Io una volta stavo andando verso casa di amici dopo essere uscito dal lavoro un po' più tardi, erano circa le 22 e 30. Questi vivono in una zona dove ci sono case popolari e da dove avevo parcheggiato a casa loro ci sono diversi "bar della coltellata"/kebabbari loschi/sale biliardo, con ceffi molto molto brutti sempre parcheggiati fuori. Io venivo da lavoro senza un cambio e stavo ancora con giacca, cravatta e camicia: dire che davo nell'occhio è riduttivo. Comunque cammino velocemente verso casa dei miei amici guardando fisso il marciapiede cercando di non incontrare lo sguardo di nessuno, supero l'ultimo bar con capannello di ubriachi molesti e mentre sto alzando la testa per tirare un sospiro di sollievo mi trovo davanti 3 tunisini o giù di lì che stanno venendo in senso contrario e occupano tutto il marciapiede. Già dal linguaggio corporeo e da come parlano fra loro io capisco che sono in stato alterato e mi stanno tagliando la strada di proposito e loro capiscono che ho appena realizzato e mi sto cagando sotto, ma non posso scartare perché ho una macchina parcheggiata accanto. Mi chiedono se gli posso prestare il cellulare per fare una telefonata, nel panico non so che dirgli e mi invento che non ce l'ho dietro con me provando a oltrepassarli con nonchalance. Qui inizia una scena che sembra ken shiro quando arrivano i briganti punk nel villaggio e iniziano a fare i bulli, fra sfottò e tirate di giacca mi tengono una mano sulla spalla e mi fanno aprire la borsa e cercare il telefono, intanto che mi chiedono pure se ho due spiccioli (eufemismo per dire "facci vedere anche il portafogli"), il tutto in una nube di fiato alcolico e odore tipico di gente che non si lava mai (hanno pure i denti marci tipici dei drogati di lungo corso). Alla fine quando trovo il cellulare cambiano tono e iniziano con le offese tipo "Vedi questo stronzo, allora ce l'hai, non me lo volevi dare". Mi ero più o meno rassegnato alla rapina ma qui inizio veramente a cacarmi addosso. Senza pensarci gli corro attraverso lasciandogli cellulare borsa e tutto, ero abbastanza vicino al portone dei miei amici e inizio a urlare che mi aprano sperando mi sentano dalla finestra mentre corro per la mia vita senza sapere se mi stanno venendo dietro o no; evidentemente qualcuno mi ha sentito perché il portone si apre con un bzzzzz, ci entro in rincorsa facendomi malissimo alla mano (lussazione del polso ma lì per lì non ho sentito niente) e me lo sbatto dietro con un boato che scuote il palazzo (è un portone di quelli di legno dei palazzi vecchi, porta stretta e spessa 10 cm, se provavano a infilarci un piede glielo facevo macinato). Vado su tremando con le gambe che sono diventate gelatina e la bocca foderata per l'adrenalina, intanto questi da fuori mi urlano varie offese e minacce di morte se mi rivedono passare di lì. C'era pure una vecchietta sul pianerottolo che mi ha chiesto se stavo bene, non so neanche cosa gli ho risposto. Spiego tutto ai miei amici velocemente, poi anche se i ceffi se ne sono ormai andati (non urlano più) dal loro appartamento chiamo prima di tutto la polizia dicendogli anche delle minacce di morte, poi chiamo casa e la mamma preoccupata dice "Vattene a Bel Air!". L'ho pregata, scongiurata ma dallo zio vuole che vada, lei mi ha fatto le valigie ha detto "Va' per la tua strada". Ho chiamato un taxi giallo col mio fischio collaudato, come in formula 1, mi sentivo gasato: una vita tutta nuova sta esplodendo per me, avanti a tutta forza portami a Bel Air. Oh che sventola di casa mi sento già straricco, la vita di prima mi puzza di vecchio. Guardate adesso gente in pista chi c'è, il principe Willy lo svitato di Bel Air.