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  1. #376
    Lo Zio
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    Predefinito Riferimento: Crisi Nord Africana e sommosse popolari : Topic globale

    Citazione Originariamente Scritto da Vox Visualizza Messaggio
    il problema non sono le rivoluzioni ma il dopo.
    non ci vuole uno statista per capire che il nord africa e tutte le zone del continente che affacciano sulla penisola arabica (l'africa che conta) doveva la sua poca, stabilità, ai vari regimi per fortuna filo occidentali.

    purtroppo non sono popoli in grado di sviluppare un'idea di democrazia e come è avvenuto in somalia succederà il finimondo, ovvero ci sarà una dittatura militare dei vari valvassori negri oppure ben peggio il vento della religione e della vera fede integralista, dei fratelli dell'islam avrà la meglio e ci ritroveremo con un bel blocco integralista.

    saltno quindi i presupposti di equilibrio per il medioriente e il casus belli è ovviamente quel pezzo di terra pralinato di giudei.

    bisogna vedere il partito degli indecisi tipo Russia, Cina, India e altri stati negri.
    Studiato Storia negli obiettivi del Risico?

  2. #377
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Vox
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    Citazione Originariamente Scritto da Bukowski's back Visualizza Messaggio
    E' più forte di voi, non riuscite a comprendere il valore delle cose.
    La libertà e la dignità umana non sono beni barattabili con petrolio o con l'ultima ducati.
    in scozia non c'era il petrolio e poi wallace andava in giro a cavallo.

  3. #378
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Vox
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    Predefinito Riferimento: Crisi Nord Africana e sommosse popolari : Topic globale

    Citazione Originariamente Scritto da Roby90 Visualizza Messaggio
    Studiato Storia negli obiettivi del Risico?
    dai regazzì vai a giocare a pallone in cortile.

  4. #379
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    Predefinito Riferimento: Crisi Nord Africana e sommosse popolari : Topic globale

    sulla cina:

    Pechino, protesta tra web e gelsomini
    Soffocate le prove di rivolta "tunisina"
    Ispirati dalle ribellioni in Africa e Medio Oriente, nella capitale e altre città alcuni attivisti hanno lanciato i simbolici fiori come forma di protesta. Rapido l'intervento della polizia, sul territorio e con blocco di cellulari e web. Centinaia di arresti



    PECHINO - Le rivolte in Nordafrica e Medio Oriente ispirano i giovani cinesi che provano a scendere in piazza contro il regime. E delle manifestazioni tunisine, i cinesi prendono in prestito i simboli, in questo caso il gelsomino. La tensione è arrivata fino a Wangfujing, la via dello shopping di Pechino a poca distanza da Piazza Tienanmen, con un assembramento e lancio di gelsomini. Un atto che segue un messaggio apparso sul web, che invitava alla protesta.
    LA GALLERIA FOTOGRAFICA1

    A Pechino i fiori di Tunisi
    . La dimostrazione è iniziata con una piccola folla composta inizialmente soprattutto da curiosi, giornalisti e forze dell'ordine in borghese. Ma tra la ressa era evidentemente presente un drappello di manifestanti organizzati, che hanno approfittato del momento migliore per lanciare alcuni mazzi di gelsomini bianchi dalla scalinata di un centro commerciale, sotto i flash e le telecamere dei media. Un comportamento che ha fatto scattare l'intervento di un massiccio spiegamento delle forze di polizia.

    La reazione degli agenti è stata composta, immediata e decisa: i poliziotti già presenti sul posto sono stati raggiunti da diverse dozzine di colleghi, che hanno spinto la folla verso la strada tentando di disperderla, mentre altri agenti facevano sparire velocemente i fiori gettandoli nell'immondizia.

    La risposta delle forze dell'ordine è stata anche mediatica: per una decina di minuti le telecomunicazioni della zona sono state completamente oscurate, rendendo inutilizzabili i telefoni cellulari.

    Dopo pochi minuti la tensione è salita ancora, e in due occasioni si è sfiorato lo scontro fisico. Alcuni poliziotti hanno bruscamente fronteggiato un cameraman straniero, mentre altri hanno allontanato un ragazzo cinese che aveva raccolto i gelsomini dai cestini della spazzatura. Bloccato da due uomini in borghese, il giovane è stato rilasciato subito dopo. I manifestanti arrestati sarebbero solamente due - un uomo che ha imprecato contro la polizia e un altro che urlava "Ho fame". La polizia era giunta alla manifestazione già preparata, dopo avere scatenato una vasta azione preventiva tanto sul campo che su internet. La parola "gelsomino" risulta bloccata in tutta la Cina sulle piattaforme di microblog, così come i richiami alle proteste in Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Bahrein.

