lo stato opera in perdita per salvaguardare il benessere dei cittadini non ci si può stupire se si è arrivati a questo punto. Poi ovvio, gli sprechi sono un qualcosa in più, ma non sono che i sassolini di un enorme valanga.

  11. #461
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    Default, sinceramente non capisco di che festa stai parlando. Intendo, il ceto medio in italia quanto guadagna? 1500 euro al mese? non mi sembra che si possa dire che abbiamo fatto festa...Ne mi sembra che la disponibilità di servizi pubblici sia un qualcosa in più a cui si debba rinunciare.

  12. #462
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da MrChuck Visualizza Messaggio
    Default, sinceramente non capisco di che festa stai parlando. Intendo, il ceto medio in italia quanto guadagna? 1500 euro al mese? non mi sembra che si possa dire che abbiamo fatto festa...Ne mi sembra che la disponibilità di servizi pubblici sia un qualcosa in più a cui si debba rinunciare.
    Negli anni '70 ed '80 a causa della marea di sprechi e pratiche clientelari dei catto-comunisti, il popolo italiano ha vissuto con un tenore di vita maggiore di quello che poteva, collezionando un'inqualificabile debito pubblico. Un fardello che ha devastato l'economia italiana, impedendole di crescere, nei due decenni successivi, e che continuerà a condizionare le generazioni future.
    Negli anni '90 e '00 è stato invece il debito privato a permettere a paesi come UK, Spagna, USA e Portogallo di viaggiare a ritmi insostenibili.

    Noi abbiamo già tirato la cinghia da tempo (e per tempo, aggiungerei). Ora vediamo se ci riusciranno anche i nostri vicini di casa della derelitta UE.

    Sul discorso del Welfare State sono d'accordo: è insostenibile. La spesa pubblica è diventata un grosso ammortizzatore sociale.
    Ci hanno tolto la libertà man mano, arrivando ad un controllo economico a livelli di Unione Sovietica, che non si era mai spinta al limite che abbiamo superato quest'anno in termini di spesa pubblica (52% del PIL).
    L'evasione fiscale è ormai l'unica ancora di salvezza per questo Paese.

  13. #463
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    l'alternativa quale è? chiudere ospedali scuole ferrovie etc.etc.? privatizzare il tutto?
    Per me, anche se mi sento ridicolo a dirlo essendo una cosa piuttosto catastrofista, è che il rischio sia che scontrandosi con la realtà ci si renda conto che i principi proposti dallo stato sono inattuabili.

  14. #464
    La Borga L'avatar di Il Nero
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    A me sembra che durante la crescita l'Italia sia stata in grado contemporaneamente di mantenere un welfare decente, pagare gli interessi sul debito e ridurre il debito. Quindi il welfare state non è insostenibile. Quello che scontiamo qui in Italia è l'orribile operato dell'orribile classe politica degli anni '80.

  15. #465
    Il Puppies L'avatar di alainpoeta
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Il wsj vede dei segnali preoccupanti intorno al debito pubblico inglese.

    http://online.wsj.com/article/SB1000...413694462.html

  16. #466
    Il Nonno L'avatar di ILSAGGIO
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Ma in tutto questo apocalittico scenario, se tutti siamo indebitati con tutti, quali sarebbero le conseguenze di una serie di iperfallimenti?

  17. #467
    Lo Zio L'avatar di stuckmojo
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da alainpoeta Visualizza Messaggio
    Il wsj vede dei segnali preoccupanti intorno al debito pubblico inglese.

    http://online.wsj.com/article/SB1000...413694462.html
    Altro che. il debito, che in teoria e' circa di "solo" il 70% del PIL, in realta' non rappresenta la situazione del bilancio UK. Non tiene conto di pensioni e PFI, che sono tutti gli investimenti "a debito" strutturali, fuori bilancio. Se aggiungiamo il tutto siamo a circa 300% del PIL.

    Il problema imminente e' la paura di downgrade. Se le agenzie di rating tagliano sul debito UK, i fondi pensione sono obbligati a vendere le loro partecipazioni, dato che, per una regola in teoria molto giusta, ma in pratica poco (Subprime???), non possono investire in securities con meno di AAA rating.

