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  1. #51
    Lo Zio L'avatar di scutum 2
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Bhè può essere...
    Non è chiarissimo il passaggio, cmq non cambia molto, anzi ancora più bella la cosa...
    Saluti!


  2. #52
    La Nebbia
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    spero di nn irritare qualcuno con quanto stò per scrivere...


    bè, del mio nonno italiano nn sò nemmeno cosa fece durante la 2°ww
    il ramo tedesco della mia famiglia ha visto coinvolti molti familiari nella guerra...

    la famiglia di mia nonna è originaria della valle della ruhr.. il cuore industriale della germania durante la guerra..., Schwerte , un piccola città vicino Dortmuna... la casa di mia nonna stava vicinissima a una fabbrica di bossoli x munizioni...( mia nonna in quella casa ci stà tutt'ora .. ma ora la fabbrica produce monete da 1 e 2 cents di € xD ) centro di costanti bombardamenti alleati, ongi qual volta erano costretti a rifugiarsi in cantina...

    ora la parte + interessante...

    la famiglia di mio nonno è originaria della prussia orientale, nelle immdediate vicinza di Stradun ( dopo la guerra è passata ai polacchi). Bene o male tutti i suoi fratello hanno partecipato alla guerra.... ( famiglia: padre madre ; 3 fratelli)
    Il maggiore, si è arruolato volontario nel 1940, e ha partecipato all'operazione barbarossa, dai cui nn è mai tornato ( dato per disperso), nn si sà nemmeno fin dove è arrivato... la madre di mio nonno dopo la guerra non ha cessato di scrivere costantemente alla corce rossa x avere notizie del figlio... ma niente...
    Mio nonno,prima di entrare nella wehrmacht era addetto alla contraerea.. era addetto al faro ( quegli enormi cosi che venivano usati x scovare gli aerei di notte). Viene arruolato a forza a 17 anni. la domenica mentre stava in chiesa sono arrivati i soldati e hanno prelevato tutti i giovani abbastanza maturi da essere arruolati ( dai 17 in sù ...). Dopo un breve periodo di addestramente viene trasferito in francia.. e di lì mi ha parlato solo che stavano al " pas de calais" ( nn sò bene come si scrive )
    Stava trincerato ( + ke trincea erano dei buchi.. ogni soldati si era scavato un buco in cui poi vi si nascodeva dentro..) con tutta la sua compagnia quando sono arrivati tank americani.. armati solo si fucili e panzerfaust si sono arresi subito senza sparare un colpo ( mi ha parlato del terrore ke aveva all'idea di venir schiacciato da un carro armato mentre che stava rintanato in un buca)... Si è fatto 4 anni di prigionia in francia,( in alsazia credo ) ai lavori forzati in una miniera di carbone.

    Il fratello minore di appena 13/14 anni ( nn ricordo ) alla fine della guerra venne prelevato dai russi come forza lavoro ..e passò alcuni anni in prigionia russa ai lavori forzati...

    La guerra ha distrutto la vita di mio nonno... gli mancava appena un anno, x finire la scuola quando venne arruolato. Dopo la guerra dovette sfamare da solo la famiglia, e nn potè finire gli studi....

    Ogni volta che gli chiedo qualcosa sulla guerra, finisce sempre il discorso con una frase, una frase dettagli da suo padre ( ke pure lui ha combattuto in francia durante la 1° guerra..)
    Cito le sue parole :
    junge' Krieg ist die groesste scheisse die es gipt.

    ragazzo, la guerra e la + grande caccata che ci sia.




    nn sono bravo a scrivere lunghi testi xD .. perdonate se c'è qualche parte poco chiara

  3. #53
    Lo Zio L'avatar di scutum 2
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Interessantissima vicenda... E molto sensata la frase di tuo nonno! Peccato non saperne di più delle sue vicende...
    Saluti!

  4. #54
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Orologio
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Pikko ha scritto gio, 27 ottobre 2005 alle 19:21
    spero di nn irritare qualcuno con quanto stò per scrivere...


    bè, del mio nonno italiano nn sò nemmeno cosa fece durante la 2°ww
    il ramo tedesco della mia famiglia ha visto coinvolti molti familiari nella guerra...

    la famiglia di mia nonna è originaria della valle della ruhr.. il cuore industriale della germania durante la guerra..., Schwerte , un piccola città vicino Dortmuna... la casa di mia nonna stava vicinissima a una fabbrica di bossoli x munizioni...( mia nonna in quella casa ci stà tutt'ora .. ma ora la fabbrica produce monete da 1 e 2 cents di € xD ) centro di costanti bombardamenti alleati, ongi qual volta erano costretti a rifugiarsi in cantina...

    ora la parte + interessante...

