I progetti videoludici amatoriali di solito non sono un granché. Perlopiù si tratta di appassionati di un particolare gioco e che si mette davanti al computer a realizzare qualche mod o analogo, con risultati nella gran parte dei casi dimenticabili. Alcune eccezioni a questa regola ci sono state, in passato, e una di queste è King's Quest: The Silver Lining, che ha anche una storia piuttosto interessante.
L'ultimo capitolo ufficiale della serie di avventure grafiche di Sierra risale al 1998: già due anni dopo alcuni fan del gioco hanno cominciato a realizzare un proprio progetto, prima abbandonato e poi ripreso nel 2002, quando è stata fondata la software house Phoenix Online Studios, e che da allora non ha mai smesso di credere in questa idea, nonostante alcuni incidenti di percorso. Nel 2005 Vivendi Universal aveva infatti mandato una lettera di diffida chiedendo che il progetto venisse cancellato: le polemiche seguite a quella lettera hanno convinto Vivendi a cambiare idea e a concedere in via del tutto straordinaria a Phoenix Online una "licenza per fan" che gli consentisse di proseguire nei lavori senza ulteriori intoppi. Anche perché, va da sé ma è forse il caso di ribadirlo, The Silver Lining sarebbe sempre stato un gioco gratuito, senza fini di lucro.
Ora, come sappiamo, la recente acquisizione di Vivendi da parte di Activision ha messo nelle mani del publisher texano tutte le proprietà intellettuali di Sierra, tra cui quella di King's Quest. Activision, che sembra non avere alcun interesse a che il progetto vada avanti, ha mandato una nuova lettera di diffida agli sviluppatori, costringendoli a interrompere i lavori. Scrivono i ragazzi di Phoenix Online:
"Dopo mesi di discussioni e trattative tra noi e Activision, hanno raggiunto la decisione di non essere interessati a rilasciare una licenza non commerciale per The Silver Lining, chiedendoci di interrompere la produzione del gioco e di togliere tutti i materiali a esso connessi dal sito ufficiale.
Come già in passato, non possiamo che ottemperare a questa decisione, anche se vorremmo fare diversamente.
Non possiamo dire quanto apprezziamo il supporto avuto in questi anni dai nostri fan. Senza di voi non saremmo arrivati fin qui. Non ci sarebbe stato nessun gioco da sviluppare e nessuno per cui svilupparlo.
Purtroppo, dopo otto anni di impegno e di lavoro, il progetto The Silver Lining chiude."
Ora, rimane oscura la questione legale in sé, dato che Vivendi aveva pur sempre concesso una licenza a Phoenix Online, il che probabilmente porterebbe normalmente a risolvere la controversia in un'aula di tribunale. Purtroppo Activision ha dalla sua la forza del colosso - e relativo studio legale, che la mette nelle condizioni di fare un po' quel che le pare. Antipatico, a prescindere.
C'è poi, ed è un po' più importante, da chiedersi come mai Activision abbia deciso di fare una cosa del genere. L'unica spiegazione sensata che viene in mente è che ci sia qualche progetto in ballo di resuscitare la licenza, il che da un lato sarebbe anche bello, dall'altro mal si sposa con la strategia "Guitar Hero" e "Call of Duty" a cui sembra concentrarsi il publisher americano da qualche anno a questa parte.
Insomma, diciamocelo: lasciar correre sarebbe stato senza dubbio più simpatico da parte di Activision, non gli sarebbe costato granché (nulla, direi) e ci avrebbe guadagnato la sua immagine, che ultimamente appare un po' appannata. Un'occasione sprecata. L'unica speranza, a questo punto, è che le polemiche di questi giorni vengano lette e ascoltate, così da fargli cambiare idea. Speranza vana?