CINA - Dopo lo scandalo on line della notizia dell'aborto forzato di una giovane donna cinese al settimo mese di gravidanza, con tanto di foto choc pubblicata su internet, che la ritrae su un lettino con accanto il neonato senza vita, le autoritā provinciali di Ankang (Shaanxi) hanno chiesto scusa e hanno sospeso le tre persone colpevoli di quanto accaduto. Si tratta di Jiang Nenghai, capo dell'ufficio per il figlio unico, Chen Pingyin, sindaco di Zengjia, la cittā di Feng, Ren Longchun, impiegato. Inoltre hanno anche sollecitato il governo della contea a rivedere le sue politiche per la famiglia. In Cina infatti il governo ha imposto una particolare forma di controllo delle nascite per arginare il fenomeno della sovrappopolazione. Alle famiglie che abitano in cittā č permesso avere un solo figlio, mentre a quelle che vivono nelle campagne č concesso di averne due se la prima č femmina. Chi desidera avere un secondo figlio deve versare allo stato una tassa speciale altrimenti le autoritā intevengono come nel caso di Jiamei. La donna infatti non aveva i soldi necessari, 40mila yuan, circa 5mila euro per pagare la tassa ed č per questo che č stata costretta ad abortire nonostante fosse in uno stato avanzato della gravidanza. La vicenda č stata denunciata dalle organizzazioni per i diritti umani. La scorsa notte, inoltre, i funzionari locali si sono scusati personalmente con Feng, che č giā madre di una bambina e la sua famiglia e le hanno dato il permesso di avere un secondo figlio. Il marito della donna, Deng Jiyuan ha detto diperato: "Il governo non dovrebbe avere il potere di dirci quando e come dobbiamo avere un figlio". Le scuse non gli bastano e sta pensando di denunciare le autoritā.
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