    la famiglia di mio nonno è originaria della prussia orientale, nelle immdediate vicinza di Stradun ( dopo la guerra è passata ai polacchi). Bene o male tutti i suoi fratello hanno partecipato alla guerra.... ( famiglia: padre madre ; 3 fratelli)
    Il maggiore, si è arruolato volontario nel 1940, e ha partecipato all'operazione barbarossa, dai cui nn è mai tornato ( dato per disperso), nn si sà nemmeno fin dove è arrivato... la madre di mio nonno dopo la guerra non ha cessato di scrivere costantemente alla corce rossa x avere notizie del figlio... ma niente...
    Mio nonno,prima di entrare nella wehrmacht era addetto alla contraerea.. era addetto al faro ( quegli enormi cosi che venivano usati x scovare gli aerei di notte). Viene arruolato a forza a 17 anni. la domenica mentre stava in chiesa sono arrivati i soldati e hanno prelevato tutti i giovani abbastanza maturi da essere arruolati ( dai 17 in sù ...). Dopo un breve periodo di addestramente viene trasferito in francia.. e di lì mi ha parlato solo che stavano al " pas de calais" ( nn sò bene come si scrive )
    Stava trincerato ( + ke trincea erano dei buchi.. ogni soldati si era scavato un buco in cui poi vi si nascodeva dentro..) con tutta la sua compagnia quando sono arrivati tank americani.. armati solo si fucili e panzerfaust si sono arresi subito senza sparare un colpo ( mi ha parlato del terrore ke aveva all'idea di venir schiacciato da un carro armato mentre che stava rintanato in un buca)... Si è fatto 4 anni di prigionia in francia,( in alsazia credo ) ai lavori forzati in una miniera di carbone.

    Il fratello minore di appena 13/14 anni ( nn ricordo ) alla fine della guerra venne prelevato dai russi come forza lavoro ..e passò alcuni anni in prigionia russa ai lavori forzati...

    La guerra ha distrutto la vita di mio nonno... gli mancava appena un anno, x finire la scuola quando venne arruolato. Dopo la guerra dovette sfamare da solo la famiglia, e nn potè finire gli studi....

    Ogni volta che gli chiedo qualcosa sulla guerra, finisce sempre il discorso con una frase, una frase dettagli da suo padre ( ke pure lui ha combattuto in francia durante la 1° guerra..)
    Cito le sue parole :
    junge' Krieg ist die groesste scheisse die es gipt.

    ragazzo, la guerra e la + grande caccata che ci sia.




    nn sono bravo a scrivere lunghi testi xD .. perdonate se c'è qualche parte poco chiara
    Molto interessante...se hai voglia e tempo, in futuro raccontaci di piu'.

  5. #55
    Lo Zio L'avatar di scutum 2
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Dunque, dunque...
    Date un'occhiata al link che posto... Ce n'è per tutti i "gusti" e, a volte, è davvero difficile sciogliere il nodo che si forma in gola leggendo... Oggi poi... Ma lasciamo perdere...
    Saluti!

    http://www.paginedidifesa.it/storie/inde x.html

  6. #56
    L'Onesto L'avatar di Me stesso
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Io abito proprio dove passava la linea gotica, il mio paesino è stato un punto della resistenza tedesca dopo lo sbarco in Italia degli americani (tant'è che il paese vicino è stato raso al suolo diverse volte dagli alleati). Mio nonno e mia nonna (con 3 figli) si nascondevano dentro un pagliaio. Mi hanno raccontato che un giorno mio zio è uscito un attimo dal pagliao, dopo pochi secondi una pallottola si conficca nell'albero a pochi passi da lui! Poi mia nonna l'ha preso è riportato dentro. Un altro episodio che mi hanno raccontato è quando mio nonno è uscito e è andato a fare il pane; i soldati hanno visto il fumo e gli hanno sparato un colpo di mortaio, lui appena ha sentito il fischio della bomba si è buttato sotto il tavolo e per fortuna si è salvato. Anche io ho trovato diversi reperti, sul monte di casa mia abbiamo trovato i resti di una trincea! Ho anche trovato delle cartucce di carabina datati 1943!

  7. #57
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Gemmeno è proprio a due chilometri da casa mia

    "Quanto sangue ha bevuto questo povero mucchio di rovine ! Se anche questo dispendio di uomini non ha avuto le proporzioni di quello di Cassino, con lo stesso accanimento si lottò attorno ad ogni casa, ad ogni rovina ! Come Cassino fu la tomba della 1a Divisione Paracadutisti, così Gemmano è stata la tomba del mio Reggimento".

  8. #58
    La Borga
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    prendo un po' di tempo per raccontare anche qualcosa del mio nonno materno (è un pezzo che lo volevo fare).
    Entrò in servizio come tenente (o sottotenente, non l'ho mai capito bene...) nel 1943, pochi mesi prima del famoso 8 settembre.
    La cosa divertente è che all'epoca la destinazione degli ufficiali veniva scelta con estrazione pubblica, tipo che in una pentola mettevano i bigliettini con i nomi dei "diplomati" (o come si dice) e nell'altra quelli delle città, e poi estraevano.
    Mio nonno era bolognese, e non aveva corrotto nessuno (ammesso che fosse possibile), immaginatevi lo stupore quando all'estrazione l'incaricato disse "Angelelli" (suo cognome) "Bologna"! Sta di fatto che fu assegnato ad un reparto la cui caserma distava non più di 500 metri da casa sua...

    Tutto però stava per cambiare, in quella mattina del 9 settembre 1943 (credo fosse il 9, mio nonno non si ricorda esattamente, bisognerebbe cercare), dopo l'armistizio, la caserma ricevette l'ordine (chissà da chi) di "non rispondere al fuoco nemico", tra l'altro senza specificare chi fosse questo nemico, sicchè l'intera guarnigione (forte di circa 800 uomini...) si arrese a un reparto di ben 4 (QUATTRO!) tedeschi, spalleggiati da un carro armato (o più verosimilmente un autoblindo), e mio nonno venne allegramente deportato in Germania, in un campo ad est di Amburgo (in Pomerania), senza aver mai sparato un colpo.

