È un classico: ogni volta che mi capita di provare in anteprima un titolo multiplayer di una certa importanza come Enemy Territory: Quake Wars (in passato Battlefield 2 o Unreal Tournament 2004), la mia casella di posta elettronica si riempie di messaggi da parte di singoli appassionati e interi clan di giocatori con domande assortite su grafica, requisiti hardware, supporto server e chi più ne ha più ne metta. Ultimamente tuttavia, si è fata sempre più pressante la richiesta di indiscrezioni sul comportamento delle armi automatiche, in particolar modo se sono afflitte dal pernicioso (a detta di alcuni) morbo dello “Spray & Pray”. In pratica, un accorgimento che molti studi di sviluppo inseriscono nei loro prodotti per simulare la dispersione dei colpi delle armi automatiche, un fenomeno ben visibile in Counterstrike, Day of Defeat Source, la serie Call of Duty e molti altri titoli.
Buona parte del successo di un titolo multiplayer, soprattutto nell’ambito delle community in cui militano i giocatori più forti, dipende da questa scelta di gameplay, che sempre più spesso va in questa direzione: la mancanza di precisione, oltre a rendere maggiormente realistiche le sparatorie, ha anche l’effetto di livellare i valori in campo a discapito della maggiore esperienza di chi fa dello “spara alla svelta dove miri” una filosofia di vita. Esempio lampante di questa diversità di scuole di pensiero, il rilascio di Prodod; un mod di pochi KB per Day of Defeat Source che rende molto più precise alcune armi presenti nel gioco. Il tutto è stato pensato per far tornare all’ovile gli appassionati della prima versione (e molti orfani di Medal of Honor) e lanciare definitivamente DoD nell’olimpo delle competizioni che contano.
E voi? Siete tossicodipendenti del Full Auto o acrobati della fucilata secca?