Sembra ieri, e invece sono passati dieci anni. Quel 14 marzo del 2002 io ero ancora un collaboratore esterno di TGM e gestivo un negozio di videogiochi. Sony aveva spazzato via praticamente tutta la concorrenza e si era imposta come unico rappresentante credibile del videogioco da salotto. SEGA era caduta in disgrazia e Nintendo, conscia della strada persa con Nintendo 64, avrebbe proposto da lì a poco il suo GameCube, nevvero ottima console, ma troppo legata ai fasti del passato per poter fare breccia nei cuori delle nuove generazioni. Quello di Microsoft è sembrato un azzardo ai più, perché – diciamocelo chiaro – all'epoca, nell'immaginario comune, PlayStation era sinonimo di videogioco, poche storie... e vai a spiegare alla gente che ci si poteva divertire anche con altro che non fosse un DualShock. Chi entrava nel mio esercizio commerciale e vedeva girare Dead or Alive 3, Halo o Project Gotham Racing faceva commenti su quanto fosse figa la nuova “pleistescion”, e quando gli si diceva che no... quella era una console diversa, le sentenze mutavano improvvisamente in “ah... comunque la nuova pleistescion sarà sicuramente meglio!”.

Dal punto di vista strettamente commerciale, la prima Xbox è stata un mezzo flop, inutile girarci attorno. In Giappone non ha mai attecchito, in Europa ha vivacchiato e negli Stati Uniti ha percorso una strada decorosa, comunque ben lontana dalla corsa senza freni del monolito di Sony. Tuttavia, il seme che dà frutto è quello che matura con pazienza, e di pazienza Microsoft ne ha avuta tanta. Oltre alla faccia tosta, s'intende, perché lanciare Xbox 360 solo quattro anni dopo l'esordio è stata una scelta apparentemente folle e, per certi versi, inspiegabile. Va dato adito alla casa di Redmond di aver fatto velocemente ammenda dei propri errori, prima tagliando il prezzo di Xbox già dopo pochi mesi, e poi sostituendo lo scomodo pad giganormico con uno più piccolo e confortevole, che ha fatto da base progettuale per quello comodissimo (croce direzionale digitale a parte) che oggi teniamo tutti tra le mani, e che si è imposto come standard anche per la piattaforma PC.

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Xbox 360, come detto, ha anticipato i tempi. L'azzardo di Microsoft ha pagato, e questo è sotto gli occhi di tutti. In primis, perché ha saputo elaborare l'esperienza maturata con la prima console, eliminando buona parte dei difetti e donandole un maggior “appeal”. Già dalla forma, più matura e “da salotto” rispetto a quella da carro armato che affliggeva la piattaforma precedente, Xbox 360 è sembrata un oggetto più cool e appetibile. Ma la grossa differenza l'hanno fatta alcuni giochi e, soprattutto, la forza di imporsi con alcune idee innovative. Su tutte, un servizio Live completo in ogni forma e che – sebbene già presente su Xbox – ha raggiunto piena maturazione e offerto fin da dubito la possibilità di giocare con il resto del mondo senza troppi sbattimenti. Per non parlare della genialata degli Obiettivi (o Achievement, come meglio credete chiamarli), che ha acceso dentro molti la fiammella del “celodurismo” senza scopo, se non quello di bearsi dei propri risultati col resto della comunità. La Lista Amici è diventata in fretta l'appuntamento fisso all'avvio della console, per verificare i mutamenti di Gamerscore. Cosa avrà sbloccato quel fuffone di Unclemax in PGR3? Come avrà fatto a intascarsi i 60G della Medaglia Pilota Professionista? Accidenti a lui... ora lo chiamo in chat vocale e lo insulto per bene! Insomma... un'idea talmente vincente che è stata copiata in corsa sia da Sony con i Trofei, sia da Steam cinque anni fa, col lancio di The Orange Box.

Nintendo, dal canto suo, ha capito di dover puntare a un target diverso, mantenendo lo zoccolo duro dei giocatori N-addicted, ma ammaliando famiglie e “casual” con tutta una serie di trovate che hanno permesso a Wii di dominare a mani basse la gara di vendite di questa generazione. Di certo, Xbox 360 ha raggiunto l'obiettivo di sorpassare, o almeno pareggiare, la diretta concorrente Sony in quanto a diffusione.


E questo, nonostante alcuni passi falsi - alcuni dei quali clamorosi - che hanno caratterizzato il percorso della console dal suo lancio a oggi. Come non biasimare Microsoft per l'inutilità della versione Core, per la scelta suicida del lettore esterno HD-DVD o per l'infima qualità costruttiva del hardware precedente all'attuale Slim? Il Red Ring of Death è ancora un incubo per molti, e viene difficile credere che ci siano ancora in giro console datate 2006 che funzionino senza palesare problemi. Ugualmente, la politica dei prezzi di Microsoft (ma anche di Sony) sugli accessori non può essere condivisibile, perché settanta euro per un adattatore wireless o più di un centinaio per un Hard Disk da 120 GB (pre Slim) erano, e sono, una quantità di denaro ingiustificabile. Infine, Kinect, che avrebbe dovuto proiettarci in un futuro à la Minority Report, ce la fa e non ce la fa, a seconda dei casi.

A ogni modo, e comunque la vediate, se dopo dieci anni ci troviamo qui a parlare di Xbox è perché qualcosa di buono Microsoft è riuscita a farlo. Se non altro, a impedire che una certa fetta di mercato delle console sia monopolizzato da una sola azienda, il che è solo un bene per noi giocatori a tutto tondo. O a trecentosessanta gradi, se preferite.
Comunque sia, comunque vada, comunque succeda... buon compleanno Xbox!