    Organizzati sul web. Il messaggio che incitava alla "protesta dei gelsomini" era apparso per la prima volta sul sito americano in lingua cinese Boxun.com, ed è stato successivamente diffuso sul web del Celeste Impero, provocando tra ieri e oggi più di un centinaio di arresti di dissidenti e attivisti. E' il caso dell'avvocato dei diritti umani Jiang Tianrong, condotto via dalla sua casa di Pechino dalle forze dell'ordine, e di alcuni dei suoi colleghi come Teng Biao, Xu Zhiyong e Jiang Tianyong, che risultano irraggiungibili. Ma nessuno dei dissidenti più noti ha esplicitamente firmato l'appello che invitava "tutti i lavoratori licenziati e le vittime di espulsioni forzate" a manifestare anche a Shanghai, Canton e in altre 10 metropoli scandendo slogan come "Vogliamo lavoro", "Lunga vita alla democrazia" e "Vogliamo la libertà". Al momento sembra che l'iniziativa abbia richiamato solo pochi manifestanti nelle altre città e l'esito nella capitale sembra abbastanza modesto rispetto alle aspettative degli anonimi che hanno diffuso il manifesto.

    L'inflazione e il rischio Nordafrica. Pechino tuttavia teme l'ondata di manifestazioni che stanno incendiando il Medio Oriente, e il governo appare deciso a evitare il contagio a tutti i costi: ieri il presidente Hu Jintao ha convocato alla Scuola Centrale del Partito Comunista Cinese tutti i leader provinciali e ministeriali per un discorso straordinario nel quale ha invitato i funzionari governativi a "mantenere la stabilità sociale e aumentare i controlli". Ma anche a "studiare i cambiamenti nella situazione nazionale e internazionale e migliorare i meccanismi per risolvere i conflitti sociali".

    Nonostante i brillanti risultati economici conseguiti negli ultimi anni, Pechino si trova oggi a fronteggiare un'inflazione galoppante, che sta causando continui rincari di generi alimentari, benzina e gasolio.

    L'anti Obama tra i presenti. Tra gli stranieri presenti al momento della protesta c'era anche Jon Huntsman Jr., l'ambasciatore Usa uscente che molti osservatori danno come prossimo sfidante di Barack Obama alle elezioni presidenziali del 2012. Pur avendo assunto nelle ultime settimane posizioni molto critiche sulla situazione dei diritti umani in Cina, Huntsman, che ha una figlia adottiva di origine cinese, non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
    (20 febbraio 2011)

  5. #380
    Lo Zio
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    Citazione Originariamente Scritto da Vox Visualizza Messaggio
    dai regazzì vai a giocare a pallone in cortile.
    Preferisco a Europa Universalis, è dove hai preso il master in storia no?


    Seriamente, capisco che siamo su un forum di videogiochi, ma ragionamenti stile bar sottocasa ( la cui sempreverde frase "non sono pronti per la democrazia" è il top) sarebbe meglio risparmiarseli.
    Ultima modifica di Roby90; 20-02-11 alle 23:41:41

  6. #381
    Chiwaz
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    Le ultime due pagine sono esilaranti

  7. #382
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    E' più forte di voi, non riuscite a comprendere il valore delle cose.
    La libertà e la dignità umana non sono beni barattabili con petrolio o con l'ultima ducati.
    Solo in un nullità di paese come l'Italia si può fare il tifo per la parte che va contro i propri interessi economici e strategici.

    Berlusconi non sarà uno stratega, ma a confronto di qualcuno...

    I contratti miliardari delle aziende strategiche italiane influiscono in maniera evidente sul PIL italiano (ok, ci sarà qualcuno che ci magna sopra) e sulla nostra vita (penso che a tutti interessi fare benzina e poter accendere il riscaldamento), siete incredibili... questo lasciando perdere i milioni di nordafricani che potrebbero sbarcare in Sicilia...

    Ah: se Gheddafi cade, verremo visti come fiancheggiatori del tiranno. I rapporti tra noi e lui cominciarono negli anni '70. Eni ha interessi in Libia enormi, la smembreranno se Gheddafi viene ribaltato.


