Il Nero ha scritto ven, 04 agosto 2006 alle 12:54
skywolf ha scritto ven, 04 agosto 2006 alle 10:58
Il Nero ha scritto ven, 04 agosto 2006 alle 10:37
Quote:
io resto convinto che dipenda dal tipo di malattia... curando malattie di tipo genetico e troppo gravi, si indebolisce il patrimonio genetico.
Secondo me il discorso vale quando si parla di "riproduzione" ma non di "cura".
concordo
anche coll'esempio del tumore.
pero' forse confondi il vantaggio nel progredire delle scoperte, che e' innegabile, col puro vantaggio genomico. o sbaglio?
Nel momento in cui si parla di cura dell'individuo, il suo "potenziale genomico" e il suo "potenziale apporto alla razza umana" sono inseparabili perchè l'individuo è preso nell'insieme, mentre nel momento in cui si parla di riproduzione dell'individuo, i due elementi sono separabili, perchè si può scoprire la fusione fredda anche se non si hanno figli.
Per questo posso essere d'accordo con te sulla riproduzione, ma non lo sono riguardo alla sopravvivenza. Anche negli animali, alla fine, si ripete un discorso simile, perchè gli individui deboli non vengono uccisi, ma semplicemente non si accoppiano o si accoppiano in misura minore. E negli animali non esiste tutto il discorso "culturale" che esiste nell'uomo.
Insomma, meglio mezzo individuo vivo che un individuo morto, comunque e in ogni caso. La riproduzione invece è un discorso a parte. La domanda allora dovrebbe essere:
Permettere ai portatori di malattie genetiche gravi di riprodursi è contro l'evoluzione ? E la risposta è, ovviamente, sì.