Originariamente Scritto da
royp
e in ogni caso, a me pare stiate tutti un po' mischiando le due situazioni a gaza e in cisgiordania, mentre io finora ho parlato esclusivamente di gaza:
In cisgiordania la situazione e' molto tranquilla e stabile, le zone sotto controllo dell'ANP (zone A) e quelle a gestione congiunta (zone B) hanno un volume di crescita economica senza precedenti (e non si puo' non ringraziare la politica economica di netanyahu per questo), e a riprova di cio' vi e' proprio la mancanza di attacchi provenienti da quelle parti. Le parole grosse, o i vari appelli all'onu da parte di Abbas sono dettati per lo piu' per compattare il fronte interno a causa dei problemi che l'ANP ha (corruzione in primis), che le fanno perdere il supporto popolare a favore di Hamas stesso. Nonostante le diverse aperture tra i 2 gruppi, alle chiacchiere nono sono succeduti fatti e continuano a darsele di santa ragione di tanto in tanto (esecuzioni sommarie, accuse di collaborazionismo e linciaggi tra i membri avversi, gente che inciampa dalle finestre a gaza
).
Da parte israeliana ci sono stati diversi appelli per sedersi immediatamente sul tavolo delle trattative senza precondizioni. Ricordo quando i palestinesi e anni fa dettarono le condizioni di fermare la crescita degli insediamenti per iniziare le trattative, per 10 mesi non e' stato costruito nulla e non si sono mai voluti incontrare con i dirigenti israeliani. Al che ovviamente in Israele ci siamo leggermente sentiti presi per i fondelli.
A me pare che le intenzioni di Israele siano chiare nei fatti:
cisgiordania: stimolare l'economia in modo da aumentare la ricchezza dei palestinesi, che vedendo le proprie condizioni migliorare, rinunceranno spontaneamente al terrorismo. I confini dello stato palestinese saranno decisi con incontri diretti (ovviamente se non ci si incontra non si puo' decidere nulla)
gaza: finche' hamas continuera' a lanciare razzi, la situazione rimarra' quella attuale.