Difficile est rimaner indifferenti et nasconder lo disgusto davanti a quanto accade in cotesti difficili giorni.
Non passa momentum sine trovar li nostri avversari incravattati et impomatati a ciarlare impuniti de' eresie et vergate che tanto dolore arrecano alli occhi et alli orecchi dello Imperatore.
Pe' non favellar dello cosiddetto moderatore, lo quale invece che dir "cessate con queste bestemmie et parlate dello bene dello Impero!", appiana li rancori cum magne leccate de' terga o battute da IV fiorini bucati.
Consumati ormai li pulsanti dello telecondottiero alla ricerca de' qualcosa de vagamente differente da questo starnazzar de anitre, abbiam constatato cum amarezza che lo catodico scatolone non è cosa pe' nobili signori et onorevoli cavalier (quelli veri) et abbiam così declinato ogne invito a dire la nostra in tutti cotesti circoli dello uncinetto, preferendo lo justo confronto.
Invitiamo, dunque, siffatti candidi colletti (lo cui futuro colletto non de seta ma de canapa sarà) a dimostrar lo valore loro cum spada et scudo non su soffici poltrone, sed nella polverosa arena dello borgo, ove lo unico arbitro est lo prete atto a celebrar li funerali dello duellante vinto.
Vostro diritto et dovere, nostri sodali, sarà quello de' incitar lo astio fra le parti, talvolta con lancio de' frutta avariata o uova marce.
Lo guanto è lanciato, volgari felloni in doppio petto!
Raccoglietelo, si avete ancor uno barlume de' onore, o marcite nello oblio delle genti sine insozzar l'aere colle vostre giullarate de' basso borgo.
Questo est lo volere dello Imperatore et dello Signore Iddio