Nella scorsa settimana si è consumata quella che potrebbe essere considerata una mini-rivoluzione nel mondo degli MMO, nella quale gli utenti hanno protestato apertamente contro le scelte di un publisher, e chiedendo apertamente di essere ascoltati. Gli attori di questo conflitto sono Frogster Interactive, localizzatore e publisher europeo di TERA: The Exiled Realm of Arborea, e la community europea del gioco, insoddisfatta (per dirla in modo superficiale) delle modifiche apportate al client europeo per farlo rientrare nel rating che PEGI ha assegnato al titolo di BlueHole Studio, ovvero 12+.

Ora, se avete seguito con un minimo di attenzione il gioco negli scorsi mesi, saprete perfettamente che i contenuti di TERA non sono propriamente adatti per un pubblico di adolescenti, vuoi per la presenza di armature per i personaggi femminili che espongono quantità generose di pelle nuda nei punti giusti, o di una razza, gli Elin, che corrisponde essenzialmente alla definizione di “loli”. O anche, per la quantità di sangue e gore che sgorga durante i combattimenti o, semplicemente, addobba alcune ambientazioni del mondo di gioco. Quando, lo scorso Febbraio, Frogster annunciava l’ottenimento della classificazione PEGI 12, mentre la versione americana otteneva un M for Mature, devo ammettere di non aver dato tanto peso alla differenza sostanziale fra i due rating, se non facendomi una risata, pensando a quanto gli americani siano bacchettoni, rispetto a noi europei. Il problema si è presentato all’inizio della Open Beta di TERA, quando i giocatori hanno riportato la completa assenza del selettore “Lurid Effects”, che regola la presenza e la quantità di sangue nei combattimenti e un generale abbattimento dello stesso. Questo, unito alla chiusura dei dungeon per motivi non precisati e alla rimozione, senza alcuna indicazione di una futura reintroduzione, della possibilità di utilizzare emblemi personalizzati per la propria gilda, ha causato una sommossa di larga parte della community del gioco, che ha subito chiesto chiarimenti in merito a queste modifiche effettuate al client e non riportate nelle patch notes.
L'annuncio dei community manager, arrivata solo lunedì scorso, ha poco più che confermato la necessità di apportare questi tagli per rispettare il rating PEGI e l’impossibilità di modificare quest’ultimo perché “è già presente sulle confezioni del gioco stampate e inviate ai negozianti”. La risposta della community, giustamente, non si è fatta attendere, con discussioni e sondaggi per dare una prova tangibile di come l’utenza media di TERA non rientri nell’età scolare. A parte le minacce di annullamento dei preordini fatti mesi prima, che si sprecavano fra una pagina e l’altra, la vera domanda è una sola: perché la versione europea di TERA è stata classificata PEGI 12+?


Niente sangiazzo per i giocatori europei? Staremo a vedere nelle prossime ore.


Prima che riversiate la vostra giusta furia all’indirizzo del PEGI, vi ricordo che il Pan European Game Information non è un organismo di censura o controllo dei contenuti nei videogiochi: per quello bastano già gli pseudo politicanti e/o opinionisti che, ogni tanto, si ricordano di suonare il tamburo de “I videogiochi fanno male ai bambini!”. La principale, nonchè unica, mansione del PEGI è analizzare i contenuti dei videogiochi proposti dai publisher e, in base a quanto visto, dare un giudizio, che si tramuta in una classificazione sull’età minima dei giocatori che dovrebbero avere accesso al prodotto e, tramite le apposite etichette, dare indicazioni su particolari contenuti. Questo mi fa sorgere il dubbio su cosa abbia effettivamente mostrato Frogster agli analisti del PEGI, anche perché basta fare una semplice ricerca su Youtube per vedere qualche video della versione koreana del gioco, i cui contenuti sono sicuramente inadatti per un pubblico adolescenziale. Nel caso Frogster abbia comunicato fin da subito l’intenzione di alterare il programma per attirare un pubblico più giovane del dovuto (senza però informarne gli utenti e contando sulla possibilità di far passare le modifiche in un momento in cui “nessuno se ne sarebbe accorto”), quella che abbiamo di fronte, è a mio avviso, una mossa da furbastri, che mai mi sarei mai aspettato da un publisher di videogiochi, di qualsiasi importanza esso sia.

Qualche giorno fa Frogster ha pubblicato sul sito europeo di TERA una lunga lettera alla community, ovvero una sorta di apologia che annuncia la reintroduzione degli effetti di sangue e del relativo slider di selezione, ma contemporaneamente sorvola sulla questione più importante, ovvero la classificazione PEGI troppo bassa.A proposito di questo, la lettera afferma essenzialmente che il rating 12+ rimane, e il gioco dovrà essere adeguato dallo sviluppatore Bluhole, al fine di per rispettarlo. Se qualcuno dei contestatori può ritenersi soddisfatto da questa lettera, altri - come il sottoscritto - continuano a guardare con preoccupazione il futuro europeo di TERA, che viaggerà sempre su un binario parallelo, forse più congestionato, rispetto al resto del mondo per quanto riguarda la pubblicazione di nuovi contenuti come dungeon e ambientazioni.

Come risolvere una situazione del genere? Cambiare publisher com’è successo con Warhammer Online: Age of Reckoning? Non penso che sia questa la soluzione più adatta per TERA, ma bisogna riflettere su quanto un publisher sia disposto a fare per guadagnare un pugno di utenti in più, e su come noi consumatori possiamo agire per far capire quanto sia sbagliato un simile atteggiamento.