    Vivi auguri a tutti, signori...
    Ultima modifica di Manu; 21-02-11 alle 00:15:24

  8. #383
    Il Nonno L'avatar di Hatsu
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    Sta volta col menga che l'Italia se la cava con una roba stile Operazione Alba.

  9. #384
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Scenario a mio parere possibile (una via di mezzo tra la peggior ipotesi e la migliore): l'Italia perde parte degli interessi in Libia, Eni rimane ma i contratti vengono rinegoziati (ovviamente a spese nostre) e arriveranno tante di quelle navi che toccherà mettere i semafori e le rotatorie in mare.

    GG.

    Sarà contento Bukowski

  10. #385
    Lo Zio
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    Citazione Originariamente Scritto da Manu Visualizza Messaggio
    Scenario a mio parere possibile (una via di mezzo tra la peggior ipotesi e la migliore): l'Italia perde parte degli interessi in Libia, Eni rimane ma i contratti vengono rinegoziati (ovviamente a spese nostre) e arriveranno tante di quelle navi che toccherà mettere i semafori e le rotatorie in mare.

    GG.

    Sarà contento Bukowski
    Non credo anzi, il nuovo regime(autoritario o democratico che sia) per eliminare il diffuso timore di espropriazioni o nazionalizzazioni dovrà almeno inizialmente rinegoziare a suo sfavore per evitare la fuga di capitali stranieri.
    Ultima modifica di Roby90; 21-02-11 alle 01:05:30

  11. #386

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    Citazione Originariamente Scritto da Vox Visualizza Messaggio
    non ho paragonato l'egitto alla somalia per storia e vicissitudini storiche.
    ho fatto l'esempio, in loco di cosa può succedere quando alla voglia di riforme sussurra in un orecchio l'integralismo religioso.

    poi se vuoi un pretesto per far vedere che di storia ne sai oppure perchè hai una laurea in Storia, allora è un' altra cosa.
    Fixed.

    Ciò detto sbagli ancora, anche perchè io più che alla storia mi riferivo al "presente" inteso come background sociale e culturale dei due Paesi. E quando si parla di Egitto ci puoi mettere anche Tunisia al posto di Somalia giusto per non sparare su di un non-stato.

    L'Egitto ha una classe intellettuale ed un elite dirigente molto più raffinata ed "evoluta" degli altri Paesi arabi (per ragioni storiche e congiunturali). Questa elite, che è dietro in maniera più o meno diretta alla rivolta (dato che si estende all'esercito), non accetterà mai un governo integralista (islamico moderato sì, ma di certo senza troncare i legami con l'occidente / invadere Israele / ospitare Al Quaeda).

    Poi per carità, anche l'Iran aveva un elite molto forte e sono finiti con quei trogloditi degli Ajatollah al governo, però usare "regole auree" in politica non funziona mai molto (senza contare che oggi non è il 1979 e molte altre cose).

    Altro errore, generalizzare con il "mondo arabo" è il primo errore che si può commettere (e tu lo hai commesso nel tuo intervento)... Ogni Paese dell'area ha tali peculiarità locali (a partire dalla lingua dato che ognuno ha la sua variante dell'arabo che in certi casi raggiunge la stessa distinzione che esiste fra il latino e l'italiano) che impediscono di generalizzare (in un senso e nell'altro, ben inteso) quando si parla di questi fenomeni.

    Già solo scavano leggermente a fondo si vede come la protesta in Barhein sia fatta da Sciiti contro un monarca Sunnita per avere diritti nel campo della libertà soprattutto religiosa e di organizzazione mentre in Egitto era per altri motivi.

    Che poi la Tunisia e l'Egitto siano seguiti da "modello" dagli altri Paesi è sotto gli occhi di tutti (perfino in Cina protestano usando simbologie delle rivolte Tunisine ed Egiziane) però si ferma al livello del "Governo autoritario-> E' possibile farli cadere, proviamoci!".

    Per esempio io vedo più possibile una deriva islamista-estremista e centrifuga in Libia (dove ci sono anche differenze etniche fra le popolazioni costiere e quelle dell'interno) che in Egitto o Tunisia (dove poi poco è cambiato dal regime di ben alì almeno fino alle elezioni).

    Idem nelle Monarchie Arabe il fattore monarchico può risultare vincente nel canalizzare in maniera moderata gli esiti del post-protesta.

