Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito Topic periodico da lasciare vuoto per depurare il forum

    Lasciatelo scorrere in basso senza scrivere niente, non scrivete neanche "ok", niente, deve pulire la cache del forum

  2. #2
    Il Nonno
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    Predefinito Re: Topic periodico da lasciare vuoto per depurare il forum

    certo

  3. #3
    Shogun Assoluto L'avatar di Bicio
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    Predefinito Re: Topic periodico da lasciare vuoto per depurare il forum

    "molti stili diversi e Tablet PC prezzo qui. ci deve essere qualcosa che hai bisogno."

  4. #4
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di FiloMJ
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    Predefinito Re: Topic periodico da lasciare vuoto per depurare il forum

    Corna e Cucù, come Totò e Trombetta
    Berlusconi trasforma ogni nemico in «spalla»


    Persino Ingroia è stato «scritturato» in una scenetta memorabile

    LO scatto diffuso su Twitter di Berlusconi che mima le manette con l'ex pm Ingroia (Ansa)
    Nel fare della politica uno spettacolo, è indubbiamente il numero uno. I suoi detrattori dicono che non è spettacolo, ma avanspettacolo. Ma i cinepanettoni vendono più di un film da cineclub. Silvio Berlusconi lo sa e ha deciso di dar fondo al suo repertorio per ribaltare ogni pronostico, e combattere l'ultima battaglia disperata. Non diventerà di nuovo capo del governo, ma nell'ideazione e nell'esecuzione della politica-sketch non lo batte nessuno.
    Tutti, anche i sui acerrimi nemici, diventano la spalla ideale delle sue gag. Persino Ingroia è stato scritturato in una scenetta memorabile nella parte del cattivo e del magistrato talebano avvezzo a mandare in galera la gente con una certa disinvoltura. All'ingresso di «La 7», l'uomo di spettacolo si muove d'istinto, si accerta della presenza di telecamere e fotografi e, tra una trasmissione politica e un'altra, appena incontra casualmente il magistrato «comunista» per eccellenza, incrocia platealmente i polsi con il gesto dell'ammanettato. Una presenza di spirito micidiale. Ride persino Ingroia, che non ride mai per temperamento e per principio, e improvvisamente, senza essere nemmeno avvertito, l'arcigno magistrato che aveva dichiarato la guerra santa al berlusconismo si ritrova nella parte di Carlo Campanini con Walter Chiari in una delle migliori interpretazioni dei fratelli De Rege. O in quella di Gianni Agus che tiene botta a una performance di Paolo Villaggio-ragionier Fracchia. O, per restare nell'ambito della politica, in quella del grande Mario Castellani nei panni dell'«onorevole Trombetta» sbeffeggiato da Totò.
    Ecco, Totò. Cinefili di lungo corso sono stati consultati per svelare in quale film del principe De Curtis, Totò abbia dato fondo alla sua vena comica con il gesto di spolverare con il suo fazzoletto la sedia dove era seduto un suo imprecisato nemico. E chissà se un richiamo inconscio non abbia ispirato Berlusconi quando, al culmine del suo scoppiettante show in casa di Santoro in «Servizio pubblico», prima ha iniziato la sua gag alla Totò con un foglio dei suoi appunti, poi ha completato l'opera estraendo con gesto perentorio il fazzoletto dal taschino della giacca. Persino la claque ostile di Santoro ha accompagnato la scena con risate e ululati alla maniera dei teatri popolari di una volta. E Berlusconi, l'istrione, l'attore, il re dell'improvvisazione da palcoscenico ha perso ogni freno. Dopo la scena della sedia spolverata, alla Totò, Berlusconi ha indossato i panni di Petrolini quando ha chiesto retoricamente al pubblico santoriano certamente pieno di «comunisti»: «Sono tutti coglioni quelli che mi hanno votato?». E il pubblico: «sìììììì». Il precedente? Petrolini-Nerone: «E Roma rinascerà più bella e più superba che pria». «Bravo!!», «Grazie!»
    Dopo Totò e Petrolini a «Servizio pubblico» (e gli osanna dei suoi, galvanizzati dalla nuova esuberanza scenica del Capo), ecco il Berlusconi di ieri con Ingroia. E subito prima, ad «Omnibus», facendo finta di prendere a mazzate di carta il giornalista Damilano. Questo era Alberto Sordi. Gli mancava il romanesco «te pòzzino» . Oramai è una sequenza interminabile. Berlusconi sa che il suo repertorio è inesauribile. Attira l'attenzione pubblica. Oscura la presenza dei suoi competitori. Impone un linguaggio popolare. È un attore che fa parlare i suoi istinti. Come quella volta che nella foto di gruppo di capi di Stato e di governo si fece immortalare nel gesto delle corna, tanto per far divertire un gruppo di scout presenti alla cerimonia (dice lui). O il celeberrimo cucù alla Merkel che si spaventò per la scenetta messa su da quel mattacchione. O quel grido da stadio «Obamaaaa» che tanto fece inorridire la regina Elisabetta. O il sorriso da malandrino quando si fa dare del «latin lover».
    Tutta una serie di maschere, gag, tormentoni, situazioni comiche che hanno fatto di Berlusconi e dei suoi nemici i soliti mugugnatori pronti a deprecare la volgarità dei tempi moderni. La solita scena. Una girandola di battute, un fuoco d'artificio con il saccheggio della comicità da spettacolo e da avanspettacolo. Una sarabanda di citazioni. Come questa, sempre di Petrolini-Nerone: «Lo vedi? Il popolo, quando s'abitua a dì che sei bravo, pure che nun fai niente, sei sempre bravo». «Bravo!!». «Grazie».
    Pierluigi Battista