    Tutto sommato gli italiani erano trattati decentemente, soprattutto rispetto all'altra metà del campo, dove erano tenuti prigionieri russi e polacchi; spesso gli italiani assistevano ad episodi terribili, in cui le guardie tedesche trascinavano fuori a forza dei prigionieri russi e poi li picchiavano e aizzavano loro contro i cani, fino alla morte del malcapitato (il cui cadavere restava spesso esposto per giorni sotto la neve).

    La razione quotidiana era di una pagnotta e un pezzetto di margarina, più venti sigarette al mese (10 "vere" e 10 papiroske, cioè pseudo sigarette alla russa, senza filtro e con solo una piccola parte di tabacco). Per i fumatori come mio nonno (che all'epoca si faceva più di un pacchetto al giorno) era una razione ridicola, che poteva bastare al massimo un giorno o due (infatti se le fumava tutta subito, così dopo non ce n'erano più e non c'era problema, a razionarle non ce l'avrebbe fatta).
    Prima che dovesse smettere del tutto per problemi di cuore, diceva sempre che l'unico capace di togliergli il vizio del fumo era stato Hitler...
    Come certamente saprete, la Croce Rossa non forniva alcun aiuto ai prigionieri italiani, in quanto giuridicamente non erano considerati prigionieri, per cui ci si doveva arrangiare con le misere razioni di cui sopra; Mussolini una volta fece distribuire pacchi dono, ma (sorpresa!) contenevano solo libri (!); l'unico che inviò qualcosa fu il papa (mio nonno ancora oggi ride al pensiero di come erano buone le gallette del papa, e se la gode per quella che chiama la sua irriconoscenza, essendo lui un classico comunista mangiapreti emiliano, anche se mai iscritto al partito...).
    Dicevo, ci si doveva arrangiare, in particolare per le feste natalizie i prigionieri avevano escogitato questo sistema: a partire da metà novembre, ogni giorno tagliavano una sottilissima fettina dalla pagnotta; il giorno dopo, mangiavano quella fettina e ne tagliavano una fetta appena più spessa e così via, fino a che il giorno di Natale avevano DUE pagnotte per festeggiare.
    Vien da ridere se non fosse una tragedia, per lo stomaco di uno dei suoi compagni aver mangiato due pagnotte fu troppo, e morì di indigestione!

    Mio nonno racconta sempre (soprattutto quando qualcuno in tv parla dell'esercizio fisico che fa bene!) che, per l'esiguità delle razioni, quelli che ce l'hanno fatta sono stati quelli pigri (lui restava disteso in branda così tante ore al giorno che gli vennero lividi e piaghe sul lato su cui si appoggiava...), mentre chi si alzava presto al mattino, o magari camminava per tenersi occupato, ahilui...

    Come in tutte le tragedie, c'è sempre qualche aspetto così assurdo che provoca il riso sincero: a Bologna ovviamente erano rimasti i suoi, e sua madre, avendo saputo (i soldati potevano scrivere a casa) in che campo si trovava mio nonno, andava a chiedere ai soldati tedeschi se fosse un luogo dove faceva caldo, naturalmente i tedeschi rispondevano "jawhol, kalt, sehr kalt" e lei era tutta contenta che suo figlio stesse al caldo (mentre, per chi non l'ha capita, sehr kalt in tedesco vuol dire molto freddo...).

    Chi aderiva alla repubblica di Salò o chiedeva di andare nelle fabbriche di armi veniva subito liberato, ma si trattava di casi sporadici; sta di fatto che, superato l'inverno, fu chiaro a tutti che restando nel campo molti non ce l'avrebbero fatta, per cui quando i tedeschi dissero di cercare 20 volontari per il lavoro nei campi della zona, si presentarono in 400; al che i tedeschi divisero i prigionieri in 20 gruppi da 20, e a ciascun gruppo diedero un biglietto su cui scrivere il cognome di uno di loro.
    Avrete già intuito (vedi estrazione precedente) che dall'elmetto il tedesco estrasse un foglio con su scritto "anghelelli" (in tedesco ge si pronuncia ghe)!

    Sicchè mio nonno si trasformò in contadino, ottenendo un drastico miglioramento del suo tenore di vita; la famiglia che aiutava era composta da padre e madre anziani e un figlio appena ragazzo; nonostante tutto quel che gli han fatto, mio nonno ha sempre avuto grande ammirazione dei tedeschi, e una grossa parte deve aver avuto questo ragazzo, che nonostante avesse fatto solo la prima media (mio nonno era all'epoca quasi laureato) ne aveva ricavato conoscenze pratiche che oggi in italia neanche gli ingegneri possiedono (sapeva aggiustare praticamente tutto, dalla radio al trattore, anche se quest'ultimo non potè presto più essere usato per mancanza di carburante). La famiglia di contadini tra l'altro faceva il bagno una volta al mese (!): prima si lavava la madre, poi (nella stessa acqua...) il ragazzo, quindi (sempre nella stessa acqua...) il padre; infine sarebbe stato il turno di mio nonno (che però l'acqua la cambiava, sicchè il capofamiglia lo guardava piuttosto male...). Dev'essere da allora che mio nonno sostiene regolarmente che lavarsi troppo fa male!

