Visto i numeri primi. Cristo santo se Costanzo ha calcato la mano
Mi immagino i gonzi che pensano di andare a vedere un film normale, o addirittura un film alla Moccia
Mi hai messo curiosità. Dici che malgrado ho letto il libro, troverò parecchie sorprese?
Ma in definitiva, dacci un giudizio.
Verissimo, bastano i titoli di testa, o anche il colore dei titoli di testa, blu su blu.
Se posso dare un giudizio il film è molto bello da un punto di vista cerebrale, meno "di pancia". Se pensate di andare a vedere un film magari triste ma anche commovente e coinvolgente, come era il libro, avete capito male.
Costanzo picchia duro, il film risulta spesso sgradevole, pieno di musiche stranianti, incubi e salti avanti e indietro nella "fabula".
Ci sono pure i jump cuts
Un paio di scene escono dritto da lynch, in particolare l'inquadratura, che torna un paio di volte, del corridoio dell'albergo.
:/
Romanzo fortunato con un titolo suggestivo, La solitudine dei numeri primi è diventato un film diretto da Saverio Costanzo che nonostante abbia scritto la sceneggiatura con l'autore Paolo Giordano (o forse proprio per quello?) dà l'impressione di aver faticato non poco nel cercare uno stile con cui raccontare le storie parallele di Alice e Mattia, entrambi feriti dal dolore patito da bambini e soffocati da genitori possessivi. Fa fatica, dicevo, perché sembra troppo costruito il gioco di incastri temporali e di raffinatezze visive che fanno incrociare storie e tempi. Certo, il compito non era facile: restituire sullo schermo una diversità fatta soprattutto di sfumature, di dubbi ingigantiti, di ricordi oppressivi, tutte cose che negli altri adolescenti si dimenticano in un attimo e che invece per Alice e Mattia diventano macigni sempre più pesanti. Costanzo sa scavare bene nei volti e nelle espressioni per metterne in evidenza le sensibilità lacerate e tutti gli attori sono scelti e diretti con cura ma la ricerca quasi ossessiva di un'atmosfera che sappia trasformare in immagini le ferite dell'anima finisce per togliere forza e passione al film. Il regista ha sottolineato chiaramente che lo affascinava soprattutto il tormento che si può leggere attraverso i corpi, nelle sue forme (con la Rohrwacher filmata con insistenza nella sua magrezza), nelle sue menomazioni (la zoppìa di lei, le ferite che si infligge lui) e ogni tanto si fa tentare da atmosfere e musiche vicine all'horror. Ma l'impressione è quella di una tensione costruita troppo a tavolino, a forza di sovrimpressioni, movimenti di camera, montaggi alternati, discorsi programmatici o silenzi sottolineati. E si sente la mancanza di quello che faceva il vero interesse del precedente In memoria di me: una più alta necessità e urgenza (là i grandi interrogativi della religione) capace di «giustificare» le scelte e i tormenti dei vari personaggi. Senza, la «solitudine» dei due protagonisti rischia di essere sterile e lontana.
«i risULTATI cOSTRINGONO AD APRIRE gli OCCHI»
Festival del Cinema, Bondi all'attacco
«Metterò becco sui giurati di Venezia»
Il ministro: i finanziamenti sono statali, d'ora in poi interverrò. Critiche a Tarantino e a Muller
«i risULTATI cOSTRINGONO AD APRIRE gli OCCHI»
Festival del Cinema, Bondi all'attacco
«Metterò becco sui giurati di Venezia»
Il ministro: i finanziamenti sono statali, d'ora in poi interverrò. Critiche a Tarantino e a Muller
ROMA - «Siccome i finanziamenti sono dello Stato, d'ora in poi intendo mettere becco anche nella scelta dei membri della giuria del Festival del cinema di Venezia». Così annuncia il ministro della Cultura Sandro Bondi in un'intervista che il settimanale Panorama pubblica nel numero in edicola da domani. «I risultati del Festival - sostiene Bondi nell'intervista - costringono tutti ad aprire gli occhi e fare autocritica». Bondi critica sia il presidente della giuria, il regista americano Quentin Tarantino, sia Marco Mueller, il direttore della mostra: «Tarantino è espressione di una cultura elitaria, relativista e snobistica. E la sua visione influenza anche i suoi giudizi critici, pure quelli verso i film stranieri», dice il ministro. Mentre Mueller, a suo giudizio, è come un allenatore di calcio: «Innamorato dei propri schemi fino al punto di non privilegiare i talenti e le novità che sono sotto gli occhi di tutti».
...
ma che vuole
Ma che fa rosica?
Ma che cristo?
Grazie a dio l'anno prossimo bondi ( ) non sarà più ministro.
Si grazie a dio e hai ragione, ma preferiresti vedere la Bindi?
Parliamoci chiaramente: o esplode una bomba o qua in italia non accadrà mai nulla in campo innovazione, cultura e sanità.
http://www.tomshw.it/cont/news/il-go...a/27037/1.html
E siamo noi che li votiamo. Sentiamoci tutti colpevoli, indistintamente dal partito.
ma se sono 4 mesi che non ce l'abbiamo un ministro allo sviluppo economicoSi grazie a dio e hai ragione, ma preferiresti vedere la Bindi?
Parliamoci chiaramente: o esplode una bomba o qua in italia non accadrà mai nulla in campo innovazione, cultura e sanità.
http://www.tomshw.it/cont/news/il-go...a/27037/1.html
E siamo noi che li votiamo. Sentiamoci tutti colpevoli, indistintamente dal partito.
ma che banda di farfalloni per non dire altro
Amarcord! Bondi di Forza Italia critica la giuria come Urbani, sempre di Forza Italia, ha criticato la giuria nel duemila3? -4? (comunque periodo in cui occupava la medesima carica dell'odierno Bondi). Urbani ha portato in concorso il film della sua cara amante, più o meno dichiarata, Ida di Benedetto. Ora addirittura ci si mette a pontificare sulle scelte della giuria (!!), in seguito a domande idiote di giornalisti altrettanto idioti.. Perchè non avete premiato nessun film italiano?.. Il "fuck you" tarantinato è premessa logica e legittima.
l'obiezione sulla mancata italianità dei premi è di un'italianità perpetua-
"Bondi però scusami se te lo dico ma... sei troppo italiano" - Stanis LaRochelle
Ho visto Somewhere.
Mi viene da dire che la Coppola a questo giro forse non ce la possiamo più permettere: un film un po' superfluo, nato da un'idea superba e superlativamente girata da Fellini ma superficialmente rivisitata in tono sì "post-qualcosa" ma comunque buonista dalla Coppolina. Ci sono dentro cose buone, ma guardarsi allo specchio e pettinarsi il pelo con fare indolente a volte non funziona poi *così* bene.
Peccato però.
p.s. un viva per il Pontius
Visto anch'io Somewhere.
Mamma mia che film inutile, noioso e vuoto, come la vita del protagonista.
E dire che amo alla follia Lost in Translation.
Ah ecco