  12. #387

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    Ah che poi ci saranno maggiori sbarchi a seguito delle rivolte è pacifico, d'altronde quando vi è un cambio di regime esiste un periodo di assestamento prima che l'ordine della legge venga ristabilito dal nuovo governo.

    Ciò detto non temo avremo un ondata stile Orda di Isengard che si abbatte sul Fosso di Helm, inoltre già i Tunisini e gli Egiziani è facile che si dirigano più in Francia (dove hanno più parenti ed amici già in loco ).

  13. #388
    Shogun Assoluto
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    La libia è un incognita.

    Capisco fare finta di niente con Egitto e Tunisia. Ma la Libia ci sono interessi nazionali e spero che gheddafi rimanga. (chiariamo,un cecchino lo prendesse in testa non piango anzi..)
    Ci sono molte aziende e lo stesso stato (petrolio,gas) che operano in libia. Mi spiace per i Libici ma vorrei ancora andare in auto e accendere il riscaldamento

    Ah tra l'altro se per egitto e tunisia gli USA potevano sbattersene della libia non possono(ricordiamoci che gheddafi è passato da nemico degli usa ad amico dopo l'embargo e i bombardamenti americani )

  14. #389
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    Citazione Originariamente Scritto da Manu Visualizza Messaggio
    Scenario a mio parere possibile (una via di mezzo tra la peggior ipotesi e la migliore): l'Italia perde parte degli interessi in Libia, Eni rimane ma i contratti vengono rinegoziati (ovviamente a spese nostre) e arriveranno tante di quelle navi che toccherà mettere i semafori e le rotatorie in mare.

    GG.

    Sarà contento Bukowski
    possiamo indignarci fortissimo e sbattere molto forte i piedi per terra in segno di protesta. sono sicuro che così le cose potrebbero cambiare.

  15. #390
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    E' più forte di voi, non riuscite a comprendere il valore delle cose.
    La libertà e la dignità umana non sono beni barattabili con petrolio o con l'ultima ducati.
    Io cerco di preoccuparmi di arrivare a fine mese IO. Dei libici oppressi da gheddafi interessa il giusto e l'onesto.
    Quindi, francamente, spero che Gheddafi resti al suo posto. Già mi rode pagare il Diesel a 1.40...

  16. #391
    Il Puppies
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    Alcune voci danno il porco già in fuga...

    I was dreaming in my dreaming
    of an aspect bright and fair
    and my sleeping it was broken
    but my dream it lingered near
    in the form of shining valleys
    where the pure air recognized
    and my senses newly opened
    I awakened to the cry
    that the people / have the power
    to redeem / the work of fools
    upon the meek / the graces shower
    it's decreed / the people rule

    The people have the power

  17. #392
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    Citazione Originariamente Scritto da MrVermont Visualizza Messaggio
    Io cerco di preoccuparmi di arrivare a fine mese IO. Dei libici oppressi da gheddafi interessa il giusto e l'onesto.
    Quindi, francamente, spero che Gheddafi resti al suo posto. Già mi rode pagare il Diesel a 1.40...


    Quindi tu non sei giusto ne onesto???


    p.s. Noi di sinistra invece amiamo passare il tempo discernendo dei massimi sistemi nei nostri salotti buoni.
    Ovviamente siamo vestiti di cachemire dalla testa ai piedi

  18. #393
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    le ultime dalla libia dicono che ufficialmente la rivolta è orchestrata da forze straniere e stamattina hanno attaccato una ditta sud coreana e hanno ferito (o ucciso? non è chirissimo) 4 sudcoreani.
    visto che mezza italia è in libia e visto che il nostro sommo conducator ha stipulato un'alleanza militare con il re camelliere, che succederebbe se il cammelliere ci chiedesse aiuto (magari solo per difendere i nostri insediamenti)?
    ci vorrebbe un voto delle camere, basta un "col cazzo" (o un "arriviamo" anche se non ci credo) da parte del governo?

  19. #394
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Citazione Originariamente Scritto da Bukowski's back Visualizza Messaggio
    possiamo indignarci fortissimo e sbattere molto forte i piedi per terra in segno di protesta. sono sicuro che così le cose potrebbero cambiare.
    Ma te esprimi sempre concetti così profondi e significativi?
    Ultima modifica di Manu; 21-02-11 alle 08:34:04

  20. #395
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    ...senza contare che dopo questo eventuale contingente in Libia nulla vieterebbe a Silvio di annettere i sudeti, spartirsi la polonia con Stalin e partire di blitzkrieg alla volta di Paris

  21. #396
    Il Puppies
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    interessante come la CNN stia facendo un po' da pompiere...
    è da ieri sera che mettono in primo piano il figlio del rais con le sue proposte di riforme in cambio della cessazione delle rivolte.
    cosa ne pensate?