    Le cose andarono avanti così per un pezzo, fino praticamente alla fine della guerra; appena fu chiaro che i russi erano ormai a pochi passi, mio nonno tagliò l'angolo, e si ritrovò (non so come) insieme ad altri italiani, alla ricerca di un modo per tornare in Italia nel caos del crollo del Reich.
    Qui i ricordi si fanno più confusi, sta di fatto che riuscirono a raggiungere una stazione attraverso cui transitavano ancora dei treni; non so bene come, ma per riuscire a salire si misero d'accordo con un paramilitare tedesco (sembra un film, giuro che è tutto vero): lui fece finta che loro (erano 3 o 4) fossero dei prigionieri, che dovevano essere urgentemente trasferiti; in questo modo, con la forza dell'autorità della sua divisa (e mitra spianato...), riuscirono a sgomberare uno scompartimento quanto bastava per salire.
    Mio nonno non ha ancora smesso di stupirsi di come fu facile farsi spazio in un treno che poteva essere l'ultimo, con i russi (di cui si raccontava ogni efferatezza immaginabile) alle calcagna: dice sempre che se si fosse trattato di un treno di baresi (senza offesa, neh...) probabilmente sarebbero saltati fuori così tanti coltelli che adesso non sarebbe qui.
    Sia come sia, riuscì ad allontanarsi quanto bastava da rientrare nella zona controllata dagli alleati.
    La maggior parte del viaggio di ritorno (compreso il valico del Brennero) comunque la fece a piedi (sforzo che gli lasciò un ricordino che inizia con emorr ma non è emorragia per tutta la vita); se non ho capito male, arrivò a Bologna alla fine dell'estate del 1945.

    Mi piacerebbe aver qualcosa da raccontare anche del nonno materno di mia moglie, che fu, da quel che ho potuto ricostruire, carabiniere di complemento alla sussistenza del CSIR prima e dell'ARMIR poi, facendo su e giù con i convogli di rifornimenti per tutta la Russia, finendo a sua volta come contadino in una fattoria tedesca, dove volevano fargli sposare la figlia; siccome però era brutta (sue testuali parole), tornò in Italia al suo paese (Montescudo, provincia di Rimini) dove l'unica ragazza della sua generazione non ancora sposata era la nonna, sicchè...
    Purtroppo, l'ho conosciuto tardi e i suoi ricordi non sono così lucidi.

  9. #59
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di alastor
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Il mio vicino di casa Saturnino ormai morto da qualche anno era nato in una famiglia di pastori..la madre morì giovane e lui fin da piccolo iniziò a lavorare col padre portando il bestiame su ai pascoli dove passava alcuni mesi praticamente isolato..proprio per questo isolamento non venne a conoscienza della chiamata di leva così una volta informato dai suoi compaesani si andò a presentar in caserma dove fu "giustamente punito" a suon di bastoni perchè "disertore" e minacciato di esser fucilato...dopo fu inifilato in una uniforme e rispedito sui monti a far la guardia ai sassi insieme ad altri... sempre qui tempo dopo venne preso prigioniero dai partigiani ...bastonato e destinato al muro (per la fucilazione) per fortuna nel gruppo dei partigiani vennè riconosciuto da alcuni suoi compaesani che lo portarono a casa di alcuni parenti dove si nascose per alcuni giorni e dove fu trovato da tedeschi durante i rastrellamenti... bastonato riuscì a scappare scivolando per una scarpata durante un trasferimento e riuscì a trovare rifugio in una famiglia fino all'armistizio...
    un intreccio di fortuna e sfortuna allucinante ed era un uomo di una bontà assoluta disponibile con chiunque e incapace di portar rancore l'unica sua colpa le sue "umili" origini ..come se questa possa essere una colpa..

  10. #60
    L'Onesto L'avatar di Kargan
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Mio nonno, oggi 88enne, era appartenente ad una divisione di Artiglieria nei pressi di Genova. Quando l'Italia entrò in guerra, fu trasferito sul fronte alpino a combattere Francesi e quei pochi Inglesi a Sud della Francia.

    Dovete sapere che già all'epoca, mio nonno era un grande cacciatore (passione che lo ha accompagnato per tutta la vita) e sin da bambino era abituato a muoversi furtivamente tra boschi e declivi e ad usare il fucile con prontezza, cosa che gli salvò la vita.

    Infatti, se durante il giorno lui e i suoi compagni bombardavano i nemici con pezzi da 105 e alcuni obici pesanti 149, durante la notte andavano di pattuglia, a gruppi da 3-5 soldati, tra le altezze e i boschi delle Alpi.
    Fatto sta una notte, in pattuglia, degli spari li misero in allarme e lui si ritrovò da solo, al coperto dietro delle rocce, diviso dai suoi compagni per colpa dell'oscurità.

    Riuscì a sentire delle voci francesi, e da un sentiero dietro le rocce, sbucarono tre francesi.
    Riuscì a farli sfilare ad un palmo da lui senza farsi notare, e poi puntò il suo fido Carcano mod. 91 dietro la nuca dell'ultimo nemico, urlando di arrendersi, con la doppia speranza di farsi udire dai suoi commilitoni, sicuramente vicino, e spaventare i francesi, cercando di non farli reagire.

    Fatto sta che catturò tutti e tre e li portò al campo, dove fu onorato dal suo Capitano per l'azione e la prontezza.
    I Francesi erano malmessi (forse pure peggio dei nostri, avevano armi di molto antecedenti alla grande guerra), e gli fecero talmente pena, che prima di trasferirli in un campo vicino genova, gli regalò le sue sigarette.

