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  1. #1
    Shogun Assoluto L'avatar di showa
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    http://www.corriere.it/salute/sporte...38d5ef64.shtml

    MILANO - Il tumore si cura meglio con la realtà virtuale. Facile da dire, più difficile da capire, ma ce lo spiegano i ricercatori dell'Istituto dei tumori di Milano con un articolo, apparso su una nota rivista, Nature Review in Clinical Oncology, che dimostra come le simulazioni al computer possono aiutare a scegliere i farmaci anticancro più efficaci per ogni singolo paziente. Punto di partenza: le cellule tumorali hanno sulla loro superficie molecole (recettori), che costituiscono il bersaglio dei nuovi antitumorali molecolari. Questi ultimi, legandosi al recettore, bloccano la crescita del tumore. Ma non sempre le cose funzionano bene. Il tumore cerca di «resistere» alle terapie in una specie di adattamento evoluzionistico, cambiando la forma dei suoi recettori: a questo punto il farmaco diventa inefficace. Così è indispensabile cercarne altri. RECETTORE IN 3D - Ora, grazie alla modellistica computerizzata, è possibile ricostruire non solo il recettore del tumore in 3 dimensioni, ma anche il farmaco, e valutare quando i due si incastrano perfettamente come in un puzzle (in questo caso il farmaco è efficace) oppure quando non si incastrano più (e questo significa che la cura ha smesso di funzionare). «Il nostro studio riguarda un particolare tipo di tumore, il Gist - spiega Marco Pierotti, direttore scientifico dell'Istituto dei tumori - che si sviluppa sulle pareti dell'apparato digerente da cellule del tessuto connettivo ed è caratterizzato da due recettori, chiamati Kit e Pdgfr-A. Su questi due è attivo l'imatinib. Noi abbiamo ricostruito, in 3D al computer, sia i due recettori che il farmaco, studiandone le interazioni». Le risposte del computer (è stata utilizzata la rete dell'Università di Trieste) sono poi state verificate nella pratica clinica: quando il computer segnalava, secondo i modelli virtuali, un'inefficacia del farmaco, anche sul paziente quest'ultimo smetteva di funzionare.
    NUOVA MOLECOLA - «L'esperimento - continua Pierotti - ci ha suggerito tre cose. In un caso di aumentare la dose di farmaco e questo ha funzionato. In un altro, diventato "resistente" all'imatinib, abbiamo sperimentato una nuova molecola che è risultata efficace, prima al computer, poi sul paziente. L'ultimo suggerimento riguarda la ricerca per il futuro». L'idea, infatti, è quella di riprodurre, al computer, tutte le possibili modificazioni dei recettori di un tumore, anche quelle non ancora apparse in natura, e di studiare, sempre con la realtà virtuale, le interazioni dei recettori «mutati» con una serie di nuovi farmaci, per valutarne l'efficacia. È un progetto di ricerca che vede coinvolto il Nerviano Medical Sciences. Il centro lombardo metterà a disposizione la sua «libreria» di oltre 65 mila molecole, tutte potenziali farmaci antitumorali, e il computer verificherà quelli attivi. Si può così ipotizzare di creare cocktail di antitumorali capaci di combattere tutte le mutazioni del tumore, anche quelle che non si sono ancora manifestate.

    Nel sito dell'Istituto dei Tumori di Milano, nella sezione "Notizie", c'è un comunicato stampa che spiega un po' meglio la notizia. http://www.istitutotumori.mi.it/isti...TTI_NATURE.pdf

    E' un peccato che non si siano appoggiati a BOINC, ma ad una rete "interna", però ovviamente l'importante è si faccia ricerca in Italia in questo campo.

  2. #2
    L'Onesto
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    Penso che molti istituti di ricerca non si appoggino a Boinc per paura che le proprie ricerche vengano "trafugate", inoltre un sistema interno di calcolo offre diversi vantaggi (e svantaggi) tra cui ad esempio l'assistenza tecnica garantita in caso di guasti, il tempo di calcolo garantito (seppur alto che sia)...io appoggio totalmente BOINC, ma purtroppo tuttora la maggior parte dei centri di ricerca ancora non appoggia il Grid..