    E il downgrade avverra' di sicuro.

    Spero che chiunque vinca le elezioni in UK (Ovvio, non Nu Liebour), chieda al FMI di fare un audit dei libri contabili dello stato.

  18. #468
    Il Puppies L'avatar di alainpoeta
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da stuckmojo Visualizza Messaggio
    Altro che. il debito, che in teoria e' circa di "solo" il 70% del PIL, in realta' non rappresenta la situazione del bilancio UK. Non tiene conto di pensioni e PFI, che sono tutti gli investimenti "a debito" strutturali, fuori bilancio. Se aggiungiamo il tutto siamo a circa 300% del PIL.

    Il problema imminente e' la paura di downgrade. Se le agenzie di rating tagliano sul debito UK, i fondi pensione sono obbligati a vendere le loro partecipazioni, dato che, per una regola in teoria molto giusta, ma in pratica poco (Subprime???), non possono investire in securities con meno di AAA rating.

    E il downgrade avverra' di sicuro.

    Spero che chiunque vinca le elezioni in UK (Ovvio, non Nu Liebour), chieda al FMI di fare un audit dei libri contabili dello stato.
    Quando taglieranno il rating come faranno a salvare il paese? Una colletta internazionale come per la Grecia avrebbe costi immensi, chi metterebbe i soldi visto che sono tutti nei guai?

  19. #469
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    La perfida albione sprofonderá...


    D'altra parte, non fanno parte dell'Euro.

  20. #470

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    Citazione Originariamente Scritto da alainpoeta Visualizza Messaggio
    Quando taglieranno il rating come faranno a salvare il paese? Una colletta internazionale come per la Grecia avrebbe costi immensi, chi metterebbe i soldi visto che sono tutti nei guai?
    Tagliare il rating non vuol dire default automatico. L'UK non avrà bisogno di essere salvata (almeno non ancora... ), però subirà una crisi economica maggiore.

    In ogni caso, c'è poco da discutere su di un suo eventuale salvataggio: semplicemente non si può. E' troppo grossa, avrebbe un debito troppo alto e non fa parte della zona Euro, quindi le azioni da intraprendere sarebbero più complesse. Chi ci proverebbe, colerebbe a picco con lei.
    Ergo, in caso di default, si potrebbe solo cambiare le cartine geografiche: da United Kingdom a New United Bangladesh...

  21. #471
    Il Nonno L'avatar di Gil-galad, Re degli Elfi
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    Citazione Originariamente Scritto da ILSAGGIO Visualizza Messaggio
    Ma in tutto questo apocalittico scenario, se tutti siamo indebitati con tutti, quali sarebbero le conseguenze di una serie di iperfallimenti?



  22. #472
    Il Nonno L'avatar di ILSAGGIO
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    Di sfuggita avevo letto "Autori: Bronson e Tetsuo Hara"

  23. #473
    Banned L'avatar di Caesar86
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    io pure

  24. #474
    L'Onesto L'avatar di DBX
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    Citazione Originariamente Scritto da ILSAGGIO Visualizza Messaggio
    Di sfuggita avevo letto "Autori: Bronson e Tetsuo Hara"
    Se non sbaglio Buronson è proprio Bronson scritto in giapponese con i caratteri occidentali ( in giapponese mi pare che il br non esista proprio come suono per cui ci infilano una vocale in mezzo )

  25. #475
    Lo Zio L'avatar di royp
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    Predefinito Riferimento: nazionalizzare le banche e dazi le uniche cure alla crisi?

    scusate, entro un po' a gamba tesa nel topic dopo aver letto solo le ultime 2 pagine (+ le 2 pagine del topic chiuso sulla grecia).
    Non so se qualcuno ha già dato una risposta, quindi ripropongo la domanda: come hanno fatto i greci a truccare i conti per 15 anni senza che nessuno scemo se ne accorgesse?

    un'altra domandina semplice semplice: quanto pensate che ci metta l'€ a rialzarsi come valuta? io devo comprare casa e ho già perso il 20% in quest'ultimo mese

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