    Dopo l'armistizio, lasciò la divisa dentro l'ex fabbrica dell'ansaldo, a genova, e tornò praticamente a Tivoli (RM) in bicicletta.

    Qui conobbe mia nonna che rimase in cinta, nel 44, di mio padre.

    Ancora oggi mi racconta di uno Spitfire Inglese che si divertì, con varie picchiate, a mitragliare donne e vecchi italiani, nella nostra città, 2 giorni prima del bombardamento che uccise quasi 1000 Tiburtini (i Tedeschi erano andati via da giorni), nel triste maggio del 1944 (data tragica per la mia città, una scuola fu sepolta dalle macerie con molti alunni e maestre).

    Cmq, mi fa sorridere quando dice con sicurezza che i Francesi erano allocchi e lui non era un bamboccio da farsi fregare in mezzo ai monti.



  11. #61
    Il Fantasma L'avatar di gters
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    premmessa: il racconto è vago xchè nn sono mai riuscito a fargli dire niente, ogni volta che si tocca l'argomento, piange. Mia nonna (sua moglie) scomparsa 3 anni fa mi raccontava che di notte almeno una volta a settimana, durante il sonno gridava, bestemmiava, piangeva ed era tutto riferito a quello che ha vissuto dal 41 al 45


    mio nonno a fine 1941 venne arruolato nella divisione alpina cuneense (come molti altri della sua zona, genova entroterra), in un reparto mitraglieri breda modello 38, fece addestramento in piemonte (nn so dove) e a inizio estate parti con una delle tante traadotte x il fronte russo. In treno gli ufficiali vietavano canti tristi e/o malinconici ma alla fine i soldati le cantavano lo stesso. Il viaggio fra treno e raggiungimento postazione designata durò piu di un mese e mezzo, di cui gran parte percorsa a piedi.
    Racconta di come si stupirono dei tedeschi nel bene e nel male. Avevano carri armati, artiglieria, camion ecc insomma tutto x una guerra di movimento ma allo stesso tempo dice che erano >>grammi<< (che in italiano sta x cattivi... volendo essere magnanimi)con i russi e nn perdevano occasione x ammazzarne qualcuno. Invece loro, gli italiani o piu nello specifico il suo reparto, nnn si comportavano come i tedeschi e con la popolazione russa facevano scambio di cibo, alcune volte ottenevano delle belle uova.
    Per il resto so che si trincerarono sul don, scavando a mano buche e quant'altro e che patirono un freddo di -60 gradi..cosi dice lui e basta.
    Cmq un giorno gli si ruppe il ghiaccio sotto i piedi e cadde giu con la gamba sinistra (credo in un piccolo ruscello), che subito si assiderò e venne portato nelle retrovie in una specie di ospedale da campo. Quando giunsero notizie dell'offensiva russa tutti i medici ecc svapparono lasciando al destino i loro malati. So che mio nonno scappo quindi dall'ospedale e si mise in marcia fino a quando x caso trovò un suo amico (su questo poi vi dico una cosa ) di vallata che aveva un mulo e con un altra persona sopra. Quest'ultima nn voleva che mio nonno salisse sul mulo ma alla fine (nn chiedetmi come ci sali /o come lo convinsero) e si ritirarono col mulo e anche a piedi per oltre 700 km.
    Infine ripresero un treno che passo x la germania/austria e li riportà in italia ma nn a casa, andarono all'ospedale militare di loano.
    Oltre ai problemi derivati dall'assideramento )che x fortuna nn andp in cancrena(, c'erano altri problemi di denutrimento, pulci ecc senza considerare i problemi mentali, cmq il cibo classico all'ospedale era barbabietola rossa.
    Il padre di mio nonno ricevuta la notizia andò a trovarlo a loano ma è scoccante sapere che il padre dentro la stanza ove era alloggiato mio nonno, nn lo riconobbe e fu mio nonno a chiamarlo piangendo. Il padre gli disse che suo fratello era morto (l'avevano arruolato in marina) e che sua sorella (maria)anche era morta x salvare la vita ad un altro fratello.
    Vado un attimo ot x raccontare brevemente la sua storia: praticamente la famiglia di maria (che ovviamente era la stessa di mio nonno), abitavano nell'entroterra genovese e vivevano di agricoltura e pascoli di mucche. Le mucche furono quasi tutte requisite dai tedeschi in seguito ma è da notare che la loro casa era vicina (in linea d'area saranno 500m) a un posto d'osservazione italo-tedesco con tanto di faro x individuare gli aerei. Quel possto d'ossrvamento aveva vista su tutto il golfo genovese e nn solo e penso che trasmetesse qualsiasi cosa alle batterie costiere a genova (tipo da me erano e sono su una collinetta che da quasi sul mare), quindi era un'ibbiettivo primario x gli alleati.. infatti un gruppo di bombardieri approccio quel target x distruggerlo. Solo che alcune bombe sganciate erano destinate anche alla casa di maria (probabilmente io penso che gli alleati credevano che fosse una caserma), la quale accortasi del pericolo si lancio su suo fratello e lo spintonò giu in un fosso. Questo fosso era fra un muro di pietre e la stalla, alto circa 3 metri (l'ho visto con tanto di schegge sulla stalla che ora è in rovina, ma che all'epoca ripararono) e salvo la vita a mio zio, mentre x maria nn ci fu niente da fare.. una bomba colpi la zona fra lei e la casa, (daneggiandola), direi a occhio 40m e li vi mori, nn ebbe il tempo di fare piu niente una volta lanciatasi su suo fratello. I genitori fratelli ecc si salvarono, x fortuna oro erano nei campi.


