Ogni anno in questi giorni nelle edicole italiane vengono esposti i calendari di Benito Mussolini. “Ne vendiamo molti di più rispetto a dieci anni fa”, sostiene Renato Circi della casa editrice Gamma 3000, “non pensavo che questo fenomeno potesse resistere così tanto. E molti ragazzi giovani li comprano.
A quasi sessantotto anni di distanza dalla sua morte, il Duce è ancora un’icona per molti italiani. E i gruppi di giovani neofascisti, come il collettivo Casa Pound, sono ancora attivi nel paese.
Non mancano episodi di violenza. Lo scorso novembre un gruppo di tifosi della squadra inglese del Tottenham è stato aggredito nel centro di Roma da persone armate che urlavano insulti antisemiti e slogan riconducibili all’estrema destra.
Il culto del Duce è ormai accettato senza problemi anche a livello pubblico. La decisione della giunta di Affile, un piccolo comune di 1.500 abitanti in provincia di Roma, di dedicare un monumento al generale fascista Rodolfo Graziani, usando 127.000 euro di fondi pubblici, è stata accolta dall’opinione pubblica con indifferenza.
Tra le persone che hanno riabilitato l’immagine del dittatore fascista c’è anche l’ex presidente Silvio Berlusconi, secondo il quale “Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, mandava la gente a fare vacanza al confino”.
Benito Mussolini: a dictator for all seasons in Italy?: un articolo del Guardian