[Editoriale TGM n.290]
Avevo promesso ai ragazzi della reda, quelli che ogni giorno mi sopportano, che non avrei più parlato di Dishonored fino all'uscita del seguito (no, non c'è niente di concreto. Niente è reale. Tutte supposizioni, le mie!).
Come constaterete continuando nella lettura, però, non ne sono stato capace. Inutile resistere... non riesco a togliermi dalla mente questo gioco. Da quando ho visto i titoli di coda, Corvo Attano, la bella Imperatrice, il Lord Reggente e tutti gli altri personaggi occupano in pianta stabile i miei momenti di "chiacchiera videoludica".
Erano mesi che non mi entusiasmavo così per un "giochino elettronico" e sono convinto che l'ultima fatica dei ragazzi di Arkane Studios vi piacerà, perché è in grado di regalare quelle emozioni che, spesso, vanno cercando i videogiocatori.
Diciamolo chiaramente: non siamo di fronte a un titolo che cambierà un'epoca, né a una storia di quelle che ti portano a esclamare: "oh, toh, questo non me lo aspettavo", ma è incredibile come si faccia una fatica tremenda a uscire da Dunwall, dalle sue vie, dai suoi distretti, dai suoi corsi d'acqua, anche una volta tornati al desktop. Dishonored, almeno a mio parere, ha infatti l'indubbio merito di fornire un sacco di spunti di conversazione: nelle ultime pause pranzo ci siamo spesso sorpresi a parlare, elogiandola, della libertà d'approccio che viene concessa, che consente a ogni giocatore di ritagliarsi un'esperienza su misura, o, ancora, dell'importanza etica che assume ogni singola decisione, per come muta la coscienza di Corvo e l'ambiente in cui si muove. L'aspetto su cui ci siamo più "scannati", però, riguarda la scelta, non inusuale per la verità (escludendo Duke "Come Get Some" Nukem, ovviamente!), di avere un protagonista muto, che non dice una parola per tutto il gioco, come quel Gordon Freeman che tanto aveva catalizzato la nostra attenzione ai tempi del primo Half-Life. Dall'ultima chiacchierata, poi, è nata l'idea per un dossier che troverete sul prossimo numero, in edicola il 24 di novembre... ma questa è un'altra storia.
Quel che mi ha stupito di più, però, tra un McWrap e una pizza margherita, tra una coca e una birra, è vedere un fronte così compatto nel giudizio sull'ultima fatica di Arkane Studios. Non ho trovato una sola, singola persona qui in redazione che non abbia apprezzato quanto vissuto nei panni di Corvo, e questo, considerando i molti palati differenti, è davvero inusuale, velo posso assicurare. Ora aspetto solo di sapere cosa ne pensate voi. Non siate timidi, la mia email è a vostra disposizione.
Davide "ToSo" Tosini
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Originariamente Scritto da La Rikkomba Vivente
