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gmork
Via libera alla riforma della giustizia. I magistrati che sbagliano pagheranno
Ancora poco e la riforma della giustizia sarà realtà. Un Consiglio dei ministri straordinario sarà convocato nei prossimi giorni per l'approvazione definitiva della riforma costituzionale. Un comitato formato da ministri ed esperti - secondo quanto si è appreso - si riunirà per approfondire i contenuti del testo del ddl. La decisione e' stata presa dopo il via libera all'unanimità alla relazione del Guardasigilli Alfano.
Questi i cardini della riforma: separazione delle carriere di giudici e pm, doppio Csm, inappellabilità delle sentenze di proscioglimento e responsabilità civile dei magistrati. Sono queste alcune delle misure messe a punto in recenti bozze di ddl costituzionale e su cui il Guardasigilli ha riferito nel Cdm . A questi potrebbero aggiungersi anche eventuali misure sulle intercettazioni per via ordinaria. Secondo fonti governative la decisione finale sul suo eventuale inserimento nei lavori odierni dell'esecutivo sarebbe stata presa stamane. La bozza di riforma contenuta in tre fogli di schede riassuntive che il Guardasigilli Angelino Alfano aveva sottoposto all'attenzione del Quirinale lo scorso novembre aveva ricevuto un altolà dai finiani che, per bocca della presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno, contestavano la prevista maggioranza laica del Csm, l'attribuzione di maggiori poteri al ministro della Giustizia, l'ipotesi di una polizia giudiziaria più autonoma dal pubblico ministero. La trattativa si era interrotta in contemporanea con lo strappo politico tra Pdl e Fli.
Ora il governo potrebbe decidere di andare avanti lo stesso. In tal caso, con un ddl costituzionale sarà previsto che i giudici saranno indipendenti da ogni potere e soggetti solo alla legge, mentre i pm potrebbero diventare un "ufficio" organizzato secondo le norme sull'ordinamento e con la facoltà di esercitare l'azione penale secondo priorità stabilite dalla legge. E ancora: l'uso della polizia giudiziaria non avverrà più indiscriminatamente ma "secondo modalità stabilite dalla legge"; verranno creati due Csm, uno dei giudici e l'altro dei pm mentre un organismo ad hoc (una sorta di alta corte di disciplina) vaglierà i procedimenti disciplinari di tutte le 'toghè. Nelle originarie bozze, inoltre, era prevista l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado e l'attribuzione al ministro della Giustizia di maggiori poteri, incluso quello di partecipare alle riunioni dei Csm senza diritto di voto.
Silvio Berlusconi chiede tempi rapidi per il via libera alla riforma della giustizia, che dovrà comprendere anche il tema dell'immunità per i parlamentari, come prevista dal vecchio articolo 68 della Costituzione.In Consiglio dei ministri il premier avrebbe sottolineato i "principi di civiltà" alla base della riforma illustrata dal Guardasigilli Alfano, e fonti di governo spiegano che l'invito del premier è stato a fare presto, perchè il tema non è più rinviabile. Ma non solo la riforma dell'ordinamento: Berlusconi avrebbe chiesto tempi veloci anche per il ddl intercettazioni.
CAPITOLO INTERCETTAZIONI - La maggioranza e il governo tentati da un ddl-bis sulle intercettazioni. Ossia da un testo per limitare l'uso degli ascolti nuovo di zecca, lasciando definitivamente morire in parlamento il vecchio disegno di legge che si era arenato la scorsa estate alla Camera, dopo una serie di modifiche, su pressing dei 'finiani', che di fatto ne avevano diminuito la portata rendendolo inviso allo stesso Berlusconi. A quanto apprende la 'Dire' da fonti del Pdl, sarebbe questa una delle ipotesi a cui il partito del premier sta lavorando, e che farebbe il 'tandem', in parlamento, con l'altra legge in tema di giustizia, quella sul processo breve. La riscrittura del disegno di legge sulle intercettazioni, ossia la presentazione 'ex novo' di un testo, servirebbe per far ripartire l'iter in parlamento dopo 'i lacci e lacciuoli' che la commissione Giustizia, presieduta da Giulia Bongiorno, aveva messo al testo con una serie di emendamenti concordati con il governo. Dopo quelle modifiche Berlusconi stesso disse che quel ddl non gli piaceva piu'. In realta', spiegano ambienti parlamentari del Pdl, le ipotesi al vaglio sarebbero tre: presentare un ddl-bis (ossia un nuovo provvedimento che torni all'originario testo Alfano ribattezzato dalle opposizioni e dall'Anm 'legge bavaglio'); far ripartire il ddl Alfano che si e' arenato dopo un breve passaggio in aula facendone richiesta in capigruppo; oppure, far incardinare in commissione Giustizia la proposta di Luigi Vitali contro le "ingiuste intercettazioni" che 'puniscono' i pm che le autorizzano senza averne competenza. Quest'ultima strada, pero' viene spiegato, sarebbe lo stesso percorribile perche' la proposta Vitali potrebbe in ogni caso diventare un emendamento a un altro testo.
Ora che non ci sono piu' i 'finiani' in maggioranza, viene spiegato dentro il Pdl, si puo' ritornare a un testo sulle intercettazioni 'piu' rigido'. Il vecchio ddl si era arenato anche perche' il centrodestra sarebbe voluto intervenire sul diritto di pubblicazione che era una delle parti del testo approvate in lettura conforme da Camera e Senato ("doppia conforme" si dice in gergo). E, quindi, da regolamento non piu' modificabile. Come uscire ora da quell'impasse se si volesse riprendere in mano la materia? Semplice, spiegano le fonti Pdl, la soluzione che garantisce il margine di manovra piu' ampio sarebbe un testo nuovo (e non certo un decreto legge, ipotesi smentita nei giorni scorsi). Non e' ancora chiaro pero' se il nuovo testo sarebbe di iniziativa governativa o parlamentare. Il vantaggio invece di chiedere alla capigruppo di Montecitorio di rimeterre in aula il vecchio ddl e' che l'iter e' gia' in stato avanzato. n ogni caso, sara' la Consulta del Pdl sulla Giustizia la prossima settimana, viene spiegato da uno dei componenti, a valutare l'ipotesi piu' percorribile. Intanto gli avvocati-deputati del Pdl si stanno gia' confrontando. Quanto al testo fermo alla Camera dal luglio scorso le modifiche erano state le seguenti: pubblicabili le intercettazioni rilevanti ai fini di un procedimento; udienza-filtro per valutare cio' che e' pubblicabile e cio' che non lo e'; multe attenuate gli editori (solo per la pubblicazione degli ascolti irrilevanti); proroghe piu' lunghe per le intercettazioni (resta il tetto dei 75 giorni per effettuarle ma con proroghe di 15 in 15); ritorno del concetto di 'privata dimora', che consente di piazzare le 'cimici' anche in auto. Era poi stato deciso che sarebbe stato il tribunale in composizione collegiale a dare l'autorizzazione o a concedere le proroghe; pena ridotta per le registrazioni o riprese fraudolente che attenuano quella che era stata ribattezzata norma 'D'Addario'.
responsabilità civile dei magistrati
inizia la vendetta