    Riprendendo il discorso su mio nonno, dopo mesi di ospedale decise con un altro di scappare (io presumo a fine estate 43), senza documenti ne soldi. Viaggiarono un pò col treno ma si resero conto che era troppo rischioso e allora decisero di andare a piedi passando gli appenini liguri.. alla fine ce la fecero, ma nn era ancora finita.
    Nel 44 quella pattuglia tedesca di cui accennavo sopra, venne x requisire il bestiame. Mio nonno era nella stalla (la stessa di prima) all'ultimo piano e sentii i tedeschi, considerate che era un fuggitivo e senza documenti.. la morte era certa se l'avessero preso. Il padre prese tempo rischiando, gli puntarono il mitra contro ma diede tempo a mio nonno di saltare dalla finestra e fuggire fra i campi e successivamente rimase nascosto su una collina sopra alla casa x un paio di giorni. A fine guerra si sposò con mia nonna che era la stessa donna che aveva gia a inizio guerra.



    Concludendo (e citerò l'amico) io non so come faccia ad avere foto dell'epoca durante la ritirata di russia con tanto di data scritta a mano, sono foto impressionanti. Ora io nn sono riuscito a capire se l'amico che lo salvò con il mulo è lo stesso amico che gli chiese le foto x decidere quale inserire sulla copertina ecc di un libro da lui scritto un paio d'anni fa, ovvero Muli in Guerra, oppure se era un altro suo amico.
    Quel libro lo aprirò e leggerò, penso, solo quando mio nonno scomparirà (ha 85 anni ma lavora ancora nei campi, certo che avere perso moglie e fratello, quello che salvò maria.. in un anno gli ha dato una bastonata..), resta il fatto che senza quel mulo probabilmente ci sarebbe rimasto in russia.

    Ho avuto anche uno zio da parte di mio padre, prelevato dal suo posto di lavoro e portato a Mathausen di forza.. piu di questo nn so è scomparso 20 anni fa circa e io allora avevo solo 6 anni

  12. #62
    Lo Zio L'avatar di scutum 2
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Molto interessante!
    Saluti.

  13. #63
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Orologio
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    Predefinito Riferimento: I racconti dei nonni (& affini...)

    Ora i racconti comprendono tutti gli eventi bellici...quindi se qualcuno ha partecipato o ha amici o parenti che hanno partecipato a qualche missione italiana...puo' dare il suo contributo

  14. #64
    Il Nonno L'avatar di Mr_Tibbs
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    I miei nonni non si sono mai 'scuciti' troppo sui racconti di guerra, ma qualcosa mi hanno raccontato. Mio nonno paterno, di Genova, era un ingegnere navale (uno dei progettisti delle disgraziate Andrea Doria e Michelangelo ) ma non credo abbia mai avuto parte 'attiva' nel conflitto.

    Mio nonno materno, di Savona, si era arruolato in Marina ed era stato mandato a Taranto a fare il cambusiere su un rimorchiatore. Benchè non fosse certamente un cuoco provetto, il suo contributo era apprezzato dai compagni perchè, contrariamente al suo predecessore, era pulito. Venne trasferito 3 giorni prima del bombardamento di Taranto.

    Una volta, insieme ad altri marinai, recuperò un carico di tabacco da una nave affondata poco distante dalla diga foranea e ricevette una ricompensa. I suoi commilitoni spesero la propria parte andando a put...
    lui invece si comperò una bicicletta e, dopo l'8 settembre, la inforcò e se ne tornò a casa. Si trasferì nell'interno insieme alla sua famiglia.

    Il giorno della festa del papà (questo è un racconto che aveva tenuto per se fino a un anno prima della sua morte), durante un rastrellamento tedesco, si era andato a nascondere per una notte intera in un fosso tra due filari di vite, avviluppato in una coperta di lana e ricoperto di neve per non farsi beccare. Stavamo festeggiando mio padre quando lui, seduto in disparte sul divano a fumare come suo solito, si era girato verso di noi come i vecchi lupi di mare alla Salgari e aveva tirato fuori questa storia (interrompendo la narrazione ad arte con lunghe boccate, come si conviene).

    Un mio prozio invece aveva indotto un comandante della Whermacht a spostare il Tiger che aveva deciso di nascondere tra le vigne in cambio di un vasetto di Bruss, una specie di crema di formaggio fermentata con grappa e latte...

  15. #65
    L'Onesto L'avatar di Me stesso
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    nio nonno materno è morto da molto tempo; proprio l'altro giorno però mia nonna mi ha raccontato un pezzo della sua storia: nio nonno era un generale tedesco impiegato in sicilia, la sua fortuna è stata quella di non essere mai stato spedito sul fronte. Il suo superiore infatti gli si era affezionato e lo aveva voluto tenere con sè salvandogli la vita. Quando poi sono arrivati gli americani è stato fatto prigioniero con i suoi compagni; sono stati portati tutti su una nave (tranne mio nonno e altri pochi che non avevano combattuto), infine la nave è andata al largo ed è affondata. .....quando salirono "piangevano come bambini" diceva mio nonno. Questa storia mi fa venire i brividi.