  22. #397
    skynight
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    Il leader della tribù Al-Zuwayya nella parte orientale della Libia ha minacciato di tagliare le esportazioni di petrolio verso i paesi occidentali in 24 ore a meno che le autorità non fermino quello che lui chiama "l'oppressione dei manifestanti".

    Parlando ad Al Jazeera, Shaikh Faraj al Zuway ha detto: "fermeremo le esportazioni di petrolio verso i paesi occidentali entro 24 ore " se la violenza non si è fermata.

    La tribù vive a sud di Bengasi, che ha visto il peggio della violenza mortale negli ultimi giorni.

    Akram Al-Warfalli, una figura di spicco della tribù Al Warfalla, uno dei più grandi Libia, ha detto al canale: "Diciamo al fratello (Gheddafi), beh lui non è più un fratello, gli diciamo di lasciare il paese".

    La tribù vivono a sud della capitale Tripoli.

    http://www.cnbc.com/id/41695313

    bene prepariamoci a riandare con le carrozze e i cavalli

  23. #398
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    Citazione Originariamente Scritto da abaper Visualizza Messaggio
    le ultime dalla libia dicono che ufficialmente la rivolta è orchestrata da forze straniere e stamattina hanno attaccato una ditta sud coreana e hanno ferito (o ucciso? non è chirissimo) 4 sudcoreani.
    visto che mezza italia è in libia e visto che il nostro sommo conducator ha stipulato un'alleanza militare con il re camelliere, che succederebbe se il cammelliere ci chiedesse aiuto (magari solo per difendere i nostri insediamenti)?
    ci vorrebbe un voto delle camere, basta un "col cazzo" (o un "arriviamo" anche se non ci credo) da parte del governo?
    penso proprio che passerebbe la politica del "col cazzo".....però non è detto.

  24. #399
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Citazione Originariamente Scritto da skynight Visualizza Messaggio
    Il leader della tribù Al-Zuwayya nella parte orientale della Libia ha minacciato di tagliare le esportazioni di petrolio verso i paesi occidentali in 24 ore a meno che le autorità non fermino quello che lui chiama "l'oppressione dei manifestanti".

    Parlando ad Al Jazeera, Shaikh Faraj al Zuway ha detto: "fermeremo le esportazioni di petrolio verso i paesi occidentali entro 24 ore " se la violenza non si è fermata.

    La tribù vive a sud di Bengasi, che ha visto il peggio della violenza mortale negli ultimi giorni.

    Akram Al-Warfalli, una figura di spicco della tribù Al Warfalla, uno dei più grandi Libia, ha detto al canale: "Diciamo al fratello (Gheddafi), beh lui non è più un fratello, gli diciamo di lasciare il paese".

    La tribù vivono a sud della capitale Tripoli.

    http://www.cnbc.com/id/41695313

    bene prepariamoci a riandare con le carrozze e i cavalli
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  25. #400
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Libia, in fiamme sede del governo

    A Tripoli a fuoco anche la sede della tv di Stato, stazioni di polizia e diversi edifici pubblici. Frattini: "Molto preoccupati per l'idea di una divisione in due del Paese". Discorso alla nazione del figlio di Gheddafi: "Si rischia la guerra civile. Combatteremo fino all'ultimo". Il Colonnello sarebbe fuggito all'estero. Human Rights Watch: 223 morti in 5 giorni di proteste, la maggior parte a Bengasi. Testimoni: mercenari assoldati per reprimere la protesta. Attivista: stuprano le donne. Sul web i video delle proteste soffocate nel sangue. Tripoli minaccia la Ue sull'immigrazione. Aumenta il prezzo del petrolio per i disordini. Proteste in Iran, un morto. Arrestata figlia di Rafsanjani


    Tripoli, 21 feb. (Adnkronos/Aki/Ign) - E' caos in Libia. A Tripoli la situazione sta peggiorando di minuto in minuto. I manifestanti hanno dato alle fiamme la sede centrale del governo a Tripoli e altre sedi istituzionali. Anche la tv di Stato e diverse stazioni di polizia sono state prese di mira e incendiate. Secondo il giornalista libico Nazar Ahmed, questa mattina la polizia e la sicurezza libica è completamente assente dal centro della capitale. Per questo i manifestanti hanno potuto assaltare oltre alla sede del governo e alla tv pubblica, anche altri uffici pubblici cittadini in particolare nella zona di al-Azizia. Secondo un testimone contattato dalla tv 'al-Jazeera' sono in fiamme anche le sedi governative che si trovano nella piazza 'al-Shuhada' della capitale.

