Originariamente Scritto da
Decay
ah tutti sti superuomini, che ricordi. all'itis era praticamente un must be esser facista, era un po' come voler fare lo studente universitario hypster senza il macbok.
il punto più alto della giornata era al mattino, nel mitico biennio, quando si entrava in classe e i più "convinti" entravano con mezza classe che urlava il loro nome e loro rispondevano col saluto romano
tutta gente dai cervelli finissimi, la cui intelligenza trasbordava anche nell'espressione, un misto tra un eroinomane appena svegliato e un malato di gozzo tiroideo.
diciamo che del futurismo fascista ne avevano una conoscenza istintiva, cosa che li faceva ripudiare ogni attività "intellettuale", preferendo ben più concrete azioni nelle ore spese inutilmente a studiare lettere e storia, aka a giocare a pallone in classe con due banchi improvvisati come porte e un pallone di carta e scotch (proprio DURANTE la lezione, la cosa è durata un paio di volte, poi una pallonata finita sulla cattedra della prof ha rotto l'incantesimo :'( ).
ma era nel momento del bisogno che si vedeva il vero UOMO FACISTA, come quella volta che una delle menti fini si lascia scappare una parola troppo forte col nemico, la temutissima prof di scienze, chiamandola con il simpatico gnomignolo che tutto l'istituto le affibiava, la "gialla". Peccato che di senso dell'umorismo questa non ne aveva proprio, anzi era una versione di giuliano ferrara con cromosomi XX (si, anche nell'aspetto...), scenate, incazzature, alchè si chiama la MAMMA del nostro maciste. All'arrivo c'è lo scatto finale d'orgoglio: le lacrime, poco faciste sicuramente, ma nascoste con grande senso del pudore e tatto, solo come i campani sanno fare.
a proposito, chissà perchè il 90% erano tutti diversamente settentrionali...