  16. #66
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    io so la storia che mi ha raccontato un professore di storia militare dell' università di Siena.suo zio era andato in Albania,dove poi si è spostato ad attaccare i greci.distrusse non so quante postazioni e per questo venne premiato con la nomina di amministratore in un paesino greco(non ricordo il nome).si distraeva così tanto dal suo incarico che le camicie nere lo portarono in cella e gli dissero :"o i parà o la morte",così lui accettò i parà.il primo giorno in libia fece saltareuno sherman e creò confusione tale da far impallidire tutti i volontari della sua unità,e impaurire gli inglesi .ad el Alamein poi venne preso e rimas in pow camp fino alla fine della guerra .il professore mi ha fatto vedere delle foto dove c'era un aereo mai visto ,un'aereo da paracadutisti,quello che aveva usato il suo zio per andare in Africa.il professore mi ha anche detto che quell'aereo era raro vederlo,sia in foto che dal vivo,forse per la scarsità di mezzi italiani.

  17. #67
    Il Fantasma L'avatar di LO STORICO
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    mio nonno aveva appena 10 anni nel 1944 quando Firenze venne attaccata dagli alleati.un giorno andava con la sua mamma a portare cibo a una loro conoscente malata(non so xche).da quante esplosioni e pallotole che filavano in aria,che veniva istintivo buttarsi a terra.proprio quello che fece mio nonno.andando avanti vide una sentinella crucca sostare(permanentemente)davanti a una porta.mio nonno capì che la sentinella aveva paura ,come del resto lo avevano anche loro.riuscirono a non farsi beccare e vennero rifugiati nella casa della loro amica.un altro rcconto sempre di mio nonno,fu che dlla sua finestra lui vedeva due parà crucchi vestiti da Africa,che portavano un mortaio da 3cm e una mitra machinegewher 34(sa osservare mio nonno eh? )e che li piazzavano in una velocità senza precedenti(non per questo erano parà),permettendo di coprirsi a vicenda.secondo mio nonno erano gli unici due parà a Firenze .se qualcuno a voglia di sapere qualcosa su Firenze(sgm)mi domandi!

  18. #68
    Lo Zio L'avatar di Gary Gordon
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    beh questa è la storia di mio nonno parterno, che purtroppo è morto qualche anno fa, tutto quello che scriverò sono ricordi di mio padre.
    mio nonno si è arruolato nella Regia Marina. ha frequentato la scuola ufficiali, passando come primo del corso.
    da li credo che sia uscito come Sottotenete(ho ancora 2 cappoti con i gradi e i guanti bianchi...)
    dopo è stato sulla Trento e sulla Trieste(se avete qualche informazione su di esse mi farebbe piacere), come comandate della seconda radio di bordo.
    dopo un po'(non so precisamente il perchè, presumo anche grazie alle sue competenze) è stato assegnato al Controspionaggio della Regia Marina e promosso a Tenente.
    E qui le notizie dimunuiscono, so che mio nonno andava a cena con Kesserling e che portava una pistola in una tasca cucita sotto il giubbotto.

    Poi verso l'agosto 1943 gli fu assegnata una missione(che non ha potuto portare a termine) che, non credo, sia mai stata rivelata.
    Mio nonno aveva il compito di salpare con un sommergibile con rotta portogallo per consegnare la sera della Regia Marina agli alleati.
    Mio padre mi ha detto che fu scelto lui perchè all'inizio della guerra fu l'unico che disse apertamente che non saremmo mai riusciti a sconfiggere gli Stati Uniti.

    Poi però venne l'8 settembre(anche se la firma è avvenuta prima...) e fu catturato prigioniero dagli inglesi.
    Fu internato in un campo a napoli, dove quei ........ non gli facevano arrivare neanche le provviste della croce rossa...

    Dopo la guerra gli fu proposto un incarico all'Onu(non so di che natura) ma rifiutò perche stava aspettando un figlio(mio padre).

    Un'altra piccola nota(degna però) è che sapeva che sarebbe stato possibile un'invasione(o un colpo di stato appoggiato) dall'URSS, tanto che disse a mio padre:"Se ricevo Quella telefonata, non prendere neanche i bagagli perchè dobbiamo scappare in Svizzera.

    Beh questa è la sua storia, cercherò di farmi dire qualche altro particolare da mio padre.

    Saluti

  19. #69
    La Borga
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    mmmhhh.
    qualche info sul trento (protagonista suo malgrado dell'operazione mezzo agosto) può essere trovata nel libro "la guerra italiana sul mare - la marina italiana tra vittoria e sconfitta".
    quella della consegna della resa, scusami, non voglio mettere in dubbio, ma mi pare piuttosto inverosimile: già il fatto di affidare la cosa a un tenentino, è noto come avvennero le trattative che portarono alla resa effettiva (le forze residue della marina si recarono alla chetichella nel porto di malta).
    forse ricevette il compito di allacciare contatti con gli alleati (il che è altrettanto inverosimile, comunque, attendere il tempo di un viaggio in portogallo, invece di far passare a qualcuno il confine svizzero)

    anche quella dell'invasione, scusa eh, va bene il colpo di stato, ma non credi che prima di invadere l'italia, l'urss avrebbe dovuto invadere qualcun altro?
    Ultima modifica di Ronin; 15-10-07 alle 07:36:46

  20. #70

    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Ma invadare l'Italia durante la guerra fredda o a fine conflitto?