  5. #5

    Predefinito Re: Topic periodico da lasciare vuoto per depurare il forum

    Citazione Originariamente Scritto da NGULAX Visualizza Messaggio
    Lasciatelo scorrere in basso senza scrivere niente, non scrivete neanche "ok", niente, deve pulire la cache del forum
    Citazione Originariamente Scritto da J.K.G. Visualizza Messaggio
    certo
    Citazione Originariamente Scritto da Bicio Visualizza Messaggio
    "molti stili diversi e Tablet PC prezzo qui. ci deve essere qualcosa che hai bisogno."
    Citazione Originariamente Scritto da FiloMJ Visualizza Messaggio
    Corna e Cucù, come Totò e Trombetta
    Berlusconi trasforma ogni nemico in «spalla»


    Persino Ingroia è stato «scritturato» in una scenetta memorabile

    LO scatto diffuso su Twitter di Berlusconi che mima le manette con l'ex pm Ingroia (Ansa)
    Nel fare della politica uno spettacolo, è indubbiamente il numero uno. I suoi detrattori dicono che non è spettacolo, ma avanspettacolo. Ma i cinepanettoni vendono più di un film da cineclub. Silvio Berlusconi lo sa e ha deciso di dar fondo al suo repertorio per ribaltare ogni pronostico, e combattere l'ultima battaglia disperata. Non diventerà di nuovo capo del governo, ma nell'ideazione e nell'esecuzione della politica-sketch non lo batte nessuno.
    Tutti, anche i sui acerrimi nemici, diventano la spalla ideale delle sue gag. Persino Ingroia è stato scritturato in una scenetta memorabile nella parte del cattivo e del magistrato talebano avvezzo a mandare in galera la gente con una certa disinvoltura. All'ingresso di «La 7», l'uomo di spettacolo si muove d'istinto, si accerta della presenza di telecamere e fotografi e, tra una trasmissione politica e un'altra, appena incontra casualmente il magistrato «comunista» per eccellenza, incrocia platealmente i polsi con il gesto dell'ammanettato. Una presenza di spirito micidiale. Ride persino Ingroia, che non ride mai per temperamento e per principio, e improvvisamente, senza essere nemmeno avvertito, l'arcigno magistrato che aveva dichiarato la guerra santa al berlusconismo si ritrova nella parte di Carlo Campanini con Walter Chiari in una delle migliori interpretazioni dei fratelli De Rege. O in quella di Gianni Agus che tiene botta a una performance di Paolo Villaggio-ragionier Fracchia. O, per restare nell'ambito della politica, in quella del grande Mario Castellani nei panni dell'«onorevole Trombetta» sbeffeggiato da Totò.
    Ecco, Totò. Cinefili di lungo corso sono stati consultati per svelare in quale film del principe De Curtis, Totò abbia dato fondo alla sua vena comica con il gesto di spolverare con il suo fazzoletto la sedia dove era seduto un suo imprecisato nemico. E chissà se un richiamo inconscio non abbia ispirato Berlusconi quando, al culmine del suo scoppiettante show in casa di Santoro in «Servizio pubblico», prima ha iniziato la sua gag alla Totò con un foglio dei suoi appunti, poi ha completato l'opera estraendo con gesto perentorio il fazzoletto dal taschino della giacca. Persino la claque ostile di Santoro ha accompagnato la scena con risate e ululati alla maniera dei teatri popolari di una volta. E Berlusconi, l'istrione, l'attore, il re dell'improvvisazione da palcoscenico ha perso ogni freno. Dopo la scena della sedia spolverata, alla Totò, Berlusconi ha indossato i panni di Petrolini quando ha chiesto retoricamente al pubblico santoriano certamente pieno di «comunisti»: «Sono tutti coglioni quelli che mi hanno votato?». E il pubblico: «sìììììì». Il precedente? Petrolini-Nerone: «E Roma rinascerà più bella e più superba che pria». «Bravo!!», «Grazie!»
    Dopo Totò e Petrolini a «Servizio pubblico» (e gli osanna dei suoi, galvanizzati dalla nuova esuberanza scenica del Capo), ecco il Berlusconi di ieri con Ingroia. E subito prima, ad «Omnibus», facendo finta di prendere a mazzate di carta il giornalista Damilano. Questo era Alberto Sordi. Gli mancava il romanesco «te pòzzino» . Oramai è una sequenza interminabile. Berlusconi sa che il suo repertorio è inesauribile. Attira l'attenzione pubblica. Oscura la presenza dei suoi competitori. Impone un linguaggio popolare. È un attore che fa parlare i suoi istinti. Come quella volta che nella foto di gruppo di capi di Stato e di governo si fece immortalare nel gesto delle corna, tanto per far divertire un gruppo di scout presenti alla cerimonia (dice lui). O il celeberrimo cucù alla Merkel che si spaventò per la scenetta messa su da quel mattacchione. O quel grido da stadio «Obamaaaa» che tanto fece inorridire la regina Elisabetta. O il sorriso da malandrino quando si fa dare del «latin lover».
    Tutta una serie di maschere, gag, tormentoni, situazioni comiche che hanno fatto di Berlusconi e dei suoi nemici i soliti mugugnatori pronti a deprecare la volgarità dei tempi moderni. La solita scena. Una girandola di battute, un fuoco d'artificio con il saccheggio della comicità da spettacolo e da avanspettacolo. Una sarabanda di citazioni. Come questa, sempre di Petrolini-Nerone: «Lo vedi? Il popolo, quando s'abitua a dì che sei bravo, pure che nun fai niente, sei sempre bravo». «Bravo!!». «Grazie».
    Pierluigi Battista
    Quoto

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