    Secondo 'al-Arabiya', la sede dell'emittente di stato è stata razziata. Secondo il sito informativo libico 'al-Manara', bande armate stanno circolando per il quartiere di al-Azizia a Tripoli, dove si trova la sede della tv pubblica e diversi palazzi istituzionali, oltre alla residenza del Colonnello. Queste bande starebbero assaltando e razziando gli uffici pubblici, approfittando dell'assenza della polizia. Gruppi armati hanno anche attaccato la caserma di al-Baraim, che dista 10 chilometri dal centro di Tripoli.

    La Libia è a rischio guerra civile. Così nella notte, in un messaggio lanciato alla nazione alla tv, si è espresso Saif al Islam, il figlio di Muammar Gheddafi che - secondo al Jazeera', avrebbe lasciato il Paese. ''Siamo a un bivio - ha detto il figlio del Colonnello - la guerra civile tra le tribù con decine di migliaia di morti. Oppure l'avvio di un dialogo nazionale già da domani, in 48 ore".

    Nel discorso Saif al Islam ha assicurato invece che il padre è in Libia, che ''non è un leader come Ben Ali o Mubarak'', ed è sostenuto dall'esercito. Ammette che le forze di sicurezza hanno commesso ''errori'' nel loro intervento contro la folla di manifestanti, perché, ha detto, non sono state addestrate a questo genere di operazioni, ma smentisce che siano state uccise oltre 200 persone a Bengasi nella violenta repressione delle proteste, cosi' come denunciato da fonti mediche e dell'opposizione. ''Combatteremo fino all'ultimo, fino all'ultima pallottola'', ha dichiarato, precisando che oggi si riunirà il Parlamento per discutere un ''chiaro'' programma di riforme e l'aumento dei salari. ''Dovremo definire una costituzione per il Paese'', ha aggiunto. Il Paese precipiterà in una situazione ''più grave di quella dell'Iraq'' se prosegue la violenza, ha ammonito, denunciando la presenza di ''elementi stranieri'' nel Paese, e di un piano per stabilire un ''emirato islamico'' in Libia.

    Sempre a Tripoli 18 lavoratori asiatici sono rimasti feriti negli scontri registrati nella notte, dove un gruppo di rivoltosi armati ha attaccato un cantiere di una società della Corea del Sud. Lo ha riferito l'agenzia d'informazione 'Yonhap', citando un comunicato del ministero degli Esteri di Seul.

    Mentre a Bengasi si terrà a breve una nuova manifestazione antigovernativa. Lo ha riferito un attivista libico in collegamento con la tv araba 'al-Jazeera', precisando che oggi nella città si terranno i funerali delle vittime degli scontri avvenuti ieri nei pressi della caserma dell'esercito. Secondo l'attivista, i manifestanti si riuniranno a via Jamal Abdel Nasser, nel quartiere di Al-barka a Bengasi.

    La tribù degli al-Zawhiya, originaria dell'omonima città situata a 30 chilometri da Tripoli, ha annunciato il suo appoggio ai manifestanti. Lo ha riferito l'emittente satellitare 'al-Jazeera'. Ieri un'altra tribù, quelli degli al-Warfalla, considerata la più importante della Libia con circa un milione di membri, ha annunciato di essersi schierata con i manifestanti e contro Gheddafi. Lo sceicco Akram al-Warfalla, leader dell'importante clan, ha chiesto pubblicamente al colonnello di "lasciare il paese".

    Dal canto suo Human Rights Watch, organizzazione internazionale che si occupa di diritti umani, parla di 223 morti negli ultimi cinque giorni di proteste. La maggior parte delle vittime si è registrata a Bengasi, nell'est del paese nordafricano. Secondo fonti dell'opposizione e ong indipendenti, le forze di sicurezza, tra cui sarebbro arruolati anche mercenari, avrebbero aperto il fuoco contro i manifestanti.
    Bene, credo che il regime di Gheddafi sia agli sgoccioli... vediamo adesso il disastro (per noi) che ne conseguirà...

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