    Nel primo caso sarebbe successo in caso che la guerra fosse diventata più "calda" e un'eventuale rivoluzione rossa non sarebbe stata così improbabile infondo.
    Che io sappia mio nonno paterno fu carrista nell'esercito ma non ha mai saputo se combatte e in che fronte, ho solo una foto di lui in divisa. So che mia nonna, essendo una una famiglia borghese dell'epoca, ospitava i partigiani nel pollaio. Ora come ora non riuscirei a sapere molto di più, sono molto vecchie entrambe le nonne e i nonni non ci sono più

  21. #71
    Lo Zio L'avatar di Gary Gordon
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    qualcuno che sa il tedesco potrebbe tradurmi questo?

    http://img87.imageshack.us/img87/4363/25226483qu1.jpg

    http://img142.imageshack.us/img142/8256/49248235gi4.jpg

    http://img142.imageshack.us/img142/3...bretto3bx3.jpg

    sono "storte", salvatele e rigiratele.

    è un libretto che ho trovato oggi in un casetto di casa di mio nonno...

    ho visto anche che aveva una tessera per viaggiare gratis in treno...

    e che è stato promosso fino al grado di primo capitano(mi sembra)

    nell'esercito a cosa corrisponde?

    saluti

  22. #72
    La Borga L'avatar di Francovaro85
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Mio nonno paterno, nato nel 1896, partecipò alla prima guerra mondiale ma non avendolo mai visto (è morto che mio papà era piccolo) e quindi non avendogli mai parlato l'unica cosa che so su di lui me l'ha detta mio padre e cioè che faceva il mitragliere sul Carso.

    Mio nonno materno invece non ha fatto la guerra in quanto soffriva e soffre tutt'ora di asma e quindi alla visita di leva gli diedero un foglietto con l'esonero che tiene ancora perchè dice che "non si sa mai".
    Abitava a Milano ma quando i bombardamenti alleati si fecero sempre più pesanti sfollò nella campagna ferrarese dove incontro mia nonna che abitava a Venezia.
    Episodi di guerra veri e propri me ne ha sempre raccontati pochi, me ne ricordo due:
    1: lui,mia nonna e la sorella di mia nonna erano in giro in bicicletta (due: una con su mio nonno che portava la nonna sulla canna) per la campagna, non ricordo per quale motivo (forse cercavano da mangiare) quando all'improvviso sentono il rombo di un aereoplano americano: è un "pippo" (lo chiamavano così) penso un aereo da attacco al suolo che mitragliava anche civili, cosicchè mia nonna presa dal panico prende la bici su cui era sua sorella scappa lasciandoli lì, ma l'aereo gli ignorò.
    2: è il 29 aprile del 1945 e mio nonno è a casa sua a Milano quando un suo amico bussa e gli dici "Flavio, cè Mussolini in piazza Loreto" e dato che abitava nelle vicinanze, esce e va in piazza Loreto e per vedere meglio sale su un lampione.
    Ad un certo punto passa una signora che spara sul duce 5 colpi di pistola e quindi si decide di appenderlo per i piedi sia per permettere alla gente di poterlo vedere meglio ma anche per evitare altre scene del genere.
    Mentre era ancora in piazza passa un auto con dentro Starace con una tuta da operaio (almeno mio nonno ricorda così) , partigiani armati fanno fermare la macchina e lo fucilano davanti a un distributore di benzina semi distrutto.

    Se ho scritto inesattezze sui fatti di piazza Loreto è perchè mio nonno non è che ricordi benissimo ed inoltre è un po che non me lo racconta.

  23. #73
    La Borga
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Citazione Originariamente Scritto da Francovaro85 Visualizza Messaggio
    è un "pippo" (lo chiamavano così)
    nomignolo italiano per "spitfire" (indipendentemente dal fatto che fosse effettivamente un aereo di quel tipo, il che è improbabile, così venivano genericamente chiamati gli aerei alleati, perchè il nome spitfire era assurto agli onori delle cronache durante la battaglia d'inghilterra, cui anche noi partecipammo).

  24. #74
    La Borga L'avatar di Von Right
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    A proposito di pippo...mia nonnna mi ha spesso raccontato che c'era un aereo nei cieli di Mestre (Venezia) che girava solitario e faceva cadere delle bombe a forma di giocattolo, raccolte esplodevano.
    Non sono mai riuscito a capire che tipo d'aereo potesse essere per viaggiare da solo in queste zone e per sganciare questo strano tipo di bombe...per un pò pensai ad un biplano ma mi par strano visto che siamo ai tempi dei bombardamenti sulla stazione di mestre.

  25. #75
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    Predefinito Re: I racconti dei nonni (& affini...)

    Ah, i "Pippo"... mi ricordo che quando ero ancora alle elementari, non so per quale motivo, un mio amico aveva raccontato di sua nonna che durante la guerra temeva le scorrerie degli aerei alleati, che dalle sue parti chiamavano proprio Pippo. Non credevo fosse un soprannome così diffuso...

    p.s. allora ero ovviamente alle prime armi con le mie conoscenze aeronautiche, ma vedo che ebbi ragione identificando il Pippo come uno Spitfire

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