  3. #3
    Shogun Assoluto L'avatar di showa
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    Non capisco come si potrebbe "trafugare" alcunché, avendo a disposizione solo le WU che vengono scaricate sul pc. Oltretutto, se sono ricerche i cui risultati verranno pubblicati (quindi non destinati direttamente alle industrie farmaceutiche), tale preoccupazione viene ancora di più meno. A parte queste mie elucubrazioni... e tutti i progetti invece che si appoggiano a BOINC? Solo per rimanere nell'ambito medico, ci sono realtà coi contro-peni! Imparassero da quei progetti...
    L'assistenza tecnica, usando BOINC, "DEVI" scordarti di pagarla, dato che non serve assolutamente a nulla (a parte, fare assistenza sul server del progetto - ma quello, grazie, ci vuole in ogni caso).
    I tempi di elaborazione... cazz, esistesse un progetto italiano, faremmo A BOTTE per parteciparvi. Mi ci gioco le palle che non starebbero dietro a produrre WU che gliele ciucceremmo via immediatamente.

    Pessismo e fastidio

  4. #4
    L'Onesto
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    Non fraintendermi, io sono altamente favorevole al Grid. Però mi sembra ovvio che la maggior parte dei centri di ricerca tuttora non ha giovato da questa tecnologia. Evidentemente i soldi per sfruttare questo tipo di struttura non ci sono..Perchè non scordiamoci che richiede comunque un investimento iniziale non indifferente. Inoltre tutta la ricerca va orientata a questo tipo di tecnologia, penso che in molti casi sia meglio costruire da zero che cambiare standard già inseriti..

  5. #5
    Shogun Assoluto L'avatar di showa
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    Per come la capisco io (naturalmente senza esserci "dentro"), l'investimento per "boincizzare" un progetto è una frazione di quello che si dovrebbe spendere in maniera tradizionale:
    - il server (e tutto quello che ci gira attorno, personale compreso) ti serve comunque, e bon
    - la potenza elaborativa te la forniscono gratis, senza che tu muova un dito (nel senso, per controllare i client, che altrimenti dovresti manutenzionarli tu, ecc. ecc.)
    - anche senza mettersi dietro a programmare in CUDA o OpenCl, la velocità con la quale porti avanti il tutto è mostruosa, specie se è un progetto italiano (ripeto: se ne venisse fuori uno, specie se medico, si scatenerebbe l'inferno (cit.) per poter partecipare. Imho)
    - profit

    Certo, ammesso che il database che hai sia appunto "boincizzabile". Ma vista la "qualità" di certi progetti (nel senso, di creati da un pugno di persone), è tutt'altro che un'impresa impossibile.

    Oh, magari io sono troppo ottimista, e coinvolto nella cosa

  6. #6
    L'Onesto
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    E mettiamo il caso che un centro di ricerca faccia un investimento per "boincsizzarsi" dopodichè le tue WU si perdono nella marea di altri progetti e il tuo calcolo non procede? Magari è un rischio che alcuni centri non si sentono di fare..

  7. #7
    Shogun Assoluto L'avatar di showa
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    Per la mia esperienza, le uniche occasioni nelle quali il mio pc è rimasto senza WU sono state dovute a problemi "a monte". Se i responsabili di un progetto, anche minimamente, lo pubblicizzano, non rimarranno mai a corto di cpu.

  8. #8
    L'Onesto
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    Vero, ma non ho idea di come ragionino a monte nei centri di ricerca nazionali...Io mi sono proposto per scrivere un articolo sul calcolo distribuito per i maggiori quotidiani nazionali end e-zine di tecnologia ma non ho ricevuto nessun riscontro, nel mio piccolo penso sia un buon modo per avvicinare più gente possibile a questa tecnologia...

  9. #9
    Shogun Assoluto L'avatar di showa
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    Ti capisco benissimo (sul nessun riscontro): ho provato a scrivere all'autore dell'articolo, allacciandomi al fatto che la ricerca era stata completata tramite il calcolo distribuito "privato", spiegandogli quello invece "pubblico" (= BOINC). Fin'ora nulla.
    Ho scritto a http://www.gsisr.org/ (Gruppo Scientifico Italiano Studi e Ricerche), anche in questo caso descrivendo a grandi linee come funziona BOINC. Zero risposte.

    Oh, ALMENO scrivere 1 riga in croce parrebbe brutto, eh??

  10. #10
    L'Onesto
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    Io ho cercato di fare una cosa più "pubblica" e conoscitiva per la gente comune...ma evidentemente ai media non interessa molto...

  11. #11
    Il Fantasma
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    ...non interessa ai media????
    Ma neanche ai parenti...
    Che tristezza...

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