Torno in Italia per una breve vacanza, lavoro in Repubblica Ceca. Arrivo a Milano Malpensa. L’autista del bus che ci porta in città aiuta una coppia di due disgraziati arrivati dal Bangladesh a caricare i bagagli e paga per loro il biglietto. Sul treno Milano-Firenze il controllore sfila delicatamente il biglietto dalla tasca di un cinese che dorme e chiede agli altri viaggiatori di non svegliarlo, lo timbra e si allontana sorridendo. Il proprietario di un negozio di telefonia si offre di aprire una scatola sigillata per aiutarmi a ricaricare il mio cellulare. Un amico farmacista lavora fino a tardi, studiando antichi ricettari per creare una sua nuova linea di prodotti. Due amici, professori universitari, passano le ore a scrivere e correggere tesi per i loro studenti, anche il sabato e la domenica. Mio padre, 81 anni, lavora con l’entusiasmo di un bambino e la competenza dell’esperto, travolto e ostacolato da una burocrazia ostinata e miope. L’amico fruttivendolo, finito di allestire un banco degno di Cezanne, mi regala tre pomodori siciliani dal sapore inimmaginabile, meravigliosi. Dai ristoranti della Piazza della Sala di Pistoia si sprigionano aromi di pasta alle vongole, formaggi, salumi, carciofi, Basilico. E’ febbraio, fa freddo. L’atmosfera generale sembra però quella del Dopoguerra (o così almeno come mi è stato raccontato). Come può una nazione abitata da gente simile, VISSUTA da gente simile, trovarsi vicina ad un baratro che sembra ineluttabile? Perché la tristezza negli occhi di questa gente? Perché il silenzio? Perché un senso di impotenza che raggela? Cosa sta per succedere? Cosa accadrà? Aiutatemi a capire. Buon 2013 a tutti.
Le bellezze vere dell’Italia, e la sua malinconia
