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Discussione: [Editoriale TGM n.292]

  1. #1
    quello del copia/incolla
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    Predefinito [Editoriale TGM n.292]

    Ho avuto modo di provare Far Cry 3 in diverse occasioni, prima di installarne la versione definitiva sui PC che uso per svago e per lavoro. Quello che avevo visto in giro per l'Europa, tra Colonia e Milano, mi era piaciuto un sacco, ma sbilanciarsi, in un senso o nell'altro, non era realmente possibile. Promuovere o bocciare un free roaming basandosi solo su una manciata di ore di gioco è, oggi come ieri, semplicemente da criminali.
    Questo non significa che serva trascorrere dieci anni a zonzo in un mondo per entusiasmarsi, ma sicuramente non bastano due scorribande per decidere se sollevare il pollice oppure girarlo, inesorabilmente, verso il basso. Quando, finalmente, ho avuto la possibilità di vivere Far Cry 3 dall'inizio alla (quasi) fine, mi sono armato di penna e block notes per scrivere cosa funzionava e cosa, invece, sarebbe stato meglio buttare. Lanciato l'eseguibile e aggiornato il titolo all'ultima versione disponibile, ho cominciato a girovagare per Rook Islands, nei panni di Jason, uno che quando lo guardi, pensi che, se avesse il doppio del carisma, ne avrebbe comunque troppo poco. Un mezzo sfigato, un'isola enorme in cui vieni abbandonato dopo venti minuti... l'incipit della storia è bello, da vivere e da giocare, ma è innegabile che non essere guidati un pochino di più lasci davvero spaesati. Questo è quanto ho scritto nei miei appunti, accanto a una serie di commenti sul protagonista.

    II problema vero è arrivato qualche ora dopo. Ho ripreso in mano gli scritti e mi sono accorto che quelli buttati giù nei primi minuti erano anche gli unici. Quando il gioco è entrato
    nel vivo, infatti, ci sono finito dentro fino al collo, dimenticando la penna, il block notes, la sensazione di abbandono che mi aveva assalito e l'odio, malcelato, nutrito nei confronti di un figlio di papà che fa di tutto per darti noia dal minuto uno e ti porta a fare il tifo per Vaas, il cattivo (l'unico?) di Far Cry 3 dal minuto due.
    Con il passare delle ore, però, ho assistito alla trasformazione del tizio che tanto detestavo. L'ho visto mutare, "diventare grande". Questo processo, non lo nego, mi ha emozionato e, probabilmente in modo stupido, mi sono affezionato al mio alter ego. Raccontando queste sensazioni in redazione, e parlando di Far Cry 3 con altri amici che lo stavano giocando nello stesso periodo, ho capito quanto il Jason che stavo sviluppando fosse realmente mio, e mio soltanto. E non si tratta della scelta dei talenti, di dialoghi multipli o aspetti da RPG, quanto dell'impagabile sensazione di sentirsi liberi di fare quello che ci passa per la mente, nel modo in cui preferiamo farlo. È qui che Far Cry 3 mi ha convinto e si è trasformato in qualcosa capace di incatenarmi al monitor: mi ha raccontato di essere un free roaming e si è rivelato tale, dall'inizio alla fine. Divertendomi, sempre. Che è quel che cerco, quando lancio un .exe.


    Davide "ToSo" Tosini

  2. #2
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    Predefinito Re: [Editoriale TGM n.292]

    tutto molto bello, ma, di questi tempi, preferisco esser preso per mano, portato dentro una grande storia (magari con qualche scelta morale, sì).
    preferisco Spec Ops The Line, insomma.
    in attesa di avere le 'forze' di tornare al free-roaming (a meno che non si tratti di Saints Row: per quello sono pronto subito!!!)

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